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Autore: Onaila    22/06/2016    1 recensioni
Qualcosa di nuovo crebbe dentro di lei, niente che avesse a che fare con l'amore.
Non provava tenerezza nel vederlo e come poteva?
Non era il suo bambino. Era il figlio di sua sorella, Zelena.
Solo al pensiero di quel nome riuscì a identificare il sentimento che le stava ribollendo dentro: Invidia.
Le sue mani cominciarono a tremare.
Era gelosa?
Genere: Fantasy, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Henry Mills, Regina Mills, Robin Hood, Roland
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 22

 

Molti anni prima nel futuro

Gabriel fece le rampe di scale tutte ad un fiato, ignorando le grida della matrigna che gli dicevano di non correre in casa.
Raggiunse la stanza della sorellastra e si gettò letteralmente sul suo letto << Svegliati! >> era da un po' che Annabelle non andava a scuola a causa della febbre e Gabriel era stanco di dover prendere l'autobus senza la sua compagna di giochi << Mmmmh... >> fece lei da sotto le coperte che lui strattonò fino a vedere il suo volto << Come stai? >> chiese stendendosi al suo fianco << Vai via Gabriel... >> Annabelle diede le spalle al fratellastro << Va bene, allora non ti dico cosa ha fatto oggi Philip >> qualcosa sembrò accendersi sul volto della malata che scattò a sedere << Allora? >> Gabriel si dispiacque per il viso arrossato e sudaticcio di lei << Ecco...ha messo una rana nella borsa della fata turchina e dovevi vedere come è scattata in piedi quando l'ha aperta >> Gabriel cominciò a ridere, ma Annabelle invece sembrò rattristata << Tutto qui? >> il bambino alzò gli occhi al cielo << Sei solo arrabbiata perché non c'eri >> << Non è vero, è solo che senza di me i vostri scherzi fanno schifo >> si giustificò tornando a stendersi sotto le coperte << Davvero? Quindi non ti interessa vederlo? >> << No... >> Annabelle incrociò le braccia sul petto << Tanto non puoi... >> aggiunse e un sorriso furbo apparve sul volto del fratellastro, che si tese verso il proprio zaino di supereroi, scomparendo sotto il letto, per poi ricomparire con in mano uno scaccia sogni << Dove l'hai preso? >> chiese meravigliata la bambina nel vederlo << L'ho preso dalla Salvatrice, tanto lei ne ha tanti >> spiegò rimettendosi a sedere affianco alla malata << Ma sai fare l'incantesimo? >> domandò un po' civettuola Annabelle, come a prenderlo in giro << Sì, so farlo >> rispose lui mostrando la lingua.
Si concentrò prima di passare il mistico oggetto sulla propria testa, per poi consegnarlo alla sorella.
Solo allora Annabelle poté vedere la Fata Turchina tendersi verso la propria borsa, squadrando gli studenti, per poi scattare in piedi, cominciando a gridare mentre la rana le saliva sul petto e sulla testa.
Le risate dei due bambini raggiunsero la cucina, dove Regina intenta a preparare la merenda si lasciò sfuggire un piccolo sorriso.


