Fanfic su artisti musicali > Justin Bieber
Segui la storia  |       
Autore: Leti23    21/06/2016    0 recensioni
"Per ogni persona c'è sempre qualcuno destinato a rendere migliore la propria vita, o peggiore, dipende dai casi. In altri, un po' più rari ma meno di quanto si pensi, ciò che la migliora l'ha portata prima a peggiorare. Justin sapeva di pericolo, di corse contro il vento, di parole mai dette ed abbracci mai dati. Ricordava l'inverno, gli alberi secchi ed il freddo, dietro ai quali però c'era dell'affascinante, una sensazione che ti portava a volerne sempre di più. Lui mi aveva portata alle stelle per poi lasciarmi cadere."
Genere: Avventura, Azione, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Justin Bieber, Nuovo personaggio, Selena Gomez, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
CAPITOLO 6 "siamo i principi delle ombre Selena, vivremo per sempre nell'oscurita, vedremo la luce solo da lontano. Pensi di essere pronta? Sarai come radioattiva, nessuno potrà toccarti ma tu porterai solo dolore, daremo inizio ad una nuova era, tutta nostra, sei certa di voler stare accanto ad un demone?" mi afferrò la mano portandosela alle labbra, il sorriso tipico di chi nasconde qualcosa. E nonostante il mondo scuro dietro di lui, io continuavo a vederlo bellissimo, in tutto il suo splendore. In quel posto passato e presente si incontravano creando qualcosa di sinistro e cupo, ma allo stesso tempo era un panorama suggestivo, quasi come le nostre mani intrecciate vicino a quell'immenso campo di fiori, sotto al temporale. "Sono pronta." «Non mi stai ascoltando.» si lamentò Vanessa mordendosi il labbro. Il sole batteva ardentemente contro la finestra della mia classe, l'utlima ora e poi la libertà per due giorni. Amavo il venerdì in modo particolare, potevo quasi definirlo il mio giorno preferito della settimana. Quel pomeriggio avrei visto Justin, avevamo pensato di vederi subito dopo scuola e andare a pranzare in un locale in centro. «Scusami. Stavi dicendo?» La biondina sollevò le spalle rassegnata tornando al suo discorso. «per le vacanze. Stavamo pensando alla florida, Ashley verrebbe con noi. Non tua sorella ovviamente. C'è una specie di 'villaggio' direttamente sulla spiaggia dove fanno delle feste da urlo. Io punterei ad andare lì. Tu ci staresti?» annuii, la Florida era sempre stata il mio sogno. Morse la matita tentando di essere provocante quando notò Taylor McGranth guardarla dal banco in prima fila. Aveva l'aria di un cagnolino smarrito mentre le rivolgeva un sorriso imbambolato, gli occhi a cuoricino finchè il professore non gli tirò una librata sulla testa. Vanessa rise di gusto, consapevole dell'effetto che aveva su molti ragazzi, vedevano in lei una specie di Dea e le loro attenzioni decisamente le piacevano. «Questo weekend sarà uno degli ultimi per studiare e recuperare! Spero bene che nessuno si faccia rimandare!» sbottò uscendo, chiudendo la porta dietro di sé. Scocciati ci alzammo tutti andando via da quel posto ammuffito. Mancava così poco alla libertà e per il primo anno in tutte le superiori ero riuscita ad avere la sufficienza in tutto, cosa di cui andavo molto fiera. «Ce la spasseremo Gomez. Hai intenzione di portarti dietro il tuo bellissimo fratellone tutto muscoli.. lo porteremmo sulla retta via. » rise Vanessa ammiccando ad un ragazzo di prima nelle vicinanze. «No ti prego, mio fratello lascialo stare, perché se venisse con te non sarebbe la via ad essere retta, Vanessa.» Per quanto tenessi alla mia amica ero piuttosto decisa a fargli avere i contatti minimi ed indispensabili con Jason, poiché sapevo piuttosto bene come fossero entrambi. «Come sei drammatica, andremmo d'accordo. Vieni a pranzo con noi? Ah no, sei impegnata..» prese in giro tirandomi un pugno scherzoso sulla spalla. Un'altra cosa che assolutamente non avrei fatto: dirle di Justin, quello proprio no. «Stammi bene Van.» la salutai raggiungendo il biondino che aspettava sotto all'albero più grosso del giardino scolastico. Era bello vederlo lì, appoggiato al tronco, i capelli scompigliati dall'aria, la