Fanfic su attori > Chris Evans
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Autore: Eve79    28/06/2016    0 recensioni
"Sai che ti dico Chris?" chiesi arrabbiata, "puoi fingere che non sia così, puoi mettere su i muscoli che vuoi ed avere costantemente l'aria da eroe nazionale. Aldilà di questo sei palloncino che se non vieni tenuto saldamente da chi ti ama rischi di volare via e perderti" proseguii, "perciò non avrei carattere" trasse le sue conclusioni, "Bhè vedo che ci arrivi... Chris hai due minuti di tempo per volatilizzarti" dissi indicando la porta, "sai che ti dico io a te? Che sei una fifona, una vera fifona, non accetti i sentimenti e li nascondi, perfino il tuo modo di essere è una maschera per paura che possano ferirti, sai però io di armi per ferirti ne avrei, e forse dovrei usarle per ripagarti della tua stessa moneta. Non lo farò per l'amicizia e l'affetto che mi lega a te. Nicole mi dispiace averti detto delle bugie, ma non avresti avuto mai l'intenzione di capire." disse prendendomi il braccio, "Chris per favore vattene non voglio vederti" dissi fra le lacrime. "Io credo che questa sia il momento più brutto di tutta la mia vita, guardarti piangere e pensare che sia per me" sussurò.
[Dal capitolo 3]
Genere: Comico, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 4

Aprii piano piano gli occhi, mi mossi il più piano possibile per non svegliare Chris, ma con il suo braccio sul petto mi stava soffocando, “buongiorno amore” disse dandomi un bacio, amore? A me? Ancora mi dovevo abituare, “buongiorno” risposi ricambiando, “vado in bagno, ora torno” dissi alzandomi, andai a fare la pipì e tornai in camera da letto, solo lì notai che Chris stava dormendo in mutande, “stai ammirando?” chiese malizioso, “ci fosse qualcosa da ammirare” scherzai, mi tirò per il braccio e mi sdraiò sul letto, mi si mise sopra e cominciò a farmi il solletico, “che hai detto tu?” chiese, “niente… ritiro tutto” dissi contorcendomi dalle risate, mi ritrovai una sua mano sul seno, e cominciò a muoverla, “posso sempre farti provare…” sussurrò al mio orecchio, con un gesto lento mi tolse la maglietta, gli accarezzai la schiena e lui mi baciò, passionale, lento, dolce, la sua mano scese, mi abbassò i pantaloncini e li tolse, “ti voglio” sussurrò, “sono tua” sussurrai, mi sganciò il reggiseno e lo tolse, scese in basso e cominciò a baciarmi l’interno coscia, poi salì sempre di più, cominciai ad ansimare, si tirò su, e decisi di prendere l’iniziativa, gli abbassai i boxer e glieli tolsi, lo stuzzicai con la mano, cominciò ad ansimare, poi mi spostò la mano, la portò sopra la mia testa e prese l’altra mettendola sopra l’altro lato della testa e mi tenne ferma, entrò e piano piano cominciò a muoversi, mi tené ferma e si mosse piano, poi si fermava poi piano, “aah che aspetti?” chiesi ansimante, “che mi implori, ti ho implorato io per stare insieme… tu mi implori per fare l’amore” ansimò nel mio orecchio, “non riuscirai a fare così per tutto il tempo… non ti implorerò” ansimai, mantenne la sua promessa mi torturò uscendo e rientrando e andando piano piano, “prendi qualcosa?” chiese dolcemente, “no” risposi, “ok allora dimmi tu come preferisci, salto della quaglia o un durex?” chiese fermandosi, “ora facciamo anche i discorsi?” chiesi, “se mi rispondi e fai ciò che dico io le cose diventano più sbrigative” disse ridendo, “come preferisci, ma durex forse è meglio” dissi imbarazzata, “va bene” lo prese dal portafoglio e lo mise, “ora o mi implori o niente” disse entrando e affondando, “Chris… non dovevi lasciarmi le mani” dissi facendo pressione su di lui, lo girai, eravamo di profilo, spinsi di nuovo ed ero sopra di lui, mi cominciai a muovere al ritmo che comandavo io, si mise seduto, mi prese i capelli li tenne stretti, ansimò forte, mi girò e mi ritrovai sotto, cominciò a muoversi velocemente, le sue mani mi accarezzavano ovunque, i corpi erano diventati uno solo, lo sentii irrigidirsi in ogni mossa, arrivammo entrambi all’orgasmo nello stesso momento, si posò sopra di me lentamente, mi baciò a lungo, “pensi ancora quello che dicevi? Che non sono capace e che non c’è niente da guardare?” chiese malizioso, “decisamente” dissi sfottendolo, “ah sì?” chiese dandomi uno schiaffetto sul sedere, “sì” risposi mordendomi il labbro, “vado a fare la doccia” annunciò alzandosi, “va bene” risposi sedendomi sul letto, mi rivestii e rifeci velocemente il letto.
