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Autore: carmen1409    22/06/2016    0 recensioni
È l'una di notte, e una ragazza molto annoiata decide di inventare una favola della buona notte
La cosa può suonare assurda, quanto fantastica. Perché non c'è di meglio che affrontare una notte insonne con la compagnia di una buona storia, creando un mondo parallelo, per quanto infantile possa essere, dove riuscire ad esprimersi.
Genere: Avventura, Comico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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È l' 1:51 a.m. E io non ho sonno. Strano vero? Mi capita spesso di crollare verso mezzanotte, ma quando i pensieri iniziano ad agitarsi, sperando di essere considerati, è difficile riuscire ad addormentarsi. L'estate è appena iniziata, la scuola finita e qualsiasi ansia scolastica sepolta. Non mi piace l'estate è troppo calda, umidiccia e si è costretti a girare mezzi nudi per riuscire a non patire il caldo. Amo più l'inverno, freddo, pioggia , tuoni e lampi... sono così rilassanti. Però io non sono l'omino del tempo (sempre che esista) e quindi mi tocca subire l'alternanza delle stagioni coi pregi e difetti. Come dicevo è l'1:51 a.m. e io sono sveglia, a volte stare sveglia di notte non mi piace, fa portare alla luce ricordi che è meglio tenere nascosti, oppure errori che è meglio non ricordare. Di solito mi piacerebbe riuscire a cancellare la memoria con uno schiocco delle dita, ma ahimè non è possibile. Così cerco di annularmi leggendo. Sapete io amo leggere, riesco a leggere due libri di giorno, a volte anche tre ma dipende dalle dimensioni. Non ho ancora ben capito l'inizio di questo impulso di scrittura, ma dato che non ho nulla da fare, vi racconto una storia. Tanto tempo fa, in una cittadella nei pressi della Selva Varesia, viveva una famiglia di nobili origini. Non erano ricchi, ma portavano nomi di gente importante, sapete come gli esploratori o letterari, e per questo erano considerati nobili. La famiglia era composta da una mamma un po' strampalata, soprannominata "rocchetto" per gli innumerevoli rocchetti di fili colorati che possedeva, il papà il quale lavorava in una biblioteca che vendeva solo libri per bambini e due figli gemelli, Colette e Damian di 7 anni e mezzo. Entrambi frequentavano la scuola elementare St. Dominique, governata dalla suore, che a quel tempo, rappresentavano l'apice della migliore istruzione. Colette e Damian erano due bimbi molto vivaci ma, nonostante fossero gemelli, erano diverisissimi. Damian era biondo, biondissimo, quasi albino con degli occhi di un azzurro così cristallino, da confondersi con l'occhio stesso. Nonostante la sua tenera età, aveva dei tratti ben definiti e un carattere forte e ponderoso. Colette invece era più biondo cenere, con degli occhi tendenti al viola. Si narra che le persone possedenti questa caratteristica genetica, siano figli dei Mior, una razza vissuta circa quattro secoli fa, e che ancora oggi lascia dei tratti sulle persone in modo da ricordare la loro presenza. Colette, a differenza del fratello, era più timida, ma a volte riusciva ad essere estroversa con un carattere allegro. I due bambini non passavano molto tempo insieme e spesso si odiavano, non come fratelli normali, ma odio puro che in bambino di 7 anni e mezzo è difficile da scaturire. Nessuno sa la natura di questo comportamento, alcuni lo collegano alla natura della piccola, altri alla loro diversità che non riesce a farli accettare. I due bambini, nonostante si odiassero, erano costretti a passare molto tempo insieme. 《Damian, è mia la palla!》 Uno strillo acuto provenne dall'entrata del bosco. 《E ora è mia. Sta lontana o la butto nel lago》 Il bimbo agguerrito e molto più alto della sorella, teneva la palla alzata in modo da non fargliela prendere. 《Damian stavo giocando io!》 I due continuarono a bisticciare animatamente e non si accorsero degli strani rumori provenienti dal bosco. Erano dei deboli sussurri, udibili all'orecchio umano, ma estranei a quei due bambini così vicini al pericolo. Non avendo compiuto ancora l'età del riconoscimento - periodo che va dai 10 ai 12 e mezzo per valutare la maturità di un ragazzo - non potevano sapere il pericolo a cui stavano incombendo. 《Colette sei troppo bassa》 continuava a ripetere il fratello con fare di scherno. La bambina, stremata dalla prepotenza del fratello, si mise a correre percorrendo il perimetro del bosco, ma senza accorgersene venne trascinata all'interno. Mentre la bambina, in preda alla paura correva, inciampò in una radice di un albero fuoriuscita e cadde sbucciandosi le ginocchia. 《Colette dove sei?!》 Urlava il fratello in preda all'agitazione, sapendo che se l'avesse persa sua madre si sarebbe arrabbiata molto con lui, non mandandolo così alla fiere delle auto. 《Colette rispondi!》 L'unica cosa che riusciva ad udire era lo scrosciare delle foglie calpestate e il suo eco che si perdeva nel vento. Ma si sa, nella Selva Varesia non si è mai soli.
   
 
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