Film > Alice nel paese delle meraviglie
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Autore: vavvina_95love03    27/06/2016    3 recensioni
STORIA REVISIONATA a Gennaio 2021.
Sono passati ormai quattro anni da quando Alice era tornata nel Sopramondo, ma a volte il destino non smette mai di sorprenderci e ti si presenta con un'occasione più unica che rara. Cosa sceglierà la nostra Alice? La mente o il cuore? La risposta sembrerebbe sì la più sconta, ma non sempre la strada per arrivarci è la più facile...
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alice Liddell, Cappellaio Matto, Quasi tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 2 – Sorpresa!

 

 

    Alice, dopo essersi tuffata nella fontana, stava precipitando al suolo con una velocità inimmaginabile. Di conseguenza iniziò ad urlare dal terrore ed i suoi occhi si serrarono strettamente quando, improvvisamente, sentì il suo corpo rimbalzare…
    "Oh… Devo ammettere che è stato un atterraggio più morbido di quanto mi aspettassi. Molto più morbido anche di quello dell’ultima volta”, pensò tenendo ancora gli occhi chiusi.
    Piano, piano, si decise ad aprire il primo occhio ed a seguire il secondo e quando mise a fuoco il paesaggio attorno a lei, rimase sbalordita dal constatare che non era atterrata su un campo di fiori o su un prato di caramelle (se mai ce ne fosse stato uno a Wonderland). No, quella su cui Alice era caduta era una soffice ed enorme nuvola bianca. 
    «Non ci posso credere… E adesso come faccio a scendere a terra!? Perché ogni volta che vengo a Sottomondo, ci arrivo sempre in modi diversi l’uno dall’altro!». Stava iniziando a farsi prendere dal panico, quando una voce catturò la sua attenzione...
    «Guardate! Ma quella non è la Paladina di Wonderland!?!» disse la voce misteriosa alle sue spalle.
    La ragazza si girò in direzione di quella voce e quello che vide la lasciò senza parole… Quelle che aveva di fronte a sé erano delle enormi tartarughe volanti, che al posto delle pinne avevano delle enormi ali con le quali potevano librarsi in aria come degli uccelli.
    «Ma voi volate! Che cosa buffissima» disse Alice sovrappensiero non rendendosi conto di aver parlato ad alta voce.
    «Come ti permetti a consideraci buffi!» le rispose di rimando una delle tartarughe volanti, che riprese subito la parola: «Sarai anche la Paladina di Wonderland, ma vedo che nessuno si è preso la briga di insegnarti la buona educazione! Non vedo proprio perché dovremmo riportare a terra questa ragazza! La Regina non ci aveva affatto detto che fosse così maleducata!» disse la Signora Tartaruga rivolgendosi, sul finire della frase, alle sue compagne.
    Alice si sentì un po’ offesa dalle accuse mosse dalla tartaruga, ma non fece in tempo a ribattere, che un’altra tartaruga prese la parola.
   «Suvvia Jenevieve, non essere così scortese. La nostra Alice ha fatto un lungo volo per arrivare fin qui e sicuramente ne sarà rimasta frastornata. E poi la Regina Mirana ci ha chiesto di scortarla fino al palazzo incolume onde evitare un altro atterraggio fortuito come l’altra volta. Comunque
» disse rivolgendosi per la prima volta ad Alice «il mio nome è Gaston ed è un immenso piacere ed onore fare la conoscenza della Paladina di Wonder. E come ho appena ricordato a Jenevieve», la quale lo fulminò con la sguardo, «siamo qui per scortavi sana e salva, fino a terra» e così dicendo le si affiancò facendole segno di salire sul proprio guscio.
    «Grazie» gli disse Alice con un sorriso e, mentre saliva in groppa a Gaston, aggiunse rivolta a Jenevieve: «E se ho arrecato delle offese verso qualcuno vi chiedo scusa, non ne avevo alcuna intenzione».
    «Hmph… Troppo facile chiedere scusa così…» borbottò quest’ultima.
    La giovane non diede troppo peso alle sue parole in quanto lo stormo aveva appena lasciato la soffice nuvola per iniziare a scendere in picchiata verso terra. Involontariamente Alice iniziò ad urlare e si aggrappò a Gaston pregando di riuscire a mantenere salda la presa sul suo guscio.