“Se vuoi puoi andare” mi avvisò, mi abbracciò da dietro e poggiai la testa sul suo petto, “non riesco a starti lontano” sussurrò, “ci devi riuscire o facciamo tardi” dissi dolcemente, “va bene vado a vestirmi… poi passiamo a casa mia a cambiarmi e poi andiamo a fare colazione” disse pianificando le cose da fare, “se vuoi puoi andare adesso, io ti aspetto qui mi fai uno squillo quando sei quasi qui sotto e io scendo” dissi prendendo mutande, reggiseno e accappatoio, “allora vado subito” mi baciò e uscì di casa, ancora non realizzavo che Chris e io stavamo insieme, entrai in doccia e quando uscii asciugai i capelli lasciandoli mossi e mi misi una canottiera nera e un pantalone verde militare con le converse bianche basse.
“Scendi” che telefonata entusiasmante, scesi e salii subito in macchina di Chris, “ci aspettano al Temple Bar” disse partendo, annuii e lui mi accarezzò la mano.
“siamo arrivati, qualsiasi cosa non credere a quello che dicono e prendili per ciò che sono” fece il gesto di essere svitati, risi e attraversammo la strada, “Lei chi è?” chiese Mark avvicinandosi, “Nicole..” rispose tranquillo, “aaah Nicole… non smette di parlare di te” Mark mi strinse la mano, “la dovreste vedere, è una bomba” lo imitò Robert, “non ci credere” disse mettendomi un braccio in torno al collo, “piacere Nicole… non dare retta, sono una massa di cretini” si presentò Scarlett, “ora mettiamo al tavolo, Chris ancora deve arrivare” proseguì, “eccomi, eccomi” un colosso, un vero colosso salutò tutti, “Ciao Nicole, piacere Chris” mi strinse la mano, Chris lo guardò male e lui sorrise, “So come ti chiami perché Chris ti ha descritto nei dettagli come eri fatta” rise, guardai Chris imbarazzato e gli sorrisi.
“pss” mi chiamò Scarlett, “ma state insieme?” chiese sorridendo, “ehm… una mezza cosa” risposi, “oddio non mi dire che si è fatto avanti” disse ridendo, “sì” risi anche io, “sai quanto ci ho tribolato per farlo parlare?” era felice, “senti lo accompagnerai tu agli Oscar?” chiese sorridendo, “ehm sì” risposi timida, “se vuoi, visto che sarò a New York per un po’ prima di tornare a casa, cerchiamo il vestito insieme e ti spiego come funziona” si offrì per aiutarmi, “per me va bene, ma c’è anche una mia amica che vorrebbe aiutarmi” spiegai, “due è meglio di una no?” chiese sorridente, “certo” sorrisi e annuii. “Comunque fan in arrivo di Chris, non ti far mai vedere gelosa, se mai continua a parlare con me e dille a me le cose, più ti ingelosisci più dai potere” sussurrò, “Oddio Chris, ti amo… posso fare una foto con te?” chiese una di loro, “certo” si alzò e mi guardò, “Nicole puoi farci la foto?” chiese ridendo, “possiamo fare che mi dai un bacio in guancia e una che sorridi?” chiese, “tutto ciò che vuoi” acconsentì, ne scattai credo un milione, mi rimisi seduta, “lui è il primo che cerca di non farti essere gelosa, e se delle volte puoi pensare che lo faccia per dispetto, pensa che non sa che cosa deve fare bene, può cercare di fare tutto alla perfezione ma qualcosa gli sfuggirà” sussurrò stringendomi la mano, “ma state insieme?” chiese Robert, “una mezza cosa” rispose Scarlett, “Dio ce l’ha fatta… ma ti ha detto che ti ama?” chiese Chris, “ragazzi lo state facendo passare per un alieno” li bloccò Mark, “lo è… innamorato di una ragazza da anni e non riesce neanche a baciarla” disse Robert ridendo, “si mi ha detto che mi ama” risposi imbarazzata, “almeno questo” rispose Robert, Chris si rimise seduto, “ abbiamo monopolizzato la tua lady” annunciò Robert, “a tutti quanti… lei non si tocca” disse prendendomi la mano, “ah… sei