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Autore: darken_raichu    25/06/2016    2 recensioni
Pokémos è una terra lontana, dove i pokémon vivono divisi in 18 nazioni, tra i cui territori si estendono deserti, pianure, foreste e mari, che rendono assai difficoltosi i collegamenti tra i vari paesi. Fino a 10 anni fa la terra era in pace, ma ora le cose stanno cambiando…
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Videogioco
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Isola Cornoalto, palazzo dei Capitani, 18/07/4783, circa le 13
Marsh si chiese quanto ancora avrebbero dovuto aspettare prima che il raduno cominciasse. Era passato qualche giorno da quando erano arrivati sull’isola, e teoricamente la riunione per cui i capitani erano stata chiamata lì avrebbe dovuto già essere cominciata da parecchio. Ma finalmente, un paio d’ore prima, era stato comunicato a tutti i capitani di radunarsi nella stanza delle riunioni, un ampio salone con varie sedie e un alto palco.
Su quel palco, aveva spiegato Rose, sarebbero saliti gli undici membri della Fratellanza. Mud non li aveva ancora visti, e si chiedeva che aspetto avessero. Perciò, era molto teso mentre guardava l’alto palco. Poi, senza preavviso, uno pokémon comparve, sorridendo. Il pokémon dall’enorme bocca aveva cicatrici un po’ ovunque, la più grossa che gli tagliava in due la testa.
«Benvenuti, capitani di tutto il Draak!» gridò l’Exploud, la cui voce rimbombò nella stanza. Da quel che aveva capito, l’edificio era costruito in modo da permettere a tutti di sentire la voce di chi stava parlando. Secondo Rose, era un tipo di costruzione molto diffusa a Fatia, chiamata Teatro. In ogni caso, era certo che anche senza quella particolarità, la voce del pokémon si sarebbe sentita forte e chiara.
«Quello è il Capitano Exploud della ciurma dei Pirati Tonanti. Sotto la loro gestione c’è il settore orientale del Draak che passa per Normalia.» Spiegò intanto Rose.
«Quest’oggi, la Fratellanza vi ha convocati qui per un annuncio della massima importanza! Perciò, ci aspettiamo la massima attenzione!» Proseguì il pokémon, urlando.
«Urlerà per tutto il tempo, vero?» Chiese Marsh.
«E ringrazia che sul palco non c’è anche il suo vice.» Rispose Rose, annuendo.
A quel punto, entrarono altri pokémon. Marsh guardò Rose, ma la Roserade stava fissando i pokémon. E il pokémon si rese conto che era preoccupata.
Contò i Pokémon presenti sul palco. Un Garbador, uno Staraptor, una Purugly, un Girafarig, un Mawile, un Goodra, uno Starmie, un Malamar e un Jellicent. In totale, contando anche Exploud, erano in dieci. Quindi…
“Ne manca uno!” Si rese conto Marsh.
«C’è qualcosa di strano.» sussurrò Rose. Marsh si girò.
«Cosa?»
«Anzitutto, non c’è Crult. Lui dovrebbe essere lì con gli altri. In secondo luogo, guarda le porte.»
Marsh sbirciò alle proprie spalle, e si rese conto che gli ingressi stavano tutti venendo chiusi.
«Cosa dovremmo…»
Rose si guardò intorno indecisa, poi si morse le labbra «Non lo so. Tieniti pronto al peggio. Non mi piace la situazione, ma potrebbe non essere un vero problema.»
«Signori e signore, Capitani di tutto il Draak, è un piacere per me vedervi qui stasera.» Disse in quel momento il Girafarig, prendendo la parola.
«Un piacere! Piacere!» Ripetè la testa sulla coda, gracchiando.
«Immagino vi starete chiedendo per quale motivo vi abbiamo convocato qui. Ebbene, è nostra opinione che per i Pirati del Draak sia giunto il momento di puntare più in alto.»
«In alto! In alto!»
«Forse, alcuni di voi ricordano quello che accade ventuno anni fa, ai tempi in cui la Fratellanza governava solo l’alto corso del Draak. Un tizio di Vulcania, di cui non ricordo nemmeno il nome, decise di sfruttare i pirati del territorio della Coalizione per formare un esercito. Come saprete, le cose non finirono bene per lui.»
Marsh si rese conto che il braccio di Rose tremava, mentre stringeva con forza i petali che le facevano da mano.
