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Autore: AwwSelena    24/06/2016    0 recensioni
Cosa succede se un fantasma del passato torna a infestare i giorni del presente?
Lo sa Faith, la giovane studentessa di arte che, prima della laurea imminente, viene a scoprire all’improvviso che il ragazzo di cui era innamorata da sempre si sposa, per giunta con la donna che in passato rovinò il loro rapporto di intima amicizia.
Tra colpi di fortuna, cambi di vento, accadimenti fortuiti e leggi del Karma, la singolare protagonista dovrà affrontare una miriade di vicende per impedire il matrimonio tra i due, per evitare che il piano segreto della temibile Taylor venga portato a compimento.
Faith andrà incontro a un cambiamento a trecentosessanta gradi, imparando che non si possono decidere i sentimenti delle persone, non tutto va sempre come sperato e, come dice la sua amata nonna, non tutte le ciambelle escono col buco.
La riedizione completa, rivista e modificata de “Il matrimonio del mio migliore amico” torna a infestare Efp, con una valanga di miglioramenti e scene inedite!
Genere: Commedia, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il matrimonio del mio migliore amico 

Altresì detto

 Come sfidare il Karma e altri problemi.

 

Nota dell'autrice.
Devo dire che dopo tre anni, tanti libri ed esperienze dopo, con un progetto imponente sulle spalle, non è stato facile rimettere mano allo scritto di quando avevo dodici anni. Eppure era un disegno che covavo da molto, la scorsa estate avevo anche cominciato a buttar giù qualche bozza, senza comunque un risultato che mi soddisfacesse appieno.
Invece, adesso, dopo peripezie e cambiamenti, ho percepito di dovere rendere giustizia a me stessa, alle persone che mi hanno letto, e alla storia che vi ha fatto appassionare; per cui ho deciso che un “remake” rivisto e completato ci stava. Sono cambiata completamente da quando scrissi questa storia in origine: ho approfondito i miei studi, ho scelto la scuola che mi piaceva di più e che mi sento cucita addosso; sono più responsabile e attenta e, attraverso tre anni della mia vita, sento di aver maturato uno stile certamente più cresciuto, adulto e particolareggiato… senza perdere, talvolta, il senso dell’humor che, essendo io praticamente il giullare di corte della situazione, caratterizza i miei scritti e la mia vita e gli tengo particolarmente.
A dimostrazione di ciò, non so se in queste righe vi siete accorti della quantità stellare di frasi subordinate… In pieno stile Cicerone (chi studia al classico mi comprenderà fino in fondo).
Molte cose sono diverse, è vero, ma credetemi se vi dico che è meglio così. Ho voluto rendere Faith un po’ diversa, considerato che a dodici anni non ne sapevo niente di caratterizzazione dei personaggi, così come per Taylor, Harry, Hayley, Louis, Liam, Niall e Zayn (il Papa emerito della situazione) e ho cambiato un po’ il corso e l’organizzazione della storia, perché l’originale… diciamocelo, aveva delle carenze strutturali gravi.
Come per la prima storia, vi premetto che non ho niente contro Taylor Swift, il che fa un po’ ridere, perché negli ultimi tre anni la mia vita è stata condita praticamente solo dalle sue canzoni. L’ho solo usata come personaggio, perché il suo aspetto si presta bene al suo ruolo e poi… che fanfiction è se non ci sono Taylor Swift e Harry Styles? ;)
Ad ogni modo, dopo questa chilometrica premessa, vi lascio alla storia vera e propria: spero vi piaccia come e più della prima. Cliccate sul ghirigoro per ascoltare la canzone nella citazione!
Buona lettura.
 
 
Capitolo primo.

Un cugino nel posto giusto al momento giusto.

 
Who would've thought you'd feel so cold?
And all these memories seem so old,
To think... you were my everything
-S. Gomez, Camouflage

 