geloso caro Chris” disse Chris mettendogli una mano sulla spalla, “di lei? Pfff…” finse di ridere, “da morire” proseguì serio, risero tutti e lui mi stampò un bacio, “senti Nicole dammi il tuo numero così ci mettiamo d’accordo quando vederci” disse Scarlett porgendomi il telefono, segnai il numero e lei mi fece uno squillo, “quello è il mio… ora vado che a pranzo devo vedermi con un’amica” disse alzandosi, mi salutò con un bacio sulla guancia e gli altri li salutò con la mano. “Anche noi andiamo che dobbiamo fare dei giri” annunciò Chris alzandosi, mi alzai insieme a lui e sorrisi, “è stato un piacere” dissi afferrando la mano di Chris, “anche per noi” disse Robert, ci allontanammo, “sono pazzi… te l’ho detto” disse ridendo, “e sapevano che eri innamorato di me” aggiunsi, “già… diciamo che solo tu non lo sapevi” disse ridendo, “ma ora lo so” ammisi cercando il suo sguardo, “e so anche che sei geloso” aggiunsi, “di te lo sono sempre stato” disse lasciandomi la mano per portare la sua al mio fianco, non risposi e mi lasciai cullare nel suono della sua voce. “Allora vuoi che Scarlett ti aiuti a cercare il vestito” disse aprendo la macchina, “sì… e poi anche Grace mi voleva aiutare” mi sentii in colpa, lo stavo tagliando fuori, “fantastico, mi risparmierò giorni e giorni di shopping” disse sentendosi sollevato, “cosa? Mi stavo sentendo in colpa per averti tagliato fuori e tu che fai? Ti senti sollevato?” risposi confusa, “senti… mi avrebbe fatto piacere accompagnarti a provare i vestiti… e per come sono fatto te li avrei comprati tutti pensando che ti stessero tutti meravigliosamente bene… ma non voglio vederti con il vestito per poi vederti agli oscar e dire, mmm ti ho aiutato bene a trovarlo, voglio guardarti e dire che sei magnifica e che mi hai stupito, voglio guardarti e dire, sono senza parole” disse accarezzandomi la guancia, “e allora lo pagherò da sola” incrociai le braccia, “per favore lo fai per me? Voglio regalarti quel vestito, e le scarpe, gli accessori e tutto compreso, vuoi prosciugarmi la carta? Fallo… coccolati perché se io venissi con te non ti comprerei mai l’abito che costa meno” disse serio, “sai che non sono il tipo” dissi seria, “ti ho fatto già il favore di dirti di sì per gli oscar, non ti allargare” dissi incrociando le braccia, “avresti preferito che con la situazione di adesso, mi fossi organizzato diversamente?” chiese malizioso, “ti avrei ucciso… e non scherzo” lo minacciai, “con Zoe…” mi prese in giro, finsi una risata e lo guardai in cagnesco, “che c’è?” chiese ridendo, “con Zoe… ti saresti vergognato pure di respirare” borbottai, “si è vero… ma io amo te” disse baciando la mia mano, lo guardai male di nuovo e mi girai a guardare fuori dal finestrino, “comunque dopo dammi il telefono e ti scrivo il codice della carta” disse tranquillamente, “non la userò” dissi prendendo il cellulare, aprii facebook e trovai una richiesta d’amicizia, ZOE HAIS, “scherziamo?” chiesi girando lo schermo del telefono verso Chris, sbottò a ridere, parcheggiò l’auto e rimase a ridere, “accettala, diventerete migliori amiche” disse ridendo, accettai, “tu non ti preoccupare” dissi acida, “eddai… non fare così” disse tirandomi verso di lui, “così come?” sussurrai sulle sue labbra, “non essere acida” disse baciandomi, mi mise la mano fra i capelli e mi spostò ancora più vicina, “andiamo a mangiare” mi scansai e lui mi guardò negli occhi, sorrise, lo baciai di nuovo, “andiamo” sussurrò lasciandomi andare, scesi dalla macchina e chiusi lo sportello, il ristorante era piccolo e accogliente, molto intimo.
