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Autore: SatoSerelover    21/06/2016    3 recensioni
Sequel di "Niente di meglio"
Il piccolo Conan, figlio di Shinichi e Ran, sta crescendo. Ormai ha 7 anni.
Vive con i genitori e la sua vita procede sempre più bella, ma quando un vecchio nemico di Shinichi tornerà, più cattivo che mai e intento a farla pagare al detective... toccherà al piccolo Conan, risolvere la situazione.
Insieme ai suoi amici.. Shizuka e Satoshi, comincerà ad indagare, come solo lui sa e potrà fare, coinvolto in un caso più grande di lui e prenderà le redini del padre!
Genere: Avventura, Drammatico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Ran Mori, Shinichi Kudo/Conan Edogawa | Coppie: Heiji Hattori/Kazuha Toyama, Ran Mori/Shinichi Kudo
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Una sola e vera verità, un solo il vero amore'
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Spazio d'autrice:
Preparatevi a forti emozioni per il finale di questo capitolo! 



Capitolo 10: La tempesta che precede l'uragano


…….

Il giorno seguente Conan sembrava del tutto normale… o almeno così era cominciato….Erano più o meno le 14.00 e i due ragazzini erano in cucina, con Ran.

Conan e Satoshi erano tornati verso le 6.00 del mattino, quindi le due bambine erano riuscite ad andarsene giusto poco prima che Ran si accorgesse di tutto. Inoltre come orario non era poi troppo presto, quindi erano tornate a casa senza destare sospetti.
O almeno così credevano tutti..

“Conan? Pronto ad andare dal dottor Araide? Dobbiamo togliere la fasciatura!” gli chiese la madre sorridendo al figlio, felice anche lui di poter di nuovo usare il braccio.

“Si! Andiamo! Satoshi, tu stai qui?” Chiese all’amico.

Satoshi scosse la testa “Vado da Shizuka un po’ a giocare, quando torni, potremmo stare tutti assieme no? Tanto fino a….” Venne interrotto da uno sguardo omicida, lanciato da Conan.

“Tanto fino a.. cosa?” Chiese curiosa Ran.

Conan intervenne, per salvare la situazione “Tanto fino all’ora di andare a dormire, abbiamo tutto il tempo per giocare! Quindi va bene! Giochiamo assieme più tardi!” Poi cominciò a spingere Satoshi verso la porta
“Oh si, lo so, devi andare! Non hai più tempo! Certo, a dopo!” Continuò così, fino ad averlo mandato fuori.

Ran rimase in silenzio, abbastanza scossa.

Conan allora sorrise nervoso “Andiamo?”

“C-Certo…” rispose la ragazza sempre un po’ con esitazione. “Sai, sei strano a volte!” ridacchiò.

“Ah si?” Chiese smascherando un falso sorriso il bambino.

Ran annuì “Però è strano.. Shinichi non è casa. Forse è andato via questo mattino presto!”

“Già, forse è così… ora però andiamo! Voglio proprio togliere di mezzo questo coso!” Disse indicando la fasciatura.

“Si, hai ragione.. andiamo!”

E i due uscirono di casa… ed andarono dal dottor Araide.


Intanto… al commissariato….

“Allora Shinichi… che si fa?”

“Non ci resta altra scelta, Ispettore.. lo sa…”

“Si, lo so… lo so… però non capisco il motivo di tutto ciò… perché dovrebbero farlo?”

“Non lo so, ma lo scoprirò… proteggerò la mia famiglia ad ogni costo!”


……… La visita durò più del previsto.. non tanto quella in sé. Ciò che durò tanto fu l’attesa. Ran e Conan persero l’appuntamento dal medico, per via del traffico che li trattenne per almeno 2 due. Poi altre ore per attendere che il dottore fosse libero. Infine altro traffico al ritorno. Furono a casa almeno alle 20.00 …

“Mamma, io vado a chiamare Satoshi!” Conan disse, alzando per la prima volta il braccio che si era ferito, salutando la madre.

“Ok! Fa in fretta!” rispose lei, aprendo la porta di casa. “Sono a casa!” Disse Ran, chiudendo poi la porta dietro di sé.

“Ciao amore” La salutò Shinichi, non molto entusiasta.. e di questo Ran se ne era accorta. Non era per lei, ovviamente era contendo di rivederla… il motivo era un altro.

“Oh, Buongiorno Ran!” Disse l’ispettore Megure “ È da un po’ che non ci si vede! Ti vedo in gran forma come sempre!”

Ran si stupì della presenza dell’ispettore “Buongiorno Ispettore Megure! Vedo che lei non è da meno! Sempre al lavoro!” Cercò di sorridere, ma dentro a sé sentiva che se lì c’era l’ispettore, qualcosa di brutto era accaduto.

“Ahahah, si, non sono ancora abbastanza vecchio per la pensione! Anche se il procuratore sostiene il contrario!” rise divertito.

Ran ridacchiò come risposta e andò a preparare un caffè. Poi tutti e tre andarono in salotto e si sedettero.

“Grazie mille Ran!” Disse appoggiando le labbra alla tazzina e sorseggiando il caffè.

Ran, sentì il bisogno di parlare. Il suo istinto le diceva che non andava qualcosa “Ispettore? Shinichi? È successo qualcosa non è vero?”

I due sospirarono, ma fu Shinichi a parlare “Ran, a dire il vero…..”


…….

Qualche minuto dopo, Conan tornò a casa, con Satoshi e Shizuka dietro di lui. Entrarono in casa, ma non trovarono nessuno all’ingresso. Incuriositi, andarono in salotto, dove trovarono Shinichi, Ran e l’Ispettore Megure. Shinichi aveva la stessa espressione del poliziotto, ovvero abbastanza delusa e anche un po’ tesa. Ran invece sembrava scioccata, un po’ traumatizzata e anche un po’ spaventata.

