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Autore: Ai_chan4869    23/06/2016    2 recensioni
"Emma sentì una scossa di adrenalina scorrerle lungo le vene, mentre l’odio per Tremotino fu un’esplosione nel suo petto. La sua mano si chiuse tremante sull’impugnatura del pugnale dell’Oscuro mentre la voce di Regina la chiamava; la sua voce ormai lontana era diventata un semplice eco presente solo nella sua testa. «Questo invece, è per Henry!» Gridò, poi tutto si fece oscuro".
Genere: Drammatico, Introspettivo, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Emma Swan, Regina Mills, Signor Gold/Tremotino
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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A Elys (la mia migliore amica)
Con te, che si tratti di vita reale o fantasia, è sempre un'avventura esaltante.
 
 

Sogni e Oscurità



 
“Siamo fatti della stessa sostanza di cui sono fatti i sogni”
 


Emma guardò Malefica, il suo corpo steso su un fianco, gli occhi spalancati senza vita. Accanto a lei, Mery Margaret e David. Stessa miserabile fine. Morti. Per mano dell’uomo che aveva a un passo di distanza.
Dal lato opposto della strada, a qualche metro da loro, Regina rannicchiata su se stessa gridava e dondolava avanti e indietro stringendo tra le braccia il corpo immobile di Henry. Una sua mano, sfuggiva dall’abbraccio del sindaco e ricadeva sull’asfalto nero con il palmo aperto, rivolto verso il cielo. Immobile.
 
«Posso aiutarti?»
«Sei tu Emma Swan?»
«Sì.. e tu chi sei?»
«Mi chiamo Henry. Sono tuo figlio»
 
La gola le si strinse, mentre il dolore iniziava a lacerarla dall’interno.
 
«Neal…»
«Emma…Promettimi che sarai felice…»
 
Felice. Era stata felice, per un breve attimo lo era stata davvero, ma ora…Come poteva mantenere quella promessa se anche suo figlio era sparito dalla sua vita?
Regina alzò lo sguardo nella sua direzione. I loro occhi s’incontrarono e a Emma si spezzò nuovamente il cuore vedendo quegli occhi pieni di disperazione che rispecchiavano i suoi. Quante altre persone avrebbero dovuto perdere per mano del Signore Oscuro? Quante altre avrebbero pagato per la sua sete di potere?
Fu in quel momento che la rabbia, vigorosa e incontrollabile come il fuoco di un incendio alimentato dal vento, le avviluppò il cuore rendendola cieca.
 
«Ti ringrazio papà, perché mi hai dimostrato cosa vuol dire compiere un vero sacrificio. Sacrificarsi vuol dire salvare le persone che ami…»
 
«Emma!» la voce di Regina era un eco lontano anche se si trovava a pochi metri da lei.
«Questo è per Neal…» sussurrò.
Sentì una scossa di adrenalina scorrerle lungo le vene, mentre l’odio per Tremotino fu un’esplosione nel suo petto. Gli occhi le si riempirono di lacrime e il mondo divenne sfocato, ma con un colpo di palpebre le scacciò violentemente. Avrebbe guardato l’assassino di suo figlio negli occhi. Ora, riusciva a vedere un mondo che prima non era pronta a vedere. La sua mano si chiuse sull’impugnatura del pugnale dell’Oscuro e la voce di Regina pronunciò nuovamente il suo nome. Più volte, ma lei lo ignorò.
«Questo invece, è per Henry!» Gridò il nome di suo figlio con un rantolo nella voce. Le mani le tremavano mentre lentamente, guardando gli occhi spalancati dal terrore di Gold, faceva penetrare la lama attraverso la sua pelle. «E questo…» Sentì la lama ondeggiante sprofondare nella carne finché l’elsa del pugnale non toccò anch’essa lo sterno «…è per tutte quelle persone che hanno perso la vita e la speranza a causa tua!»
Con un colpo deciso ruotò con forza l’arma, guardando le iridi di Tremotino svanire per essere riempite dal nero della pupilla.
Sentì di nuovo un grido in lontananza, un grido che questa volta le arrivò solo come un suono acuto portato dal vento e un ondata di piacere le attraversò il corpo. Sentì un battito, la vita e il potere del Signore Oscuro abbandonare il corpo di Gold e, attraverso il pugnale che ancora trafiggeva l’uomo, salire dalla sua mano e farsi strada dentro di sé.
«Emma no!» Di nuovo incontrò gli occhi di Regina, ma questa volta non sentì nulla perché ormai il suo cuore era completamente avvolto dall’oscurità.
 
