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Autore: ekslytherin    27/03/2005    6 recensioni
"Non preoccuparti, starò bene. So che quello è l’unico posto in cui io ora possa stare. Te lo saluterò. Un bacio, Harry. Le mani che impugnavano la lettera tramavano violentemente, gli occhi che avevano appena finito di leggere stavano lacrimano di propria iniziativa." Una fic di un solo chap per augurarvi buona pasqua!! :-) BaX ek
Genere: Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Potter, Sirius Black
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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That’s the only place where I can stay…

That’s the only place where I can stay…

 

Era finita, finalmente.

La grande guerra che aveva portato il mondo magico, e non solo, sull’orlo del baratro era giunta al termine.

Il campo di battaglia che aveva visto cadere il Signore Oscuro era cosparso di maghi, babbani e tutte le creature magiche possibili ed immaginabili.

Ora, su quella terra maledetta, c’era un ragazzo grondante di sangue non solo suo che osservava la distesa di cadaveri; aveva in una mano una spada imbrattata di liquido porpora e nell’altra una bacchetta che mandava ancora scintille verdi e rosse.

Sentì che si stava avvicinando qualcuno ma non si mosse, non aveva più né la voglia né la forza di muoversi o parlare. Dopo pochi minuti si trovò al centro di tantissimi sguardi: Silente era appoggiato a Lucius Malfoy, che aveva cambiato fazione alla fine dell’anno prima, Ron, Billy e Charlie Weasley, tutti e tre conciati piuttosto male anche se il giovane dalla famosa cicatrice era convinto che le ferite peggiori fossero situate nei loro cuori, Hermione era a fianco dell’amico e vicino a lei stava Victor Krum, che era diventato il suo ragazzo qualche mese prima, poi c’erano Remus, Severus Malocchio ed Hagrid che nonostante le varie contusioni erano quelli messi meglio, Fierobecco e Fiorenzo con i loro branchi, e poi ancora tante e tante persone, tanti visi che non aveva mai visto ma che appartenevano a uomini e donne che avevano messo nelle sue mani la loro vita,il futuro loro e quello delle loro famiglie.

Harry capì che doveva dire qualcosa,era stato la loro guida fino a quel momento ed avevano bisogno ancora una volta di un suo sorriso, avevano bisogno, forse per un’ultima volta, delle parole del loro salvatore, della luce che li aveva guidati fino all’istante della libertà.

Non so cosa si addice a momenti simili e sinceramente spero che questa occasione non si ripeta mai più…-

Ecco. Con una semplice frase aveva alleggerito i cuori di quei guerrieri… Forse era anche per questo, e non solo perché era il bambino sopravvissuto, che lo avevano individuato come loro capo. E’ vero che alcune persone ci avevano messo un po’ di tempo ad abituarsi ad avere come “generale” un diciassettenne, ma dopo averlo conosciuto ed aver osservato come si comportava con gli altri nel momento del bisogno, nessuno aveva più avuto qualche dubbio sulla sua abilità in quel ruolo.

-        Dovrei ringraziare ognuno di voi per quello che ha fatto… Ma vorrei soprattutto farvi capire come per me sia stato importante combattere contro Tom senza la paura di essere solo, perché sapevo che tutti voi stavate facendo il possibile per vincere questa guerra. Sono dispiaciuto solo di una cosa… Abbiamo perso molte persone care, amici, parenti, conoscenti… E per questo vi chiedo scusa. Mi rendo conto che possiate trovare molto Grifondoro questo comportamento, ma mi sento responsabile per ogni singola persona che è stesa per terra senza vita…Aspetta Ron, fammi finire! Dicevo. So di non avere obbligato nessuno a combattere e che ognuno lo ha fatto peri propri interessi, per proteggere la famiglia o per regalare un mondo senza terrore quelli che verranno in futuro… Ma alcune volte mi chiedo se non ci fosse stato qualche altro modo, qualche altra strada che non portasse a questo scontro…-

-        Smettila Harry, lo sai anche tu che non c’era nessun’altro modo! E come hai detto poco fa non hai obbligato nessuno a scendere in battaglia. Tutti noi lo abbiamo fatto di nostra volontà e poco importa il motivo personale che ci ha portato a questa scelta. Ora l’importante è che siamo qui e che abbiamo vinto…-