«Per questo la Fratellanza, dopo essersi espansa al Draak meridionale, non ha mai pensato di poter intraprendere una azione simile. Tuttavia, di recente ci sono stati forti mutamenti a Pokémos, e noi pirati abbiamo il dovere di prenderne atto e guadagnare da essi.» Proseguì la Purugly, avanzando con un ticchettio della zampa anteriore destra, in legno.
«In passato, alcuni regni pirata hanno governato parti di Pokémos. La stessa Oscuria è stata terra di pirati e criminali fino a cinquant’anni fa. E non dimentichiamo i vari Duchi pirati di Normalia. Ma quello che oggi vogliamo creare è diverso.» Disse la Goodra, con un ghigno. L’occhio destro del Pokémon era vuoto.
«Di recente, una certa organizzazione ci ha contattato. Offrono a tutti noi pirati la conquista di un territorio tutto per noi. Quella che creeremo sarà l’utopia che noi pirati abbiamo sempre desiderato, un regno, e non una sola isola, da cui lanciare scorribande verso altri paesi, come la Oscuria dei vecchi tempi.» Continuò il Garbador, cui mancava un braccio.
«E la Fratellanza ha deciso di accettare. Perciò ci aspettiamo che l’idea vi entusiasmi quanto ha entusiasmato ognuno di noi.» Terminò lo Staraptor, fissando intensamente i presenti. Sembrava che quegli occhi potessero vedere tutto in quella sala.
Marsh guardò Rose, ma la pokémon era pallida. Il pokémon la sentì mormorare “ancora…”, ma non riuscì a capire.
«In ogni caso» proseguì il pokémon Volante «Sappiate che finirete come lui, nel caso rifiutiate.»
Un Tentacruel fu trascinato nella stanza. Aveva numerose ferite fresche, sia sui tentacoli sia sul corpo, ed era legato.
«Come potete vedere, Crult è stato… rimosso dall’incarico. Secondo lui, questa idea è una follia che ci manderà al massacro. Come potete vedere, lui è l’unico ad essere stato massacrato qui. A meno che qualcun altro non abbia intenzione di rivoltarsi alla Fratellanza.»
I capitani presenti nella stanza si misero a confabulare tra loro. Rose e Marsh erano in una zona abbastanza nascosta della stanza, perciò nessuno rivolse loro la parola, e in ogni caso probabilmente non lo avrebbero fatto comunque. Sia perché nessuno dei presenti aveva un motivo per parlarle, sia perché Rose non avrebbe risposto.
«Che assurdità.» Borbottò una voce familiare lì accanto. Marsh si guardò intorno e riconobbe Wamps, intento a parlare con un Crobat «Se quel tentativo ha fallito, un motivo c’è: la Coalizione è troppo potente per noi pirati.»
«Amici, amici, ascoltate, comprendo bene il vostro scetticismo.» Proseguì la Mawile. A Marsh sembrò la voce uscisse dalle corna a forma di bocca, invece che dalla bocca vera «Starete pensando “Se abbiamo fallito allora, che possibilità abbiamo adesso?” o “Non voglio certo rischiare la mia vita per la Fratellanza”. Ebbene, lasciate che vi spieghi. Adesso abbiamo la possibilità. Immagino che tutti voi abbiate sentito parlare dell’Organizzazione che mira a conquistare Pokémos, anche se certe infondate voci di corridoio dicono altro. Ebbene, l’Organizzazione ci ha promesso nientemeno che il pieno appoggio. Ma credo che questo potrà convincervi di più. C’è qualcuno tra voi che non è interessato? Qualcuno che, diciamo, vuol fare la fine di Crult?»
Nessuno osò parlare. Persino Rose, si rese conto Marsh, si stava mordendo le labbra. «Come pensavo.» rispose il Girafarig.
«Pensavo! Pensavo!»
«In tal caso, credo potremo invitare ognuno di voi a salire sul palco e giurare di combattere per noi, secondo le regole del codice della pirateria.»
Uno dopo l’altro, i capitani furono chiamati sul palco. Shuman fu il primo a salire, giurando di combattere per la Fratellanza. Dietro di lui, seguirono una trentina dei capitani presenti, che venivano poi scortati fuori dalla sala. Alla fine, a non aver giurato erano rimasti in sedici.
«Ebbene, che intenzioni avete?! Forza, non abbiamo tempo da perdere!» Tuonò Exploud.
«Concordo. Wamps, comincia tu.» Disse il Malamar, indicando il pokémon.
Wamps annuì, poi salì sul palco.