Troppo tardi. Era stato troppo tardi per salvare il suo bambino. Troppo tardi per salvare la Salvatrice. Troppo tardi per cambiare tutto.
Gridò fino a sentire la gola in fiamme, pianse fino a farsi scoppiare la testa mentre il dolore le scoppiava nel petto. Un dolore così lacerante che le fece udire il suono del proprio cuore spezzarsi.
 

 
”L’isola è piena di questi sussurri, di dolci suoni, rumori, armonie…
A volte son migliaia di strumenti che vibrando mi ronzano agli orecchi;
altre volte son voci sì soavi, che pur se udite dopo un lungo sonno,
mi conciliano ancora con Morfeo, e allora, in sogno, sembra che le nuvole si spalanchino e scoprano tesori
pronti a piovermi addosso; ed io mi sveglio, nel desiderio di dormire ancora”.
 
 
Regina si svegliò di soprassalto: le coperte che si attorcigliavano intorno al corpo le davano la sensazione di essere intrappolata mettendole più agitazione a dosso. Il fiato corto per l’incubo, il sudore che le imperlava la fronte e la schiena pur essendo inverno le facevano girare la testa. Cercò di calmare il suo respiro affannoso, ma le ci volle parecchio tempo perché il suo cuore ritrovasse la calma mentre la sensazione di malessere datale dal sogno continuava a infastidirla.
Il rumore improvviso di stoviglie la fecero sobbalzare, ma anche ridere. Da quando la Regina Cattiva si spaventa per via di un rumore? Sorrise alzandosi dal letto e vestendosi come sempre di tutto punto con il suo tailleur nero e la camicia bianca. Rimase a fissare il suo riflesso allo specchio domandandosi se quella strana sensazione l’avrebbe accompagnata per il resto della giornata. La paura era diventata una costante nella sua vita, il timore di tornare la Cattiva le alitava fetido sul collo mentre il terrore di perdere qualcuno che amava faceva capolino ogni qual volta che un nemico appariva alle porte di Storybrooke.
Cora l’avrebbe definita una debole,  ma lei si sentiva motivata e più forte ogni giorno.
Entrò nella sua cucina e una chioma bionda le passò accanto con in mano una pila di pancacke allo sciroppo di mele.
«Swan?»
Emma si voltò sorridendole. «Henry è andato a scuola»
Henry.
«Ho fatto lo sciroppo di mele, il tuo preferito, spero che non sia troppo dolce» Le posò il piatto di fronte
 
«Mamma!»
«Henry! No!»
Il corpo di suo figlio le fece da scudo e le schegge che dovevano essere dirette a lei lo colpirono in pieno.
«Nooo!»
 
Scosse la testa, cercando di cancellare dalla sua mente quel ricordo, ma più guardava Emma nella sua cucina, più qualcosa non le tornava.
«Questa non è la realtà vero?» Chiese.
L’espressione di Emma le fece capire quello che le stava tenendo nascosto, per questo non ebbe bisogno di avere una risposta da lei. «Forse non ho il tuo potere speciale di capire le menzogne Swan, ma so capire quando qualcuno mi sta manipolando la mente…».
«Regina cosa stai dicendo?»
«Ti prego, non mentirmi…» la supplicò.
Con un gesto della mano di Emma la cucina, le pentole e la colazione svanirono, catapultandole all’interno di un cimitero. Buio, tetro e nebbioso. Davanti a loro la cripta della famiglia Mills e il nome di Henry inciso sulla lapide. Il dolore e i ricordi la travolsero lasciandola senza fiato.
Regina si voltò verso di lei con l’odio negli occhi. «Vivere in un sogno non attenuerà il mio dolore e nemmeno il tuo! Come hai potuto, dopo tutto quello che abbiamo passato!?»
«Mi dispiace…» Gli occhi di Emma si inumidirono e una lacrima solitaria le scivolò lungo la guancia.
«Devi svegliarti Regina». La Salvatrice fece un passo verso di lei.
«Regina, svegliati…» Un altro passo e la loro distanza svanì.
«Swan, cosa…?» Emma le prese il viso tra le mani, per un istante incrociò lo sguardo spaventato della regina cattiva, poi svanì davanti ai suoi occhi. «Mi dispiace»
 