    Pochi secondi dopo Gaston toccò terra.
    «Ehi, Alice», disse dolcemente la tartaruga. «Puoi aprire gli occhi. Coraggio, siamo atterrati!».
    La ragazza aprendo lentamente gli occhi poté constatare che effettivamente avevano finalmente toccato terra.
    «Avreste almeno potuto avvisarmi del vostro metodo di atterraggio» disse mentre si teneva ancora saldamente al guscio del suo nuovo amico.
    «Ahahah, ma dove starebbe il divertimento nel volare, se ogni tanto non si provano sulla propria pelle delle forti emozioni!» le rispose allegramente di rimando la tartaruga. «Forza, non tardare oltre. Ci sono delle persone che ti stanno aspettando e che non vedono l’ora di rivederti. Non credo sia degno, per una valorosa Paladina come te, farle attendere ancora a lungo».
    Alice scese dall’enorme guscio e poggiò finalmente i propri piedi al suolo. «Ha ragione. Grazie di tutto Gaston e anche a tutti voi» disse rivolgendosi allo stormo che volteggiava sopra le loro teste. «Senza il vostro aiuto sarei ancora su quella nuvola a guardare Marmorea dall’alto».
    «Figurati cara, speriamo di rincontrarci presto, magari per un altro volo ancora più adrenalinico!» le sorrise l’amico.
    E mentre lo stormo riprendeva il volo e Alice li salutava con un sorriso, sperò, in cuor suo, di non dover mai più salire sul guscio di Gaston o su quello di un’altra tartaruga volante.
    Qualche minuto dopo la ragazza si guardò attorno e riconobbe il viale che portava al castello della Regina Mirana, così si incamminò in quella direzione fino a quando, ad un certo punto, non sentì una strana presenza alle sue spalle, come se qualcuno la stesse seguendo.
    Si girò di scatto ma non vide nessuno, decise quindi di non darci troppo peso e di continuare a camminare, ma quando si rigirò nuovamente verso il palazzo si ritrovò faccia a faccia con due grandi occhi ed un sorriso a mezza luna enorme.
    «Aaah!» gridò facendo un salto indietro. «Stregatto, mi hai spaventata!» disse poi mentre si portava una mano al petto all’altezza del cuore che aveva iniziato a battere più velocemente.
    «Oh, mia cara Alice, non era mia intenzione spaventarti così o forse sì...? La verità è che l’idea era così allettante che non ho saputo resistere» sghignazzò il gatto mentre volteggiava in aria. «Noto con piacere che alla fine sei riuscita a tornare! Sai, scommetto la mia bella coda, che tra tutte le persone che ci saranno ad attenderti, ce ne sarà una che appena ti vedrà sì prenderà, per la sorpresa, un bell’infarto» disse con un sorriso enorme.
    Alice, ingenuamente, non capì a cosa alludesse lo Stregatto.
    Chi si sarebbe preso un infarto nel rivederla? Non era di certo la prima volta che piombava in quel Mondo e poi la Regina Rossa non rappresentava più un pericolo per Sottomondo, quindi di sicuro non poteva essere lei… E mentre la ragazza rimuginava sulle parole del gatto, questi le si affiancò, «Forza andiamo, non vorremo fa attendere la Regina Mirana».
    Arrivarono a palazzo qualche minuto più tardi e delle rane, che ricoprivano il ruolo di paggi di corte, li condussero all’interno della reggia nel salone principale, laddove Mirana e gli altri la stavano aspettando.
    Alice, subito dopo essere stata annunciata, entrò nella sala e non appena vide tutti i suoi amici si mise a piangere di gioia; non pensava minimamente che dopo tutti quegli anni lontana da loro, li avrebbe potuti nuovamente vedere.
    C’erano proprio tutti: i gemelli Pincopanco e Pancopinco, che non facevano altro che ripetere al contrario ogni frase che dicevano, il Leprotto Marzolino, che appena era entrata le aveva scaraventato addosso una tazza di thè, e che lei aveva prontamente schivato, il Bianconiglio e Mally, che le diedero il ben tornata, quest'ultima alzando la propria spada al cielo, Bayard il segugio, che le saltò addosso facendola cadere rovinosamente a terra per poterle leccare la faccia in segno di benvenuto e infine la Regina Mirana affiancata, Alice stentava a crederci, alla sorella Iracebeth, che le diede il benvenuto a palazzo.