«Ebbene, giura di combattere per noi. Se lo farai, saremo generosi e ti concederemo di comandare una parte della flotta.» Gli disse Girafarig, fissandolo.
«Comandare una parte! Comandare!» Gracchiò la testa sulla coda.
«Oh beh, questo rende tutto più facile.» Rispose il Pokémon con un sorriso, girandosi verso la folla. «Vedete, io sono molto fedele al Codice della Pirateria, che voi avete nominanto prima. E nessuna delle regole di quel codice dice che un capitano deve combattere per ciò che non vuole, solo per la Fratellanza. Perciò, giuro a tutti voi che non ho la minima intenzione di imbarcarmi in un’idiozia del genere. Potete andarvene al Giratina, e mettervi la flotta in quel posto sotto la coda.» E con un sorriso si girò verso Girafarig, schivando per un soffio un Pestone.
«Che peccato.» Commentò il Girafarig, colpendo con un secondo Pestone mentre schivava un’Idropompa. Wamps arretrò, schivando subito dopo una Lacerazione di Purugly.
«Allora, idioti? Che intenzioni avete?» Gridò lo Swampert arretrando, saltando giù dal palco per evitare un Granvoce «Volete davvero inchinarvi a questi dieci imbecilli come hanno fatto quelli là? Rispondete!» Gridò, continuando ad arretrare per evitare gli attacchi, mentre la folla si faceva da parte. Nessuno dei capitani rimasti sembrava deciso ad aiutarlo, e a Wamps si unì un solo pokémon, il Crobat con cui stava parlando prima, evidentemente il suo vice.
Il pokémon Acqua bloccò una Lacerazione, schivò un Attacco d’Ala dello Staraptor e si abbassò giusto in tempo per evitare che l’onda d’urto di un Granvoce lo centrasse.
«Allora, nessuno? Ruft, non eri diventato un pirata per non combattere in quella guerra Ducale? Cos’è, hai deciso che questa guerra è migliore?» Gridò indicando un Furret «E tu Rygo, mi sbaglio o eri diventato pirata per vendicarti di quei signorotti che ti hanno distrutto la famiglia? Cos’è, ora ti interessa diventare come loro?» Proseguì, puntando il dito contro un Porygon-Z «E tu, Rose…»
«Parli troppo!» Tuonò Exploud, colpendo con Crescipugno. Wamps si preparò a schivare il colpo, ma per qualche motivo era più veloce di quanto avrebbe dovuto, e il pokémon arrivò a un passo dal colpirlo. Poi una Velenpuntura colpì Exploud al volto, facendolo arretrare «Su questo sono d’accordo.» Rispose Rose, piazzandosi accanto a Wamps «Per la cronaca, non ti ho salvato, chiaro? Mi servi per fuggire. Non ho la minima intenzione di combattere per la Fratellanza.»
«Non ne dubitavo comunque.» Sbuffò in risposta Wamps «Allora, che facciamo? Non credo qualcun altro ci aiuterà, quegli idioti hanno troppa paura.»
«E allora scappiamo.» Rispose Rose, evitando per un pelo un Pestone.
«Grazie, hai qualche altra ovvietà da dirmi? Come speri di fare con le porte sono sbarrate?»
«Possiamo buttarle giù.»
«Mentre la Fratellanza ci attacca?»
«Già.»
«Mi piace come ragioni. Tu prendi Crult, io penso alla porta.» Rispose Wamps arretrando, schivando o parando attacchi dei dieci pokémon.
Rose annuì e si lanciò in avanti, ma Staraptor la vide e si lanciò su di lei. Era ad un soffio dal colpirla con un Aeroassalto quando un Geloraggio lo centrò all’ala, costringendolo a virare.
«Chi…» Disse il Pokèmon guardandosi intorno. Poi scorse Marsh, mentre il pokémon scagliava un secondo Geloraggio, che questa volta riuscì a schivare agilmente.
Approfittandone, Rose raggiunse Crult. Aveva numerose ferite, ma non era quello il problema. Il problema era che il pokémon era incosciente, e Rose non poteva portarlo da sola.
Si guardò intorno. Crobat e Wamps erano alla porta, circondati mentre provavano ad abbatterla. Sfortunatamente, era fatta con il legno di svariate Bacche, e abbatterla era estremamente difficile. Quanto a Marsh faceva il possibile contro Staraptor, ma l’altro era chiaramente in vantaggio. Rose si guardò intorno, e fissò i pokémon rimasti. Guardavano da una parte all’altra, ed era chiaro che erano indecisi su chi aiutare.
