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Autore: Kamala_Jackson    24/06/2016    1 recensioni
Ebbene sì, sono tornata, questa volta con una fic che non ha nulla a vedere con Shirley o Grisinca (ma rimedieremo presto).
Dal testo:
"Indecisa sul da farsi, insicura sul futuro, la fatina osservò il suo visino fatto di luce riflesso in una gocciolina che si approcciava a cadere a terra, sul manto erboso del suo regno, e che scivolava placidamente sulla foglia. La sua corsa non si sarebbe arrestata, era la natura, ma quella gocciolina sarebbe andata per la sua strada sempre, incurante degli ostacoli che le si paravano davanti.
Quella sera stessa, Soffiododicisofficisoffidivento lasciò il regno in cui era nata per tornare nel villaggio della Quercia Fatata.
Non sarebbe tornata più, ma lo sapeva. L’aveva sempre saputo."
Genere: Malinconico, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Fidiven, Flox Pollimon
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Stand By You

 
 
Fidiven sapeva bene che quello sarebbe stato il suo ultimo incarico. Quando aveva ricevuto la lettera dal Gran Consiglio era stata tentata di rifiutare.
Era troppo vecchia e ormai le rimaneva poco da vivere, se ne rendeva conto. Pochi anni, e la sua luce si sarebbe definitivamente spenta.
Poi aveva visto il mittente, e allora tutto era cambiato. Ricordava bene Ortensia e la piccola Rosie, le aveva cresciute con amore e dedizione, ed era stata anche la fata-tata della loro zia, Wisteria.
Adesso la pestifera bambina che era stata il suo terzultimo incarico stava per diventare mamma, e aveva richiesto la sua presenza.
Indecisa sul da farsi, insicura sul futuro, la fatina osservò il suo visino fatto di luce riflesso in una gocciolina che si approcciava a cadere a terra, sul manto erboso del suo regno, e che scivolava placidamente sulla foglia. La sua corsa non si sarebbe arrestata, era la natura, ma quella gocciolina sarebbe andata per la sua strada sempre, incurante degli ostacoli che le si paravano davanti.
Quella sera stessa, Soffiododicisofficisoffidivento lasciò il regno in cui era nata per tornare nel villaggio della Quercia Fatata.
Non sarebbe tornata più, ma lo sapeva. L’aveva sempre saputo.
 
Era  molto stanca quel giorno, la piccola fata. Rosie, la sua non più così piccola Rosie, era appena diventata mamma, e mai come allora gli anni le pesavano sulle esili spalle, facendole sbattere le ali con meno vivacità e più lentezza. Più stanchezza.
Ma quando il suo sguardo si era posato sulla neonata, un calore inimmaginabile le era esploso nel petto. Si era sentita avvolgere da una luce abbagliante, mentre si chinava delicatamente sulla tenera Flox, ancora sporca dei liquidi del parto, e le lasciava un minuscolo bacio sulla fronte.
La piccolissima bambina aveva aperto gli occhi e l’aveva guardata.
Fidiven sapeva che era troppo presto, che la vista non era ancora sviluppata nei piccoli umani quando erano così giovani, ma non poté fare a meno di provare una nuova forza dentro di sé, che le fece battere le ali con rinnovato vigore.
L’avrebbe protetta fino alla fine, Fidiven lo sentiva. Fidiven lo sapeva.
 
E così era stato. Erano passate le settimane, i mesi, gli anni da quel giorno di primavera così luminoso e felice.
Flox era cresciuta sotto le sue piccole ali protettive, era diventata forte e bellissima, e soprattutto creativa e fantasiosa come pochi bambini prima di lei.
Era diventata una ragazzina, pronta a combattere con coraggio e lealtà contro il Nemico, accanto ai suoi amici Magici e Non Magici, accanto all’Antica Alleanza.
Pervinca e Vaniglia. Luce e Buio.
Fidiven le aveva viste crescere insieme, tutte e tre, sorreggendosi l’un l’altra e imparandosi a conoscere e ad accettarsi.
Aveva coltivato la sua amicizia con la giovane Felì, che aveva un posto speciale nel suo cuore, e con tutte le altre fatine del villaggio.
Si sentiva fiera e orgogliosa della sua streghetta pittrice. E pronta. Pronta all’ultimo gesto d’amore incondizionato verso quella che era diventata, contro ogni logica e ogni legge, la sua famiglia. Verso il suo villaggio che ogni volta l’aveva accolta come una figlia, e non, molto semplicemente, come una delle tante fate-tate.
Ripensò al vecchio Talbooth, con un moto di affetto. Ci rivedremo presto, mio Capitano, pensò mentre prendeva un respiro profondo.
Guardò in faccia il nemico che incombeva su di lei, minaccioso, e scattò in avanti, senza fermarsi, incurante del vento furioso che le graffiava il corpicino minuto.
Non perse mai quota, non si lasciò sconfiggere, non si arrese, lottò fino all’ultimo, con tutta la forza e l’energia che le rimanevano, pensando a Flox.
In un ultimo attimo, sorrise, ripensando a quel viso sporco di lentiggini e pittura verde, adornato dai grandi occhi grigi.
Non smetterò mai di prendermi cura di te, bambina mia.
Una fata non muore.
E questo, Soffiododicisofficisoffidivento l’aveva sempre saputo.


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Kamala's Corner

Ma bao, amici di fandom.
Sono tornata con una nuova OS - ohhh, chi l'avrebbe mai detto - e sono appena scampata alla morte. Un calabrone killer voleva ammazzarmi, sigh.
Tornando alle cose serie, questa fic l'avevo scritta qualcosa come secoli fa, e il titolo - ma figuriamoci - è saltato fuori giusto da poco. Per chi non lo sapesse, Stand By You è una canzone abbastanza recente di Rachel Platten, che è tipo una principessa Disney nel mondo reale, e invito tutti ad ascoltarla perchè è assolutamente agjihfcall *-*
Dalla prima volta in cui ho letto della morte di Fidiven, mi sono sempre chiesta che cosa ha pensato questa fatina. In fondo la Gnone l'aveva fatto capire, Fidiven sapeva già che non avrebbe visto i quindici anni di Flox. Così ho pensato a come avesse vissuto quei dieci anni, ai suoi pensieri, ai suoi sentimenti, e sono tutt'ora convinta che Soffiododicisofficisoffidivento sia uno dei personaggi più coraggiosi mai raccontati da qualcuno.
Adesso la smetto di parlare a manetta e vi lascio in pace, promesso.
Un abbraccio,
Kam.




 
   
 
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