Era un estivo sabato mattina. Gli uccellini invocavano i santi per una goccia di pioggia, le api ronzavano intorno ai fiori e le zanzare intorno alle gambe delle persone, e il fetore dell’immondizia lasciata al sole ad ammuffire riempiva l’aria di…
-Moscerini?!-
Faith si alzò di scatto, sputando chissà che cosa.
-Moscerini? Sul serio?- borbottò pulendosi la lingua su una velina. –Dannata vecchia… Puzza di rancido, zanzare ad ogni ora, api che fanno come se fossero a casa loro, uccelli che mi svegliano alle ore più disparate… Ora anche i moscerini? Per quanto pago l’affitto di questa catapecchia, come minimo dovrei essere alle Maldive!-
Sbuffò pesantemente, sentendosi un po’ come il protagonista di Delitto e Castigo, e si rituffò tra le coperte, coprendosi la testa con il piumone, per evitare che i moscerini le entrassero in bocca e la puzza nelle narici, e magari, chi lo sa, anche l’ossigeno nei polmoni. “Sarebbe una vera liberazione” pensava sempre a proposito, con immenso pessimismo. Si sarebbe liberata volentieri dell’anziana locatrice che le chiedeva una fortuna per un trilocale davvero orrendo, dei debiti che l’avrebbero perseguitata se avesse solo osato spostarsi in un posto migliore, degli esami di arte che doveva preparare per la sessione estiva, e anche dei suoi antichi fantasmi, che le rendevano l’amore un pensiero pericoloso e spinoso.
Si era quasi riaddormentata (non prendeva mai sonno sul serio, troppi pensieri aleggiavano nel suo subconscio), quando il campanello squillò.
-Ma davvero? Posta? Bollette? Lettura del gas?- sputò mentre si liberava del bozzolo di piumoni, alzando man mano la voce. –Ci manca solo che debba uscire altri soldi… Quasi quasi preferivo i moscerini!-
Attraversò il corridoio con passo di bradipo, e il campanello suonò di nuovo.
-Okay, okay, arrivo, dammi un attimo!- disse Faith fermandosi davanti lo specchio e osservando la condizione pietosa dei suoi capelli biondo scuro, raccolti in una treccia incasinata della sera prima. Le occhiaie da studio disperato le contornavano gli occhi verde scuro, rendendo livida la sua carnagione chiara, una volta vellutata e soffice, ora disidratata e screpolata, quasi trasparente a mostrare tutte le venuzze blu. 
Il campanello cominciò a suonare furiosamente, costringendola a correre verso quella che una volta doveva essere stata una bella porta con una vetrata colorata.
-Si può sapere che cosa vuole alle sette del…- cominciò aprendola.
-Louis?- gracchiò poco elegantemente mentre sbarrava gli occhi alla vista del cugino.
-Buon giorno!- L’espressione sorridente di Louis contrastava potentemente con quella sconcertata di sua cugina. –Faith, capisco che sono favoloso, davvero. Ma potresti almeno aprire bocca per dirmi ciao!-
La scavalcò senza alcun indugio ed entrò in casa senza invito. La ragazza, sconvolta com’era, rimase sulla soglia a cercare di collegare i suoi stanchi, ma efficienti neuroni. Dopo qualche secondo, si riprese dal trance.
-Aspetta, che cosa ci fai qui?-
-Ti voglio bene anch’io! Un abbraccio non mi sarebbe dispiaciuto, lo ammetto, ma-Hey, questo posto è davvero lugubre! Sicura che vivi qui?- disse guardandosi intorno.
Faith continuava a guardarlo con sospetto. 
-Bene, dove sono le valigie?- domandò allegro con le mani sui fianchi. –Il volo è tra poco più di un’ora, lo sai vero?-
-Cosa? Che volo?- Lei assottigliò gli occhi per cercare di capire dove volesse arrivare.
-Come che volo? Te l’avevo detto che il matrimonio era a Londra!-
-Cos-Quale matrimonio?- Si scoprì spaventata all’idea di credere che Louis stesse parlando del proprio matrimonio. Insomma, avrebbe gradito saperlo. O perlomeno, saperlo in anticipo.
-Che sciocca, ami scherzare. Voi Bresmes, avete un umorismo così… pessimo.- 
-Louis- cominciò con diplomazia, ma venne interrotta.
-Insomma, noi Tomlinson siamo nettamente superiori…-
-Come hai fatto a sapere dove abito? Rispondi sinceramente.- esalò lugubre.
Lui si voltò, sorpreso dalla domanda. –Me l’hai detto tu, ricordi? Un mese fa, più o meno-
-Io?- Gli occhi di Faith si spalancarono ancora di più, se possibile.
-Esatto. Insieme alla conferma dell’invito, no?-
L’espressione della ragazza mutò a sua volta quella del cugino. 
-Aspetta, tu non hai idea di che cosa io stia parlando, non è così?-
Lei fece cenno di no con la testa, lentamente.
Ci fu un attimo di silenzio. Poi un presagio si fece spazio nella mente di entrambi, ed esclamarono all’unisono: “Hayley!”
-Quindi tu non sai che… No, voglio dire, tu hai la Tv, no?- esclamò Louis, salvo dare un’occhiata alla casa priva di televisore. Faith, di nuovo, fece cenno di no.
Cominciò a boccheggiare. –I-Internet… S-si, vero?-
Sul viso di lei si fece largo un’espressione di scuse. –Mi laureerò tra poco, Louie. Ovvio che non ho idea di che cosa stia succedendo fuori.-
Ora, quello con un espressione orripilata sul volto era Louis. –Quindi tu non sai che Harry si sposa!-
Qualcosa nel profondo delle viscere di Faith si scosse. Qualcosa di pericolosamente vicino alla zona amore, quella recintata da coni stradali arancione fluo.
-Perdonami?- scandì con una lentezza a dire poco inquietante, incredula.
-Faith, se solo avessi saputo che tu…-
-Chi? Con chi?-
-Eh?-
-Con chi si sposa Harry?- ebbe il coraggio di chiedere la bionda.
Lui la guardò negli occhi con aria triste. –Penso proprio che tu lo sappia-
I ricordi riemersero con una velocità strabiliante. Il volto di una delle più odiose persone che Faith avesse mai conosciuto, si stampò nel suo cervello. Taylor Swift. Alias la più grande nemica in amore che lei avesse mai avuto, oltre che la più grande doppiogiochista che il mondo avesse mai visto.
-Senti, se non vuoi venire, lo capisco. Troverò una maniera di spiegarlo a Harry, se vuoi, ma-
-Non sarà necessario, Louis- riprese con estrema velocità.
Se Haley aveva fatto credere a Louis che lei avesse accettato l’invito, un motivo ci doveva essere. Non sapeva come, non sapeva forse nemmeno esattamente il perché, ma una ragione c’era. E, sicuramente, Faith non avrebbe sprecato quell’occasione.
-Vengo al matrimonio- Esclamò con fierezza, mentre attraversava il piccolo corridoio a grandi falcate, mentre già si toglieva il pigiama.
In meno di un minuto era già presentabile, e in meno di cinque, sotto gli occhi increduli di suo cugino, la sua valigia era già impeccabilmente pronta. 
-Abbiamo un volo da prendere, Louie. E Londra sia.-
  
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