Rose li fissò, uno per uno. Ruft, Rygo, un Simipour che non conosceva, Rantr, Krookodile, e Zong, insieme ai loro vice. Poi sputò a terra «Cosa siete, pirati o soldati? Volete davvero chinare la testa a quegli idioti? Mi avete sempre definito una vergogna, ma sono più pirata io che tutti voi messi insieme.» Gridò.
I pokémon si guardarono l’un l’altro, poi si lanciarono contro di lei, Wamps e Marsh. Rose per un attimo fu certa che fosse la sua fine, poi Rantr, un Tyrantrum, sollevò Crult, aiutato dal suo vice, suo figlio Tyrunt, mentre gli altri davano man forte a Marsh e Wamps.
“Ok, almeno sono con noi. Ma questo non importa. Se le cose si mettono male, ai dieci basta richiamare dentro…” Poi si girò, e vide la porta da cui erano usciti i capitani fedeli alla Fratellanza, a destra del palco. Ed ebbe un’idea così folle che poteva funzionare.
«Resta qui. E se qualcuno prova a entrare, attaccalo!» Disse al Tyrantrum, per poi spiegargli cosa fare al suo segnale. Poi si lanciò verso Wamps, aprendosi la strada tra i combattimenti schivando i colpi.
«Ascolta idiota, sei disposto a fare una cosa estremamente pericolosa?»
«E secondo te cosa sto facendo?» Rispose Wamps, parando un Crescipugno. Aveva il fiatone ed era evidentemente in difficoltà.
«Bene, allora al mio segnale fa quello che ti dico.» Rispose Rose, spiegandogli il piano. Wamps annuì, poi Rose si lanciò verso il successivo. Quando fu certa che tutti sapessero cosa fare, scagliò una Velenpuntura verso l’alto. I Capitani si misero a correre, mirando alla porta. Rant ruggì e spinse la porta che crollò, essendo già aperta come Rose sperava, poi caricò attraverso di essa, seguito dagli altri.
Marsh, entrato tra i primi, capì che si trovavano in un corridoio. Lo percorsero, e finirono dritti nella sala principalecon almeno una trentina di capitani e i rispettivi vice intorno a loro.
«Correte!» Gridò Rose, mentre i Capitani si riprendevano dalla sorpresa di trovarsi davanti un gruppo del genere.
Senza fermarsi, Rantr si aprì la strada gettando all’aria tutto ciò che gli capitava davanti, come Rose gli aveva detto.
Marsh si guardò alle spalle, e vide Zong, un Bronzong, bloccare un Granvoce di Exploud.
«Prendeteli, idioti!» Gridò il capitano dei Pirati Tonanti, seguito dal resto della Fratellanza, e i sessanta pokémon nella stanza capirono, ma era troppo tardi. Con un ruggito, Rantr abbattè la porta d’ingresso e i fuggitivi si ritrovarono nella piazza principale.
«Al porto!» Tuonò Wamps, correndo. Gli altri si misero a correre. Arrivati in fondo alla piazza, si divisero, correndo lungo le vie della città. L’idea era quella di radunare tutti i loro compagni che era possibile radunare.
Un Impiccione si mise in mezzo. Rose non lo guardò nemmeno, colpendolo al petto co una Velenpuntura e correndo via. Marsh si girò e riconobbe l’Ambipom del giorno prima, crollato a terra.
Poi, i due presero una curva, e si trovarono davanti Tart. Senza dargli spiegazioni Rose lo afferrò al volo e lo trascinò via, obbligandolo a correre.
«Devo dedurre che la riunione non è andata bene?» Chiese il pokémon, afferrando il messaggio e mettendosi a correre
Arrivati al porto, dietro di loro si erano radunati una ventina dei quaranta che erano scesi dalla nave. Ma non c’era tempo per cercare gli altri, perciò Rose salì a bordo e richiamò la ciurma. Intanto, gli inseguitori stavano già sciamando dalle vie, con i membri della Fratellanza in cima.
Come un sol pokémon, la ciurma di Rose cominciò le manovre per partire. Tirata l’ancora fuori dall’acqua, i pokémon spiegarono le vele, e alcuni membri della ciurma si misero a spingere con i remi per accelerare il distacco della nave dalla banchina.
