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Autore: Darth Ploly    23/06/2016    2 recensioni
Per Ponyville è un periodo di quiete: la vita scorre serena dopo che, qualche mese prima, una furia omicida si era scatenata contro gli inermi cittadini. Tutto è però tornato alla normalità e adesso ci si prepara per il grande evento: le elezioni che decreteranno chi sarà il nuovo sindaco. Ma qualcosa sta per cambiare: una pony che tutti speravano di aver dimenticato sta per tornare a Ponyville. Quale sarà il suo scopo? Cosa succederà alla città? E quale sarà la reazione di Octavia di fronte alla pony che le ha cambiato la vita?
Tornano le avventure della Melodia della Giustizia, disillusa detective che indaga lungo le strade di una Ponyville cupa ed egoista. Diretto seguito di "Melodia di Giustizia-A trip into madness", si consiglia vivamente di non iniziare questa lettura senza aver terminato la precedente.
Allontanandosi dal giallo tradizionale, questo racconto narra una vicenda più ampia in cui nuovi e vecchi personaggi troveranno maggior spazio e si verranno a instaurare o a sviluppare maggiori rapporti tra ogni protagonista e gli altri pony o la città stessa.
Mi auguro possa piacervi.
Genere: Introspettivo, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Derpy, Le sei protagoniste, Spike, Trixie
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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“Codice 1-4-6! Abbiamo un codice 1-4-6! Agente Flim! Tu e tuo fratello cercate un posto sicuro e inviate un messaggio magico alla centrale! C’è una rapina in corso alla banca Pants: è necessario l’intervento di rinforzi!”
“Signorsì signora!” Rispondono in coro i due unicorni prima di correre verso un vicolo. Un istante dopo le grandi porte della banca si spalancano con forza mostrando un unicorno nero con indosso una divisa blu elettrico e una mascherina sul muso; sul fianco è disegnato un fulmine. Davvero un pessimo modo per iniziare la giornata!
Fluttershy mi raggiunge e, guardando con decisione davanti a sé, mi domanda: “È lui, vero?”
“Sì, appena evaso dal carcere di Icarus Island e già in azione. Sii prudente, Fluttershy: Thunder Struck è un osso duro”
L’unicorno mascherato inizia a ridere non appena i suoi occhi si posano su di me. Per Celestia, detesto la sua risata!
“È incredibile, commissario: ovunque io vada, la trovo sempre tra le zampe”
“È il mio lavoro, genio. Piuttosto dimmi: non sai stare due giorni fuori dal carcere senza volerci tornare?”
“Sempre simpatica come un’orda di parasprites, vedo” Dice mentre il suo corno si carica di energia magica producendo delle scintille azzurrine “Ma la sua dialettica non la aiuterà a fermarmi: stavolta vincerò io”
“Andiamo, Thunder Struck, ti ho già catturato un’infinità di volte. Cosa ti fa credere che tu…”
Il fulmine viene scagliato ad incredibile velocità, maggiore di quella che mi aspettassi, ma riesco a evitarlo saltando in aria mentre Fluttershy si getta a terra. Soddisfatto, l’unicorno si limita a ridere un’altra volta prima di darsi alla fuga. Mi lancio all’inseguimento e sento Fluttershy alle mie spalle fare lo stesso senza perdere tempo. Fermare Thunder Struck non sarà semplice: con la mia velocità potrei raggiungerlo facilmente ma l’ambiente urbano con i suoi ostacoli e i continui attacchi del criminale mi mettono in difficoltà. I fulmini di Thunder Struck guizzano con precisione nelle stradine strette e sporche in cui prova a far perdere le sue tracce e più di una volta sono costretta a compiere brusche virate ed evoluzioni aeree. Dopo un po’ mi accorgo che Fluttershy non mi sta più seguendo. Forse sono andata troppo veloce? Impossibile! È vero che non ama volare, ma sicuramente è in grado di stare al passo con un unicorno in corsa. È plausibile che abbia avuto un’idea, quindi decido di continuare per la mia strada.