“Buongiorno Ispettore… mamma… papà?”
Conan li guardò confuso. Perché si comportavano così?

“Ciao tesoro” Disse Ran un po’ assente e fredda. La ragazza si alzò “Shizuka, Satoshi, volete venire in cucina un attimo? Mi date una mano in cucina?”

“Si certo!” Shizuka rispose entusiasta.

Un po’ meno lo era Satoshi. Non era molto bravo in cucina… era una cosa che riteneva più… femminile.. perché Ran lo chiedeva a lui? “V-Va bene…”

Conan, con aria interrogativa, alzò il sopracciglio “Perché a me non l’ha chiesto?” Si domandò.

“Conan, dovremmo parlare” disse l’Ispettore, dissolvendo così ogni dubbio, che fino a pochi secondi prima, Conan aveva avuto.

E fu lì che lo shock travolse Satoshi e Shizuka, che come l’amico, sapevano cosa voleva dire… “no…” Mormorò Shizuka, mentre Ran le posò la mano sulla spalla, chiedendole di seguirla assieme all’amico.

Conan abbassò la tanta e annuì, chiudendo gli occhi. Sapeva che qualcosa era andato storto, non poteva andare bene per forza tutto il piano. Ma lui, dentro e fuori, era freddo.. serio e distaccato. Non avrebbe mollato la presa.

Gli amici erano più in pena di lui stesso, consapevoli che se c’era l’ispettore era per qualche guaio. Li avevano scoperti?
Dovevano interrogare ancora Conan? Beh, erano tutti e due spaventati. Ran, invece, con sguardo addolorato e assente, cominciò a farsi seguire dai ragazzini, che videro scomparire Conan e i due adulti, allarmati e in preda al panico.

Conan si sedette, osservato dal detective e il poliziotto, che non sapevano da dove iniziare… più o meno

“Allora, non ti spiace se ti interrogo di nuovo, vero Conan?”

Conan non rispose. Tanto che scelta aveva? Lo avrebbe interrogato comunque, non poteva mica andarsene! Era inutile sprecare fiato, per una domanda che non aveva senso..

L’ispettore era un po’ basito dalla risposta, o almeno proprio per il fatto che non era arrivato una risposta. Ciò però non lo fermò ovviamente “Conan, i tipi che hai visto quella sera nel bosco, non erano semplici assassini, vero?”

“….” Conan non rispose.

“Uhmm… Quei tipi, erano vestiti di nero, vero?” Provò l’ispettore cambiando domanda.

“Le ho già dato la risposta a questa domanda…” Rispose Conan, il più educatamente possibile.

L’ispettore rivolse uno sguardo a Shinichi, che stringeva i pugni, poi tornò al ragazzino

“Vedo che con le domande semplici non raggiungiamo il punto… quindi procederò con delle domande più pesanti…”

Conan non rispose di nuovo, si limitò ad aspettare che facesse le fatidiche domande. Una goccia di sudore scese dal suo capo, ma non ci badò.

“Stanotte e la notte precedente, hai indagato per conto tuo?”

E Conan, nonostante sapeva che la domanda era quella, non poté che rabbrividire, o per lo meno, sentire dentro a sé come una bomba esplodere, la tanto attesa bomba. Ma se mostrava debolezza, sarebbe stato il peggio “No, non l’ho fatto”

Shinichi sentì l’impulso di agire, ma non poteva, doveva lasciar fare all’ispettore, il suo lavoro.

“Conan…” L’ispettore cercò di dissuaderlo “Ascolta, la cascina era in posizioni diverse quando siamo tornati là. Inoltre, la sera dopo, siamo stati chiamata su una scena del delitto e un nostro collega ha detto che la soffiata era stata fatta da un bambino, che aveva cercato di camuffare la propria voce!”

E così, Conan capì che non c’erano parole per rispondere, l’unica cosa da fare era fare scena muta. Voleva difendersi, ma avrebbe peggiorato solo le cose. Era in un bel guaio e non sapeva se ne sarebbe uscito.

“Ascoltami, è una situazione molto grave. Abbiamo parecchi indizi, per affermare quello che diciamo! Inoltre abbiamo un testimone a confermare la tua presenza e quella di Satoshi, sulla scena del crimine di stanotte. Capisci che è una cosa molto pericolosa? Siete andati su luoghi vietati al pubblico, avete interferito sulle prove e avete cercato di catturare dei criminali… avete corso un gran rischio e intralciato le indagini..”

“Mi spiace ispettore, ma non posso confermare una versione non vera…” Conan si ostinò a non cedere.

Shinichi non resistette più… l’ostinazione di suo figlio era andata oltre ad ogni limite. “Ispettore, ci lascia da soli un minuto?”

“S-Si, anche due…” Megure non aveva di certo voglia di assistere a qualche litigio, quindi si alzò e se ne andò.

Appena uscì dalla stanza, vide Satoshi, Shizuka e Ran, che si tenevano a debita distanza visiva, ma che origliavano tutto.

“Ma che fate?” Disse con un piccolo tono confuso e divertito l’ispettore.

I tre si guardarono un po’ imbarazzati, ma non potevano non ascoltare.

“Si unisce a noi?” Chiese Shizuka, sapendo che anche Megure, in verità avrebbe voluto sapere di cosa parlavano Shinichi e Conan.

Megure sospirò e si scrollò le spalle “Perché no…”

All’interno, nell’aria ora c’era tensione, più che mai. Tra padre e figlio, si stava per spezzare quel filo conduttore, e stava per scoppiare qualcosa… qualcosa di brutto.

Conan rimaneva in silenzio, aspettando la ramazina, ovviamente la più tosta che mai.

