Faded.

-Apri questa porta Satsuki! Aprimi!- 
Sbatteva violentemente la mano sulla porta, freneticamente, incessantemente. Il legno tremava tanto sotto quella furia, e certamente si sarebbe potuta rompere da un momento all'altro. Ma quella violenza non portò ad alcuna risposta proveniente dall'altra parte di quella porta, ne un vociferare ne un sospiro trapelava affinché potesse calmare il suo animo. Senza pensarci due volte rientrò frettolosamente in casa sua prendendo le chiavi di emergenza che lei stessa gli aveva dato. Infilò con furia la chiave nella serratura girandola violentemente, ma quando riuscì finalmente ad aprire la porta di Satsuki il panorama che si riflesse nei suoi occhi lo bloccò. Bianco.

-Satsuki?-

*

-Ma che cavolo stai combinando? Fai un baccano assurdo! Non riesco a dormire!-

Non ricordava come era successo, ma anche quel giorno si ritrovarono a litigare. Come sempre la motivazione era insulsa, ma ciò non li fermava dall'urlarsi contro, immobili sui cipigli delle loro porte di casa, poste l'una di fronte a quella dell'altro.

-Perché ogni volta ti arrabbi così tanto?-

Lui urlava ma a lei le parole iniziarono a morire in gola poco dopo. Negl'ultimi mesi quella scena si era presentata come un loop nelle loro vite, permettendogli di logorare ciò che in diversi anni la loro amicizia aveva creato per unirli.

-Perché hai dei modi di fare terribili e petulanti! Ti ho chiesto mille volte di farla finita!-
-La devi smettere di trattarmi così!-
-Sta zitta e sparisci.-

Poi la porta le si sbatté violentemente in faccia alzando una lieve folata d'aria che la investì. Il silenzio calò inesorabile sullo scenario, così freddo e gelido da annullare la calura di quell'estate appena arrivata. Lei rimase ferma immobile, forse anche per cinque minuti, a fissare quella porta. Di secondo in secondo la luce degl'occhi si affievolì lasciando spazio ad un velo opaco di lacrime che rimasero ferme attorno le sue iridi rosee senza percorrere le pallide guance. Alla fine anche lei rientrò in casa sua, si voltò un attimo a guardare la porta chiusa di Aomine. Sospirò e infine con delicatezza chiuse definitivamente la sua. 

*

Vuoto, un bianco pallido inondava le pareti annullando così tutto quello che avrebbe potuto ricordargli lei. Era rimasto solo il mobilio che trovarono lo stesso giorno in cui lei decise di vivere sola in quelle quattro mura che si premurava di scaldare con un sorriso. Di lei invece non era rimasto niente. Freddo.
Guardò quella stanza vuota per un tempo indefinito, come se non accettasse la consapevolezza che la sua amica se ne fosse andata, ma in quel momento capì da cosa era dovuto quel trambusto che, quell'ultimo giorno in cui avevano litigato, lo aveva privato del sonno. Satsuki non c'era più, era uscita silenziosamente dalla sua vita, al contrario di come vi era entrata.
Da quanto se ne era andata in realtà?
Alla fine, anche lui, chiuse quella porta per un'ultima volta.








Dove la figlia del Rosso riposa;
Eccomi per la seconda volta qui. Secondo me Kuroko no Baket mi fa male, mi fa scrivere storie leggermente tristi. Anche questa è una cosa scritta molto di getto, per cui se risulta sbagliata, insulsa o che è molto probabile. Ma quando scrivo cose del genere il mio animo mi supplica di pubblicare. Per quanto riguarda i due protagonisti devo dire che l'AoMomo non mi dispiace, insomma mi piace il loro legame, Momoi la amo e la odio, ma di sicuro ha la mia ammirazione. In queste poche righe ho preferito dipingere il loro legame come amicizia, lo vedo molto più realistico. Ringrazio chiunque è arrivato in sin qui e spero di ricevere qualche parere, sarò sincera!! Grazie ancora, un abbraccio, Girei.