Il criminale continua a correre e sembra non essersi reso conto che sono rimasta solo io dietro di lui. Il vicolo sta per terminare e la stradina si immette nella via principale, affollata come sempre. Se riuscisse a raggiungerla potrebbe mischiarsi tra la folla o, peggio ancora, potrebbe prendere degli ostaggi o ferire qualcuno con i suoi incantesimi elettrici. Mi guardo velocemente intorno e trovo il modo per fermarlo: raggiungo un cassonetto dei rifiuti e ne afferro il coperchio per poi scattare verso l’alto e raggiungere una posizione adatta all’attacco.
“Morte dal cielo!” Esclamo, ripensando a un racconto che mi fece leggere Octavia, e lancio il coperchio con tutta la mia forza, come se fosse un grande frisbee.
Il colpo è un perfetto strike: il coperchio sfreccia rasoterra e va a infilarsi tra le zampe di Thunder Struck che cade rovinosamente a terra. Dolorante e confuso, l’unicorno prova a rialzarsi ma io lo raggiungo con una planata e lo colpisco violentemente con un calcio alla mascella. Il criminale è a terra, debole, sputa via un dente. Con la furia negli occhi carica il corno con la magia ma, prima di lanciare il fulmine, viene abbagliato da un improvviso flash. Prima di riuscire a capire cosa sia successo, si ritrova circondato da agenti guidati da Fluttershy. Due di loro riescono a bloccarlo e a infilargli il corno in un cono di contenimento magico. È finita.
Fluttershy mi raggiunge mentre Flim e Flam si tengono leggermente in disparte scambiandosi un battito di zoccoli; infuriato come non mai, Thunder Struck urla e scalcia nel tentativo di liberarsi.
“Che tu sia maledetta, Rainbow Dash! Che tu sia maledetta!”
“Andiamo, Thunder Struck, questa storia sta diventando ridicola. Cosa sarà questa, la nona volta che ti arresto? E ancora continui a provarci! Hai mai pensato di cambiare città o di restare in prigione? Giusto per un po’, eh, per riflettere”
“Che il demone Tirek ti fotta!”
“Tsk, tipico. Portatelo via, ragazzi, e avvisate il carcere di Icarus Island che abbiamo il loro pony. E per favore, fate in modo che venga sorvegliato meglio”
Lo trascinano via mentre urla ancora. Mi giro verso Fluttershy per farle i complimenti.
“Ottima entrata in scena, Fluttershy, un tempismo perfetto. Come hai fatto a trovarci? A un certo punto ti ho perso di vista”
“Merito degli agenti Flim e Flam, commissario: il loro incantesimo di localizzazione è straordinario”
“Come anche il loro flash, vedo. Ah, dannati idioti!” Dico rivolgendomi ai due fratelli “Avreste dovuto diventare poliziotti fin da subito invece di perdere tempo come trafficanti di droga. Quanti anni avete passato dietro le sbarre?”
“Sei anni, commissario. Le siamo grati per l’opportunità che ci sta offrendo” Risponde il primo.
“Stia sicura che faremo di tutto per essere all’altezza delle sue aspettative” Conclude l’altro.
“Ne sono certa. Adesso tornate alla centrale, vi raggiungerò tra poco” Dico loro mentre lungo la via principale alle loro spalle vedo una pegaso grigia che mi saluta sorridente. La raggiungo con Fluttershy, la quale subito la abbraccia calorosamete. In questi mesi le due sono diventate grandi amiche e anche io sono diventata semplicemente “Dash” per lei.
“Hello, Derpy!” La saluto con una pacca sulla spalla “Passeggiata in solitaria?”
“Sì, Octavia sta dormendo: ieri notte abbiamo risolto un caso e siamo tornate a casa distrutte. Contavo di passare allo Sugarcube e prenderle qualcosa”
“Ne sarebbe felice, te lo assicuro”
“Voi due invece siete già al lavoro”
“Abbiamo avuto a che fare con una vecchia conoscenza” Rispondo ripensando annoiata a quel seccatore di Thunder Struck “Ma per il resto è una giornata come un’altra: denunce, rapporti, ricerche in archivio…una giornata comune. Quasi quasi ti accompagno dai signori Cake: ho bisogno di un caffè prima di tornare in centrale. Tu sei dei nostri, Fluttershy?”