“Si può sapere perché menti? Perché ti ostini a non dire la verità?” Disse Shinichi, già perdendo il controllo.

Ciò lasciò un attimo scioccato il figlio, perché mai Shinichi perdeva la pazienza, o almeno raramente, soprattutto nei litigi.

“Non so di cosa parli” Conan rispose, facendo finta di nulla.

Shinichi sentiva la rabbia nelle vene, perché sapeva che non era una persona qualunque a mentirgli, ma suo figlio.. e la cosa lo mandava in bestia, perché non era un caso qualunque. Gliel’avrebbe perdonata se fosse stato un criminale qualsiasi, ma non l’organizzazione. “CONAN!”

Il bambino ebbe un sussulto, che lo portò ad alzare lo sguardo, forse per la prima volta, aveva un po’ di timore verso suo padre.

“Non capisci quanto sia grave quello che hai fatto? Non capisci in che guaio ti sei cacciato? Perché non mi hai detto nulla? Perché mi hai mentito? Perché non ci hai detto tutto?” in preda alla rabbia, urlò a Conan.

Conan lo guardò con rabbia.. “Allora dammi le prove! Come fai a sapere che è vero quello che dici? Chi è questo testimone che ci ha visti? Sulla scena del crimine erano morti tutte e 15 le vitti…” E fu lì, che Conan si era scavato la fossa da solo. Come faceva a sapere quante vittime c’erano e se erano tutte morte, se non era là? Bravo Conan, proprio bravo….

“Ed ecco che la verità viene a galla.. mi sembrava strano che non ti fossi mai tradito! Se vuoi proprio saperlo... il testimone sono io!”

Ciò scioccò Conan, un fulmine lo pervase in tutto il corpo.

“Quando l’ispettore mi ha chiamato per verificare cosa andasse storto nel bosco, ho capito subito che era un trucco semplice quello che avevato usato tu e Satoshi. Dei petardi, che avete usato come diversivo e poi siete entrati nel rifugio degli uomini in nero. Avete preso del materiale e avete indagato. Pensando che solo un bambino, sarebbe scappato dalle fessure della finestra, così ho iniziato a sospettare. Stanotte ho notato che c’era qualcosa di strano, ovvero che Locke mancava. Così sono uscito e vi ho trovati, vi ho seguiti e ho scoperto cosa stavate facendo..”

Il bambino ora non poteva difendersi.

“TI RENDI CONTO DI TUTTI I GUOI CHE POTEVI CREARE? SEI INTERVENUTO SU UNA SCENA DEL CRIMINE E HAI PORTATO VIA DELLE PROVE IMPORTANTI!”

“L’hai fatto pure tu in passato! Quindi non stupirti più di tanto!” Conan rinfacciò infatti eventi del passato.

“IO NON HO MAI PORTATO VIA DELLE PROVE DA UNA SCENA DEL CRIMINE!” Shinichi perse ogni singola calma che aveva dentro di sé. “Non mi da fastidio il fatto che tu abbia indagato e mi abbia mentito, mi da fastidio il fatto che tu l’abbia fatto in queste circostanze! Sai quanto sia pericolosa l’organizzazione! E sai benissimo che sono pronti ad uccidere chiunque! Potevo rischiare di perderti!”

“Hai rischiato di perdermi già una volta e non mi pare tu te la sia presa più di tanto! Né ti sei reso utile! Inoltre tu stesso ti sei messo nei guai anni fa, eppure non hai esitato a continuare ad indagare, rischiare la vita e….”

Shinichi lo interruppe bruscamente “Non cercare di difenderti rinfacciandomi il mio passato! Sono comunque tuo padre! L’ho fatto per un motivo, per proteggere chi amavo! Non per giocare!”

“Io non sto giocando! Io lo faccio per il tuo stesso motivo!”

Shinichi si bloccò un attimo.. sapeva che centrava l’organizzazione, ma non sapeva nulla del fatto che volessero uccidere lui e la sua famiglia, né sapeva delle lettere di Vodka. “Che intendi?”

“Nulla.. ho parlato fin troppo…”

“Conan….”

Il figlio non rispose.

“CONAN! COSA INTENDEVI?!!”

“Non te lo dico! Non posso dirtelo!”

“Conan, non capisci quanto sia rischioso? Potrebbero ucciderti e io non me lo perdonerei mai! Questo è un caso da detective e tu sei ancora un bambino! Forse non hai nemmeno capito cosa voglia dire fare il detective il detective!”

“.. e tu non hai capito cosa voglia dire fare il padre, perché a quanto pare non mi hai mai capito bene e non lo fai tutt’ora”

Quelle parole, ferivano molto e Shinichi lui ne era stato trafitto in pieno. Non riusciva bene ad esprimere quanto sentisse dolorose, provocanti e accusatorie quelle parole… ma ora non poteva dare corda al figlio..

“Questo è abbastanza! Mi hai davvero stufato!”

“Allora neghi? Neghi che tu tieni di più ad un caso, che a me?” Conan sapeva che con il padre non si sarebbe risolto nulla. Sapeva anche cosa avrebbe risposto… perché lui teneva di più alla sua fama di detective, che al figlio.. o almeno così credeva.

Shinichi inizialmente rimase zitto..
ovviamente lui teneva di più al figlio, ma non poteva rispondere a tal maniera “Io… Io lo faccio per proteggerti… perché tengo a te… e quindi devo risolvere questo caso, a qualunque costo..”

Era un sì.

Conan era comunque davvero colpiri da quelle parole, che lo avevano davvero scosso. Cosa poteva sentire di peggio? Era stato come un camion che lo aveva investito.

“Devi dirmi ciò che hai scoperto! O non sarò
in grado di portare avanti le indagini!”