    La ragazza pensò che ormai, in tutti quegli anni, le due sorelle avessero del tutto chiarito il malinteso e che ora convivessero in pace, o almeno così sperava.
    La Regina Bianca le se avvicinò e l’abbracciò forte. «Che bello poterti riavere qui a Saggezzilandia, non sai quanto ci sei mancata dolce Alice! L’ultima volta che te ne sei andata, non ho avuto l’occasione di poterti salutare e mi sarebbe dispiaciuto non averti potuto avere qui a corte in questi giorni tanto speciali, soprattutto ora che la pace e l’amore sono tornati nel Regno. E tutto questo non sarebbe stato possibile se non fosse stato per il tuo coraggio e il tuo aiuto. Vedi, abbiamo riaperto un passaggio dal tuo Mondo al nostro, perché qui, a Sottomondo, si sta per svolgere una ricorrenza molto speciale…».
    Mentre Alice ascoltava la Regina, non smetteva di guardarsi intorno con la coda dell’occhio e notò che tra tutte le persone che erano lì in quel momento, ne mancava una.
    Mirana doveva aver intuito i pensieri dell’amica, perché subito le disse: «Sai, non gli abbiamo detto niente del tuo arrivo, volevamo che tu gli facessi una sorpresa! Dopo la tua partenza era così giù che nemmeno la sua famiglia, finalmente ritrovata, era riuscita a tirargli su il morale…».
    Alice si preoccupò. «Ma adesso sta bene?
Voglio dire, non è caduto in depressione come l’altra volta?!?» chiese la ragazza allarmata.
    «No, per fortuna. Gli bastava pensare che tu fossi a casa con la tua famiglia e che fossi felice. Fortunatamente col tempo si è ripreso ma, ahimè, non è più stato quello di un tempo, anche se c’è da dire che la sua moltezza non l’ha mai abbandonato. Se vuoi andare a trovarlo, lo troverai nella sua casa a cilindro, in cima alla collina, intento a lavorare a dei nuovi cappelli proprio in vista della ricorrenza di cui ti ho appena accennato. Sono sicura che appena ti vedrà rimarrà pietrificato dalla gioia!» disse la regina molto allegramente.
    «Oppure, gli prenderà un infarto per la sorpresa…» si intromise lo Stregatto scoppiando a ridere.
    Alice salutò tutti quanti e promise a Mirana che non appena avesse salutato il Cappellaio, sarebbe tornata per ascoltare in cosa consisteva la ricorrenza che le aveva accennato e perché era stata invitata per festeggiarla.
    La strada verso la casa del Cappellaio sembrava non finire mai, e Alice era così impaziente di rivedere il suo amico più caro, che si mise a correre a perdifiato su per la collina e non appena arrivò alla porta, si sporse verso la finestra per dare un’occhiata all’interno nella speranza di vedere il Cappellaio.
    Quando finalmente lo vide, chino sul tavolo da lavoro mentre realizzava uno dei suoi tanti cappelli, proprio come le aveva detto la Regina, un piccolo sorriso fece capolino sulle sue rosee labbra e non riuscendo più a trattenersi bussò alla porta.

***


Sentendo bussare alla porta, Tarrant lasciò il proprio lavoro e si chiese chi mai a quell'ora era venuto a disturbarlo visto che aveva chiaramente espresso il desiderio di essere lasciato in pace durante il proprio lavoro.
    Giuro che se è quella rompiscatole di una Lepre, non risponderò delle mie azioni. E se la prendo, la faccio arrosto…” pensò un Cappellaio alquanto stressato e mentre si avvicinava all’uscio della porta cominciò a borbottare: «Lepre dei mie stivali, se sei venuta qui per rovinare nuovamente il mio lavoro con la tua pazz…» le parole gli morirono in bocca quando, aprendo la porta, non si ritrovò di fronte il Leprotto Marzolino, come aveva immaginato, ma bensì l’unica persona al mondo che mai avrebbe pensato di rivedere dopo tutti quegli anni.
    «SORPRESA!» urlò Alice con quanto fiato aveva in gola.
    Per mille Ciciarampa! La mia dolce Alice è proprio qui, qui! Davanti a me…!” fu il suo ultimo pensiero prima di cadere rovinosamente a terra per la bellissima sorpresa.
 
 

 

 

 

   
 
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