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Autore: SofyTrancy    27/06/2016    0 recensioni
Ciao a tutti!
Questa è una FF AU sul mondo di Bravely Default, raccontata alternamente dai quattro personaggi principali!
In questa storia troverete tutti i personaggi appartententi al gioco... in vesti molto diverse dalle loro!
Curiosi? Allora iniziate a leggere!
(ATTENZIONE: Possibili SPOILER per chi non ha finito COMPLETAMENTE il gioco.)
(Coppie principali: Ringabel/Edea e Tiz/Agnés)
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Agnés Oblige, Edea, Ringabel, Tiz, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: Spoiler!
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~ Ringabel ~

Impossibile... o forse no?
 

Sorrisi, osservando Tiz correre fuori dalla camera dell'ospedale e inseguire Agnès.

Era così ovvio che era cotto di lei...

«Ringabel...»

Mi voltai verso Edea, notando immediatamente la preoccupazione che aveva nei suoi occhi.

«Che succede...?» le chiesi, accomodandomi meglio a sedere sul letto.

La bionda abbassò lo sguardo, mentre le lacrime rischiavano di uscire dai suoi occhi.

Il mio sguardo era fermo su di lei.

Forse...

«Quel maniaco ti ha fatto qualcosa?!» esclamai ad un certo punto, mentre stringevo le mani in due pugni.

«Cosa...?»

«Quando sono svenuto, lui era ancora cosciente?! Ti ha fatto del male?!» chiesi, quasi urlando.

Lei scosse la testa.

«N-no! Non mi ha n-neanche sfiorata!» rispose prontamente.

Tirai un sospiro di sollievo.

«E allora perché stai per piangere?» domandai con voce più dolce.

Edea alzò lo sguardo e i miei occhi si rifletterono in quelli lucidi di lei.

Una lacrima le solcò la guancia.

«E' t-tutta colpa mia...– sussurrò, portandosi le mani al volto e nascondendolo tra di esse –E' t-tutta colpa mia se tu... s-sei qui...»

Sentii il cuore come trafitto da mille lance.

Le afferrai il braccio e la tirai verso di me, facendola alzare dalla sedia e finire tra le mie braccia.

Ignorai la fitta di dolore che mi colpì la spalla destra e strinsi la ragazza a me.

«R-Ringabel...?»

«Non è colpa tua. Hai fatto bene a chiamarmi.– la rassicurai –Non ti devi incolpare, ok? Come vedi sto bene. So che hai avuto paura e mi dispiace... se hai bisogno di sfogarti puoi piangere se vuoi.– aggiunsi poi, passandole una mano sulla nuca –Io non ti giudicherò.»

La sentii premere le sue esili braccia contro la mia schiena, mentre silenziosamente iniziava a piangere sulla mia spalla sana.

«H-ho avuto tanta paura.» singhiozzò, premendo ancora di più il viso contro di me.

«Lo so...» sussurrai io, continuando ad accarezzarle la testa.

Non so per quanto tempo restammo in quella posizione.

In quel momento, era come se il tempo si fosse congelato.

Non esisteva niente al mondo tranne noi, niente tranne Edea che tremante si rannicchiava sempre di più tre le mie braccia.

«G-Grazie...– disse la bionda ad un certo punto, allentando la presa –O-ora va meglio.»

Sorrisi, liberandola dalla mia stretta e asciugandole le lacrime con la manica della maglia.

I nostri sguardi si incrociarono.

Il cuore iniziò a battermi all'impazzata, come se mi stesse quasi implorando di farlo uscire dal petto.

Eravamo vicinissimi.

I nostri volti quasi si sfioravano, i nostri respiri si sovrapponevano l'uno all'altro.

Il mio corpo iniziò a muoversi da solo.

Feci scivolare la mano sinistra dagli occhi alla guancia di Edea, accarezzandogliela dolcemente.

Lei continuò a guardarmi, portando la sua sulla mia mano destra e stringendola tra le dita, facendole incrociare.

Iniziai ad avvicinarmi e lei fece lo stesso.

La vidi chiudere gli occhi, mentre un leggero rossore si impadroniva delle sue guance.

