Serie TV > Castle
Segui la storia  |       
Autore: Caskett_94    24/06/2016    1 recensioni
Seguito alla 8x22... Sette anni dopo. Questa fanfiction è arrivata un po' per volta nei giorni di vuoto misto a tristezza successivi al Series Finale. Per me ci sarebbe stato ancora molto da raccontare. Bastava volerlo davvero. Ho una mezza trama in testa ma sto costruendo di volta in volta le Slice of life e i momenti Caskett che caratterizzeranno concretamente la fanfiction. Buona lettura! E.V.
Genere: Romantico, Slice of life, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Quasi tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Dopo aver scritto ben due capitoli del suo romanzo, Castle si ritenne decisamente soddisfatto. Controllò l'ora dallo schermo del proprio telefono e si rese conto che mancava ancora un'ora e mezza al termine dell'allenamento di baseball dei gemelli. Decise di liberare la mente; dopo due ore di scrittura ininterrotta aveva bisogno di un po' di svago. "Chissà se Lily avrà voglia di sfidarmi a qualche videogioco?" si chiese avviandosi verso la camera della bambina. Erano le tre del pomeriggio e, da alunna diligente, la piccola aveva deciso di impiegare il proprio tempo svolgendo i compiti delle vacanze. Rick la trovò infatti ancora seduta alla sua piccola scrivania, intenta ad eseguire alcune addizioni e sottrazioni racchiuse nella pancia di un enorme pesce palla stampato sul libro.
《 Basta calcoli... Se scrivi ancora qualcosa questo povero pesce palla scoppierà!》scherzò Castle, carezzando i capelli della piccola.
《 Ne mancano solo due, devo finire. La mamma dice che bisogna sempre potare a termine quello che si inizia》puntualizzò  Lily. 《 Lo sai, vero, che la mamma non aprirà mai questo libro?》le chiese Rick cercando di convincerla ad abbandonare subito quell'attività noiosa.《Certo che lo so. Sei tu che mi aiuti sempre con i compiti. Ma non mi va di imbrogliare la mamma. Lei si fida di noi e vuole che facciamo tutte le cose per bene》concluse la bambina, irremovibile. "Testarda come sua madre!" si disse mentalmente Rick, "Mai una volta che riesca a corromperla."
《 D 'accordo... Allora ti aspetto in cucina, per la merenda》concluse Rick rassegnato. 《 Arrivo subito anche io!》rispose Lily, tenendo qualche conto con le dita delle mani.
Rick, arrivato in cucina, sistemò le tovagliette di plastica sul tavolo, imbandendolo inoltre di dolciumi e frutta. Si dedicò poi alla preparazione di una spremuta d'arancia. Prese un coltello dal cassetto, passando accanto al calendario da tavolo appoggiato sul bancone. Posò distrattamente lo sguardo sull'appunto scritto da Beckett nello spazio apposito per le note. "Carnegie East House for Seniors, Yorkville, Upper East Side, 1844 2nd Ave,  NY".  I suoi pensieri si spostarono per un attimo nell'angolo della testa che aveva riservato al mistero di Josh. Dopo le varie ricerche svolte intorno al dottor Nieman, Rick e Kate si erano tranquillizzati, decidendo di non farsi inghiottire dal vortice delle preoccupazioni. Avrebbero risolto quel mistero passo a passo, cercando di tenere i nervi saldi. Jonathan Nieman era, secondo le loro ricerche, un anziano dottore innocuo: pur essendo il padre di Kelly Nieman, era estraneo a ciò che la figlia aveva fatto. Castle e Beckett avevano però bisogno di incontrarlo per sapere qualcosa di più approfondito riguardo agli episodi di svenimento del dottor motocicletta. Nieman viveva ora presso una casa di riposo a New York, quella, per l'appunto, annotata da Kate sul calendario che Rick stava ancora fissando, assorto. "Spero solo che ci sia ancora con la testa. La maggior parte degli ospiti delle case di riposo, dopo poco tempo, tendono a rinchiudersi nel proprio mondo interiore ed iniziano a distorcere la realtà" pensò Rick, distogliendo lo sguardo dal calendario per recuperare alcune arance dal frigorifero.
Dopo essere stato raggiunto dalla piccola Lily per la merenda e dopo essersi rimpinzati per bene, Castle si avviò verso la Xbox,  pronto per proporre alla bambina una partita a...《Kinectimals !》lo precedette entusiasta la piccola.
Non era esattamente ciò che Castle aveva in mente, ma dovette adeguarsi. Trascorsero  così i quaranta minuti successivi alla merenda allevando cuccioli di tigre e giaguaro,  immersi in un virtuale paesaggio esotico ricreato nel videogioco.
Successivamente padre e figlia si diressero al campo della Inwood Manhattan Little League,  per recuperare Reece e Jake, reduci dalla quinta lezione introduttiva sul baseball.
 