Accetta l’invito e ci incamminiamo verso lo Sugarcube Corner. Quando arriviamo, la pasticceria è piena di clienti, soprattutto giovani, intenti a fare colazione. Dietro il bancone, indaffarata ma sempre con il sorriso sul muso, c’è la signora Cake, aiutata dalla vispa Sugar Belle. La giovane dal manto fucsia e dalla criniera riccia e raccolta lateralmente è diventata la nuova assistente dei Cake dopo la scomparsa di Pinkie “Pinkamena” Pie.
Tsk, Pinkie Pie. Non credo di aver mai seguito un caso più bizzarro del suo. Ammetto che mi sarebbe piaciuto incontrarla, solo per farmene un’idea personale. E di sicuro anche Octavia vorrebbe rivederla. Sono passati sei mesi e lei non soltanto non ha più messo zoccolo a Ponyville, ma non ha fatto parlare di sé nemmeno in altre città. Che sia davvero morta? Forse era ferita troppo gravemente …
“E lei, commissario … ?”
Forse era troppo vicina all’esplosione … insomma, sicuramente non era una pony comune, ma avrebbe potuto davvero resistere a tanto?
“Commissario, cosa prende?”
Forse dovrei chiedere agli obitori delle città vicine, magari sanno qualcosa …
“Commissario” Una zampa mi scuote riportandomi alla realtà.
“Come? Cosa?”
“Ehm … la signora Cake vorrebbe sapere se ordina qualcosa” Spiega Fluttershy, guardandomi un po’ preoccupata.
“Oh … oh sì, certo! Un caffè, grazie. E anche … un cupcake”
Entrambe le pegaso intuiscono i miei pensieri e persino la signora Cake si mordicchia per un istante il labbro con imbarazzo.
Nessuna di noi osa riparlare seriamente dell’argomento.
Forse è meglio così.

Dopo aver finito, ci separiamo da Derpy raccomandandole di portare i nostri saluti a Octavia e proseguiamo verso la centrale. Siamo nel pieno di una divertente discussione riguardo le passate azioni criminali di Thunder Struck quando, a pochi passi da noi, un’anziana unicorno grida aiuto. È a terra e, alcuni metri più avanti, un giovane pony corre mantenendo una borsetta con i denti. Non serve un genio per capire cosa sia successo.
“Fluttershy, aiuta la signora! Io mi occupo di quel balordo!”
Scatto in avanti senza attendere risposta. Il ragazzino si gira per un istante e mi vede. Accelera spaventato e si infila nel primo vicolo che vede ma, purtroppo per lui, è una strada senza uscita. Gli giungo alle spalle bloccandogli ogni via per tonare indietro e lo osservo: è un giovane pony dal manto color ocra, appena un ragazzino.
“Tu sei uno nuovo? Non ti ho mai visto da queste parti”
Il ragazzo rimane in silenzio ma fa cadere la borsetta a terra. Le zampe gli tremano vistosamente: è terrorizzato.
“Ascolta, non rendermi le cose difficili: non mi piace far del male ai ragazzini” Provo ad avvicinarmi “Vieni con me e …”
“Non muoverti!” Esclama con voce squillante. Estrae rapidamente una pistola da dietro la schiena e me la punta contro.
Mi fermo e sospiro: “Questo non ti aiuterà. Stammi a sentire, sei un novellino spaventato. Abbassa quell’arma, tanto non riusciresti a colpirmi” Mento: sono troppo lontana per cercare di disarmarlo e troppo vicina per evitare un proiettile.
Il ragazzo non obbedisce.
“Abbassa quell’arma, ho detto”
“No … no!” Urla e preme il grilletto.
Sono morta.
Per un istante credo di esserlo davvero. La pistola ha sparato, la canna è fumante … ma il proiettile è fermo.
Il proiettile è stato bloccato in aria da un’aura di magia viola.
Il giovane strabuzza gli occhi senza capire cosa stia succedendo.
Di lui però non mi interessa più. È quel che vedo alle sue spalle a rubare la mia attenzione.
La gola mi si secca, ho difficoltà a respirare mentre vedo ergersi di fronte a me la figura più spaventosa a cui io possa pensare.
“Non è possibile. Non tu … non tu …”
   
 
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