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Autore: Crystal25396    27/06/2016    5 recensioni
Raccolta di Oneshot sulla coppia AixMitsuhiko.
Le storie possono essere considerate come racconti separati o collegati fra loro, ponendo come base la prima storia, che di fatto dà il nome alla raccolta.
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Dalla prima storia:
«Mitsuhiko... Sono io.»
Non è Ran che parla. E' un ragazzo. Mi sembra di aver già sentito quella voce e riesco ad intuire facilmente di chi si tratti. Dallo strusciare sulla porta, capisco che si è messo nella mia stessa posizione: seduto per terra con la schiena poggiata alla porta.
«Conan?» chiedo per avere conferma.
«Si, sono io.» mi risponde dopo una breve pausa.
«Anche se immagino che ora il tuo nome sia Shinichi Kudo.» replico con un tono di amarezza mal celato nella voce.
«Già...» conferma lui.
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ai Haibara/Shiho Miyano, Mitsuhiko Tsuburaya, Nuovo personaggio, Shinichi Kudo/Conan Edogawa
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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RATING: Verde
GENERE: Romantico, Fluff
NOTE: Nessuna
AVVERTIMENTI: Nessuno
PERSONAGGI: Ai Haibara/Shiho Miyano, Mitsuhiko Tsuburaya
TRAMA: L’organizzazione è stata annientata e a differenza di Shinichi, Shiho da deciso di continuare a vivere come Ai. Mitsuhiko si è dichiarato ad Ai e ha scoperto tutta la verità pochi giorni prima che ciò accadesse, senza poi ricevere una vera risposta da parte di Ai. Sono passati sette anni da quel giorno e Mitsuhiko ha deciso che è giunto il momento di farsi di nuovo avanti.

 
 
 
 
 






 
APPUNTAMENTO
 
 

 
 
Mitsuhiko sollevò per l’ennesima volta lo sguardo verso il grande orologio che troneggiava in cima al campanile della scuola media, accorgendosi che dall’ultima volta che aveva controllato erano passati solo 42 secondi. E lui era in anticipo di più di 30 minuti.
Fece un respiro profondo e si poggiò una mano tremante sul petto.
Cavoli, quello non poteva essere un cuore… Era molto più simile ad un tamburo! Lo sentiva perfettamente, aveva l’impressione che dovesse uscirgli dal petto da un momento all’altro. Non ricordava di essersi mai sentito così agitato. Aveva lo stomaco in subbuglio, la gola secca, le mani tremanti e le guance che sembrava dovessero prendergli fuoco da un momento all’altro.
 
Diede un altro sguardo all’orologio e deglutì a vuoto.
Venti minuti. Ancora venti minuti e lei l’avrebbe raggiunto. Sarebbero stati assieme. Da soli.
Non che fosse la prima volta, ma era sempre stato diverso. Quello era il loro primo appuntamento. Certo, non stavano insieme, ma quando due persone escono da sole per la prima volta significa che c’è la volontà di trasformare l’amicizia in qualcosa di più. Giusto?
Quel giorno non sarebbe riuscito a guardarla come faceva sempre. E’ vero, si era accorto di provare qualcosa per lei già da tempo, ma in quella circostanza… Era tutto assolutamente diverso. Senza contare che lei sapeva benissimo quello che lui provava: non solo era palese, ma glie lo aveva anche detto esplicitamente anni prima.
E in tutto ciò, lei aveva accettato di uscire con lui. Ecco, questo cambiava tutto.
 
«Ciao.»
Una voce femminile a lui ben nota lo fece sobbalzare improvvisamente.
«A-Ai!» disse voltandosi di scatto, mentre la ragazza davanti a lui lo fissava con un’alzata di sopracciglio.
«Scusa, è molto che aspetti?» domandò lei.
«Ma no, figurati, sono appena arrivato.» rispose portandosi nervosamente una mano dietro la nuca.
Ai lo fissò con un’aria non molto convinta, sospirando poi divertita.
«Bene allora. Andiamo?»
 
Mitsuhiko annuì silenziosamente e dopo essersi affiancato ad Ai si diressero verso il quartiere commerciale. Mentre camminavano nessuno dei due disse una sola parola e Mitsuhiko non resistette dal posare lo sguardo sulla ragazza. A prima vista, chiunque avrebbe detto che Ai era rimasta sempre uguale in quegli anni e in effetti non era cambiata poi molto da quando l’aveva vista per la prima volta, sette anni prima. Eppure a lui sembrava sempre più bella.
 
«Perché mi guardi così?» domandò Ai notando gli occhi del ragazzo fissi su di lei.
«Cosa? Ah, niente, scusa…» rispose subito arrossendo violentemente e spostando l’attenzione sulle sue scarpe. Ma che diavolo stava facendo? Si stava rendendo ridicolo.
 
