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Autore: Persefone3    26/06/2016    7 recensioni
Killian Jones è un giovane e promettente artista di Boston, ma la sua vita non è stata sempre facile. Proprio nel momento in cui decide di iniziare a riprendere in mano la sua vita, una giovane donna fa capolino nella sua vita. Dal canto suo, Emma Swan non ha la minima idea che dopo il suo incontro con Killian tutto quello che l'ha spinta a chiudersi in se stessa sta per subire un forte scossone. Riusciranno a trovare un loro equilibrio? E cosa succede quando uno dei due si troverà nella delicata situazione di dover proteggere l'altro dai residui del proprio passato?
Genere: Angst, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Emma Swan, Killian Jones/Capitan Uncino
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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XI. What We Share
 
- L’ho baciato.
- Come? Chi?
 
Che Emma fosse strana, Mary lo aveva capito subito, non appena aveva messo piede alla galleria. Ma da questo ad una confessione del genere ce ne correva.
 
- Killian, ho baciato Killian.
 
Il volto di Mary si illuminò.
 
- Davvero? e come è successo?
- Non lo so … mi sentivo bene … lo stavo aiutando per il suo quadro. Aveva finito e mi sono appoggiata alla sua spalla …
- Voleva dire qualcosa?
- È stato solo un bacio.
- Lo so cosa stai facendo. Non vuoi sperare ma dovresti farlo: quando baci qualcuno, non è mai per caso, soprattutto nel modo in cui avete fatto voi.
- Perché mi stai dicendo tutto questo?
- Perché te lo meriti un lieto fine. E ogni lieto fine, seppur diverso per ognuno di noi, inizia sempre allo stesso modo: con la speranza.
 
- L’ho baciata.
 
David non credeva ai suoi occhi. Davanti a lui c’era un Killian nervoso e teso per quello che era successo. Era insicuro e vulnerabile, un uomo lontanissimo da quello che era diventato e che David aveva temuto di non rivedere più. Nel bar c’erano solo loro.
 
- Cosa hai fatto? – ripeté esterrefatto
- L’ho baciata va bene? Ieri sera. Stavamo flirtando, credo, ma non come facciamo sempre, lei era più attraente del solito e mi sembrava fosse ben disposta, o meglio così ho pensato … ma poi stamattina è stata più fredda e sfuggente. Ho fatto un casino!
- Ma è stata solo un bacio no?
- Il punto non è tanto il bacio in sé, ma quello che ha portato alla luce.
- E sarebbe?
- Non avrei mai pensato di dimenticare il mio primo amore, la mia Milah. Non avrei mai creduto di poter trovare qualcun’altra prima di incontrare lei.
- Oh amico lascia che te lo dica: sei fantasticamente fregato!
 

Ormai l’aperitivo era diventato un rituale settimanale per loro. Killian e David stavano aspettando che Mary ed Emma ultimassero la chiusura per poter andare a bere tutti insieme. Ma Mary aveva qualcosa in mente. Aveva parlato con David. Era ovvio che per nessuno dei due quello era stato un semplice bacio, ma sapeva anche che erano tutti e due troppo spaventati per compiere un ulteriore passo in avanti. Ma il momento era decisivo: o si buttavano ora, o lo avrebbero rimpianto per tutta la vita.
Intorno al tavolo, stavano inaugurando il primo giro di shot.
 
- Allora – chiese David – hanno aderito molti al concorso?
- Io e mamma non ci possiamo lamentare. Avremo un gran bel da fare.
- Sono davvero curioso. Qua solo Emma ha visto il disegno presentato da Killian.
 
L’assist di David era perfetto e Mary lo colse al volo.
 
- A proposito Emma, hai in mente qualcosa per il tuo compleanno?
 
Killian si strozzò con il rhum a quella notizia.
 
- Compleanno? – ripeté sbalordito - E comunque un giorno mi farai morire a forza di dare notizie così metre bevo ...
 
Emma lanciò un’occhiataccia a Mary.
 