Il bambino sopravvissuto guardò l’amico che aveva appena parlato. Ron… In quell’ultimo periodo era diventato molto forte, sia fisicamente che mentalmente. Non c’era più il ragazzo svogliato che a scuola cercava in tutti i modi di copiare i compiti sicuramente giusti di Hermione, ora c’era solo più un giovane uomo consapevole di cosa era il dolore che si prova a perdere il proprio punto di riferimento, all’inizio di quell’anno scolastico Molly ed Arthur Weasley erano stati assassinati in un’imboscata di alcuni Mangiamorte che stavano cercando informazioni sull’ordine della Fenice. Naturalmente nessuno dei due disse niente nonostante le torture così, trovati inutili, vennero uccisi con una maledizione Senza Perdono. I coniugi Weasley erano stati solo l’inizio della lista di morti di quella maledetta guerra. Prima ancora dello scontro furono uccisi anche i genitori di Victor Krum, che avevano deciso di stare in Inghilterra per partecipare attivamente all’opposizione contro Lord Voldemort. Era stato subito dopo quell’incidente che Victor andò ad abitare dai Granger e pian piano tra i due si creò un’affinità molto forte che li avrebbe poi portati a mettersi assieme. Purtroppo quella fu l’unica buona notizia di quel periodo, perché poi cominciò, alla fine dell’anno scolastico, la grande guerra che aveva appena avuto fine.

-        Ti ringrazio amico…-

Harry lo aveva detto sussurrando, di modo che lo sentirono solo le persone più vicine a lui.

-        Bè, a questo punto vorrei solo più dirvi una cosa, poi potrete fare quello che vorrete, senza per forza seguire il mio consiglio…-

Tutti stettero in silenzio per fare in modo che ogni singola persona potesse sentire cosa quel ragazzo troppo giovane, ma con una consapevolezza che solo pochi adulti hanno, aveva da dire loro.

-        La guerra è finita, Voldemort è scomparso, questa volta per sempre, e tutti i suoi seguaci sono morti. Con il Signore Oscuro è sparito anche il terrore che aveva portato, la paura di attraversare una strada poco illuminata. Ma queste cose già le sapete…Io vorrei solo dirvi che è ora di ricominciare, di andare avanti. Il mondo ora è da ricostruire, come le vite di tutti, ma bisogna farlo. Magari ci vorrà del tempo, della fatica, ma quando tutto si sarà sistemato, avremo una nuova vita serena da vivere. Per cui il mio consiglio è solo questo: resistete. Andate avanti anche se la guerra vi ha provato, anche se vi ha portato quello che secondo voi era la vostra ragione di vita… Vivete anche per quelli che sono morti…-

Alcune persone piansero; erano tutti provate non avevano ancora avuto il tempo di realizzare sul serio cosa era successo, non avevano ancora avuto il tempo di rendersi conto che non avrebbero più rivisto tutti quelli che in quel momento non erano li con loro.

Pian piano il terreno si spopolò, i reduci tornavano stancamente a casa, se ancora l’avevano, per cercare di mettere in pratica cosa aveva detto il loro salvatore.

Rimasero solo più alcuni Auror, che facevano la guardia a due corpi al centro del campo di battaglia, e un gruppetto di persone.

Harry, Ron, Hermione, Victor, Silente, Lucius, Severus, Remus, Malocchio e Hagrid.

Bene ragazzi...Credo sia giunto finalmente il momento di andare a riposare anche per noi. Davvero un bel discorso, Harry… Vorrei però che tu adesso andassi ad abitare con qualcuno dell’Ordine. Non sono tranquillo a saperti da solo a Grimmauld Place…-

-        Non devi preoccuparti invece, Silente. Voglio sistemare quella casa, e poi ora non corro più alcun rischio, non trovi?-

Il vecchio preside lo guardò poco convinto, ma non disse più nulla e sparì, smaterializzato. Lo seguirono anche Severus, Lucius,Malocchio ed Hagrid, questo con una passaporta.

I cinque rimasti stettero un attimo in silenzio, poi Harry chiese

-        Dove andrete ora?-

-        Pensavamo di prendere una casa vicino a Diagonalley ed andare ad abitarci tutti assieme… perché non vieni con noi, Harry? Sarà più facile in compagnia andare avanti…-

Il moro sorrise a Remus. Non poteva andare con loro. Aveva delle cose da sistemare e non poteva rimandare oltre.