“Ti piace?” chiese guardandosi in torno, “da morire” dissi guardandolo, “che c’è?” sorrise, “sei… bellissimo” risposi dolcemente, “oh me lo dicono in tante” scherzò, lo guardai male e lui rise, “gelosa eh” mi schernì, “la smetti? Sì sono gelosa problemi?” chiesi nervosa, “no… anzi, mi piace” disse sorridendo, lo guardai male, “che c’è?” chiese innocente, “sei un paraculo” dissi sorseggiando l’acqua, “vuoi il vino?” chiese ridendo, “vuoi un vaffanculo già pronto?” chiesi acida, “mmm mi sa tanto che si sta preparando la prima litigata” disse ridendo, “Chris non sto ridendo, e poi la smetti?” “di fare cosa?” mi guardò confuso, “di fare così, di farmi sempre ingelosire, sembra di essere sempre e costantemente in esame, già è difficile accettare che probabilmente in tutto il mondo fantasticano su di te, e lo accetto, che ogni volta hai lo sguardo di tutte le ragazze addosso, lo accetto… ma tu non aiuti” lo buttai fuori come se lo stessi pensando da una vita, “ma io scherzo, io non realizzo che per gli altri sono Chris Evans l’attore, per me sono una persona normale, che ha una vita normale, molto più fortunato di tanti altri, ma sono una persona normale, e nonostante sono anni che faccio questo lavoro ancora non entro nell’ottica che ci sono tante ragazze che mi ammirano… e poi… a me importa che lo dici tu che sono bellissimo…” disse guardandomi fisso negli occhi, “anche per me sei Chris, il mio punto di riferimento e tutto ciò che per me ha importanza, ma… per altri no, e questo faccio fatica a sopportarlo” dissi guardando altrove. “La bistecca fiorentina?” chiese il cameriere con i piatti in mano, “mia” disse Chris, “insalata per la bellissima ragazza” disse porgendomela, vidi Chris diventare di otto tonalità diverse, gli diedi un calcio e mi guardò, il cameriere si allontanò. “Ma che ti prende?” chiese confuso, “hai cambiato otto tonalità al viso e se avessi avuto poteri lo avresti incenerito con lo sguardo” dissi seria, “è quello che si merita” disse continuando a fissarlo, “non credo” dissi scuotendo la testa, “ah no? Ci ha provato palesemente con te” era nervoso, cominciò a mangiare senza dire una parola, “scusi” chiamai il cameriere, “può portare l’acqua?” chiesi, “certo tesoro” disse il cameriere, Chris alzò lo sguardo, lo guardò a lungo, non avevo mai visto Chris così alterato, “se lo prendo lo faccio diventare un portachiavi” disse scuotendo la testa, “calmati” dissi piano, “tieni…” il cameriere portò l’acqua e mi fece l’occhiolino, bastò per far scattare Chris che si alzò, “scusa?” aveva il tono minaccioso, “mi dica” si girò il cameriere, “tieni, lo dici a tua sorella, l’occhiolino lo fai sempre a tua sorella, e poi sempre a tua sorella fai i complimenti ok?” disse avvicinandosi, “mi scusi, non credevo che lei fosse il suo…” non lo fece neanche finire di parlare, “oh invece lo sono” parlò tranquillo, da lontano sembrava una normale chiacchierata, “mi scusi, non succederà più” disse il cameriere, “ne sono certo” disse sedendosi, il cameriere diventò una scheggia nel tornare di là, “sei veramente un casino” dissi sorridendo, “vedi? Ho più problemi io con te, che tu con me” sussurrò, “ma finiscila” risi, ci alzammo e lui andò a pagare, “no… pago io” dissi accelerando il passo, “ma non esiste proprio” disse spingendomi in dietro, “dai” borbottai, “dai niente… vai a dormire” disse ridendo, si mise alla cassa e io gli diedi un pizzico, mi prese con il suo braccio enorme e mi abbracciò, “sì… il tavolo 4” disse alla cassiera, lo guardò come se le fosse apparsa la Madonna, gli disse la cifra da pagare che neanche ascoltai presa a guardare come lo guardava, “ma lei è Chris