“Io non dirò proprio nulla…” Conan nonostante tutto, nonostante ora si sentisse stravolto, ferito e fuori di sé, doveva tenere duro. Perché in fondo lo faceva per proteggere il suo stesso padre, che il quel momento lo aveva brutalmente respinto e non lo aveva compreso.

Shinichi di nuovo sentì il sangue bollire nelle vene.. Ma da chi aveva preso questa ostinazione? Forse da entrambi Ran e Shinichi, ma non riusciva a spiegarsi come mai lo fosse così tanto. “NON CAPISCI PROPRIO NULLA! NON CAPISCI DI CHI PARLIAMO? PARLIAMO DELL’ORGANIZZAZIONE! QUELLA CHE MI HA RIMPICCIOLITO, CHE PUO’ UCCIDERE UN SACCO DI PERSONE IN UN'UNICA VOLTA! NON POSSO LASCIARE CHE ARRIVINO A TE O A TUA MADRE! STIAMO PARLANDO DI UNA QUESTIONE DAVVERO SERIA! TU HAI VISTO IN FACCIA CHI ERA QUELLA NOTTE, QUANDO TI HANNO SPARATO!”

Ed ero vero, la questione era davvero seria, ma lo sapevano entrambi. Shinichi però non poteva sapere tutto. Non poteva sapere delle lettere terrificanti che aveva scritto Vodka, non poteva sapere il motivo per cui Conan non gli diceva la verità, non poteva sapere cosa volesse dire il fogliettino, visto che non avevaben sentito cosa ci fosse scritto… non sapeva tante cose.. ma la frustrazione era alta. Lui voleva proteggere suo figlio… ora che era padre, sapeva che se l’organizzazione fosse tornata, avrebbe ucciso Ran e Conan. La paura ora era doppia, perché poteva perdere sia la moglie che il figlio. Non si poteva descrivere, quando fosse in preda al panico e alla rabbia.

“….” Conan non rispose, rimase zitto… testardo, ma zitto.

E il silenzio, faceva innervosire sempre di più Shinichi, cosa che spaventava chiunque, persino Ran, che dietro alla soglia della porta, aveva la tentazione di intervenire. Non aveva mai visto Shinichi, così furioso, tranne quando la stava per uccidere il boss dell’organizzazione.

“Allora, non mi resta altra scelta. Satoshi tornerà a casa sua ad Osaka, domani.”

La notizia, travolse sia Conan, che Satoshi stesso.

“Non possiamo rischiare che si faccia male.. e per comprendere quanto sia pericoloso tutto quello che sta accadendo, te ne darò la prova. Tu e la mamma andrete per un po’ a Los Angeles dai nonni…”

“COSA?!” Urlò Conan. Poteva aspettarsi di tutto, ma non quello… lo voleva mandare in America con la madre? E lui? Come avrebbe indagato? Il padre si illudeva di volerlo proteggere, quando era lui stesso a dover avere protezione dal bambino?

“Esattamente! Non posso fare altro. Dovete restare al sicuro per un po’, fino a che non si calmeranno le acque.. e andare dai miei genitori è la soluzione migliore. Non posso lasciare che vi accada qualcosa!”

Conan cercò di ribellarsi, non poteva andare in America, era troppo estrema come soluzione! Da una punizione poteva anche scappare, ma non dall’America! “IO IN AMERICA NON CI VADO!”

“INVECE LO FARAI! Non hai altra scelta!!!” Shinichi non si era mai arrabbiato tanto con il figlio, verso cui provava una forte delusione che, se avesse saputo le intenzioni di Conan, non avrebbe provato “Tu sei mio figlio! E quindi la situazione è diversa da quello che ho passato io! Ero comunque un diciassettenne! Tu sei solo un bambino! Ma sappi che mi hai davvero deluso…”

Conan si alzò di scatto, con i pugni serrati, ormai privo di autocontrollo o qualunque piccola forza, che gli aveva dato il coraggio di resistere fino a quel momento. Era lui quello deluso, ferito, frustrato… e ora la soglia di sopportazione era andata ben oltre il limite consentito dal suo corpo, cervello e cuore.


“SEI TU IL VERO BAMBINO QUI TRA NOI DUE!!!” Gli urlò con tutti i sentimenti negativi che provava.


E le parole rimbombarono nella stanza, portando poi il silenzio totale. Ma la durezza di quelle parole, aveva travolto tutti nella stanza.. Ran, Shizuka, Satoshi, Megure… e soprattutto Shinichi, che voleva rispondere..
Era un insulto molto forte e anche molto penetrante. Aveva raggiunto il suo cuore, trasportando con sé ogni briciola di negatività.

Non fece a tempo a rispondere, perché il figlio corse via. Ran lo cercò di bloccare, ma il figlio conosceva bene la madre, soprattutto la sua agilità, quindi scivolò tra le gambe della ragazza. Shizuka pure cercò di fermarlo, ma Conan era troppo sconvolto, anche solo per accorgersi che l’aveva spinta via con brutalità, facendola quasi cadere. Per fortuna Satoshi la prese al volo. Satoshi voleva raggiungerlo, sia per prenderlo a schiaffi, sia per consolarlo. Shizuka invece, che avrebbe dovuto essere ferita nell’animo, non lo era per nulla. Era ferita per Conan, perché non aveva mai visto un litigio così forte, soprattutto tra Conan e suo padre. Si erano scambiati accuse e parole molto pesanti.. e se era stato difficile una riappacificazione tra i due, qualche giorno prima, sarebbe stata impossibile e improponibile ora come ora.

Il ragazzino, senza voltarsi mai indietro, corse fino in camera sua, con il cagnolino appresso che lo seguiva. Arrivo nella stanza, si chiuse dentro a chiave, con l’unica compagnia del suo cucciolo.