- Sì – continuò Mary come se niente fosse – venerdì 23 ottobre la nostra Emma compie 28 anni.
- Perché non me lo hai detto Swan?
- Perché non lo festeggio.
- Ma come sarebbe a dire?
- Quello che hai appena sentito! E no, non azzardatevi ad organizzare qualcosa!
 
Erano appena rientrati in casa ed Emma non aveva voluto sentire ragioni né tanto meno tornare sull’argomento compleanno.
 
- Non guardarmi così Killian! ti ho detto di no!
- Ma perché? Mica dobbiamo fare un cenone!
- No e non insistere! Mi vuoi fare un regalo? Non farmi festeggiare!
 

Killian era nervoso. Il grande giorno era arrivato. Mary avrebbe annunciato il nome del vincitore e lui non aveva desistito dall’idea di festeggiare Emma. Gli serviva, però, una copertura. L’idea gli era venuta in mente il giorno prima, quando si era imbattuto nel manifesto pubblicitario della stagione in corso al Boston Opera House.
Mary entrò in aula subito seguita da Emma, che si diresse subito verso il posto vuoto accanto a Killian.
 
- Buon pomeriggio, prendete posto grazie. Sono molto lieta di annunciarvi che abbiamo selezionato un vincitore.
 
Dopo pochi istanti comparve la signora Eva che trasportava un treppiedi coperto da un telo.
 
- Il vincitore – proseguì Mary pronta a scoprire il quadro – è il signor Killian Jones con il suo Hook versus Pan.
 
Nell’aula esplose un sonoro applauso. Killian, incredulo, si ritrovò a stringere una felicissima Emma che si stava congratulando con lui.
 
- Sapevo che ce l’avresti fatta! Congratulazioni! – disse Emma abbracciandolo forte
- È tutto merito tuo, senza di te non avrei combinato nulla – rispose lui ricambiando il calore dell’abbraccio – e ora non puoi negarmi di festeggiare domani sera. Non accetterò un rifiuto come risposta.
- Va bene Killian festeggeremo la tua vittoria!
 
E poi i due furono separati dalla folla di colleghi che si stava congratulando con il vincitore.


Venerdì pomeriggio. Emma stava rientrando a casa dopo il lavoro. La giornata non aveva riservato particolari sorprese. Killian si era limitato a prepararle la colazione e a farle gli auguri quella mattina. Nessun gesto eclatante e la cosa, in fondo al cuore, le aveva lasciato una punta di delusione. Erano rimasti d’accordo per uscire a festeggiare almeno la sua vittoria, ma non le aveva ancora fatto sapere dove e come. La casa era stranamente silenziosa e quieta.
 
- Killian? ci sei?
 
Non fece in tempo a togliersi il cappotto che qualcuno suonò alla porta. Quando la aprì, Emma si trovò davanti un fattorino e una grossa scatola con un fiocco rosso di seta.
 
- Buonasera, la signorina Emma Swan?
- In persona.
- Questo pacco è per lei.
 
Il ragazzo entrò in casa e sistemò la scatola sul divano.
 
- Aspetti ci deve essere un errore, io non ho ordinato nulla.
- Questo non lo so. Io ho solo il compito di recapitarle il pacco e basta. Arrivederci.
 
Quando il fattorino se ne fu andato, Emma iniziò a studiare la scatola. Sul fiocco rosso c’era appuntato un bigliettino.
 
“Lo so. Ti starai facendo mille domande in quella tua testolina, ma dovrai fidarti di me, Swan. Hai detto che avresti fatto tutto quello che ti avrei chiesto, per cui eccoci qui. Aprilo. Sarò da te per le 19:00. Spero tu non abbia cambiato idea.
Killian”
 
Emma era sempre più confusa. Sciolse il nastro e aprì il pacco. Un lungo abito da sera rosso ne venne fuori. Era bellissimo con il bustino a cuore e la gonna ampia. Femminile e semplice proprio come lei. Emma se lo posò addosso per provarlo. Si sentì davvero come una principessa. Ma poi eccola, la paura di godere degli attimi felici cercare di riprendere il controllo su di lei. La destò dal suo stato di eccitazione.
 