sigaretta tra le labbra. Quando mi avvicinai lui fece un enorme sorriso lasciandomi un bacio sulla guancia. «oggi ti porto in un posto speciale...» sussurrò contro il mio orecchio facendomi fremere. «Dove?» domandai entusiasta iniziando a camminare per lo stradone, curiosa di sapere quale sarebbe stato il posto, se un altro parco incantevole o una periferia abbandonata come la mia. «Al McDonalds.» lo fissai sbalordita chiedendomi se fosse serio oppure no, ma vedendo il suo sorrisino capii che faceva seriamente scoppiai a ridere, al punto da tenermi la pancia con le braccia mentre mi piegavo. Non avevo nulla contro il Mc, anzi, io e il cibo spazzatura andavamo a nozze, però qualcosa nella su espressione e nella sua convinzione continuava a farmi morire dal ridere. «Dai smettila, io ho fame.» si lamentò scherzosamente facendo il broncio come un bambino di cinque anni. Arrivammo che le due non erano nemmeno scoccate, il sole batteva forte sul marciapiede mentre noi ci godevamo l'aria condizionata seduti al tavolo con i nostri panini in mano. Mi sentivo completamente in imbarazzo, ma quando lo vidi prendere un morso enorme del suo feci lo stesso iniziando a ridere poiché un po' di ketchup gli era rimasto sulle labbra, sporcandogliele di rosso. «Adesso dimmi perché stai ridendo Gomez.» sorrisi scuotendo la testa, Justin era così duro e scontroso in genere, però quei rari momenti in cui la sua infantilità veniva a galla avrei tanto poterli filmare e conservare con me per l'eternità. Il suo sorriso spensierato era uno spettacolo. Lo amavo? No, certo che no. Ma sarebbe stato da stupidi negare che iniziasse ad interessarmi seriamente. «Sei sporco più o meno ovunque, deficiente.» passarono parecchi minuti, finimmo poi nel parco comunale. In quel posto ci avevo passato tutta l'infanzia, ogni giorno dopo scuola qualcuno mi accompagnava spingendomi poi sull'altalena. Corsi a sedermi sul sellino verde, rovinato dal tempo. Le catene cigolavano in maniera orribile, poco oliate, lo scivolo anch'esso era leggermente sbiadito, ma io potevo vedere ancora un piccolo bambino con i capelli color cenere che piangeva dopo essere caduto con il sedere per terra, le mani davanti agli occhi azzurrissimi, innocenti. "Ti sei fatto male? Domandai al bambino porgendogli la mano, lui la strinse forte tirandosi su, i lacrimoni ancora presenti sotto ai suoi occhi chiari. Si passò la manica della felpa grossa sulle guance, asciugandosele. "un po'" tirò in avanti il labbro inferiore, pronto di nuovo a piangere. "vuoi un abbraccio?" domandai dolcemente aprendogli le braccia. Lui si fiondò immediatamente tra esse, circondandomi la vita. "Sono Logan. Vuoi essere la mia migliore amica?" «Sembra che tu sia immersa in uno di quei Flashback epici.» rise da dietro di me. Sorrissi scacciando i ricordi dalla mia mente, le cose cambiavano così tanto nel corso degli anni. «Mi sono svegliata, tranquillo.» sentii le sue mani spingermi dalla schiena, urlai presa alla sprovvista stringendo forte le mani sulle catene. Sembravamo due bambini di cinque anni, io che agitavo le gambe all'aria godendomela mentre mi scompigliava i capelli scuri. Lui dietro di me se la rideva facendomi andare sempre più in alto, fino a quando all'improvviso anziché darmi la spinta fermò l'altalena stringendo forte le braccia intorno ai miei fianchi, abbracciandomi da dietro. Il suo viso si incastrò nell'incavo del mio collo, le mie mani erano ancora salde sull'acciaio mentre i suoi capelli mi solleticavano la pelle insieme al suo respiro lento. Potevo sentire i miei battiti accellerare a dismisura, mi pareva di essere entrata in uno di quei romanzi strappa lacrime che non mi erano mai andati a genio. Si staccò velocemente da me con un piccolo sorriso, il quale sparì poco dopo. Vidi chiaramente la sua mascella indurirsi, esattamente come il suo sguardo. Sembrava pronto ad uccidere qualcuno, la scintilla dei suoi occhi mi spaventava, o meglio, se non fossi stata io mi avrebbe spaventata di certo. Ero più che sicura che non ce l'avesse con me, però quando vidi i suoi pugni stringersi