Si avvicinò al suo letto e si lanciò sul materasso con frustrazione. Come poteva essere successo? Ma era ovvio.. sarebbe accaduto. Nessuno poteva ingannare suo padre.. ma lui aveva ancora qualcosa che il detective non aveva.. i fogli di Vodka, l’indizio trovato nell’edificio… e molto altro.

Prese il cucciolo, che mugolava e lo leccava, per consolarlo e lo abbracciò, affondando la testa nel pelo morbido. Faceva comunque male e non riusciva a trattenere le lacrime, che cadevano incessanti.

“Ma perché non capisce cosa provo? Perché non pensa alle cause del mio comportamento..?” borbottò asciugandosi le lacrime.

Conan staccò il cucciolo dal suo petto, che cominciò e leccargli le lacrime. In un primo momento ridacchiò, poi però il suo sguardo mutò, diventato deciso e ghiacciante.
Appoggiò il cucciolo a terra e poi si alzò.

Andò verso l’armadio e tirò fuori dei vestiti di ricambio e un berretto, che infilò nello stesso zaino, contenenti le lettere e il foglietto, che rimosse, per fare spazio. Non gli servivano più. Sistemò bene ogni cosa, per fare in modo che ci stesse tutto, anche perché doveva ancora inserire qualcosa di utile.. molto utile.

Prese una sedia e si arrampicò fino al tettino dell’armadio, prendendo una scatola. L’appoggiò sul letto e poi aspettò un attimo ad aprirla. Aveva atteso molto tempo, perché erano oggetti da usare con molta precauzione e li aveva tenuti da parte per occasioni speciali o pericolose, di estrema urgenza. Beh, era arrivato il momento. Il dottor Agasa aveva fatto bene a regalargli quegli oggetti…

Aprì la scatola e trovò tutti i gadjets che suo padre aveva usato in passato. Shinichi li aveva restituiti ad Agasa, perché erano ricordi troppo particolari e non voleva tenerlì con sé. Il dottore però aveva pensato di regalarli al piccolo Conan, come regalo di compleanno, “gli spettavano di diritto”.. così aveva detto il vecchio scienziato.

Conan si cambiò, mettendosi anche le bretelle super elastiche. Poi Conan prese il papillon e gli occhiali e li mise in tasca. Poi si mise la cintura spara palloni e infilò ai piedi le scarpe potenzianti. Infine il resto dei gadjets finirono dritti nello zaino, assieme allo skateboard, che sporgeva un po’, cosa di poco conto.

Infilò lo zaino sulle spalle e poi aprì la finestra. Locke cominciò ad abbaiare, così il ragazzino tornò indietro e lo accarezzò sulla testolina “Mi spiace Locke, ma credo che non ci vedremo per un po’.. anzi… spero che ci rivedremo.. devo proteggere la mia famiglia.”

Il cucciolo cominciò a mugolare, sembrava capisse davvero cosa stava accadendo.

Conan continuò ad accarezzarlo, fino a calmarlo “Ricorda, sono il “Detective Conan”… fai il bravo! Ti voglio bene! E prenditi cura di mamma, papà e Shizuka per me.. ok?”

“Ruff!” Locke abbaiò, come segno d’accordo.

Conan sorrise, appoggiò Locke sul letto e poi saltò dalla finestra, atterrando sul ramo sottostante di pochi centrimetri. Si arrampicò giù per il resto dell’albero, quando sentì il suo nome.

“Conan?” Sentì Satoshi chiamarlo. Subito si nascose dietro al cespuglio nel giardino, aspettando che l’amico se ne andasse. Non voleva più coinvolgerlo…

“Conan aprici la porta! Giuro che se non ci apri ti prendo a calci, quando arrivo lassù!” Disse il ragazzino di Osaka, urlando alla finestra. Cominciò ad arrampicarsi, fino a che non arrivò dentro alla stanza, dando il via libera a Conan, per attivare il suo skateboard.


Intanto.. al piano di sopra… Satoshi entrò nella stanza, ma non c’era Conan, solo Locke, che se ne stava sul letto, tutto mugolante. Il bambino corse ad aprire la porta a Shizuka, che per un attimo aveva creduto fosse Conan, però poi delusa.

“Dove è Conan?” Chiese lei.

Satoshi scosse la testa “Non qui, non c’è più”

“COOOSA!?”

Satoshi le coprì la bocca con le mani, non volevo creare altri problemi a Conan.
Shinichi era già abbastanza arrabbiato, figuriamoci se scopriva che il figlio era sparito.

“Conan, sei qui? Non è divertente! Esci fuori!” Shizuka lo chiamò tristemente. Voleva trovarlo, consolarlo, dargli un po’ di supporto. Vederlo in quello stato, le stringeva un nodo nel petto.. nel cuore.

Tirarono a soqquadro la stanza, fino a che Satoshi non notò che lo zaino era sperito.. e così anche i gadjets nella scatola “No…. Non sarà…”

“Cosa?” Shizuka domandò con un tonò spaventato.

Satoshi corse verso la scrivania, e trovò i fogli di Vodka, una folatsa di vento, ne fece volare via uno, l’ultimo che aveva scritto.. I due ragazzini cercarono di prenderlo al volo, prima che potesse essere perduto. Veniva trasportato dal vento, proprio come Conan, era sparito. Silenziosamente.

Finalmente, dopo parecchi salti, i due riuscirono ad afferrarlo contemporaneamente. Però, vennero sconvolti da qualcosa che non avevano notato giorni prima….. qualcosa che invece sarebbe stato importante vedere…

Sul retro del foglio, vi era un pezzetto che non era stato né visto, né letto..


 

“P.S. Sappiamo bene che quel moccioso arriverà a noi. Come il padre finirà per lasciare che sia la sua curiosità a guidarlo… e la voglia di proteggere i suoi cari.