Evans?” chiese quando le porse i soldi, “ehm… sì” rispose Chris, “oddiooooo autografo e foto me lo concedi?” chiese urlando, “sì ma stai tranquilla” borbottai, “va bene” rispose Chris dandomi un pizzico leggero sulla spalla, “fallo qui l’autografo” disse porgendogli un foglio, lo firmò e lo rimise sul bancone, fece il giro e gli si posizionò al fianco, “allora… ci scatti una foto?” mi chiese eccitata, “per favore?” borbottai di nuovo, “eh sì quello” disse porgendomi il telefono, praticamente lo stava tastando per “cercare una posa in cui lei venisse bene”, “quando hai finito eh” sbottai, “sì ma stai tranquilla” disse nervosa, “lo stai perquisendo?” chiesi, “uff… che palle questa” disse secca, “senti bella, fattici un selfie” gli tirai il telefono e uscii fuori. Dopo pochi secondi arrivò Chris, “ma che ti prende?” chiese, “sarà così la nostra relazione? Ti tastano e io devo stare zitta?” ero talmente nervosa che volevo piangere, “temo di sì” rispose abbracciandomi, “ma siamo io te ok? Il resto è niente” mi accarezzò i capelli e tra le sue braccia mi ci sarei persa volentieri, “andiamo dai… devi andare a lavorare” disse prendendomi per mano, “non mi va” mi lagnai, “ah io non ti obbligo di certo” rispose afferrandomi per il fianco, “voglio andare a casa…” dissi salendo in macchina, “a letto” proseguii, “eh lo so… faccio questo effetto” scherzò Chris, “a dormire” lo guardai, “che tristezza… fai la panterona e poi… vuoi andare a casa a dormire” mi schernì, “idiota” risi, partì.
In meno di venti minuti ci trovammo di fronte al negozio, “se vuoi vai” dissi accendendo la sigaretta, “mmm nah” disse sicuro, si mise gli occhiali da sole e incrociò le braccia, “stai facendo il figo Evans?” chiesi dandogli un cazzotto piano, “sto cercando di sedurti” disse facendo il suo sorrisino malizioso, “mmm… e allora avvicinati” dissi tirandolo per la maglietta, mi baciò e buttai la sigaretta, “che mangiamo a cena?” chiesi tra le sue braccia, “vado a fare spesa?” chiese dolcemente, mi stringeva forte ed era la cosa più bella, “e che prendi?” chiesi, “ti chiamo più tardi o se non puoi rispondere ti mando un messaggio” mi baciò la fronte e continuò a stringermi, “Ciao belli” disse Grace aprendo la porta, “ciao Grace” rispondemmo in coro, “sembra di stare a scuola” disse ridendo, entrammo e accese le luci, “allora? Che dite?” chiese sorridendo, “mah niente… che hai fatto questi giorni?” chiesi svagando, “ho lavorato e ho scoperto che diventerò nonna” disse sorridendo, “auguriii” dissi abbracciandola, “senti io vado, ti chiamo più tardi… a dopo” Chris mi baciò, “ciao” risposi guardandolo andare via. “E vorresti dire che non hai nulla da raccontare? Sei veramente una pessima persona” disse scuotendo la testa, “non potevo raccontarlo con lui qui” risposi, “ma non si era fidanzato?” chiese confusa, “no… mi ha mentito per farmi credere che non ero io la donna di cui era innamorato, per paura che io lo rifiutassi… però poi dopo un giorno che non ci parlavamo e se ci parlavamo litigavamo mi ha detto di amarmi e ci siamo baciati” dissi riassumendo le ultime ore, “e avete consumato il vostro amore?” chiese felice come una bambina, “ehm… queste dove vanno?” chiesi con le magliette da donna in mano, “lo prendo come un sì” disse ridendo, “Grace… mi metti in imbarazzo sai?” risi, “mi sembravi più rilassata” rise anche lei, “ma smettila” diventai rossa come un peperone, “comunque siete una bella coppia, si mi piacete” disse ridendo, “va bene” risposi, “e insomma… questo calvario…” scosse la testa, “se vi fosse messi insieme prima ora staremmo parlando di matrimonio” disse seria, “oh oh… addirittura” risposi ridendo.