Gabriel era appena uscito dalla doccia e indossava solo i pantaloni del pigiama quando sentì bussare, e ebbe bisogno di qualche istante per capire che si trattava della finestra e non della porta.
Rachel indossava un armatura d'acciaio rossa, con uno strano stemma disegnato sul petto e al suo fianco sinistro vi era una spada saldamente legata in vita << E' così che tratti i tuoi alleati? >> chiese palesemente irritata entrando nella stanza e facendo scomparire le ali << Non potevo rischiare di farmi scoprire >> si giustificò lui frizionandosi i capelli con l'asciugamano che aveva intorno al collo << Non potevo rischiare di farmi scoprire >> gli fece eco lei civettuola << Hai paura >> aggiunse poi sedendosi o meglio sdraiandosi sul divano dopo essersi liberata dalla spada e averla appoggiata al suo fianco << Come scusa? >> << Mi hai restituito i miei poteri Gabriel, ora riesco a percepirlo. Sei un codardo >> rimarcò lei mettendosi a sedere adesso << Oppure non vuoi andare fino in fondo o ancora speri che loro trovino un modo per sconfiggerti e quindi esiti >> << Non dire idiozie >> disse lui prendendo una birra << Allora perché ti nascondi dietro questi infiniti piani o dietro un volto non tuo? >> Gabriel si sedette di fronte a lei stendendo i piedi sul tavolino fra loro due << Perché loro hanno qualcosa che io voglio >> << Parli del sortilegio non è vero? >> il ragazzo annuì << Che cosa stupida >> commentò Rachel << Dici così perché non ne conosci gli effetti >> la donna rise talmente forte da riempire la stanza << Ne conosco gli effetti e come, ma il tuo piano è zoppo sin dall'inizio, Gabriel >> Rachel si alzò in piedi dirigendosi nuovamente alla finestra, ma solo per ammirare la luce della luna che colpiva la piazza dell'orologio << Per far sì che il Sortilegio abbia effetto devi sacrificare la persona che più ami... >> aggiunse lei > continuò voltandosi adesso a guardare Gabriel ancora seduto al suo posto << Proprio non ti rendi conto, non è vero? Stai facendo tutto questo per avere un lieto fine con lei, ma come puoi averla tutta per te se è lei il costo per lanciare il tuo Sortilegio? >> il ragazzo si accigliò << Non dire idiozie! >> esclamò lui alzandosi in piedi e dandole le spalle << E' inutile che lo neghi a te stesso Gabriel, perché non posso credere che uno stregone potente come te, che riesce a nascondersi sotto il naso del Signore Oscuro e ingannare la Regina Cattiva, scappa dai propri sentimenti, come un adolescente qualunque >> << Smettila >> sussurrò << Tutto il tuo fantomatico piano ha un enorme falla >> << Smettila >> << Ammettilo Gabriel, ammettilo che l'ami >> << Smettila! >> gridò lui adesso scaraventando la fata contro la parete << Sì, è vero! Sì, la amo, ma cosa posso farci?! >> si coprì il volto con le mani << Per anni sono scappato da questo sentimento, per anni lo represso come si fa con qualcosa che si ripugna, ma è rimasto lì, non è mai scomparso >> continuò cadendo inginocchio di fronte alla fata che si stava rimettendo in piedi << E che intenzioni hai? >> il ragazzo scosse la testa bruscamente << Io...non lo so...Quello che hai detto è vero e io me ne rendo conto solo adesso, ma perché non volevo vederlo...A me non importa niente del sortilegio, così come non mi importa niente di tutte queste persone, ma....? >> si chiedeva perché lo stesse raccontando a lei << Io non so più cosa fare, Rachel...non so più quale sia il mio obiettivo o chi odiare. Sono venuto qui con l'intenzione di distruggere tutto...ma non ho la più pallida idea di come fare >> la ragazza lo fissò per un lungo momento << Comincia con l'alzarti in piedi e col chiamarmi col nome donatomi da mia madre e non con quello datomi da quella Strega >> la fata si avvicinò a lui porgendoli una mano << Invece per quanto riguarda il tuo problema, troveremo una soluzione che lasci invita la ragazza> aggiunse mentre Gabriel si issava in piedi << E chi sarebbe questa qui? >> Ridya richiamò la propria spada che diresse contro l'oscura figura << Una nostra alleata Obscuria >> rispose Gabriel asciugandosi il volto e posando la mano sulla lama della donna << Un altro giocattolo con cui divertirci? >> << Non sono il giocattolo di nessuno >> fece aspra Ridya tornando a sedere, ma rimanendo comunque in allerta nei confronti della nuova arrivata << Perché sei qui? >> domandò Gabriel avvicinandosi alla Signora della notte che si strinse nelle spalle << Per noia suppongo >> rispose lei prendendo la bibita in mano al giovane e annusandone il contenuto << O per portarti questo >> continuò porgendoli un anello bruciacchiato e rovinato << Ottimo >> commentò facendolo riflettere contro la luce della stanza << A che ti serve? >> chiese Ridya massaggiandosi gli occhi stanchi << Questo? A niente >> Gabriel si sedette vicino alla fata << Ma la magia al suo interno, ci permetterà di richiamare alcuni miei vecchi amici >> spiegò sorridendo alle due donne.