-        Come ho già detto, Rem, voglio sistemare casa per poterci vivere adeguatamente. Ma vi verrò a trovare spesso, ragazzi… Ora andate. Io resterò qui ancora un po’…-

-        Perché resti qui, amico? Non c’è più nulla…-

-        Devo controllare alcune cose. Ciao ragazzi, ci vediamo presto…-

Detto questo si girò su sè stesso per far capire che il discorso era chiuso, messaggio che doveva essere arrivato a destinazione perché senti immediatamente dopo alcuni rumori ripetuti di smaterializzazione.

Il moro sospirò, per un attimo aveva creduto che non sarebbe riuscito a levarseli di torno, nel senso buono.

Cominciò a camminare lentamente in mezzo ai cadaveri, ad un certo punto vide due corpi fin troppo conosciuti. S’inginocchiò a fianco di Draco e Blaise, i loro corpi esanimi ricoperti di sangue erano stretti in un abbraccio mortale, ma nonostante tutto Harry sorrise: erano riusciti a stare assieme fino alla fine e chissà… Magari lo erano anche dopo a morte. Il moro si rialzò dopo aver messo una moneta su ogni occhio dei due ragazzi continuò a camminare, fino a quando vide una chioma rossa. Ginny. Aveva ancora gli occhi spalancati dalla sorpresa, voleva dire che almeno non aveva sofferto; riavvicinò, le chiuse le palpebre e vi depose due monete.. Fece la stessa operazione anche con i gemelli, stesi poco più in là, con Colin Canon, che aveva un morso di serpente sulla gamba, con Fleur, i suoi capelli incrostai di sangue per via della ferita alla testa, e con Minerva McGranitt.

Quando finì con la sua professoressa, si avvicinò al centro della piana e mandò via gli Auror che erano lì per fare la guardia. C’erano due corpi: Tom Riddle e Bellatrix Lastrange.

I due demoni che avevano fatto scoprire ad un giovane dall’animo puro cosa fossero l’odio e la rabbia.

Erano stati loro a far si che un angelo intingesse le proprie ali splendenti nel sangue.

Erano stati loro ad accompagnare il cuore di Harry in quell’abisso di triste accettazione sprezzante, in quello stato interiore di desolatezza che il grifone sperava sarebbe passato con la morte dei due angeli della morte. Purtroppo non si era mai sbagliato così tanto: quando aveva ucciso Bella non aveva sentito nulla, nessuna forma di benessere dovuto alla vendetta, nessun appagamento.

Solo un’unica verità irrimediabile: Sirius era morto, da due anni ormai, e lui non si era sentito meglio ad aver ucciso colei che fece cadere il suo padrino dall’altra partesi quel maledetto velo.

Harry non si sentì meglio quando tolse la vita a Lord Voldemort, colui che aveva ucciso i suoi genitori. Il suo cuore non aveva sussultato di gioia quando Tom crollò sotto il suo ultimo incantesimo.

Ed ora, lì in piedi a fianco di quei due angeli della morte, Harry si rese conto che si era trasformato anch’esso nello stesso mostro. Anche lui adesso aveva ucciso, anche lui adesso aveva recato dolore a tante persone ma, nonostante tutto… Non si sentiva poi così in colpa come molti avrebbero potuto pensare.

Dalla fine del quinto anno ormai Harry sapeva a cosa stava andando incontro, aveva avuto ben due anni per prepararsi non solo fisicamente ma anche psicologicamente a quel momento, da due anni ormai sapeva che sarebbe dovuto diventare un assassino per non essere lui una vittima, da due anni ormai sapeva che sarebbe dovuto diventare un uccisore per garantire la vita al mondo intero.

Aveva avuto due anni per capire che quella, alla fine, era realmente l’unica strada possibile, che solo in quel modo avrebbe potuto portare la libertà al mondo.

E cosa poteva significare un piccolo sacrificio per un bene così grande?

In fondo, alcune volte bisogna sacrificare qualcosa per raggiungere la libertà, non è così?

E poi, anche se può sembrare assurdo, a volte per ottenere la pace si deve fare la guerra.

A volte, per poter vivere, bisogna uccidere.

Sono regole crudeli, è vero… Ma la realtà non è forse crudele?