Non sappiamo come, ma ci troverà.. e noi saremo pronti ad aspettarlo. Sarà la sua rovina e la chiave della rovina di tutti gli altri.


Vodka”




In effetti, quando avevano letto per la prima volta il foglio, non avevano visto la firma di Vodka, quindi mancava un pezzo. Era tardi però, Conan stava andando dritto nella loro trappola…

“Dobbiamo fare qualcosa!!!” Gridò Shizuka in preda al panico “Lo prenderanno!”

Improvvisamente si sentì il rombo di un motore, un po’ piccolo… però era comunque particolare. I due ragazzino si affacciarono alla finestra e l’unica cosa che videro, con loro grande sconforto, era Conan sullo skateboard, che partì a gran velocità.. allontanandosi e penetrando nell’oscurità della strada, che gli occhi degli amici, rendevano ancora più tenebrosa.

“NO! È IMPAZZITO! È COMPLETAMENTE RINCRETINITO!!” Gridò Satoshi, con l’impulso di saltare dalla finestra.

Shizuka lo trattenne, con tutte le sue forze “NO! DOBBIAMO ANDARE DAL PADRE DI CONAN E DIRGLIELO! NON POSSIAMO FARE DI CONTO NOSTRO! NON QUESTA VOLTA!”

Satoshi si calmò, facendo dei respiri profondi “Hai ragione.. andiamo presto!!!!”

I due bambini, corsero al piano di sotto, estremamente agitati e frenetici, diretti verso il salotto, dove Ran e Megure, stavano consolando Shinichi.

“Vedrai che tuo figlio capirà, forse questa volta ha esagerato.. ma ci deve essere qualche altra buona ragione, per averlo spinto ad agire in questo modo!” Megure mormorò.

“Si ma… io non credo che…….” Shinichi non fece a tempo a finire.

Una moltitudine di passi pesanti, lo aveva distratto. Improvvisamente, con il fiatone, comparvero Shizuka e Satoshi. Ansimavano profondamente e tremavano, con degli sguardi agghiacciati. Subito gli adulti rivolsero loro lo sguardo.

“S-Signor K-Kudo….. si tratta di.. C-Conan!!!!!” Disse Shizuka, con voce tremante, ma anche con una rapidità impressionante.

E nei cuori di Shinichi e Ran, scoppiò il panico…


….Intanto, Conan, sullo skateboard….

“Devo arrivare il prima possibile. Una volta scovati, li farò arrestare e potrò salvare la mia famig..WOAAAAHHH…..!!!!!!” Cadde a terra. Non era molto bravo con lo
skateboard, non ci era mai andato prima d’ora e quindi doveva fare pratica, anche se era il momento sbagliato…

Risalì sul veicolo e ripartì. “Ok, forse ora ho capito come funziona...!” Sfrecciò a grande velocità verso la periferia.. L’atmosfera non era di quelle buone… e il sole era calato da un pezzo ormai. Era tutto buio intorno a sé e per orientarsi doveva usare l’istinto… non si vedeva quasi nulla.

“Non posso dire di aver fatto la scelta giusto a lasciare casa.. ad andare per conto mio ma…. Quelli là uccideranno mio padre se non faccio qualcosa.. e anche mia madre potrebbe morire. Non lascerò che distruggano la mia famiglia! Mamma e papà hanno avuto abbastanza problemi da giovani, non posso perderli o lasciare che accada loro qualcosa! Se per me sarà una vittoria, allora mi va anche bene che sia la mia ultima indagine…”

Conan sentiva la brezza notturna, sul suo viso. Era tardi per tornare indietro.. sentiva una strana sensazione dentro di sé. Di dolore, rimorso, convinzione, tensione… era una nuova sensazione, o almeno nuova per lui… quella che poteva chiamare “Fuga”.

E dopo quelle che sembravano ore, Conan arrivò a destinazione. Sentiva le onde del mare e l’odore di pesce nell’aria… ma ciò che sentiva era soprattutto il brivido sulla sua pelle.. l’oscurita che stava per abbattersi su di lui.


…la porta di casa Kudo si spalancò improvvisamente. Megure saltò nell’auto della polizia e subito chiamò con la ricetrasmittente i suoi colleghi.

Ran e Shinichi saltarono sulla loro macchina invece. Entrambi con il terrore disegnato sui loro volti.. Potevano non arrivare in tempo, potevo perdere loro figlio, che andava incontro a morte certa. Ran non era mai stata tanto spaventata.. l’unica cosa a cui pensava, era pregare che andasse tutto bene, di fermarlo in tempo..

Shinichi era spaventato quanto Ran, ma era anche frustrato, perché non capiva il motivo per Conan volesse compiere una, che ai suoi occhi, era una grande sciocchezza. E poi.. sentiva il dolore e il timore di perdere suo figlio. Non voleva lasciare come ultimo ricordo, al proprio e unico figlio, uno litigio così tremendo. E non voleva nemmeno arrivase, il momento di lasciargli un ultimo ricordo! Già si pentiva delle parole che gli aveva rivolto, non voleva perderlo per
sempre.

“Voi due non muovetevi da qui!” Ran raccomandò ai bambini, prima di chiudere la portiera dell’auto e partire.

“Aspettate! Non sapete nemmeno dove sta andando Conan!!!” Shizuka gridò, senza però venir sentita.

Satoshi si guardò intorno e vide una bicicletta, ovviamente quella di Conan. Saltò su e fece cenno a Shizuka di sedersi dietro a lui, sul monta pacchi. Le passò il casco e poi si posizionarono sulla bici.

“Presto! Andiamo! Fermeremo noi Conan!” La incoraggiò il bimbo abbronzato, muovendosi sulla strada, pedalando al massimo delle sue forze.

“Come fai a sapere dove è Conan!?”