《Signor Castle! Stavamo giusto parlando di lei》gridò il coach, vedendo Rick avvicinarsi alla panchina dove le piccole reclute della squadra sedevano in attesa dei genitori.
《Oh, è un onore! Mi dica, si tratta del talento che hanno dimostrato di possedere i miei figli? Anche se credo non l'abbiano ereditato da me, fa sempre piacere ricevere dei complimenti!》si vantò Rick. La piccola Lily gli diede uno strattone alla camicia e lo guardò di traverso. Castle sorrise, vedendo in quello sguardo la stessa identica espressione che Kate gli riservava ogni volta che lui se ne usciva con frasi a sproposito.
Il coach lo penetrò con uno sguardo severo. «Non si tratta di talento qui, ma di disciplina!» sbottò di colpo.
Castle guardò lui e poi i gemelli, cercando di capire cosa fosse successo.
«Veda di metterli in riga al più presto o verranno banditi dalla squadra!» aggiunse l’allenatore, sempre più furioso, afferrando i gemelli per le braccia e indirizzandoli verso il padre e la sorellina.
«Ok, d’accordo… Non c’è bisogno di agitarsi. Mi dica almeno cosa è successo» cercò di placarlo lo scrittore. “Per fortuna che il baseball è uno sport per persone con una certa mancanza di brìo…” pensò tra sé, sarcastico.
«Vuole sapere cosa è successo? Guardi con i suoi occhi!» gridò l’uomo puntando il dito verso l’ingresso degli spogliatoi. Castle riuscì a distinguere un bambino della squadra che stava per essere medicato da un ragazzo dello staff. Sembrava che avesse un taglio sul braccio destro.
«Non ho idea di cosa sia passato per la testa ai suoi figli, ma quello è il risultato. E poteva finire molto peggio! Adesso, per favore, se ne vada e veda di tornare solo quando avrà fatto un’adeguata lavata di capo a questi due squilibrati!» concluse il coach.
Castle, incredulo, prese per mano i gemelli, che avevano un’espressione colpevole ma dispiaciuta. I tre poi si avviarono verso il parcheggio, seguiti da Lily che continuava a voltarsi verso la panchina per rifilare delle smorfie al resto dei compagni che non avevano ancora smesso di deridere i suoi fratellini.
 
Quando furono tutti a bordo della macchina, diretti verso casa, Rick cercò di capire cosa fosse successo al campo. Con non poca difficoltà riuscì a ricostruire le dinamiche dell’accaduto. Il bambino che stava per essere medicato aveva provocato Reece, in merito a cosa, ancora non si sapeva. Il piccolo gemellino, in risposta, aveva colpito il bambino responsabile del suo attacco di rabbia, con la mazza da baseball, procurandogli un taglio sul braccio. Il bambino ferito aveva poi dato uno spintone a Reece, facendolo cadere a terra. A quel punto era intervenuto Jake, sferrando un pugno dritto in faccia al rivale per difendere suo fratello.
«Partendo dal presupposto che non si dovrebbe mai usare la violenza, vorrei capire il motivo di tanta rabbia, Reece. Tu Jake, ne sei a conoscenza oppure hai agito a prescindere?» indagò Castle.
«Sì, so tutto pure io» confessò Jake.  «Lo racconterò solo alla mamma» si impuntò Reece, imbronciato.
«E va bene. Però, visto che vi siete comunque comportati male, mi aiuterete ad apparecchiare la tavola per la cena mentre aspettiamo la mamma» propose Castle, non riuscendo molto bene ad interpretare la parte del genitore severo.
 Arrivati al loft, Rick fece il bagnetto ai gemelli, i quali successivamente lo aiutarono ad apparecchiare. Non avevano più proferito parola. Quando il campanello suonò, Lily si precipitò alla porta per accogliere la mamma. Kate entrò, notando subito un’atmosfera poco gioiosa. Si avvicinò a Rick, stampandogli un piccolo bacio sulla guancia e poi lo guardò interrogativa. Il marito fece un cenno col capo in direzione dei gemelli, seduti sul divano ancora imbronciati. Fissavano un punto non ben definito dinnanzi a loro. «Non mi sembra che stiate guardando la televisione» azzardò Kate. «Non possono, sono in punizione» spiegò Lily. «Cosa avete combinato?» chiese Kate con voce dolce e comprensiva. Beckett si chinò poi davanti a loro, ai piedi del divano, regalando ad entrambi delle piccole carezze sui soffici polpacci, lasciati scoperti dai pantaloncini del pigiama. «Allora, me lo dite cos’è successo? Non lo dirò a nessuno» li rassicurò Kate. Reece prese l’iniziativa, sussurrando qualcosa all’orecchio sinistro della mamma. Jake lo seguì, aggiungendo qualcosa all’orecchio destro. Rick non riuscì a captare l’espressione del viso della moglie; vide solo che li strinse entrambi a sé, dando dei piccoli baci ad entrambi. «È giusto che papà vi abbia messo in punizione. Però vi capisco se vi siete fatti prendere un po’ dalla rabbia. È normale, ma dovete imparare a controllarvi. Siamo d’accordo, miei piccoli ometti?» concluse Kate prendendoli per mano e conducendoli, un po’ meno imbronciati, verso il tavolo dove Rick e Lily li stavano aspettando per la cena.
 ˷.˷.˷.˷.˷.˷.˷.˷.˷.˷.˷.˷

