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Autore: Gamora96    26/06/2016    0 recensioni
Dal testo: "La donna si alzò dal candido divano, senza staccare lo sguardo dal suo per un solo momento. Mentre camminava verso di lui era così bella che Lincoln non riuscì a spiccicare parola. Non potè fare altro che osservarla, ammirare il suo corpo candido e formoso, il suo viso perfetto, incorniciato da corti capelli scuri in contrasto col chiaro azzurro dei suoi occhi e le labbra rosee"
Questa ff presenta una coppia che probabilmente non si vede spesso, ovvero Lincoln e Gretchen XD Personalmente sin dall'inizio della terza stagione ho sempre pensato che potesse esserci una buona alchimia tra i due perciò ho deciso di provare a scrivere qualcosa :3 fatemi sapere cosa ne pensate e non abbiate paura di rivolgermi delle critiche. aiutano sempre a migliorare ;)
Genere: Erotico, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Lincoln Burrows
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Gretchen Morgan. Una donna di polso, sempre pronta a fare tutto ciò che possa permetterle di sopravvivere in quello schifo di mondo in cui pochi stolti ancora si ostinavano a credere.
Da anni ormai si era resa conto della triste realtà delle cose.
Senza volerlo, si era ritrovata catapultata all'interno di un sistema corrotto e crudele, nel quale le possibilità di sopravvivenza erano limitate.
L'avevano trasformata in un'arma, una donna senza cuore, pronta a portare a termine qualsiasi tipo di lavoro, anche il più crudele, pur di sopravvivere. Il fallimento non era tollerato all'interno della Compagnia, e sebbene Gretchen non fallisse molto spesso, diverse volte si era ritrovata a ricoprire il ruolo della vittima, e non del cacciatore.
Era stata torturata così tante volte, da diventare una sorta di macchina, con una decisione e una volontà di ferro, in grado di sopportare qualunque tipo di dolore.
Sebbene la vita non le avesse offerto altro che orrore e sofferenza, Gretchen desiderava vivere con tutta se stessa. In cuor suo continuava a sperare che qualcosa potesse cambiare, che in qualche modo potesse essere libera, e avere la possibilità di passare quanto più tempo possibile con sua figlia, la sua bambina, che era stata costretta ad abbandonare sin dalla nascita e che ora conosceva a malapena.
Vendere Shylla era la sua unica possibilità, e ci era andata così vicina ...
Guardò Lincoln con diffidenza. L'uomo era ancora immobile, di fronte a lei, e aveva smesso di toccare il suo corpo.
Mai in vita sua le era capitata una cosa del genere. Lo sguardo di Lincoln la confondeva, la metteva a disagio.
Si sentiva esposta, vulnerabile, e questa sensazione non le piaceva affatto. Persino durante le torture più crudeli, era stata in grado di mantenere il sangue freddo, di mantenere il controllo della situazione e di essere padrona delle proprie emozioni, ed ora era bastato un semplice sguardo, un tocco gentile sulla sua pelle, a farla andare in confusione.
Conosceva bene gli uomini. Ne aveva scopati così tanti, e per così tante ragione, che quasi non riusciva a ricordare i loro volti.
Gli uomini erano dei maiali. Lo aveva capito a caro prezzo e aveva imparato ad accettare la cosa, a controllare le proprie emozioni in modo che ogni rapporto avuto con qualcuno non fosse altro che un atto carnale, portato avanti per la realizzazione dei propri obbiettivi.
Ognuno degli uomini con cui era andata a letto, l'aveva guardata con disprezzo, trattandola come un animale.
Per la Compagnia Gretchen era solo un'arma, uno strumento da utilizzare per raggiungere il proprio obbiettivo e da buttare via con facilità al primo accenno di pericolo. La donna non era abituata a sentirsi sfiorare con gentilezza, a vedersi guardare con compassione.
Erano anni ormai che nessuno si preoccupava per lei, che nessuno le chiedeva come si sentisse o cosa desiderasse, e sapere che proprio Lincoln, l'uomo a cui aveva fatto così tanto del male, lo stava facendo la fece sentire così strana ...
Aveva rapito suo figlio, minacciato lui e suo fratello di morte, torturato la cara dottoressa Tancredi solo perchè le era stato ordinato. Era convinta che Lincoln la odiasse!
"Allora?" chiese l'uomo accigliandosi al suono del suo silenzio "Hai intenzione di rispondermi?"
Gretchen lo spinse via, alzandosi dal tavolo di vetro e afferrando in fretta il reggiseno per potersi rivestire.
"Non credo che questo ti riguardi Linc" rispose voltandogli le spalle.
"Non dovresti chiamarmi Linc" fece lui con severità rivolgendole quello sguardo duro, di puro disprezzo, al quale Gretchen era così abituata. Questo la aiutò a riprendere il controllo delle proprie emozioni.
