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Autore: Lila May    27/06/2016    1 recensioni
| Masther | Fluff, slice of life, sportivo | Mark's tribute | Perché gli occhi di Mark sono il top. |

Dal testo:
Ogni tanto si fermava per riprendere fiato. E allora si portava le mani ai fianchi snelli, chinando la testa dorata come se la terra al di sotto di lui lo avesse appena interpellato. Gli ansimi si calmavano, le spalle si rilassavano piano, scendendo delicate. Si strisciava un polso sulla fronte per scacciare le gocce di sudore e rideva, portandosi la frangia sbarazzina all'indietro, quindi attaccava le labbra sottili alla bottiglia, scolandosi mezzo litro d'acqua.
E poi di nuovo allenamento, allenamento duro, da spacca ossa, spacca tutto. Esther sapeva bene quanto ancora gli bruciasse la perdita del Football Frontiear International, e ora che un nuovo torneo era appena giunto alle porte dell'anno, di deludere nuovamente la Unicorno Mark non se la sentiva proprio. Era quello, quel semplice motivo, a tenergli infiammato il cuore.

enjoy! ~
Genere: Fluff, Slice of life, Sportivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Mark Kruger
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Lo spettacolo più bello.

Esther si scostò una ciocca bruna dalla spalla sinistra e, dopo una rapida perlustrazione del luogo, si nascose furtiva dietro un muretto cadente lì vicino, stringendo forte il bicchierone di coca per evitare che le si rovesciasse addosso, infradiciandole i pantaloncini a vita alta e la canotta bordeaux.
Eccolo. Mark.
Correva, e chissà da quanto.
Correva forte, ansimando, più veloce del vento, le suole delle scarpe calpestavano potenti l'erbetta incolta del campo, che bastarda gli graffiava i polpacci frementi d'energia. Ma a lui non importava, continuava ad avanzare e basta, a schivare finti avversari, a rotolarsi per terra, a calciare palloni, i denti digrignati e l'espressione determinata di chi non avrebbe mollato la spugna fino a vittoria certa.
Sorrise divertita, leccando la cannuccia a strisce blu e rosse con fare un po' troppo malizioso, e per un istante immaginò che Mark stesse facendo tutto quello per averla come sposa, e non per la partita di domani.
Dio, quanto era bello.
Anche con un terribile alone grigio intorno al colletto della maglietta, anche con i capelli spettinati, sudati, attaccati alla fronte, anche se in quel momento un maiale immerso nel fango sarebbe stato decisamente molto più pulito di lui.
Si addentò il labbro inferiore, trattenendo un gridolino.
Era la prima volta che lo aveva pedinato. All'inizio si era sentita insicura, ma poi il desiderio di vederlo allenarsi da solo, di inebriarsi di lui, aveva vinto su tutto.
E quindi eccola lì, ben nascosta dietro quel muretto, sotto l'ombra dei pini a sorseggiare avidamente coca cola nel disperato tentativo di placare la sete estiva.
A spiare il ragazzo del suo cuore. Ovviamente senza che lui se ne accorgesse, chiaro.
Doveva ammettere di essere stata bravissima, eccellente. Pensava che sarebbe stata più dura arrivare fin lì senza farsi notare nemmeno di una virgola, anche perché le tette da sole erano più ingombranti di un gonfiabile in treno, e quindi di solito nasconderle risultava sempre difficile. Probabilmente fosse stata meno discreta Mark si sarebbe girato al primo scricchiolio, beccandola nel pieno dell'operazione.
E invece quella volta ci era riuscita, incredibile! A lui non era nemmeno passato di mente il sospetto di essere seguito, aveva passeggiato tranquillo per tutta la strada, le mani in tasca e l'espressione beata. Ingenuo come un cucciolo, lasciandosi cullare le orecchie dal rombo caotico del traffico lontano.
Si riscosse, interrompendo il flusso dei suoi pensieri.
Ma a chi importava di come era giunta fin lì?
Di certo non a lei.
<< Mark. >>
Pronunciò piano, chinandosi fino a quando da oltre la sponda del muretto non le si intravidero che i grandi occhi da foca.
Mark, già. Mark. Le pupille le si dilatarono. Impossibile per lei impedirsi di pronunciare quel dannato nome da quattro soldi, ne era diventata del tutto dipendente.
Riprese a guardarlo, dimenticandosi anche della coca cola.
I suoi movimenti decisi, furbi, ma al contempo leggeri come il tocco di una goccia di pioggia lungo la schiena. Come stringeva i pugni, poi. Come correva, dribblava, ruotava il piede con maestria incredibile, sbagliando, certo, ma riprovandoci sempre.
Ogni tanto si fermava per riprendere fiato. E allora si portava le mani ai fianchi snelli, chinando la testa dorata come se la terra al di sotto di lui lo avesse appena interpellato. Gli ansimi si calmavano, le spalle si rilassavano piano, scendendo delicate. Si strisciava un polso sulla fronte per scacciare le gocce di sudore e rideva, portandosi la frangia sbarazzina all'indietro, quindi attaccava le labbra sottili alla bottiglia, scolandosi mezzo litro d'acqua.
E poi di nuovo allenamento, allenamento duro, da spacca ossa, spacca tutto. Esther sapeva bene quanto ancora gli bruciasse la perdita del Football Frontiear International, e ora che un nuovo torneo era appena giunto alle porte dell'anno, di deludere nuovamente la Unicorno Mark non se la sentiva proprio. Era quello, quel semplice motivo, a tenergli infiammato il cuore.
Anche perché lo aveva detto chiaramente, scandendo bene le parole. Era convinto di essere stato la rovina della sua Unicorno, perché muovendosi da scansafatiche aveva scaricato l'intera forza di una squadra su un singolo giocatore - Erik, appunto. -, dando per scontato una possibile eliminazione dai gironi.
Ora no, ora le cose sarebbero andate in modo diverso.
Ora bisognava fare gioco di squadra. E per fare gioco di squadra, serviva che tutti i ragazzi fossero forti.
A partire da lui, lo scansafatiche.
 