“Semplice, ho capito l’indizio del foglietto! Le linee mosse indicano una superficie d’acqua. Potrebbe essere sia il mare o il fiume. Mentre invece il quadratino indica un cubetto di ghiaccio, perché di fianco c’era un fiocco di neve disegnato su di esso. Quindi arriviamo alla conclusione che i due unici luoghi possibili sono il porto o le celle frigorifero in riva al fiume. Io credo che sia al porto che sta andando.”

“Come lo sai?”

“Perché le celle sono vicine al bosco dove è successo quel casino, quindi sono pattugliate dalla polizia. Non c’è altra scelta che andare al porto!”

“Cosa centra il porto con il ghiaccio?”

“Semplice, gran parte del ghiaccio usato per mantenere al fresco il pesce, si trova al porto! In questi giorni ci sarà una fiera e un mercato del pesce, quindi servirà parecchio ghiaccio, consegnato qualche giorno fa! Probabilmente il proprietario dei locali in affitto, li ha sentiti parlare del porto e del fatto che avrebbero approfittato della pausa presente, tra la consegna del ghiaccio e il mercato del pesce, per compiere loschi piani!” Satoshi si fermò un attimo, per riprendere fiato, poi riprese a pedalare “Conan l’aveva capito subito.. se solo l’avessi fatto pure io, forse non avremmo perso tempo inutile e l’avremmo bloccato in tempo!”

“Non dire così! Tu hai fatto del tuo meglio! Ora l’importante è raggiungerlo, prima che finisca male!”

“Tieniti forte allora!” Satoshi pedalò sempre più velocemente, fino ad arrivare in una parte in discesa, dove cominciarono a schizzare velocissimi, come dei lampi.


…..Al porto…

“Cavoli, ma quando si fanno vivi?” sussurrò Conan, tra sé e sé.

Improvvisamente vide dei tizi vestiti di nero, erano loro. Si nascose dietro alle casse e alle merci, per non farsi vedere. Sperava solo che l’agitazione non prendesse il sopravvento.

“Allora? Sei pronto?” Gin sorrise con cattiveria.

Vodka annuì, facendo cenno a Chianti e Korn di uscire allo scoperto “Chianti, tu attirerai l’attenzione, sparando a grande distanza in centro città. Shinichi Kudo lascerà così casa sua, dandoci il via libera alla sua famiglia. Il figlio lo uccideremo subito, mentre invece terremo con noi la moglie e ci giocheremo un po’! Faremo arrabbiare il detective, così perderà attenzione e lo prenderemo. Poi uccideremo la moglie davanti ai suoi occhi e infine lui stesso!”

“Ci divertiremo dopo tanto tempo! Hanno giocato con le persone sbagliate!”

“Brutti maledetti…” Pensò Conan, che si sarebbe lanciato subito contro quei tipi, se avesse dato ascolto alla sua impulsività.
Conan accese le scarpe potenzianti e tirò fuori il pallone, pronto a colpirli tutti, ma fu in quel momento che sentì un urlo. Si girò per vedere uno dell’organizzazione, ma descritto da suo padre, che reggeva qualcosa.. o meglio… qualcuno.. Erano i suoi amici. I suoi occhi si bloccarono, le pupille si rimpicciolirono e sent’ i brividi percorregli tutta la schiena. “Cosa diamine?”

“Ho trovato questi mocciosi che curiosavano in giro.. probabilmente c’è un terzo moccioso..” disse l’uomo, stringendo sempre di più Shizuka e Satoshi, che a poco non spezzava loro il collo.

Gin scoppiò in una fragorosa risata “AHAHAHAHAH… ma questo lo sapevo già!” Alzò la pistola e la puntò verso gli amici di Conan “Facciamo un piccolo esperimento!”

Caricò l’arma e si preparò a sparare, ma proprio un istante prima che potesse premere il grilletto, un pallone colpì violentemente la mano di Gin, facendogli cadere la pistola a terra. Invece di provare dolore, l’uomo sorrise malignamente, quasi come se godesse del colpa infertogli. Girò lo sguardo in alto, tra le casse più alte e da lì uscì il ragazzino, con le scarpe ancora illuminate e la mano sulla cintura.

“LASCIALI ANDARE! LORO NON HANNO NULLA A CHE VEDERE CON QUESTA STORIA!” Gridò il ragazzino, con rabbia e sentendo un fuoco vivo dentro a sé.

“Ma tu dovresti sapere che mi piace un po’ di sangue in più!” Ridacchiò l’uomo, tirando fuori dai suoi vestiti neri un’altra pistola. “Sai, credo avrai capito che ti aspettavo! Era una trappola e tu ci sei caduto in pieno!”

Conan digrignò i denti “Lo sapevo che era una trappola! Ma sono venuto lo stesso!” E queste parole, stupirono Shizuka e Satoshi, che credevano che l’amico fosse incosciente del pericolo.

Gin di nuovo, rilasciò una risata maligna “Tsk… Sai, c’è chi prenderebbe il tuo gesto come coraggio… o come un atto di scemenza.. io li vedo entrambi!”

Conan sparò un altro pallone e lo colpì fortemente, ma mirando altrove. Gli uomini in nero risero di gusto, ma le risate si fermarono proprio quando il pallone colpì una delle casse in alto, in bilico sopra di loro.

“SPOSTATEVI!” urlò Vodka.

I corvi nell’aera pericolo scapparono, liberando Satoshi e Shizuka che corsero via. Conan li raggiunse e i tre scapparono nel labirito di casse. Non si riconosceva nessuna delle strade, sembravano tutte uguali.

“Cosa ci fate qui?!” Chiese arrabbiato Conan.

“Siamo venuti a salvarti!” Rispose Satoshi, tra un fiatone e l’altro.

