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Autore: Eleanor_    26/06/2016    1 recensioni
In realtà nata come compito di italiano, avevo voglia di condividere il mio piccolo scritto, il cui protagonista è il Paolo Malatesta raccontato da Dante.
***
- Allora, signor Paolo… Come sta oggi? –
- È una domanda seria?! – dice debolmente, tanto che fatico a sentirlo sopra a tutto quel baccano. – Come vuole che stia, scusi? Sono condannato per l’eternità a dannarmi in questa maledetta tempesta, con queste maledette anime, perché il mio maledetto fratello mi ha ucciso! –
- Intuisco che abbia trascorso giornate migliori. –
Genere: Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Paolo e Francesca
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Intervista impossibile a Paolo Malatesta
 
Questa mattina, sto aspettando una chiamata molto particolare. Dovrò intervistare un personaggio molto conosciuto, discusso e studiato in Italia.
Compongo il numero che mi è stato fornito e non appena qualcuno accetta la chiamata, un caotico rumore mi fa sobbalzare sulla sedia.
- Pronto? – risponde qualcuno.
- Salve, sto cercando il signor Paolo Malatesta… è disponibile? -
In sottofondo urla, lamenti, parole piuttosto volgari e pianti. E il rumore del vento.
- Sono io – risponde una voce laconica e triste.
- Buongiorno, signor Paolo! – lo saluto, realizzando che egli è proprio l’uomo a cui dovrò porre le mie domande.
Lui risponde con un grugnito. – Giorno? È giorno? In questo maledetto Inferno non esiste la luce del sole, è sempre notte qua! –
Comincia a piangere, scosso da singhiozzi.
Mi impietosisco un po’ ma decido di proseguire: sono qui per raccogliere informazioni, dopotutto.
- Allora, signor Paolo… Come sta oggi? –
- È una domanda seria?! – dice debolmente, tanto che fatico a sentirlo sopra a tutto quel baccano. – Come vuole che stia, scusi? Sono condannato per l’eternità a dannarmi in questa maledetta tempesta, con queste maledette anime, perché il mio maledetto fratello mi ha ucciso! –
- Intuisco che abbia trascorso giornate migliori. –
Il suo silenzio mi sprona a proseguire.
- Tutti i lettori sono molto curiosi, vede, e mi domandavo se potesse raccontarmi chi è la signora Francesca, parlarmi un po’ di lei. –
- Francesca! Ah! Che disgrazia! Mi ha trovato in uno dei pochi momenti in cui non ho quell’arpia alle calcagna! Be’, che dire di lei… una bellezza fuori dal comune, la sua. Mio fratello nonché suo marito, brutto come la morte, non la meritava. E così, un po’ per pietà verso di lei, un po’ a causa della sua apparenza graziosa, mi sono invischiato in una storiella passionale. Noi credevamo fosse amore, lo credevamo veramente. D’altronde, lei era bella, e non poteva non ricambiare la mia ammirazione spassionata e così ci siamo lasciati prendere troppo dalla passione. Solo una volta in questo tremendo luogo di dolore ho capito che avevo fatto un grosso errore, e non era certo amore quello che provavo per lei! –
Il signor Paolo ricomincia a piangere dopo questa breve sfuriata.
- Ma insomma! Sta parlando di lei come fosse un oggetto! Se veramente non l’amava non sareste finiti in questo “luogo di dolore” insieme, non trova? –
- Questa è proprio la pena più grande! Avere ogni giorno fino alla fine dei tempi accanto a me la donna per la quale ho perso la mia vita. –
- Oh andiamo Paolo, non faccia la vittima. Mi può parlare di come si è innamorato di lei? Sono sicura che tutti vogliono conoscere la vera storia –
- Oh, se ripenso a quel momento, non so se sorriderne o piangerne. –
- Ma lei sta già piangendo… -
- E va bene, le racconterò tutto. Era nostra consueta abitudine appartarci un po’ per leggere assieme. Il momento in cui capimmo i sentimenti per l’altro, stavamo leggendo un poema che parlava di Lancillotto e della regina Ginevra, moglie di re Artù. Eravamo immersi nella lettura, scambiandoci occhiate di sottecchi e avvicinandoci piano. Era così bella che ancora adesso, mi scalda il cuore pensarci… Comunque, non appena arrivammo al fatidico momento in cui Lancillotto bacia la regina, pur sapendola sposata… non sono riuscito a contenere la passione dentro di me, e l’ho imitato. Da quel momento, ciò che facemmo, resterà fra noi. –
Il signor Paolo, sconsolato, sospira.
- È molto romantico! –
- Sì, sì… Romantico… Sta di fatto che non sarei qui se non fosse stato per colpa di quella disgraziata! –
Ancora una volta, scoppia in un pianto malinconico.
- Paolo, la smetta di piangere! Cosa risolve così? –
- Ormai non ho più nulla da perdere… Non poteva accadermi cosa peggiore: condannato all’inferno in attesa dell’aggravamento della mia pena, ucciso prima del tempo dal mio maledetto fratello e… sempre in compagnia della causa delle mie sofferenze! Ho perso la mia vita! Ero giovane, bello, colto, e avevo molto tempo per vivere davanti a me. Non mi resta che piangere e disperarmi, oramai. –
- Ma scusi, non le pare che, per metà, la colpa sia sua? Infondo è stato lei a baciare per primo Francesca, lei che ha accettato così i rischi e le conseguenze di quell’amore proibito. Io penso che avere accanto a sé Francesca sia un privilegio anche all’Inferno. –
- Ma che privilegio e privilegio! Non esiste questa parola quaggiù! Francesca è stata la causa di tutto! Però devo dire che… grazie a lei… ho vissuto attimi di dolcezza e passione che… ah! Non riesco a pensarci! –
- Abbiamo finito? – domanda infine.
- Sì. Grazie del suo tempo, signor Paolo. Spero che… ehm… la smetta di piangerci su e continui la sua “vita” felicemente con Francesca. –
- Ah, se fosse possibile… l’unico modo in cui potrei riprendere la mia felicità, sarebbe tornare in vita, e rimediare agli errori! –
- Avanti, non mi dica che non rivivrebbe la storia con Francesca… -
Lui sospira, e sento il vento impetuoso farsi sempre più insistente.
- No, assolutamente non lo farei! Be’, forse… -
Improvvisamente, non sento più alcun suono provenire dalla cornetta, e mi accorgo che è caduta la linea.
Che personaggio! Sicuramente, le parole e la storia raccontate dal signor Paolo, non le dimenticherò facilmente.
 
(881 parole, titolo escluso)
  
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