Il moro guardò un’ultima volta due dei tre carnefici massimi di quella guerra, un’ultima volta su quella terra i tre sicari della Morte stettero nello stesso posto, poi si girò sui suoi passi e ripercorse al contrario la stessa strada che lo aveva condotto fino a quel punto.

Andò verso gli Auror che gli avevano permesso di stare solo con i due corpi, li salutò augurandogli una vita serena, ora che era possibile, e poi sparì, dopo aver ricevuto altri ringraziamenti su ciò che aveva fatto per l’intero mondo.

 

Due mesi.

Due mesi erano passati dalla fine della battaglia che aveva visto cadere il Signore Oscuro.

Il mondo magico stava riorganizzandosi al meglio; nell’aria si sentiva una nuova brezza di libertà sognata da tempo, di pace negata troppo a lungo, e di vita.

Ogni famiglia ricostruiva la propria casa, la propria vita.

Nel mese seguente alla fine del periodo di Terrore ci furono tutti i funerali delle persone che erano cadute nella guerra, e furono davvero tanti.

Harry, quando andò ai funerali, sentì che ad alcuni corpi erano stati trovate delle monete sugli occhi, non disse mai a nessuno però che era stato lui a farlo, non avrebbero capito.

Passato quel mese però cominciò la nuova vita che tutti avevano tanto agoniato.

Come avevano predetto, Ron, Hermione, Victor, Billy, Charlie e Remus avevano comprato una villa vicino a Diagonalley ed ora vivevano tranquilli, con ancora cicatrici aperte nei loro cuori, ma andavano avanti sostenendosi l’un l’altro.

Hagrid, Silente e Malocchio, che avrebbe fatto d’ora in poi il professore di Difesa Contro le Arti Oscure, stavano sempre ad Hogwarts per riorganizzare la scuola per l’anno nuovo.

Severus, Lucius ed Harry rimasero soli nei loro manieri, il primo al Piton Manor, il secondo al Malfoy Manor ed il terzo al Black Manor.

Più volte avevano ricevuto inviti di andare ad abitare con qualcun altro dell’Ordine, ma tutti e tre avevano sempre risposto di no, i primi due perché tenevano confinato il dolore nei loro castelli, il terzo perché non aveva nessuna intenzione di abbandonare l’ultima cosa che gli rimaneva di Sirius, e poi… Stava organizzando una cosa che nessuno avrebbe dovuto sapere.

In quei due mesi aveva ristrutturato magnificamente l’antico castello Black, ma nel frattempo si era procurato alcune mappe dei sotterranei del Ministero, precisamente quelle che portavano alla stanza del velo, aveva preso nota di tutti i turni degli Auror che facevano la guardia in quella parte dell’edificio e soprattutto era riuscito a trovare un momento, nell’arco della giornata, in cui i sotterranei erano scoperti.

Ora il salvatore del mondo era nel salotto della rocca antica, in stile gotico; stava seduto su di una poltrona davanti ad una scrivania.

Davanti a sé c’erano una piuma d’oca, una boccetta d’inchiostro ed una pergamena, stava scrivendo una lettera a Remus, l’unico che Harry sapeva avrebbe capito, l’unico a cui Harry sapeva dover spiegare cosa stava per fare, l’unico che Harry sapeva lo avrebbe compreso senza criticarlo.

Scrisse l’ultima frase, So che quello è l’unico posto in cui io ora possa stare.

Te lo saluterò.

Un bacio, Harry, imbustò la lettera, la sigillò con il marchio della casata dei Black e poi la legò alla zampa bianca della sua fedele Edvige che, dopo aver beccato affettuosamente il dito del suo padrone, si alzò in volo librandosi nel cielo uggioso.

“Presto”, pensò il moro appoggiato alla finestra mentre accompagnava con lo sguardo la civetta bianca, “ci sarà una bella tempesta”.

Scusa, bella, se ti faccio viaggiare con questo tempo, ma è giunto il momento…-

 

Un bell’uccello bianco bussò alla finestra di una villa; entrò nell’abitazione dopo che un bell’ uomo dai capelli ramati e dagli occhi ambrati aprì il passaggio.

-        Ciao Edvige! Cosa ci fai qui? Di solito Harry non ti manda fuori a consegnare lettere con un tempo così precario… Ma guarda. Una lettera solo per me? Cos’avrà il tuo padrone per la testa?…-

Remus sciolse la busta dalla zampa dell’animale, si sedette sul divano che dava verso il balconcino, ruppe il sigillo dei Black e cominciò a leggere, mentre fuori cominciava a piovigginare.