«Mitsuhiko, non c’è bisogno che tu sia così agitato.»
«Agitato io? Ma certo che no, cosa vai a pensare?» le disse ridacchiando.
«E’ già la seconda volta che mi menti.» gli fece notare con tono lapidario, come era suo solito fare.
«Come?»
«Prima. Non eri appena arrivato, non sei mai andato via. Sei rimasto ad aspettarmi da quando sono finite le lezioni, non ti sei mai allontanato. E fanno due ore di attesa.»
«Ecco, io…»
«Ascoltami. Capisco che tu sia un po’ nervoso, ma vorrei che fossi il solito Mitsuhiko. Perché non provi a vedere tutto non come un appuntamento, ma un’uscita fra amici? Potrebbe aiutarti a rilassarti e-»
«Non se ne parla.» la interruppe bruscamente fissandola con sguardo deciso. Il tono che aveva usato aveva fatto voltare Ai sorpresa. Non aveva urlato, ma aveva pronunciato quelle parole con voce ferma e sicura. Che fine aveva fatto il timido ragazzino di quattordici anni di poco prima? Possibile che solo con quella semplice frase fosse riuscito ad apparirle non più come un ragazzino, ma come un giovane uomo?
«Non voglio che questa sia un’uscita tra amici.» continuò.
«Neanche io, ma-» Ai si fermò improvvisamente, accorgendosi troppo tardi di quello che aveva appena pronunciato.
 
«Che cosa hai detto?» domandò Mitsuhiko sorpreso, un barlume di speranza negli occhi.
«Niente, non ho detto niente. Andiamo dai.» disse voltandosi e riprendendo a camminare a passo spedito.
«Non è vero, ti ho sentita. Ripeti quello che hai detto!» le urlò dietro.
«Non ho detto niente!»
«Bugiarda!» la stuzzicò nuovamente raggiungendola di cosa, un sorriso stampato sulle labbra.
Camminavano continuando a stuzzicarsi scherzosamente a vicenda, senza neanche accorgersi che tutta la tensione prima sovrana, era ora svanita.
 
Pochi minuti dopo arrivarono davanti all’ingresso della pista di pattinaggio. Quando c’erano stati la prima volta con Ayumi e Genta, Mitsuhiko aveva notato che Ai si era divertita come non mai. Al solito, lei aveva nascosto la cosa dietro l’inespressività e l’apparente espressione priva di emozioni, ma ad un occhio attento come il suo non erano sfuggiti i rari sorrisi che si erano fatti spazio sul suo volto. Portarla lì era stata l’idea migliore che potesse avere, si sarebbe senza dubbio divertita.
Vi fu solo un piccolissimo particolare che si rese conto troppo tardi di non aver considerato: il suo rapporto con il pattinaggio era più o meno lo stesso che Genta aveva con la dieta.
Era una frana totale.
 
«Potevamo anche andare da un’altra parte, se non sai pattinare.» disse Ai aiutando Mitsuhiko a rialzarsi dopo che era finito a gambe all’aria per la quinta volta in meno di due minuti.
«Assolutamente no. Qui va benissimo, devo solo capire cosa c’è che non va con questi cosi.» rispose aggrappandosi al corrimano del bordo pista e facendo un cenno con il capo ai suoi piedi.
«Non c’è niente che non va nei tuoi pattini, sei solo troppo teso, ecco tutto.»
«Per te è facile. Sei davvero troppo brava.»
«Non esagerare, ci sono persone molto più brave di me in pista. Ora lasciati andare e prova a tenerti in equilibrio.»
Con un po’ di timore, Mitsuhiko lasciò la presa, ma appena cercò di avanzare, non riuscì più a controllare le proprie gambe e in un attimo si ritrovò – di nuovo – con il sedere per terra.
«Ti pareva…» borbottò massaggiandosi il posteriore dolorante.
«Perché non torni in pista? Io sarò lì seduto a guardarti.» provò a suggerire. Se continuava così si sarebbe messo solo ancor più nel ridicolo.
«Neanche per sogno.»rispose Ai con tono autoritario.
«Siamo ad un appuntamento, ricordi? Dobbiamo fare qualcosa assieme.» continuò porgendogli la mano. Mitsuhiko la afferrò per tirarsi su, ma subito dopo sentì il proprio cuore fare una piccola capriola, quando si accorse che no, lei non aveva alcuna intenzione di lasciare la presa.
 
Lei lo fissò soddisfatta, continuando a tenergli la mano.
«Vedi? Ora riesci a stare in equilibrio. Adesso ricorda, non muoverti come se dovessi camminare. Prova invece ad immaginare di dover strusciare i piedi su un pavimento lucido, come se volessi scivolare.» disse affiancandolo e stringendogli con più forza la mano ogni qual volta che lo sentiva sbilanciarsi. Senza rendersene conto, Mitsuhiko acquistò sempre più scioltezza e anche quando riuscì a curvare, lei non lasciò mai la sua mano. Continuarono a pattinare assieme, chiacchierando del più e del meno. Mitsuhiko riuscì perfino a strapparle qualche piccola risata quando, dopo aver messo male il piede, cadde a terra portando con se Ai.
Il tempo sembrò volare e solo per caso si accorsero che l’ora di cena si stava avvicinando e che era arrivato il momento di tornare a casa.
 
