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Autore: livevil_99    25/06/2016    0 recensioni
“Ti amo, Julian Blackthorn. Ti amo più della luce delle stelle”
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Emma Carstairs, Julian Blackthorn
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Emma giaceva immobile al fianco di Julian.
Jules. Dormiva e il suo viso aveva un'espressione rilassata che raramente Emma aveva l'occasione di ammirare.
I suoi respiri lenti, profondi e regolari solleticavano la pelle nuda di lei.
"Julian Blackthorn" pensò Emma accarezzando con l'indice la curva morbida e sinuosa della spalla di lui. "Ti amo più della luce delle stelle."
E Jules parve sentirla come se il legame parabatai permettesse loro di condividere i sogni e i pensieri. Stropicciò gli occhi e con la voce ancora impastata dal sonno sussurrò "Em?"
Ed Emma sorrise, la cosa più naturale che le veniva da fare mentre ammirava le labbra increspate del suo parabatai pronunciare il suo nome.
"Sono qui, Jules." disse con una mano intrappolata nei suoi riccioli ribelli color cioccolato.
"Pensavo fossi soltanto un bel sogno." mormorò ripercorrendo tutte le cicatrici in rilievo sulla pelle di Emma e tutte quelle rune semi-sbiadite che ricordava di aver tracciato lui stesso. Ripercorse i piccoli segni sul suo torace, le curve modeste dei suoi seni nudi e le piccole sfumature della sua carnagione chiara che per anni aveva ammirato scurirsi e prendere una tonalità più ambrata tra i granelli di sabbia e il sole caldo di Los Angeles. Arrivò al suo avambraccio e sussultò. Emma lo guardò stupita. La runa parabatai, la fonte di tutti i suoi tormenti, della frattura nella sua anima, il suo rimpianto più grande, era sparita.
Julian sobbalzò e si portò la mano sul suo petto, proprio sopra il cuore.
Il suo petto asciutto e il suo fisico longilineo erano ricoperti da milioni di marchi vecchi e sbiaditi, ormai solo cicatrici, e nuovi e vividi sulla sua pelle abbronzata, ma la runa parabatai non c'era più.
"Dio, Emma." mugolò soffocando il viso nella sua chioma bionda. La abbracciò. Si strinse al suo vitino sottile e al suo corpo fragile. Si aggrappò con tutte le sue forze alla possibilità che stesse accadendo veramente, che fosse arrivato il giorno in cui l'Angelo aveva scelto per loro un finale felice, pieno d'amore. Sentì la mano di Emma tra i suoi ricci che gli massaggiava il cuoio capelluto. E poi tutto andò in pezzi e Julian sentì l'aderenza tra i loro corpi, che sembravano incastrarsi come due pezzi complementari di un puzzle, che andava perdendosi tra le folate di brezza marina che entravano dalla finestra aperta. E il corpo di Emma iniziò a perdere consistenza e Julian riusciva a tastare la sua stessa disperazione che cresceva mentre il viso raggiante e sorridente di Emma scompariva lentamente dalle sue braccia, come quella flebile speranza che aveva provato.
"No, no, no" gridò Jules. Il suo viso contratto in un espressione di puro dolore.
L'assenza di Emma lasciò il suo letto freddo e le coperte aggrovigliate intorno a quel insieme di speranze infrante e cuore spezzato che era Julian.
"Emma!" la chiamò lui urlando.
Si risvegliò di soprassalto con il respiro affannoso e la intravide. La runa parabatai sul suo petto. Nera, vivida e ancora lì, esattamente dove Emma l'aveva tracciata alla cerimonia.
   
 
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