Si voltò verso di lui, sorridendo divertita
"Credevo che avessimo raggiunto un certo livello di intimità dopo oggi"
Lincoln non rispose, e Gretchen si rabbuiò. Proprio non riusciva a capirlo. Sin dal loro primo incontro, aveva creduto che Lincoln fosse come ogni altro uomo, che fosse facile da leggere, da controllare, eppure le capitava a volte di guardarlo negli occhi, in quegli chiari così severi e sicuri di sè, e di non capire a cosa stesse pensando.
Era un uomo severo, ma con un grande cuore. Non si tirava mai indietro quando si trattava di proteggere le persone che amava, ed era pronto a fare qualsiasi cosa per loro.
In questo probabilmente erano piuttosto simili. Gretchen aveva voluto credere che non fosse così, che lei fosse in grado di affrontare qualsiasi cosa, di guardare il mondo attorno a sè con assoluta freddezza, incurante di tutto ciò che non riguardasse, in prima persona, la sua stessa vita.
Quando aveva saputo che T Bag e Don Self tenevano in ostaggio la sua famiglia, però, si era sentita quasi morire. Tutta la calma e l'autocontrollo che aveva cercato di mantenere in tutti quegli anni, lavorando per la Compagnia, erano svaniti nel nulla, lasciando spazio ad una paura che non aveva mai provato prima.
Se fosse accaduto qualcosa alle persone che amava, non sarebbe più stata in grado di andare avanti, non avrebbe più trovato la forza di guardarsi allo specchio, consapevole del fatto che era stata il tipo di vita da lei condotta a mettere a rischio le loro vite.
"Sai Lincoln" disse afferrando la camicia bianca rimasta a terra e rivestendosi lentamente "Devo dire che sono piuttosto offesa. Credevo che tu volessi la stessa cosa"
"Scusa tanto se mi sono preoccupato per te!" esclamò lui furioso facendola rabbrividire "Devo essere completamente impazzito. In fondo tu non hai bisogno dell'aiuto di nessuno. Sei solo una stronza doppiogiochista priva di sentimenti"
Gretchen sorrise divertita, sebbene non ci fosse gioia sul suo viso. Come volevasi dimostrare! Eccolo qui il vero Lincoln. L'uomo che aveva desiderato ucciderla sin dal primo momento, che aveva trovato il coraggio di piazzare una bomba nella sua macchina e di puntarle una pistola alla testa in cambio della vita di LJ.
È così che dovevano andare le cose.
Gretchen e Lincoln non avrebbero mai potuto considerarsi davvero compagni. Questa loro collaborazione forzata non sarebbe durata a lungo. Prima o poi, uno dei due avrebbe tradito l'altro per andarsene per la propria strada e Gretchen non aveva intenzione di farsi fregare.
Da quando la Compagnia si era fatta strada nella sua vita, non era più stata libera di pensare, di ragionare, di fare ciò che avrebbe voluto. Non era più stata libera di vivere.
Questa situazione iniziava davvero a stancarla e non aveva intenzione di continuare a vivere in questo modo. Avrebbe elaborato un piano. Un piano perfetto, che le avrebbe permesso di mettere da parte abbastanza soldi per sparire nel nulla e lasciarsi tutto alle spalle.
Guardò Lincoln, che nel frattempo si era voltato, osservando assorto il panorama fuori dalla grande finestra dell'albergo.
Doveva ammettere che le sarebbe mancato. Non mentiva quando disse di desiderarlo. Quell'uomo aveva sempre avuto per lei una grande attrattiva. Era affascinante, sicuro di sè, sempre molto diretto con lei come con chiunque altro. Tradirlo, comunque, sarebbe stato estremamente più facile se l'uomo, pochi minuti prima, non le avesse rivolto quello sguardo tanto dolce. Se non se lo fosse tolto dalla testa, le avrebbe sicuramente dato dei problemi.
Dischiuse appena le labbra, non sapendo bene cosa dire. Sebbene l'odio da parte di quell'uomo fosse esattamente ciò che si aspettava, le sue parole l'avevano piuttosto ferita.
"Io ..." la sua voce si spense nel momento in cui sentì spalancarsi la porta della stanza.
Gretchen sbuffò irritata quando vide entrare gli altri componenti della sua squadra, incrociando le braccia al petto e guardandoli con diffidenza.
I due uomini rimasero in silenzio per alcuni secondi, sorpresi dalla scena che si ritrovarono davanti agli occhi.
Lincoln era ancora a torso nudo, la cerniera dei pantaloni leggermente abbassata ma, fortunatamente, con i boxer perfettamente al loro posto. La giacca scura di Gretchen era abbandona sul pavimento, accanto al divano, e la camicia chiara della donna era aperta laddove erano saltati alcuni bottoni.
Il primo ad aprire bocca fu T Bag, che dovette trattenere una grossa risata di fronte all'espressione frustrata di Lincoln Burrows.
"Dobbiamo esserci persi un gran bello spettacolo!"
   
 
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