Eravamo così vicini, le nostre labbra quasi si sfioravano...

«Dovete spegnere la luce, è tard...oh, ho interrotto qualcosa?»

La voce della cameriera mi fece riscuotere.

Mi allontanai velocemente da Edea e lei fece lo stesso, lasciando immediatamente andare la mia mano.

«N-non si preoccupi.– balbettò la ragazza, alzandosi –V-vado a prendere qualcosa da bere e p-poi a-aspetterò Tiz qui da b-brava.»

«Edea...»

«T-tu intanto prova a dormire!» esclamò lei, spegnendo la luce e correndo fuori dalla porta, seguita dall'infermiera.

 

Mi sdraiai sul letto, battendomi una mano al viso.

Possibile che fossi così stupido?!

Come potevo aver tentato di baciarla dopo tutto quello che le era successo quella sera?!

E soprattutto... che mi era preso?! Non era da me perdere il controllo in quel modo!

La scena di poco prima mi tornò in mente e io sentii le guance andarmi in fiamme.

Mi voltai a pancia in giù, affondando il volto nel cuscino.

Dovevo riuscire a dormire e smettere di pensare a ciò che era successo...

Mi misi di lato, a osservare il muro della stanza, pronto a chiudere gli occhi ed ad entrare nel mondo di Morfeo, quando la porta della camera si aprii.

«Ringabel... stai dormendo?»

La voce di Edea mi arrivò alle orecchie e io non risposi, continuando a tenere gli occhi fissi sulla parete nel buio della stanza.

«Pare di sì...» disse lei, sedendosi sulla sedia (o almeno così potei intuire dai rumori).

Il silenzio cadde nella stanza, rotto solo dal ticchettio dell'orologio.

Lo osservai con la punta dell'occhio: erano quasi le 2 e Tiz non era ancora tornato...

Che avesse finalmente compiuto il grande passo e fosse diventato un adulto?

No ok era impossibile. Sia per un tipo come lui che per una come Agnès.

Quei due lo faranno a cinquant'anni...”

«Sai...– Edea tornò a parlare, interrompendo i miei pensieri –ti ho rivalutato molto...»

La sentii alzarsi e fare qualche passo verso di me, per poi mettersi accanto al letto.

«Ora non sei più nella “lista nera come la pece”...– sussurrò, ridacchiando –ma neanche in quella “bianca come la neve”.»

Ok, non la seguivo più.

«Insomma, il punto è che... mi ha fatto piacere che tu mi abbia aiutato... anzi... ne sono felicissima.– la sua voce era dolce –Grazie di tutto Ringabel... sono felice di essere finita in coppia con te.» aggiunse infine, prima di tacere.

A sentire le ultime parole, il cuore iniziò a battermi nuovamente nel petto.

Perché? Perché sapere che lei era felice di essere in coppia con me mi faceva quell'effetto?

Mi voltai.

Le mie guance arrossirono tutte di un colpo, rischiando quasi di andare a fuoco.

Edea si trovava in ginocchio accanto al letto, la testa poggiata sulle braccia, un dolce sorriso sul volto.

Per poco il cuore non rischiò di uscirmi dal petto.

Si è addormentata...” pensai, spostandole una ciocca di capelli che le copriva il volto.

Mi lasciai sfuggire una risata, notando che al mio tocco nascose ancor di più il volto tra le due braccia.

Beh, infondo... era carina...

Le guance tornarono in fiamme non appena formulai quel pensiero.

Ma cosa cavolo mi stava succedendo?
Non ero certo il tipo che arrossiva se pensava che una ragazza era carina!

Ripensai a come mi ero comportato poco prima, mentre i miei occhi si spalancarono.

Cosa cavolo mi stava succedendo? Io non avevo mai trattato una ragazza così dolcemente!

Forse... mi ero innamorato...?

Impossibile!”

Tornai a osservare il viso addormentato di Edea, cercando di scacciare quei pensieri.

Ma, quando sentii l'impulso di piegarmi in avanti per darle un bacio sulla fronte e di augurarle la buonanotte, non potei più negare l'evidenza.

Quella ragazza era riuscita a conquistare il mio cuore.

   
 
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