- Che diavolo hai in mente Jones?
 
Era ovvio cosa aveva in mente. Emma ripose l’abito nella scatola con cura e lo portò nella sua stanza.

Davanti alla porta del suo appartamento, un Killian in smoking era visibilmente nervoso. Il momento della verità era infine giunto. Si trovava a un bivio: o stava per fare la più grossa figuraccia della sua vita o tutto il contrario. Nascose la rosa che aveva preso dietro la schiena e poi suonò. Gli attimi che trascorsero dal suono del campanello ai primi passi verso la porta, gli sembrarono infiniti. Quando si aprì la porta, però, fu ampiamente ripagato di tutta quell’attesa. Una stupenda Emma era venuta ad aprirgli, fasciata nell’abito rosso che le aveva fatto recapitare. L’aveva sorpresa più di una volta davanti alla vetrina di quella boutique del centro ad osservarlo ammirata. Aveva i capelli raccolti in uno chignon, un cerchietto di punti luce tra i capelli e labbra rosso intenso da amare disperatamente.
 
- Sei stupenda Swan
- Tu sei …
 
Emma non lo aveva mai visto così elegante. Era bellissimo e pieno di fascino.
 
- Lo so – rispose lui ammiccante.
 
Killian le porse la rosa rossa. Era felicissimo di vedere che si era fidata di lui e che non si era tirata indietro. Aveva preparato per lei una serata speciale e aveva tutta l’intenzione di farle capire che non era un gioco tra loro, ma una cosa molto seria. E non avrebbe mai ringraziato abbastanza Mary per avergli dato quell’opportunità.
 
- Wow hai fatto proprio le cose in grande.
 
Emma prese la rosa e l’annusò. Aveva un profumo inebriante.
 
- Ho la sua mano milady?
- Ma certo – disse Emma porgendola a lui.
- E allora muoviamoci.
 
Killian portò la mano sotto al suo braccio e si incamminarono.
 
- Dove mi stai portando?
- Ogni cosa a suo tempo.
 
Fuori del palazzo una limousine nera li stava aspettando con l’autista al lato dello sportello passeggeri aperto.
 
- Grazie Bob, ci penso io.
- Come desidera signor Jones, aspetto una sua parola per partire.
- E questo cosa significa? – disse Emma sorpresa
- Che la principessa ha la sua carrozza per stasera. E non si trasformerà in una zucca a mezzanotte.
 
Killian la fece accomodare in macchina e poi la raggiunse passando dall’altro lato della macchina. Emma era stupita. Non aveva mai viaggiato a bordo di una macchina così lussuosa. Davanti a lei c’era un tavolinetto con due coppe, una bottiglia di champagne e molte tartine. Come le fu accanto, Killian diede il segnale all’autista perché partisse. Poi si dedicò a versare nelle coppe lo champagne per brindare.
 
- A noi – disse porgendo ad Emma uno dei bicchieri.
- Questo è davvero troppo Killian. Cioè è tutto bellissimo
- Niente per te è troppo. E non abbiamo ancora finito.
 
Estrasse dall’interno della giacca una busta e la diede ad Emma.
 
- Credo ci sia scritto il tuo nome su questa busta. Auguri!
- E no Jones! Mi avevi fatto una promessa!
- Sai che non sto mai a sentire … avanti, aprilo.
 
Emma prese la busta con mani tremanti e l’aprì con il cuore che iniziava a martellarle nel petto. Quanto tempo era passato dall’ultima volta che un uomo si era dimostrato così galante con lei e pieno di attenzioni? Ma fu quando capì il contenuto della busta che tutte le sue emozioni emersero prepotentemente anche sul suo viso. E Killian adorava essere l’artefice di quelle emozioni in lei.
 