«Mi spiace che non siamo riusciti a fare nient’altro. Avevo pensato di andare in un altro paio di posti, ma alla fine abbiamo passato tutto il tempo sulla pista da pattinaggio.» stava dicendo Mitsuhiko, le mani nelle tasche per proteggerle dal freddo autunnale che con il calar della sera si iniziava ad avvertire.
«Non importa. Sono stata bene.» rispose Ai senza scomporsi troppo. Nonostante avesse imparato a lasciarsi andare, aveva sempre un po’ di timore nel mostrare troppo apertamente i propri sentimenti e stati d’animo.
«Sul serio?» chiese lui speranzoso.
«Sul serio. Mi piacerebbe tornarci un giorno. Con te.»
«Sul serio?»
«Sì Mitsuhiko.» rispose lasciandosi scappare un piccolo sorriso «Sul serio.»
Incredibile fu la felicità che riempì il cuore del ragazzo. Era andata bene. Avevano passato un bel pomeriggio, solo loro due, e Ai aveva perfino ammesso di essersi divertita. Non poteva sperare in qualcosa di più bello, si sentiva talmente felice che credeva di poter toccare il cielo alzando solo un dito.
Accompagnò Ai fino a casa e quando fu il momento di salutarsi si scoprì nuovamente un po’ a disagio.
«Grazie Mitsuhiko» gli disse «E’ stato bello.»
«Mi fa piacere.» le rispose con un sorriso. Non gli erano sfuggiti quegli angoli della bocca leggermente alzati.
«Allora ci vediamo domani a scuola?» le chiese, non ottenendo però alcuna risposta. Ai lo fissava immobile, i profondi occhi azzurri fissi sui suoi.
Che aveva fatto adesso?
Quello sguardo lo metteva a disagio, che doveva fare? Cosa voleva che facesse? Non riusciva a capire.
«Ehm… Perché mi fissi così?»
 
La vide rilassarsi e ridacchiare sotto i baffi.
«Non importa.» disse con uno sguardo che Mitsuhiko non seppe ben identificare. Era… Dolcezza quella che leggeva nei suoi occhi?
«Faccio io» gli disse.
E da quelle parole fu un attimo. Un attimo che Mitsuhiko visse come al rallentatore, senza riuscire a muoversi.
 
Ai si avvicinò, gli poggiò le mani sul petto e in punta di piedi toccò le sue labbra con le proprie.
Fu un semplice e casto bacio.
Talmente rapido, che Mitsuhiko a stento si rese conto di quello che stava succedendo.
 
«A domani» disse poi, staccandosi da lui ed entrando in casa.
 
Mitsuhiko rimase per qualche istante - anche se lui avrebbe giurato che fossero dei giorni – fermo sempre nello stesso punto, senza muovere un muscolo. Quando finalmente si decise a sbattere le palpebre, abbassò lo sguardo e terra e portò una mano al volto, le dita a sfiorargli le labbra.
Lo aveva baciato.
Ai lo aveva baciato.
Non era stato un sogno, era successo davvero. Aveva sentito il lieve tocco delle sue labbra, il suo respiro sul volto, il suo profumo che gli inebriava i sensi…
 
Sollevando lo sguardo, Mitsuhiko si voltò di scatto e si diresse verso casa, correndo fra le strade di Beika, un sorriso ad illuminargli il volto.
 
Era successo davvero, non l’aveva immaginato.
 
Sentiva il cuore talmente ricolmo di gioia, che credeva sarebbe potuto esplodere da un momento all’altro.
Sfrecciava lungo le vie incurante degli sguardi curiosi dei passanti. Sentiva il bisogno di correre, correre più che poteva. Il perché non lo sapeva nemmeno lui.
 
Quella notte, Mitsuhiko sognò di nuovo quella pista di pattinaggio. E sognò di essere di nuovo lì, con lei, mentre volteggiavano felici. Mano nella mano.

 
 
 






 
 
***
Angolo dell’autrice.
E’ davvero un sacco di tempo che non pubblico qualcosa su EFP, l’università mi ha tenuta occupata e spero che questo lungo periodo in cui sono stata ferma non abbia influito troppo negativamente sul mio stile di scrittura.
Sentivo il bisogno di infischiarmene un attimo dello studio e di scrivere qualcosa e questo è quello che ne è venuto fuori. Un’altra shot sulla coppia AixMitsuhiko (a cui credo sia venuto il momento di dare un nome. Che ne dite di MitsuAi?), perché continuo a pensare che sia un’ingiustizia che non venga quasi mai presa in considerazione.
Passando alla storia…
Sono stata indecisa fino all’ultimo se inserire o no quel bacio, ma ad un certo punto nella mia mente la scena aveva preso vita… E alla fine le mie dita sono andate da sole :p
A parte questo non so davvero che altro dire.
Spero davvero che la storia non faccia troppo schifo. Come ho già detto, sono un po’ fuori allenamento.
Alla prossima!
(Sì, perché ho intenzione di sfornare altre storie su questa coppia, preparatevi u.u)
 
-Crystal-
   
 
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