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Autore: Mimesis    24/06/2016    1 recensioni
Brienne e Jaime dopo l'amputazione della sua mano, parlando di ammirazione e di debiti.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Brienne di Tarth, Jaime Lannister
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Jamie 


Continuava a guardare il moncone. 
Sapeva che non sarebbe bastata la forza del pensiero di diecimila uomini per far ricomparire la sua mano destra, la mano della spada, ma non poteva smettere di fissare il punto in cui il suo arto mancante sarebbe dovuto essere.
Il dolore, poi, era ancora insopportabile. Cercava di bere meno latte di papavero possibile, ma a volte, di notte, quando era al buio e solo con il dolore lancinante che sembrava aumentare di secondo in secondo, si ritrovava a trangugiare la bevanda con avidità.
L’acqua calda era meravigliosa e una tortura allo stesso tempo. La sua pelle non era più abituata a quella temperatura e il moncone sembrava essere in mezzo alle fiamme. 
Jaime si sedette sul fondo della vasca in modo che l’acqua gli arrivasse al collo. Non voleva lavarsi, voleva solo stare lì, da solo, con la sua sofferenza e la sua umiliazione; a cos’era servito portargli via solo la mano? Sarebbe stato meglio tagliare tutto il braccio, ora non si sarebbe trovato quell’articolazione monca a pendere dalla sua spalla, totalmente inutile senza le dita in grado di stringersi attorno ad un’elsa.
Le bende cominciavano ad annerirsi e a puzzare, ma farsi cambiare la medicazione voleva dire ritrovarsi a gemere e stringere i denti tanto forte da spezzarli, e non aveva alcuna voglia di rivivere l’esperienza. 
Si guardò il polso e poi l’acqua nel punto in cui ci sarebbe dovuto essere il palmo della sua mano.
<< Fissarlo non la farà ricrescere. >>
Jaime conosceva quella voce sgraziata e simile ad un raglio, l’aveva sentita ogni giorno nelle ultime settimane. 
<< Grazie per l’informazione, davvero. Sei di ritorno dal pascolo? >> si informò mentre la donna si toglieva l’asciugamano e si infilava nella vasca accanto alla sua, immergendosi nell’acqua calda dandogli le spalle. 
Se fosse stato un altro giorno Jaime non avrebbe impiegato più di due secondi ad uscire dalla sua vasca, fare il giro in modo che la donzella avesse una visuale piena delle sue chiappe e del suo pene. 
Ma non era un altro giorno, e Jaime Lannister rimase seduto dov’era, con l’acqua calda che gli scottava la pelle.
Per parecchi minuti l’unico rumore fu lo sciabordio dell’acqua mentre Brienne si lavava i capelli corti e il viso bovino.
La sua mano. La mano della spada. Nonostante fossero passati giorni non riusciva a capacitarsi di quello che era successo. Ogni tanto gli sembrava di vederlo, il suo arto mancante, di sentire le dita flettersi sotto il suo comando.
Di notte si svegliava convinto che fosse stato solo un incubo, ma l’incubo iniziava quando guardandosi il polso si rendeva conto che non c’era altro se non bende all’estremità.
<< Sansa Stark deve tornare a Grande Inverno. >> disse Brienne di Tarth.
<< Sansa Stark può marcire ad Approdo del Re, per quel che mi riguarda. >>
<< Ti ho salvato la vita, Lannister! >>
<< Tu l’hai distrutta, la mia vita! >> scattò immediatamente Jaime, come se non avesse aspettato altro che un pretesto per urlarle contro << La mia mano era la mia vita! Ora non sono niente! Della tua promessa a Lady Catelyn me ne fotto, donzella >> 
Brienne si alzò di scatto, furiosa, e il suo seno appena pronunciato, come quello di una ragazzina appena entrata nella pubertà, rimase nudo, scoperto all’aria fredda.
Jamie strinse le mascelle. 
Brienne si risedette.
Nessuno dei due disse altro per lungo tempo.
<< Ogni ragazza mi ammirava, Donzella. >>
<< Eccetto me. >>
<< Eccetto te, Brienne di Tarth. Ma credo che con la tua ammirazione mi ci sarei pulito il didietro, donzella. >> << Lo so, Sterminatore di Re. >>
Sentire il suo soprannome lo irritò profondamente. 
Sterminatore di Re.
Gli risuonava nella testa anche mentre dormiva.
Sterminatore di Re.
Non era più Jaime Lannister, ormai.
Nessuno lo chiamava più con il suo nome.
Per un attimo si perse nel suo oceano di disperazione e quando tornò alla realtà trovo Brienne guardarlo intensamente con i suoi occhi troppo tondi.
<< Non credo di dover essere io a dirti che non era la tua mano a renderti quello che sei. >>
<< E io credo che anche una persona -perdonami, faccio ancora fatica a definirti donna- dallo scarso intelletto come te si possa rendere conto che la mano della spada è esattamente ciò che faceva di me un combattente, che è quello che sono stato per tutta la vita. >> 
<< Disprezzavi quella mano, Lannister. Lo so. E’ quella che ti ha reso lo Sterminatore di Re. >>
<< Non sai niente, donzella. >> << Puoi provare ad essere qualcos’altro, ora >> insistette lei, guardandolo negli occhi << qualcosa di diverso. Di migliore. Qualcosa che le ragazze possano ancora ammirare. >>
Jaime scosse la testa. 
Nessuna lo avrebbe mai più guardato come prima, con gli occhi languidi e le gambe aperte. Forse nemmeno Cersei.
<< Perché cerchi di consolarmi, donzella? Faccio così pena, ora? >>
<< Hai sofferto abbastanza. Hai pagato il tuo debito. >>
Quelle parole lo colsero così impreparato che non seppe cosa rispondere.
Aveva davvero finito di scontare la sua pena, il suo ergastolo per aver ucciso il Re Folle? Poteva smettere di essere perseguitato giorno e notte dal pensiero, dai ricordi, dagli sguardi carichi di disprezzo che lo seguivano ovunque andasse?
Un Lannister paga sempre i suoi debiti, e forse, finalmente, l’aveva scontato.
Mentre lui rifletteva la donna si alzò e si coprì con un telo, poi si avviò verso l'uscita intenzionata a lasciarlo lì, solo e di cattivo umore.
<< E' troppo tardi per conquistare la tua di ammirazione, donzella? >>
Brienne si fermò. 
<< No, Jaime Lannister. Non è troppo tardi. >>


Angolo di Mimesis
Zan zan zaaan, prima ff che pubblico nel fandom di Game of Thrones, spero non sia un disastro. Prompt preso da "una piscina di prompt": 
"Ogni ragazza mi ammirava, donzella." "Eccetto me, Sterminatore di Re."
   
 
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