 Caro Rem,

ti chiederai cosa posso avere di tanto segreto da poter dire solo a te…

Sinceramente prima di fare la scelta di parlartene ci ho pensato molto perché so che il tema “Sirius” fa ancora

molto male anche a te, ma so anche che solo tu mi puoi capire e che almeno tu hai il diritto di sapere cosa sto per

fare.

 Per due anni sono andato avanti grazie al tuo affetto ed al sentimento di vendetta che mi spingeva a vivere per poter

uccidere con le mie mani Bella.

Ora che lei e Tom sono morti, mi rendo conto che non è quello il sentimento con cui qualcuno deve riuscire a

rialzarsi dopo essere cauto per il dolore, ma con la voglia di vivere, di stare al fianco di chi si ama.

 Io purtroppo non provo più queste emozioni, Rem.

Tu sei diventato ben presto colui a cui io mi sono aggrappato, ma non potrò farlo per sempre, mi rendo conto che

anche tu sei stanco e forse anche più di me.

Così ho preso la mia decisione. Scelta a cui presumo anche tu sia arrivato a pensare di fare…

Il rosso staccò per un secondo gli occhi dal foglio, un lampo di pura apprensione nello sguardo cieco rivolto verso la pioggia.

Raggiungerò Sirius, Rem. Ne ho tutte le intenzioni.

A parte te e gli altri, non ho davvero più nessun motivo per continuare a restare qui.

 La profezia si è avverata, il mio obiettivo è stato raggiunto: ho ucciso gli assassini dei miei genitori e del mio

padrino.

 Ora credo di potermi permettere di fare un’azione egoista; per tutta la vita ho pensato prima agli altri e solo dopo

a me stesso. Bada bene, non sto dicendo che mi è dispiaciuto comportarmi così, sai anche tu che l’ho sempre fatto

volentieri, è nel mio carattere di Grifondoro. Ma è anche vero che sono un mancato Serpeverde, e credo di aver fatto

abbastanza buone azioni.

E’ giunto il momento per me di andare in vacanza, Rem, non trovi?

Non preoccuparti, starò bene.

So che quello è l’unico posto in cui io ora possa stare.

Te lo saluterò.

Un bacio, Harry.

Le mani che impugnavano la lettera tramavano violentemente, gli occhi che avevano appena finito di leggere stavano lacrimano di propria iniziativa.

-        Non… Non è possibile… Lo farà! Non posso permetterlo… Sirius non vorrebbe! Edvige! Vieni… Ma… Dove?-

La bella civetta non era più appoggiata alla finestra, probabilmente era andata via mentre Remus leggeva.

L’uomo scrisse brevemente la spiegazione della sua assenza inventandosi una scusa poi sparì, sperando di essere ancora in tempo. Harry sarebbe andato lì quella sera, solo dopo aver mandato la lettera a lui, di questo Rem ne era sicuro.

 

-        Oh, Edvige… Hai fatto un buon lavoro, grazie.-

L’animale era sull’avambraccio del suo bel padrone dai capelli nerissimi e ribelli e dagli occhi color speranza, anche se quell’aggettivo ormai era proprio solo più degli occhi, il ragazzo non ne provava più.

La speranza lo aveva abbandonato da troppo tempo.

-        Bene bella… Ci lasciamo qui. Stai bene e cerca di non far impazzire Rem, sono sicuro che si prenderà cura di te…-

La civetta beccò forte il dito che le stava accarezzando il muso, lo sguardo severo e di disappunto.

-        No Edvige, te l’ho già detto… Non puoi seguirmi questa volta. Ora vai o se preferisci resta qui, sicuramente Rem verrà poi anche qui… Addio amica mia, non ti dimenticherò mai…-

Un’ultima carezza al suo fedele animale poi sparì, lasciando la civetta sola nella stanza mentre sembrava stesse intonando un requiem.

 

Si trovava in una stanza buia ma accese i lumi con un colpo di bacchetta: grandi scaloni di pietra in tutte le pareti e, in mezzo alla grande sala, un velo. Quel velo.

Harry scese le scale piano, reimmaginandosi il momento di due anni prima quando Bella fece cadere Sirius dietro a quel maledetto pezzo di stoffa.