- Sono due prenotazioni per la prima dello schiaccianoci al Boston Opera House!
- È il mio regalo per te, mi sembra di ricordare che sia una delle tue opere preferite e mi ha aiutato con il quadro per il concorso.
 
Emma si strinse a lui con impeto e gratitudine. Ecco il motivo dell’abito elegante e della macchina. E lei si sentiva incredibilmente donna quella sera, come non lo era stata mai.
 
- Ci impiegheremo un’oretta ad arrivare a teatro, sarà meglio mangiare qualcosa nell’attesa. Bob ci verrà a riprendere una volta finito lo spettacolo per riportarci a casa.
 
Emma si sentiva nervosa tra tutte quelle luci e quelle paillettes, ma al braccio di Killian si sentiva al contempo al sicuro. Lui sembrava così a suo agio in quel circolo mondano e faceva di tutto per infonderle sicurezza.
 
- Hai uno charme che la maggior parte delle donne presenti pagherebbero per averne almeno un pizzico.
- Mi vuoi far arrossire a tutti i costi?
- Vado a cambiare le prenotazioni con i biglietti, aspettami qui. C’è un po’ di ressa.
 
Killian le baciò la mano e poi si allontanò sorridente. Alle spalle di Emma, due occhi stavano seguendo ogni loro movimento. Li aveva individuati quando erano scesi dalla macchina e li aveva seguiti per tutto il tempo.

Si era appoggiata a una delle colonne in attesa che Killian tornasse quando qualcuno la chiamò.
 
- Emma, tesoro cosa ci fai qui?
 
Emma riconobbe immediatamente l’uomo dalla voce e si sentì morire dentro. Ancora una volta quando credeva che le cose potevano andare, qualcosa la riportava con i piedi per terra. Facendo appello a tutto il suo autocontrollo, si girò.
 
- Neal. Cosa ci fai tu qui? Anche in Canada hanno capito di che pasta siete fatti tu e tuo padre?
- Dal tono della tua voce, arguisco che ancora sei arrabbiata con me.
- Perspicace. Mi hai lasciata con una montagna di debiti da ripianare. Cosa ti aspettavi un caloroso abbraccio come se niente fosse?
- Hai ragione. Ti farà piacere sapere che io e mio padre abbiamo chiarito la nostra posizione e che ti ho sollevata da ogni responsabilità.
- Era ora, visto che non sapevo nulla!
- Visto che le cose sono a posto, mi stavo chiedendo se anche tra di noi le cose potevano aggiustarsi.
- Ascolta non ho voglia di parlarne con te.
 
Emma stava guardando nervosamente verso la biglietteria. L’ultima cosa che voleva era ferire Killian nel vederla non con un altro qualunque, ma proprio con Neal.
 
- Ah già il tuo accompagnatore. È una cosa seria?
- Non sono affari tuoi e ora vattene.
- Perché? Che differenza fa se ci vede insieme? – si avvicinò a lei con fare piacente
- Non voglio – replicò Emma schernendosi – e ora lasciami in pace.
 
Emma si allontanò da lui e si diresse verso la biglietteria. Voleva Killian vicino per allontanare i fantasmi del suo passato. Neal non la perdeva d’occhio un momento. Raggiunse Killian dopo pochi secondi ancora sconvolta.
 
- Emma che succede? – chiese lui preoccupato
- Niente. Ci avviamo?
 
Killian sapeva che stava mentendo come sapeva che non voleva parlarne. Sperò che qualunque cosa fosse successo non avrebbe pregiudicato il resto della serata.

Si accomodarono in un palchetto a loro interamente riservato. Killian, da gentiluomo, fece accomodare Emma per prima e poi si sedette accanto a lei. Nella luce soffusa, la donna sentiva gli occhi di Neal seguire ogni loro movimento. Dopo pochi minuti lo individuò nella folla, intento a fissarli. Emma si voltò un momento verso Killian, che stava leggendo il libretto messo a loro disposizione. Fortunatamente non sembrava essersi accorto di nulla. Istintivamente si strinse a lui, cercando il suo braccio. Non voleva far ingelosire Neal, non le interessava nulla di lui, ma i fantasmi che l’avevano inseguita per tanto tempo si stavano riaffacciando in lei minacciosi. E inaspettatamente Killian fece passare un braccio intorno alla sua vita e la avvicinò a sé ancora di più.
 