*
 

Quando Darell riaprì gli occhi c'erano quelli di Tremotino a ricambiarlo.
Si sentiva accaldato e sudaticcio, così si sollevò bruscamente dal lato opposto del letto dando le spalle al padre << Che cosa ci fai qui? >> domandò aspramente senza voltarsi nemmeno a guardarlo, ma tenendosi la testa tra le mani << Ti ho sentito gridare e sono accorso >> lo sentì alzarsi dal letto << Sto bene, puoi anche andartene >> << E' stato un incubo o altro? >> chiese invece quello arrivando di fronte al figlio << Nessuno dei due >> Darell si alzò dirigendosi in bagno e chiudendo la porta alle sue spalle.
Darell si lavò il viso con molta lentezza, sperando di uscire e non trovare suo padre, ma i suoi desideri non vennero esauditi, poiché Tremotino era ancora seduto sul letto con le gambe elegantemente accavallate << Dobbiamo parlare >> il ragazzo si passò una mano tra i capelli nervosamente << Non ho niente di cui parlare e non sono venuto qui per farlo >> disse aprendo l'armadio e prendendo una maglietta e un paio di jeans che sua madre gli aveva comprato << Bene allora ascolterai >> fece l'altro alzandosi fronteggiando il figlio << E' ovvio che non scorre buon sangue tra noi due >> il ragazzo trattenne una risata cominciando a spogliarsi << Ma voglio comunque aiutarti del resto sei mio figlio >> Darell annuì bruscamente << Fai pure come ti pare >> fece il figlio indossando la t-shirt e incamminandosi verso la porta << Dove pensi di andare stiamo parlando? >> << No, tu stai parlando >> Darell scosse la testa come divertito prima di uscire e dirigersi all'esterno della casa << Va tutto bene? >> chiese Belle al marito apparendo sulla soglia della porta << Certo, cara >> Belle finse di non vedere lo sguardo triste del marito perché sapeva che non voleva essere visto così.
Doveva assolutamente parlare con Darell.

*
 

Annabelle mise le mani in tasca mentre camminava in giardino.
Era uscita per prendersi una boccata d'aria, ma non si era resa conto che facesse così freddo, però non aveva neanche molta voglia di rientrare.
Non aveva le forze per sopportare l'aria speranzosa dei Charmings, figurarsi i loro discorsi.
Raccolse la foglia di un albero e cominciò a giocarvi, appoggiandosi poi al melo dietro la casa.
Gli mancava la sua casa, certo quella era molto simile e le faceva piacere avere vicino sua madre di nuovo, ma le mancavano i suoi amici Philip, Alexandra e Neal...
Le mancava la sua famiglia o almeno quello che ne rimaneva...
Scosse la testa facendo ricadere i capelli sul volto, nascondendo le lacrime da occhi indiscreti e nel farlo si trovò a guardare l'anulare...
Una morsa le si formò allo stomaco nel ripensare all'anello della madre.
Certo sapeva di averlo dato per salvarla, ma era l'ultimo ricordo della sua mamma, l'ultimo che le era rimasto.
Non aveva più molto tempo, tra meno di cinque mesi sarebbe nata e tutto sarebbe finito, doveva sbrigarsi a trovare un modo per finire Gabriel, ma come?
Darell era venuto per darle una mano, ma nemmeno lui sapeva che cosa dovessero fare.
Che cosa c'entrava quella profezia con loro?
Perchè doveva parlare di lei e del suo fratellastro?
Annabelle fece un lungo respiro scivolando lungo il tronco e sedendosi sul terreno << Che cosa ci fai qui tutta sola? >> era la voce di Henry che si sedette vicino a lei << Niente >> si affrettò a dire scacciando il nodo che le si era formato in gola << Stai scappando dai Charmings, non è vero? >> fece lui dandole un buffetto sulla spalla facendole sfuggire un sorriso << Fammi indovinare nel futuro non vengono così spesso a casa eh? >> << Infatti, sono sconvolta di quanta gente veniva a casa nostra! >> Henry scoppiò a ridere e la ragazza rimase sorpresa << Che cosa ho detto di male? >> il fratellastro scosse la testa << Niente, solo non capisco come tu riesca ad orientarti, tra passato e futuro >> la ragazza si strinse nelle spalle << Come mai sei già a casa? >> << Oggi abbiamo finito prima a scuola e non mi vedevo con Grace, quindi... >> Annabelle appoggiò la testa sulla spalla di Henry << Allora quando mi farai conoscere Darell? >> << Penso mai... >> Henry la vide chiudere gli occhi << Cosa? >> << Tu e lui non andate molto d'accordo, dici sempre che non è degno di me e blablabla >> << Magari il me del futuro ha torto o ...ragione? >> Annabelle sorrise << Ne dubito >> commentò rilassandosi << Non hai dormito nemmeno stanotte? >> la ragazza scosse la testa << No, continuo a fare lo stesso incubo >> << Ti va di raccontarmelo? >> << No >> rispose alzandosi poi in piedi << Che ne dici torniamo dentro? >> Henry guardò la sorella per un lungo momento << Certo >> fece poi facendosi prendere a braccetto mentre si incamminavano verso casa.