fino a sbiancare le nocche mi girai notando un ragazzo incappucciato al fondo della strada. Era sotto l'ombra di un albero, si stavano scambiando degli sguardi infuocati, ma sul viso dello sconosciuto c'era un ghigno di chi la s lunga. «Justin, chi è quel tipo?» domandai timorosa afferrandogli una mano mentre i miei occhi restavano rapiti da quella figura. «Nessuno, andiamo.» ricambiò la mia presa trascinandomi via. Percorremmo delle strade di periferia, nemmeno sterrate. Era ancora molto arrabbiato, si vedeva, ciò nonostante iniziava a calmarsi, più ci allontanavamo da quella strana persona più lui si rilassava. «Sei sicuro di non sapere chi fosse?» chiesi non troppo convinta ma lui si girò fermandosi in mezzo alle pietroline, rivolgendomi un minuscolo sorriso. «Non so chi sia, ma non credo sia un tipo affidabile. Preferisco saperci al sicuro, a prescindere da chi egli sia, ti va se tagliamo da quel prato e andiamo nelle strade di città che sono un po' più popolate? Volevo destabilizzarlo, in modo che se non fosse stata una brava persona avrebbe perso le nostre tracce.» annuii, che poi in fondo lo avrei seguito ovunque volesse andare, mi fidavo ciecamente di lui. Restammo mano nella mano, le sue iniziavano a sudare leggermente, ma non era importante. Non parlammo di quel tizio incappucciato, a dire il vero non parlammo di nulla. In silenzio rientrammo delle vie interne sorpassando qualche passante, e sempre in silenzio gli camminavo dietro. «Come mai ti sei trasferito?» chiesi insicura mordendomi il labbro, tutto quel silenzio mi stava destabilizzando, troppo calmo. «Per studiare.» rispose velocemente senza sollevare lo sguardo dal pavimento. Ci fermammo davanti al chiosco dei gelati, ne porse uno a me e uno lo tenne iniziando a mangiarlo. «E i tuoi? Sono venuti qui con te?» gli camminai accanto gustandomi il limone fresco. «No, sono rimasti a casa. Vivo con Jaden, ed è uno spasso.» chiusi la conversazione, sembrava nervoso a parlare di questo argomento. «Immagino che sia ora per la principessa di rientrare a palazzo.» ridacchiò riprendendo la mia mano lasciandovi un bacio sopra e facendomi arrossire. I raggi del sole mi colpivano sul viso, sentivo ancora un leggero calore, ma era piacevole, come quello della mano di Justin stretta alla mia. Corsimo fino a casa mia come due bambini, guadagnandoci parecchie occhiatacce dai passanti, però era così bello essere spensierati e liberi. C'era però qualcosa in quel bellissimo ragazzo che per me restava un mistero irrisolto, che avrei tanto voluto capire. Ogni suo minimo gesto mi lasciava senza fiato, era affascinante il modo in cui qualunque cosa facesse riultasse così naturale. «No ma il vecchietto che ci ha bestemmiato dietro? Giuro che mi ha scandalizzato!» risi raggiungendo la porta di casa. Eravamo andati avanti ad essere infantili per almeno un ora. «Ma la bambina che ha chiesto cosa stessimo facendo?» mi strinsi la pancia dal troppo ridere, completamente ignara dello sguardo vigile di mio fratello dalla finestra in alto. Appena mi sollevai non sentii più le risate di Justin in sottofondo, mentre le mie rieccheggiavano ancora nell'aria. Stava sorridendo enormemente mentre si scompigliava i capelli, io continuavo a ridere curiosa. Poi le sue dita trovarono la strada verso il mio viso, i suoi polpastrelli caldi sfiorarono le mie guance leggermente arrossate, un po' per l'imbarazzo e un po' per la temperature. E neanche il tempo di pensarci che le sue labbra furono contro le mie, leggere, delicate e screpolate. A rendere quel momento così speciale fu sicuramente l'atmosfera e la sorpresa, mi aveva baciata in una splendida giornata di sole ed io non avrei potuto desiderare nulla di meglio, la mia mano premuta sul suo petto tonico mentre il battito del mio cuore mi rimbombava nelle orecchie. Poco dopo si staccò, un piccolo sorriso, gli occhi luccicanti. «Te lo aspettavi?» domandò ridendo, le mani ancora ferme sulle mie guance. «No, proprio per niente.»
   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Justin Bieber / Vai alla pagina dell'autore: Leti23