- Non so perché quell’uomo ci sta fissando. Ci segue da quando abbiamo salito le scale per venire qui. Se ti ha infastidita in qualche modo, non esitare a dirmelo che lo sistemo come merita.
 
Emma poggiò la fronte sulla sua spalla. Prese un respiro profondo e poi iniziò a parlare.
 
- Quello è Neal Gold.
- Cosa? Emma guardami negli occhi. Ha fatto qualcosa che non doveva? Scendo e giuro che gli faccio pentire di aver rimesso piede in America!
 
Killian stava per alzarsi come una furia. Ci mancava quello stronzo a rovinare la serata che lui aveva preparato con cura per lei. Non glielo avrebbe permesso, a costo di scendere e prenderlo a pugni davanti a tutti. Aveva fatto una discreta pratica nelle risse da bar nei bassifondi di Boston. Emma però lo trattenne accanto a sé.
 
- Non lasciarmi sola, ti prego. Quell’uomo ha rovinato gli ultimi cinque anni della mia vita. Non voglio che mi rovini un giorno di più, e soprattutto non questo.
 
Killian la guardò negli occhi. Aveva ragione: il modo migliore di farla pagare a quel tizio era dimostrare che non era riuscito a turbare la loro serata in nessun modo. Le sorrise dolcemente e tornò ad abbracciarla.

Dalla sua posizione Neal abbassò lo sguardo. La Emma che aveva lasciato sarebbe corsa subito da lui, ma non la donna che aveva avuto di fronte pochi istanti prima. Lo aveva dimenticato e ora c’era un altro accanto a lei.

Per tutto lo spettacolo Emma e Killian si erano stretti l’uno all’altro. Si stavano raccontando che lo facevano per fare dispetto a Neal, ma come poteva vederli nel buio della sala? Ed era stato proprio quel buio il custode dei loro gesti, delle carezze, degli sguardi che si erano scambiati, delle parole sussurrate nell’orecchio per non disturbare, ma che avevano avuto il vantaggio di farli stringere ancora di più, come se i loro corpi sentissero chiaro il bisogno di quel contatto tra loro. Lui la stava corteggiando e lei si stava facendo corteggiare. Brillavano come stelle e ne erano felici.

Una volta che le luci si rialzarono la magia che li aveva uniti nel buio non svanì. Oramai si erano scordati di Neal persi come erano l’uno nell’altro. Killian la riprese sottobraccio e la condusse verso l’uscita.  

Nella limousine c’era silenzio, ma Emma era felice. Killian lo leggeva nei suoi occhi limpidi e sinceri.
 
- Sono felice di vederti così Emma. Davvero.
- Io non so davvero come ringraziarti. È stato tutto bellissimo. E poi lo schiaccianoci!
- Adoro i tuoi occhi che brillano e poi era proprio questo il mio scopo: farti passare una bella serata.
 
Emma stava aspettando Killian davanti al portone. Stava ringraziando Bob e gli stava dando una buona mancia. Quando la raggiunse il suo corpo fu scosso da un brivido, lo stesso che aveva avvertito la volta che l’aveva riaccompagnata a casa dopo aver scoperto di Neal. E lì capì che non era il freddo l’artefice, ma la vicinanza di Killian.
 
- Muoviamoci, sei così fredda.
 