La Greenland sospirò eccitata, facendo gli occhi dolci.
Sì, cavolo. Ecco il suo ragazzo ideale.
Determinato, che al primo errore capisce e rimedia senza cadere nel panico, senza scene, senza nulla.
Impegnandosi e basta.
Come un vero uomo. Per non parlare del carattere, poi. Calmo, controllato, maturo, educato, sempre a farsi scorrere tutti i problemi di dosso. Ma che sotto un velo di trasparenza e, fu costretta ad ammetterlo, lieve menefreghismo, si nascondeva un animo che se provocato divampava in mille lingue di fuoco rovente.
E dio, quanto le piaceva quel suo lato.
E dio, sarebbe rimasta a guardarlo per ore. Con la pioggia, col vento.
Sognò di passare le mani fra quelle ciocche color miele denso, di stringerle, tirarle, lisciarle. Di baciarlo, impossessarsi delle sue labbra, rimanere incollata a lui per la vita.
Di essere stretta dalle sue braccia, di sentirle sollevarla da terra e tenerla forte.
Di fare l’amore con lui… e magari di fare anche una bambina, anzi due, e stabilirsi in un piccolo appartamento a NY…
Cucinare tutte le sere per lui…
<< Esther? >>
<< Cos, chi...! >> la ragazza si risvegliò dal coma e il sorso di coca che stava tenendo in bocca da più di un minuto le andò all'improvviso di traverso, obbligandola a tossire, o meglio, ragliare - sì, decisamente più adatto - come un' asina in calore.
Diamine, nascondiglio andato in frantumi. E ora?
Mark, distante, alzò una mano per salutarla, ma lei rimase ipnotizzata dai suoi occhi, incapace di ricambiare.
Durò un attimo, il tempo di perdersi un istante in mezzo a quell'angelico acquamarina, il tempo di sentirsi smarrita, il tempo di ritrovarsi e riemergere sana e salva.
Arrossì come una furia, poi scappò via, lasciando che il bicchiere di coca cola le cadesse di mano.
Era quello, sì. Era quello ciò che rendeva Mark una meraviglia, alla fine, e non solo per lei, ma per tutti.
Quello sguardo.
Quegli occhi, di quel turchese indefinito, a volte cupo, a volte brillante. Capace di mutare il tuo umore semplicemente sfumando di tonalità quando e come gli pareva a lui.
Quella maniera di piegare i sopraccigli, e di scrutarti scaltro e divertito l'anima.
Il suo cuore cominciò a battere forte, molto forte.
Era quello, il vero spettacolo.
Lo spettacolo più bello.




 
 
Lila's corner
*si sporge timida da un angolo*
*si scruta intorno*
*nessun fucile in vista*
Oke, via libera—
Popolo.
Madonna, da quanto non mi faccio viva? Vogliate davvero scusarmi, ma voi non potete davvero, davvero e davvero capire quanto la scuola mi abbia tenuta impegnata quest’anno, in più per pubblicare ho dovuto usare un pc lentissimo…
E questo porterà problemi, in futuro, specialmente con le long ._.
Comunque… come va?
Va beh, volevo ritornare con una MarkxEsther, cioé, OVVIOH, io torno SEMPRE con una MarkxEsther. Che poi, diamo un nome a questa povera Crack. Che ne dite di Masther?
Ok, parlando della ff. Vi sarete accorti che ho esaltato tantissimo la figura di Mark Kruger. E' voluta! E per un solo e semplice motivo... eheh.
E' il mio personaggio preferito in assoluta! Dovevo fargli un tributo, cavolo, è tre anni, no quattro che siamo sposati (?). Ditemi se questo non è essere ossessionati da qualcuno amore nella sua forma più pura, vi pregoooo.
Comunque.
Se c'è qualche errore segnalate pure! Non mangio (sì invece. (?))! Ma ho riletto e ririletto. Quindi spero di aver fatto un buon lavoro.
E se volete recensite, OBV, mi fa sempre piacere ricevere commenti.
Detto questo vi lascio, devo tradurre un libro di inglese di tot pagine e tocca che muovo il didietro e.e.
Cia' belli.

 Lila
   
 
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