CHRIS, “pronto” risposi, “ho fatto la spesa, la porto da me o da te?” chiese velocemente, “dove vuoi” sussurrai per non farmi sentire dai clienti, “da te… così stai più comoda per andare a lavoro domani mattina” decise, “va bene… portati le cose” sussurrai di nuovo, “sì capo, perciò ti è piaciuto dormire con me eh” riuscii a capire dalla voce che stava facendo la sua espressione maliziosa, voleva giocare, e giochiamo. “Più che altro il risveglio” dissi sussurrando, “oh sì, è stata anche la mia parte preferita” sussurrò anche lui, “mmmh pensi che stasera ci possa essere una seconda volta?” chiesi sussurrando di nuovo, “anche una quinta se continui a fare così” lo sentii ridere, “parliamo di cose un po’ più serie, devo venirla a prendere Milady?” rise di nuovo, “ehm… se non vuole che arrivi a casa per le dieci passate credo di sì, sempre se Milord non ha problemi…” risi anche io, “sarò lì fra mezz’ora Milady, ora sto dando da mangiare a Dodger e vengo” disse affannato, “ma porta anche lui da me” dissi andando nel retro del negozio, così Grace non mi avrebbe vista, “ah… se posso sarebbe meglio, allora dai preparo tutto e arrivo. Domani siamo invitati a cena da mia madre, ah e ci sarà sia Carly che Scott” disse parlando veloce, “mi stai incastrando per caso?” chiesi confusa, “ehm sì.” Rispose subito, “senti ci vediamo fra poco, io vado a lavorare” risposi, “ciao piccola” sussurrò, “ciao amore” dissi attaccando.
“Oggi non si è visto quasi nessuno vero?” chiese Grace, “vero… lavorato pochissimo” le diedi ragione, “tu sicuramente” rise, “scusa” dissi colpevole, “aaah l’amore” disse scuotendo la testa, “Grace, ce l’hai una bottiglia d’acqua?” chiese Chris entrando solo con la testa, “sì tieni” disse porgendogliela, “non può entrare ha il cane” dissi prendendola, la portai a Chris che mi baciò, “guarda chi c’è” mi annunciò, Dodger mi saltò addosso e cominciò a giocare con me, “ma come siamo belli” gli dissi accarezzandolo, “fallo entrare Chris, tanto stiamo chiudendo” disse Grace, lo fece entrare, il cane si diresse subito su Grace, Chris mi mise un braccio in torno al collo e mi sorrise, “gli piaci eh Grace” disse guardandoli giocare, “e lui piace a me” disse accarezzandolo, “senti Nicki, non ho avuto tempo per dirtelo, ma domani siamo chiuse, devo andare da mio marito a San Francisco, non sta bene…” disse tirandosi su, “cosa ha?” chiesi preoccupata, “non si sa, ma ieri è stato ricoverato d’urgenza e trasferito a San Francisco, ha perso conoscenza in mezzo alla strada” disse con la voce tremante, “Grace… non ti preoccupare, si risolverà tutto” dissi abbracciandola, annuì e mi sorrise, “domani ti chiamo, qualsiasi cosa ti chiamo” disse asciugandosi due lacrime con il fazzoletto, “va bene” dissi allontanandomi, “facciamo la chiusura e andiamo a casa, voglio andare ad abbracciare i miei figli” disse scuotendo la testa, spazzo per terra, Chris era rimasto immobile in silenzio, portò fuori Dodger e rimase ad aspettare lì, spazzai a terra e pulii il bancone come facevamo di solito il sabato, e chiusi la scala mettendola al suo posto nel magazzino. “Vai Nicki, ci sentiamo domani” disse sorridendo, mi avvicinai a lei e le diedi un bacio sulla guancia, “tesoro mio” mi abbracciò forte e la sentii singhiozzare, “sii forte, si risolverà ogni cosa” dissi abbracciandola di rimando, “ci proverò” disse fingendo un sorriso.
“Devi metterlo davanti a te Dodger, dietro ci sono le sue cose” disse facendo spallucce, “le sue cose?” chiesi confusa, “ho dovuto portare la sua cuccia, i suoi giochi, la sua coperta, i suoi croccantini, le sue ciotole… come lasciavo qualcosa piangeva” disse stanco, “sei viziato Dodg?” chiesi prendendolo per il lati del muso, “ma sei bellissimo, che ti ha fatto? Ti ha lavato Chris?” cominciai ad accarezzarlo e lui si accoccolò sui miei piedi, arrivammo a casa in venti minuti, “vieni Dodger? Andiamo su” presi il guinzaglio ma mi accorsi che non era legato a esso, mi feci seguire fino all’ascensore e poi fino a dentro casa, chiusi la porta e scesi giù ad aiutare Chris, “prendi solo la busta con le ciotole” disse porgendomela, lo guardai e aveva tre zaini sulle spalle e due buste a braccio, “sembri un venditore ambulante” risi e sentii ridere anche lui, “non sai quanto pesa la roba di Dodger” disse ridendo, “immagino” alzai le mani e feci segno di non avere nulla, lui mi sorrise e chiamai l’ascensore, “Stanotte farà freddo?” chiese pensieroso, “non penso perché?” chiesi, “perché non fa caldo stasera” era così tenero con tutte quelle cose addosso, arrivammo al piano ed aprii la porta, trovammo Dodger dormire sul divano tutto raggomitolato, “certo… i traslochi stancano eh” disse Chris guardando il cane, risi e posai le ciotole vicino al televisore, Chris posò le cose a terra e aprì le buste, “La cuccia Dodger, a cuccia” disse svegliandolo, la mise all’altro lato del televisore, riempii le ciotole di acqua e croccantini e svuotammo la busta con la copertina del cane e dei suoi giochi.