«Me lo puoi dire il motivo della lite oppure è un segreto di Stato?» scherzò Castle entrando in camera da letto e trovando Kate intenta a raccogliersi i capelli in uno chignon, di fronte allo specchio.
Kate sorrise all’ immagine del marito riflessa nel vetro.
«Diciamo che in quanto ad impulsività hanno preso da te» dichiarò Kate, terminando di intrecciare i morbidi boccoli. «Io sono impulsivo solo quando toccano le persone che amo» puntualizzò Castle.
«Appunto» concluse Kate con enfasi.
Kate si voltò e raggiunse Rick, che nel frattempo si era accomodato sul letto.
«Vuoi dire che Reece ha colpito quel bambino perchè ha parlato male di qualcuno di noi?» chiese Rick incuriosito. Kate incatenò il proprio braccio destro al collo di suo marito, iniziando a spettinarlo dispettosamente con la mano opposta. «Sembrerebbe di sì» affermò Kate, continuando a giocare con i capelli dello scrittore.
«Avanti Kate, racconta. Non tenermi sulle spine!» la sollecitò lui.
Finalmente Kate si decise a raccontare ciò che le avevano detto i gemelli.
 
*Flashback*
< Un bambino di circa sei anni, di corporatura molto più imponente di Reece e Jake, si avvicinò ai gemelli. «Ehi nanetti! E così voi sareste i figli dello scrittore, ah?» chiese in tono arrogante. «Sì, perchè?» fece Reece poco interessato, concentrato piuttosto sull'esercizio che stava eseguendo in coppia con Jake.
«Mio papà dice che da quando quel rammollito di vostro padre si è sposato con vostra madre i suoi libri hanno iniziato a fare schifo. Dovete dirglielo, così magari cambia lavoro!»  continuò il bambino, sempre più altezzoso. «Stai zitto, non è vero niente!» sbottò Jake. «Certo che è vero. Mio padre si chiede anche come ha potuto una signora bella e brava come vostra madre sposare un idiota che non combina nulla tutto il giorno come vostro padre» rincarò la dose il bambino.
«La devi smettere, non sai niente di loro!» lo ammonì Reece, che stava diventando rosso per la rabbia.
«Come no, siete su tutti i giornali! L'allegra famigliola di Richard Castle in vacanza negli Hamptons... Ci sono milioni di fotografie di voi due in spiaggia mentre i vostri genitori si sbaciucchiano. Che immagini sdolcinate, siete due pappemolli! Avete sbagliato posto, tornatevene a casa a giocare con il papino e la mammina!» proseguì spocchioso il bulletto. Reece non riuscì più a trattenersi e lo colpì al braccio con la mazza da baseball che stava impugnando. Il bullo rispose con uno spintone, facendolo finire a terra e poi fu Jake ad intervenire, con  un pugno dritto sul naso del bambino presuntuoso, in difesa di suo fratello. >
 
«Voglio subito il nome di quel bulletto! E non pensi di passarla liscia nemmeno il padre! Io un rammollito? Un idiota? Ma scherziamo? Chi si credono di essere?!» sbottò Rick.
«Rieccola qui l’impulsività dei Castle!» gli fece notare Kate ridacchiando. «Si è solo trattato di un bambino invidioso ed arrogante. Il mondo è pieno di gente così, è giusto che anche i piccoli ne facciano  conoscenza. E poi tu puoi sempre vendicarti facendo di questa vicenda una storiella per bambini, magari cambieranno idea sul tuo conto» aggiunse la sua musa.
«Questo è poco ma sicuro. I miei romanzi non hanno mai smesso di fare successo, non cambierò lavoro solo perchè a dirmelo è stato quel gradasso» puntualizzò Rick.
Kate lo osservava divertita. Quando Castle veniva ferito nell'orgoglio poteva andare avanti per ore a controbattere tra sé.
«Rick...» Kate si intromise nel monologo che suo marito stava continuando.
«Sì?» si ridestò lui.
«Abbiamo una famiglia stupenda» decretò Kate con uno sguardo spontaneo, quello di una madre che riusciva a cogliere ogni minima sfumatura dei propri figli e a scovarla nel proprio essere ed in quello del marito.
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Castle / Vai alla pagina dell'autore: Caskett_94