Henry stava osservando Annabelle mentre parlava con Marymargaret e come in giardino non faticò a trovare le profonde occhiaie che le segnavano gli occhi.
Certo, sapeva che era da giorni che non dormiva bene, ma a vederla in quello stato si chiese se non fosse più di un semplice incubo, ma sopratutto quanto poteva influire con la sua magia?
Sentirono suonare alla porta e gli occhi di Annabelle si accesero quando si diresse ad aprire << Probabilmente è arrivato Darell >> gli sussurrò Robin che era seduto vicino a lui << Probabilmente? >> fece Henry alzandosi in piedi e incamminandosi verso l'atrio, facendo in tempo a beccarli in atteggiamenti poco consueti.
Non appena Darell notò la sua presenza si distaccò da Annabelle, cercando di ricomporsi il più possibile << Buongiorno >> salutò Darell porgendo la mano << E' sera >> commentò Henry ricambiando il saluto con un sorriso << Stai tranquillo non ho intenzione di puntarti un fucile e chiederti che intenzioni hai con mia sorella, quello credo aspetti a Robin >> aggiunse cercando di tranquillizzare il giovane che sembrò enormemente sollevato << Mi aiuti ad apparecchiare? >> chiese Henry alla sorella che sembrò un attimo sorpresa << Ma è già app.. >> << Andiamo? >> la interrompé lui prendendola per una mano << Torno subito >> fece in tempo a dire lei a Darell, prima di scomparire in cucina << Si può sapere che stai facendo? >> il ragazzo non le rispose portando una mano sulla sua fronte e poi sulla sua guancia << Che stai facendo Henry? >> << Ormai è passata quasi una settimana da quando Gabriel si è fatto vivo l'ultima volta >> << E con questo? >> << Te ti senti bene? >> continuò lui ignorando la sorellastra << Cosa? Certo che sto bene, perché? >> Henry la guardò scettico << Oh e dai, sto bene, davvero! Certo è da un po' che non dormo decentemente, ma non è colpa di Gabriel... >> fece lei incrociando le braccia al petto e appoggiandosi all'isola della cucina << Allora che cosa c'è che non va? >> Annabelle fece un lungo sospiro << Non lo so....Ho come questo perenne nodo allo stomaco, come se fosse successo qualcosa, ma... >> spiegò portandosi una mano al petto << E' una sensazione fastidiosa e poi ci sono quegli incubi che non mi aiutano... >> continuò passandosi nervosamente una mano tra i capelli << Raccontami >> la ragazza alzò un sopracciglio << No... >> Annabelle fece per andarsene, ma Henry l'afferrò per un braccio << Perché no? >> << Perché ho detto di no! >> si liberò dalla presa e uscì dalla cucina.
Avevano appena litigato?

   
 
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