Quando gli fu di fronte sentì il tipico rumore di smaterializzazione. Si girò e vide Remus trafelato a due scaloni di distanza.

-        Harry spostati da lì! Cosa credi di risolvere in questo modo?-

-        Nulla Rem. E’ per questo che sono qui… Non ho più nulla da risolvere. Credevo tu fossi l’unico che mi potesse capire… E’ così… O mi sbaglio?-

Il silenzio calò nella stanza, mentre Remus scendeva le scale che lo separavano dal ragazzo e contemporaneamente meditava su ciò che gli aveva appena detto Harry.

L’unica risposta che trovò dentro di sé fu: Si. Si, lo comprendeva. Capiva perché il moro voleva attraversare il velo.

Il grifone sorrise quando lesse negli occhi ambrati la triste risposta.

-        Bene… Bè Rem… Cosa posso dire? Ci vediamo. Anche se spero per te il più tardi possibile…-

-        Sei sicuro di ciò che fai, Harry? Una volta dentro non potrai tornare indietro. Stai dicendo addio ad una vita libera e a tante persone che ti vogliono bene…-

-        Lo so, Lunastorta, ma non è più quello che voglio. Un tempo, forse… Ma ora non più. Ora voglio solo riposare.-

-        … Capisco. Allora arrivederci, ragazzo… Salutami Sir e se li vedi anche Jamie e Lily… Mi mancherai…-

Harry non rispose; gli regalò solo più un ultimo sorriso, uno di quei bellissimi sorrisi che riscaldavano ogni cuore. Poi, si lasciò cadere verso il velo, proprio come aveva fattoli suo padrino due anni prima.

Quella, fu l’ultima volta che Remus Lupin vide Harry Potter.

 

Nei giorni seguenti si sparse la voce della sparizione del salvatore del mondo; nessuno scoprì mai cosa gli successe.

Solo un lupo mannaro teneva nascosto quel segreto nel suo cuore, ed ogni tanto gli piaceva pensare che Harry si fosse felicemente riunito al fianco di Sirius, in quell’altro mondo che i vivi non riescono a vedere.

 

-        Ehi Harry! Muoviti! Jamie sta per arrivare, io e tua madre siamo già pronti con la rete!-

-        Arrivo Sir… Finisco di legare la mia parte e ci sono!-

Tre persone si nascosero per bene tra le foglie di due alberi, aspettando qualcuno che non tardò d arrivare: un bellissimo cervo nero passò tra i due alberi in questione ed immediatamente una rete gli fu calata addosso, catturandolo.

Due dei tre assalitori balzarono giù dagli alberi e saltarono addosso alla loro perda.

Il cervo si era tramutato in un bell’uomo dai capelli neri e ribelli e dagli occhi castani, mentre i due assalitori erano un altro uomo dai capelli scuri e lunghi fin sotto le spalle ed un ragazzo, dai capelli identici a quelli dell’uomo-cervo e da un paio di smeraldi al posto degli occhi. Il terzo assalitore era una bellissima donna dagli occhi come quelli del ragazzo e dai capelli rossi che era seduta divertita su di un ramo piuttosto basso.

-        Ma che diavolo…? Harry! Sir! Cosa vi salta in testa?! E tu, Lily.. Perché non fai nulla?!-

I tre guardavano il pover’uomo con un ghigno che anticipava nulla i buono.

-        Insomma! Mio figlio ed il mio migliore amico mi fanno un agguato e mia moglie non mi aiuta? E’ una rivolta! Qualcuno mi aiutiiii!!!!!-

Si misero a ridere e saltarono tutti addosso a quello che veniva chiamato Jamie, finendo poi per rotolarsi rovinosamente sul bel prato di garofani bianchi.

 

Fine

 

Allora bellezze… Come vi pare? Spero vi piaccia! J Prima che mi dimentichi auguro buona pasqua a tutti, poi ringrazio tutti quelli che hanno letto e/o recensito fino all’ultimo la mia fic UN NATALE INSOLITO, cioè:

Sanzina, Morgan_Snape, Sere, goten, Elisabetta…

Bene bellezze, ci rivedremo forse presto, ho una mezza idea su una one-shot Harry/TomRiddle… Ghghghgh… Chissà se la scriverò… Bè, ancora buona pasqua!! BaX ek

  
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