“Amore mio” si avvicinò Chris dietro di me per abbracciarmi da dietro, “ehi” sussurrai afferrando le sue mani poggiate su la mia pancia, mi baciò il collo, lo sentii respirare, “dobbiamo prima mangiare Capitano” sussurrai, “mangerei te” sussurrò, “devo cucinare” dissi allontanandolo, si lamentò, si finse offeso ma lo ignorai.
“è pronto” andai in camera da pranzo e trovai Chris e Dodger guardare la televisione, “incredibile” si alzò e venne in cucina, “cosa è incredibile?” chiesi curiosa, “c’è parto col folle” disse ridendo, “uuuuh bellissimo” mi accesi, mangiammo velocemente e lasciammo i piatti nel lavandino, ci alzammo e andammo in salone a vedere il vedere il film. Mi misi sdraiata con il busto sopra quello di Chris e le gambe tra le sue gambe, “stai comoda?” chiese ridendo, “si” risposi lasciandomi coccolare, cominciò a farmi i grattini sulle braccia, per poi farli sui fianchi. “Sta squillando il tuo telefono Nicole” mi svegliò, “eh?” chiesi confusa, “si ciao… sta squillando il tuo telefono” lo mimò, “ho capito, non c’è bisogno di mimarlo” mi alzai e lo andai a prendere, “Amanda, spero che sia importante” dissi con la voce impastata dal sonno, “cioè stai a casa con Chris e dormi alle nove di sera? Tu hai problemi serissimi. Comunque ti ho chiamata per capire che fine avessi fatto”, “sono stata impegnata tutto il giorno, sono tornata ora a casa” mi giustificai, “sì… Chris ti stanca troppo” disse ridendo, “no… fidati” risposi, “ancora niente? Ma sei vergine per caso?” chiese ridendo di nuovo, “per la cronaca è successo… ma non era questo il momento e non è successo tutto il giorno, ora se permetti torno a dormire, ci sentiamo domani ok?” sussurrai, “Nicole mi sembri un’agente della CIA, puoi dirlo che ci sei andata a letto, non devi sussurrare per forza” la delicatezza di Amanda mi lasciava sempre più esterrefatta, “Ok… ma che ti frega a te” risi, “mi preoccupo, sarà da quando è stato scoperto il fuoco che non vai a letto con qualcuno” rise, “dobbiamo parlare dei dettagli della mia vita sessuale?” sbottai, Chris mi guardò confuso, “sì…” rispose Amanda ridendo, Chris si alzò e mi tolse il telefono dalle mani, “ciao Amanda” attaccò. “Parliamone io e te” disse baciandomi, mi mise con le spalle al muro e mi alzò le gambe mettendole sui suoi fianchi, “era tutto il giorno che aspettavo questo momento” sussurrò muovendosi contro di me, mi mise le mani sotto la maglietta e mi accarezzò il seno, lentamente, “Chris” sussurrai, “sh” mi baciò, fece cadere a terra la mia maglietta, lo imitai e tolsi la sua, con un gesto veloce mi tirò giù i pantaloni e me li sfilò, con le gambe feci scendere i suoi fino a sotto i piedi, li spostò con un calcio e riprese a baciarmi con foga, fece scendere una mano, la sentii sull’elastico delle mutande e poi scendere giù, entrò, ansimai, infilai la mia mano nei suoi boxer, lui la tolse e la bloccò sopra la testa, si tirò giù anche i boxer e cominciò a muoversi, entrò ed ansimai, mi aprì il reggiseno e lo fece cadere a terra, si cominciò a muovere e lo sentii ansimare, mi strinse a sé e cominciò a camminare, arrivammo in bagno e lui aprì l’acqua della doccia, mi mise sul lavandino e si mosse piano, aprì la doccia e entrammo, mi poggiò al muro come poco prima e si mosse.