A un comando di Rose, una parte della ciurma prese a scagliare attacchi verso gli inseguitori. Marsh scagliò numerosi Geloraggi e Bolleraggi, ma non era certo che quelli stessero colpendo.
Sembrarono passare minuti eterni, mentre i pokémon volanti al loro inseguimento venivano abbattuti con precisione e quelli a terra scagliavano attacchi mirando a danneggiare la nave, ma alla fine l’Isola del Corno fu abbastanza distante.
Rose si guardò intorno. Tre navi erano intorno a loro, una, giudicando dalla bandiera quella di Zong, che arrancava per una falla evidente sul fianco che la ciurma stava facendo il possibile per tappare. Due navi erano molto avanti, di cui una, riconobbe Rose, era quella di Wamps. Altre due erano riuscite a lasciare il porto e stavano avanzando, dietro di loro. Una, invece stava evidentemente bruciando, ancora all’ancora. Rose si chiese di chi fosse, ma a causa della distanza non era in grado di dirlo.
Marsh le si avvicinò «Cosa facciamo adesso capitano?» Chiese il pokémon.
«Fa mandare un segnale alle altre navi. Ci inseguiranno, quindi dobbiamo muoverci. Chi vuole venire con noi si diriga verso Vulcania. Poi, fa controllare chi manca all’appello. Devo sapere chi abbiamo perso.» Rispose la Roserade, e Marsh annuì, girandosi «Ah, e Marsh, dopo voglio parlare con te. Voglio che mi spieghi chi sono i nostri nemici. Voglio che mi spieghi chi mi ha fatto perdere una parte della mia ciurma.» Aggiunse.
 
Castlegreen, palazzo del barone, 18/07/4783, circa le 14
«E così, alla fine sei qui.» Disse il barone, osservando Zangoose. I due si trovavano in una larga stanza, vuota. Il nobile aveva fatto uscire tutte le sue guardie.
«Sapevamo entrambi che sarei tornato. Sei stato tu a promettermelo.» Rispose l’Investigatore dell’Ignoto, fissando il Tauros. Il pokémon Torobrado annuì.
«Sì. Quando tornasti qui, poco dopo la morte di mio padre, e mi raccontasti la tua storia, ti promisi che ti avrei dato qualunque cosa, ma tu te ne andasti, promettendo di tornare a riscuotere il tuo debito un giorno. Ebbene, cosa vuoi? Oro? Terra? La mia vita?» Il Barone era serio, Zangoose se ne rendeva conto.
«Sei davvero deciso a darmi ogni cosa? La tua vita, se te la chiedessi?»
Tauros lo guardò «Dimmi, tu sai cosa successe quando la rivolta di Giratina ebbe fine ed Arceus lo bandì nel Mondo Distorto? Cosa fecero Darkrai, Hoopa e gli altri figli del Signore del Chaos?»
«Sì, certo. Si consegnarono tutti. Anche se non ricordo mai perché.»
«Perché il peccato del padre era il peccato dei figli. Tutti erano pronti a subire la punizione che Arceus avrebbe inflitto loro. Tutti erano pronti a pagare, anche se nessuno di loro aveva fatto nulla. E io ho intenzione di fare lo stesso. Pagherò io per i peccati di mio padre. E se vuoi la mia vita, è tua. Non posso dire che lui non se lo sarebbe meritato.»
Zangoose annuì, stringendo il pugno. Si chiese se stava per fare la cosa giusta. Poteva avere la vendetta che desiderava da una vita. Oppure poteva chiedere la terra dei suoi genitori. O il Baronato stesso, perché no? I suoi genitori di certo sarebbero stati fieri di un figlio Barone. Per un attimo si vide, poi scosse la testa e l’idea scomparve. «Non voglio la tua vita, né il tuo oro o le tue terre. Tienitele. Quello che voglio da te è il tuo aiuto. Giura sulla tua fede, sul tuo onore e su tutto ciò che hai di più caro che mi aiuterai a fare ciò che devo fare. Fallo.»
Tauros annuì «Ne sei certo?»
«No, quindi sbrigati.»
«D’accordo. Giuro che ti aiuterò in ciò che desideri fare. Possa io essere bandito in eterno nel Mondo Distorto, possa il mio onore essere macchiato per l’eternità, possa tutto ciò che ho di più caro al mondo essere distrutto, se verrò meno al giuramento. Quindi, perché vuoi il mio aiuto?»
Zangoose sospirò “Ormai è fatta.” Si disse. E cominciò a spiegare.
  
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