«Regina!»
La voce di Biancaneve la fece tornare alla realtà. La testa le pulsava, doveva aver preso una bella botta, ma cos’era successo? Si guardò in torno, Malefica giaceva su un fianco, gli occhi spalancati senza vita. Accanto a lei David con una ferita alla testa cercava di reggersi in piedi.
«Mamma…» Tra le sue braccia Henry la chiamò con un filo di voce. L’aveva protetta. Si era lanciata tra lei e le schegge nere di Malefica. « Ti prego Henry, no…» lo abbracciò stretto a sé e facendo ricorso a tutta la sua magia iniziò a guarirlo, ma non funzionò.  
Alzò lo sguardo incrociando quello della Salvatrice, vide la sua mano afferrare l’elsa del pugnale, ma non ebbe il tempo di fare nulla nemmeno per lei.
«Questo invece, è per Henry
Era troppo tardi per salvarla, ma non lo sarebbe stato per Henry. Una vita per una vita.


 
“L’amore è fumo creato dai sospiri degli amanti;
se è dissipato è fuoco che scintilla negli occhi degli amanti;
se è sofferto è un mare che si riempie delle lacrime degli amanti.
Che cos’altro è? Una pazzia silenziosissima,
un’amarezza che soffoca, una dolcezza che si conserva dentro”
 
 
 
Il suono del corpo di Emma che collassava a terra insieme a quello di Tremotino le fece venire i brividi.
Lasciò Henry e con le sue ultime forze corse verso la Salvatrice.
«Swan, non farmi questo» fece un respiro profondo e con le mani tremanti si estrasse il cuore dal petto. Faticava a respirare, l’ultimo incantesimo l’aveva prosciugata. «Swan, resta con me, Swan...» Emma la guardava, ma nel suo sguardo non vide altro che il vuoto.
Sbagliare in quel momento, avrebbe significato la morte per entrambe, ma il rischio, per lei, lo avrebbe corso.
 
“Ecco cos'è il vero amore. È sacrificarsi. Significa rinunciare a tutto per la persona che ami”.
 
Chiuse gli occhi e spezzò il suo cuore a metà. Poi fece la stessa cosa con quello di Emma e infine prese una metà di uno e una dell’altro e le unì per formare un cuore nuovo, metà nero intriso dell’oscurità più profonda, l’altro, rosso e ormai puro di Regina.
«Non voglio vivere in un sogno».
 
“Non c'è redenzione, per me. C'è solo il dolore. Perché ora sono io... sotto una maledizione. Se torno al male perdo tutti coloro che amo. Henry... i miei amici... tutti quanti. E se invece... vado avanti, cercando di essere buona... devo fare i conti con l'oscurità del passato e le conseguenze che mi sono decisamente meritata”.
 
Rimise entrambi i cuori al loro posto e nello stesso istante, un onda invisibile si propagò per tutta la città.
 
“Non è quello che credo io. Io credo in te”.
 
 
 
 
 
“Se noi ombre vi abbiamo irritato non prendetela a male, ma pensate di aver dormito,
e che questa sia una visione della fantasia…
noi altro non v’offrimmo che un sogno”



 
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Questa Fic è sbocciata nella mia mente poco più di un'anno fa, esattamente quando è uscito lo spoiler del Pugnale del Signore Oscuro con la scritta Emma Swan e ha trovato la luce ieri per il complenno della mia migliore amica. (Auguri!)
Direi che l'ambientazione si potrebbe collocare verso la fine della quarta serie. Una specie di finale alternativo insomma, cos'altro posso dirvi... non so se avrà mai un seguito, mi piace molto lasciare il finale aperto alla fantasia del lettore... (lo so sono Cattiva) In conclusione, spero vi piaccia! 
(È la prima volta che mi cimento in una FanFiction SwanQueen siate clementi!) 

Spero a Presto,
Ai-chan
  
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