“Dio mio” dissi quando si staccò, il suo bacio era così caldo, lui rimase in silenzio e mi guardò, ci insaponammo e sciacquammo in pochi secondi, uscimmo dalla doccia. “Piccola” mi accarezzò la guancia e mi sorrise, misi una felpa grigia e un pantalone della tuta grigia e lui si mise pantaloncini corti e maglietta grigia, mi buttai sul letto e lui mi seguì mettendo la testa sulla mia pancia, “lo vuoi un figlio?” chiese dolcemente, “Sì” risposi, “lo facciamo?” chiese ridendo, “Chris… non adesso” risposi seria, “io lo vorrei tanto” mi accarezzò la gamba e sorrisi, “anche io, ma adesso no” dissi accarezzandogli i capelli, “e quando?” chiese come impaziente, “quando sapremo bene che cosa ne sarà di noi” risposi, “io lo so bene, ti amo, e voglio stare per sempre con te, invecchiare con te” disse tirandosi su, “anche io, ma non sai se non funzionerà” dissi guardandolo negli occhi, “già…” si intristì, “ma funzionerà” dissi accarezzandolo, “ma se hai appena dett…” mi guardò, “tu non ti fidi di me” disse serio, “no… Chris mi fido di te… è solo che non sai quello ce succederà” dissi scrollando le spalle, “che cosa? Che mi innamorerò di un’altra? Che ti farai prendere dalle paranoie e mi lascerai? Cosa?” chiese nervoso, “Chris non ti arrabbiare, è per dire che stiamo insieme da pochi giorni, non sai se potrà funzionare per mettere al mondo un bambino” dissi calma, “Nicole, siamo migliori amici da praticamente 26 anni, e tu ne hai precisamente 26… ci passiamo nove anni, nove anni in cui io non mi ricordo neanche che cosa ho fatto, mi sono reso conto di amarti quando avevo ben 17 anni, cioè a fare dei calcoli sono 18 anni fa, ma ovviamente tu eri troppo piccola, poi sei cresciuta, mi hai raccontato la tua prima volta, il tuo primo amore, i tuoi primi tormenti amorosi, e mi sono messo in testa che non lo avresti mai dovuto sapere, che avresti dovuto vivere la tua vita e che io ci sarei stato per te, lo stesso, anche se avrei dovuto mandare giù bocconi amari come vederti amare qualcun altro e mettere su famiglia con qualcun altro. Mi sono reso conto che non posso, non ci riesco Nicole, io voglio vederti con il pancione e dire è mio, voglio vederti lanciare il bouquet di fiori al mio matrimonio e voglio che mi ami… ma evidentemente per te non c’è tutto questo, per te c’è solo l’inizio di una relazione con un uomo.” Disse guardando il soffitto, per un secondo pensai che stesse per piangere, “Chris io ti amo, e ti amo da sempre, mi ricordo che quando ero piccola ti guardavo e sognavo il primo bacio con te, perché non mi hai mai detto niente?” chiesi triste, “perché avrei rovinato tutto, e perché i tuoi genitori mi odiavano” disse scuotendo la testa, “i miei genitori, sono spariti, non hanno mai accettato nulla di mio, dovevo essere medico, dovevo seguire la famiglia, e dovevo perfino sposarmi entro i 22 anni, tu rappresentavi tutto ciò che io volevo fare, volevo essere come te e per loro non andava bene” dissi appoggiando la testa sul suo petto, “tu sei sempre stata innamorata di me?” chiese stupito, “sì, ma me ne sono accorta solo quando mi hai detto che ero perfetta per venire agli oscar, l’ho capito lì, perché mi sono sentita realmente perfetta quando lo hai detto.” “Lo sei, sei perfetta… Ti amo tantissimo” mi mise un braccio in torno alla vita e mi strinse, “anche io” con la sua mano libera mi coprì, mi diede un bacio sulla fronte, “ti proteggerò sempre” promise baciandomi la fronte, “lo so” sussurrai abbandonandomi alla sicurezza che mai niente mi sarebbe successo con Chris al mio fianco.

  
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