PROLOGO
“Martina,
amore di papà, hai preso tutto? Veloce che dobbiamo andare,
altrimenti facciamo ritardo al nostro primo giorno di
scuola!” la
voce del Capitano risuonò per casa Cecchini.
“Martina,
bella di nonno, non dar retta a papà. Ti ci accompagna nonno
a
scuola e pure se siamo in ritardo, vorrà dire che le maestre
aspetteranno...” dalla cucina giunse anche la voce del
maresciallo.
“Ma
che dice, Cecchini! La bambina non deve fare tardi, anzi è
già
pronta e oggi l’accompagna il papà!”
Giulio
prese per mano la bambina e si diresse verso la porta, sistemandosi
ancora una volta il cappello da carabiniere sulla testa.
“NO!”
arrivò la risposta pronta di Cecchini, “mia nipote
l’accompagno
io!” e si parò davanti la porta per evitare che
passassero.
“Ma
maresciallo, è mia figlia e la porto io a scuola, mi
scusi...”
Giulio cominciava a spazientirsi, come sempre quando Cecchini si
intrometteva nella sua vita e voleva fare di testa sua.
“Mi
accompagnate tutti e due!” propose infine Martina, la
più saggia.
“Ottima
idea!” approvò il nonno, prima di farle
l’occhiolino.
“Eh...va
bene, se proprio insisti, amore...”
Così
Giulio fu costretto ad adeguarsi al volere della figlia.
Un’altra
giornata stava per cominciare, ma questa era una giornata speciale.
Era il primo giorno di asilo di Martina.
Ma
era anche il giorno in cui, circa due anni prima, la polizia aveva
chiamato per avvisare Giulio dell’incidente di Patrizia.Prima
di
andare a scuola, fecero una deviazione veloce al cimitero e Martina
poté salutare la mamma. Chissà se riusciva a
vederli? Tutti più
forti e più uniti di prima per non far pesare la sua
mancanza!Chissà
se poteva vegliare sulle loro vite?
Ma
poi erano veramente sicuri che Patrizia si trovava lassù? In
fondo,
la cosa strana di quell’incidente era stato che il corpo non
si era
più ritrovato.
Che
fosse ancora viva e si fosse salvata?