Era quasi mezzanotte quando rimisero piede nel loro appartamento. La serata era volata fin troppo velocemente, ulteriore conferma che il tempo trascorso insieme era stato piacevole. Ma Killian voleva di più. E nella semi oscurità del soggiorno gli sembrò che quegli occhi verdi volessero la stessa cosa. E senza chiedere il permesso, Killian la baciò ancora appassionatamente. Più la baciava e più sapeva che stavolta non si sarebbe accontentato di quello. Emma stava rispondendo al suo bacio, anche se lui sentiva serpeggiare sulle sue labbra una certa tensione. Killian portò una mano sullo chignon di Emma per slegarle i capelli: era l’apoteosi della sensualità quando li portava lunghi sulle spalle. Lei capì subito quale fosse il significato sottinteso di quel gesto e sentì una vertigine di piacere mista a paura. La cosa non sfuggì a Killian, che sciolse le labbra dalle sue per permetterle di assorbire quello che era appena successo tra loro.
 
- Cosa c’è Emma? Quello che sto facendo ti rende nervosa? – le chiese dolcemente
- Un po’.
- Sai che non voglio farti fare niente che anche tu non voglia.  
- Lo so, ma ho paura.
- Se vuoi che mi fermi lo farò e se vuoi rifiutarmi va bene, ci sta. Ma ti prego, fallo perché non provi per me lo stesso sentimento che io provo per te, che sto provando per te in questo momento, e non per paura di quello che invece senti.
- Killian non ho paura di quello che provo per te. Ho paura che se mi lascio andare ai miei sentimenti, ti perderò irrimediabilmente come ho perso tutte le persone cui ho tenuto nella mia vita. Ed io morirei se questo dovesse succedere.
- Non mi perderai mai, te lo giuro – le baciò la fronte e poi ancora le labbra.
- Non fare promesse che non puoi mantenere – disse lei cercando di allentare la sua stretta.
- Non riesci davvero ad immaginare alcuna possibilità con me?
- Ma non lo capisci che è l’esatto opposto? Ho paura proprio perché lo voglio.
- Davvero?
- Sì. E nell’esatto momento in cui mi lascerò tutto alle spalle, tutto avrà inizio.
- Questa è musica per le mie orecchie. Fidati di me e credimi: non c’è nulla di cui avere paura nel nostro futuro. Non smetterò mai di credere in noi.
 
Killian la baciò ancora per suggellare quella promessa. Stavolta le labbra di Emma risposero senza tentennamenti. E poi la magia ebbe inizio. Emma sciolse il suo chignon e lasciò ricadere i lunghi capelli sulle spalle, assecondando quello che era stato il desiderio di Killian.
 
 - Vorrei fare l’amore con te. – disse Killian d’impeto - Ti desidero da sempre, dalla prima volta che ti ho vista entrare alla galleria. Sapevo che eri diversa, che eri fatta per me come io lo sono per te.
 
Emma arrossì ma i suoi occhi erano pieni di eccitazione e desiderio.
 
- Anche io ti voglio.
 
A quelle parole la frenesia di Killian divenne davvero incontenibile. Senza staccare le labbra da lei, la prese in braccio e iniziò a camminare verso il corridoio.
 
- Che fai? – chiese Emma sorpresa
- Ti porto via principessa.
 
E senza darle il tempo di replicare la condusse nella sua stanza.


ANGOLO DELL'AUTRICE:
Direi che questi due ormai ci sono dentro fino al collo ...
Allora finalmente si sono lasciati andare a quello che provano. Spero di no aver ecceduto nel romanticismo e nel miele ma mi mancano loro carini e coccolosi. Il vestito rosso di Emma dovrebbe essere simile a quello del finale di stagione della terza serie. Spero davvero vi sia piaciuta l'idea del teatro e del balletto come regalo di compleanno di Killian, ma temo non sopravviverà ancora una vota a una notizia bomba di Mary mentre beve XD!
Abbiamo anche incorciato un personaggio che finora è rimasto sullo sfondo: il caro Neal Gold. Apparizione sporadica? Avrà in mente qualcosa? Vedremo.
Ora c'è da scoprire cosa è successo oltre quel corridoio e lo faremo nel prossimo capitolo ... #stop.
Come sempre grazie davvero di tutto!! Davvero!
Un bacione grandissimo
Persefone

p.s e stasera è uscito il titolo della 6x01 ... hello disagio my old friend ...
 
  
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