Conan voleva prenderlo a calci nel sedere, ma decise di rimandare ad un’altra volta, sempre e concesso che ci sarebbe stata un’altra volta. “E invece sono io che devo salvarvi???”

Sentirono dei passi dietro di loro, li stavano inseguendo.. sentivano anche degli spari. Era una caccia all’uomo… o ai bambini, per meglio intendersi.

Corsero per parecchie ore, come in un incubo. Speravano nel’arrivo della polizia.. o dei soccorsi, ma non credevano che sarebbe arrivato qualcuno. Erano solo speranze che non si sarebbero avverate. Conan sentiva che ogni suo piano era andato in fumo troppo facilmente. Cosa avrebbe fatto? Satoshi e Shizuka dovevano tornare a casa, a qualunque costo… e non poteva lasciare che i due venissero catturati.

Sembrava non ci fosse via d’uscita, quando invece, alzando lo sguardo, videro uno spazio vuoto tra le casse, l’ideale per fuggire, visto che sembrava piccolo, ma non per loro. Dovevano solo arrampicarsi e fuggire, prima di essere colpiti o catturati.

Per quanto potesse esserci una speranza, Conan aveva un brutto presentimento… di quelli tremendi. E infatti vide spuntare Gin, Vodka e altri uomini in nero, che subito puntarono le pistole sugli amici di Conan, che si arrampicavano avanti a lui.

“Non mi servono quei mocciosi, eliminateli pure.. ma quello con i capelli marroni lo voglio vivo!”

“Si, capo..” risposero i suoi sgherri, pronti a mirare e sparare.

I due, non si voltarono indietro, perché non ne avevano il coraggio. Continuarono ad arrampicarsi, preparandosi anche ad essere colpiti. Speravano di arrivare alla fessura, ma sapevano che non avrebbero mai fatto a tempo.

Conan si fermò di colpo, perché sapeva che anche facendolo, non gli avrebbero sparato.. a quanto pare, lo volevano vivo.. e forse, un modo c’era per salvare i suoi amici. Li guardò un attimo e poi prese la sua decisione “Mi spiace..”

I due si girarono e videro l’amico che staccò una delle braccia, portandola alla cintura spara palloni. E lì, avevano capito tutto…non servivano altre parole.

“NO! CONAN!” Shizuka gridò, volevo raggiungerlo, ma Satoshi la bloccò.

“Satoshi…” Conan nominò l’amico, ma guardò con dolore Shizuka “Prenditi cura di lei!”

E di nuovo gonfiò il pallone, per poi lanciarlo contro uno degli uomini armati. Sull’altro invece, decise di adoperare un’altra tecnica. Per pochi secondi la paura era svanita. Saltò.

Saltò contro l’altro uomo armato, sotto lo sguardo pieno di terrore dei suoi migliori amici, che ormai erano arrivati alla via d’uscita.

Ancora sul corpo dell’uomo un po’ stordito, Conan si girò verso gli altri membri dei Detective Boys. “Andate! Salvatevi!”

“Nooooo!!!! Conan!” Shizuka cercò di liberarsi dalla presa di Satoshi, ma fu inutile. “CONAN NON TI POSSO LASCIARE!”

Anche il bimbo di Osaka, aveva esitazione a scappare, voleva salvare Conan, ma doveva anche proteggere Shizuka, come gli aveva chiesto l’amico.

“Vi ho detto di andar..” Non poté concludere la frase.

Sentì un dolore atroce al capo, che gli fece perdere la sensibilità nelle gambe e le braccia, poi sentì del liquido colarli sul viso.. era il suo sangue. E il dolore continuò a persistere, fino a rendere il corpo del bambino pesante e debole. Cominciò a socchiudere gli occhi, forse era l’ultima volta che avrebbe visto i suoi amici.. e poi perse i sensi, come ebbe il contatto con il suolo.

I due bambini guardarono con orrore l’amico, che cadeva al suolo tramortito. Dietro al ragazzino, invece Gin teneva in mano un tubo di acciaio probabilmente, sporco del sangue di Conan.

“Che moccioso seccante…”Disse con rabbia Gin. Girò lo sguardo sugli amici di Conan, che non riuscivano a muoversi per la paura. “Avevo intenzione di uccidervi, ma ho cambiato idea.. dopo questa piccola scenetta, vi assegno un compito!”

I due ragazzini, lo guardarono sempre terrorizzati, ma anche con aria interrogativa.

Gin tirnò fuori una penna e un foglio.. e cominciò a scrivere qualcosa. Mezzo minuto dopo, accartocciò il foglio lo lanciò con forza, facendolo cadere ai piedi di Satoshi.
“Consegnatelo a Shinichi Kudo, vi conviene! O il vostro piccolo detective morirà! Anche se… tanto succederà comunque!!”

Detto così, videro un furgoncino nero avvicinarsi e frenare di colpo. Vodka prese il corpo senza conoscenza di Conan, e lo lanciò nel furgoncino in maniera brusca. Poi, anche gli altri membri salirono. Chiusero gli sportelli e, veloci come erano arrivati, scomparirono nell’ombra.… diffondendo paura, sconforto e dissolvendo ogni traccia e speranza.

E così il buio era finito per dominare e i corvi per impossessarsi del piccolo detective, portandolo via con loro.



Spazio d'autrice:
Si, si e si... mi sono tolta un peso enorme. Il prossimo capitolo sarà decisivo, il boom della mia storia, che farà partire la vera trama!
Conan se la caverà o no? Shinichi arriverà in tempo? Torverà un piano e riuscirà a metterlo in atto? Non so quando posterò il prossimo capitolo, sono impegnata con il CRE (greast) e poi mi manca l'ispirazione. Spero il prima possibile! Un salutone a tutti e alla prossima!
   
 
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