Capitolo
4
Aprii piano piano gli occhi, mi mossi il più
piano possibile per non svegliare Chris, ma con il suo braccio sul
petto mi stava soffocando, “buongiorno amore” disse dandomi un bacio,
amore? A me? Ancora mi dovevo abituare, “buongiorno” risposi
ricambiando, “vado in bagno, ora torno” dissi alzandomi, andai a fare
la pipì e tornai in camera da letto, solo lì notai che Chris stava
dormendo in mutande, “stai ammirando?” chiese malizioso, “ci fosse
qualcosa da ammirare” scherzai, mi tirò per il braccio e mi sdraiò sul
letto, mi si mise sopra e cominciò a farmi il solletico, “che hai detto
tu?” chiese, “niente… ritiro tutto” dissi contorcendomi dalle risate,
mi ritrovai una sua mano sul seno, e cominciò a muoverla, “posso sempre
farti provare…” sussurrò al mio orecchio, con un gesto lento mi tolse
la maglietta, gli accarezzai la schiena e lui mi baciò, passionale,
lento, dolce, la sua mano scese, mi abbassò i pantaloncini e li tolse,
“ti voglio” sussurrò, “sono tua” sussurrai, mi sganciò il reggiseno e
lo tolse, scese in basso e cominciò a baciarmi l’interno coscia, poi
salì sempre di più, cominciai ad ansimare, si tirò su, e decisi di
prendere l’iniziativa, gli abbassai i boxer e glieli tolsi, lo
stuzzicai con la mano, cominciò ad ansimare, poi mi spostò la mano, la
portò sopra la mia testa e prese l’altra mettendola sopra l’altro lato
della testa e mi tenne ferma, entrò e piano piano cominciò a muoversi,
mi tené ferma e si mosse piano, poi si fermava poi piano, “aah che
aspetti?” chiesi ansimante, “che mi implori, ti ho implorato io per
stare insieme… tu mi implori per fare l’amore” ansimò nel mio orecchio,
“non riuscirai a fare così per tutto il tempo… non ti implorerò”
ansimai, mantenne la sua promessa mi torturò uscendo e rientrando e
andando piano piano, “prendi qualcosa?” chiese dolcemente, “no”
risposi, “ok allora dimmi tu come preferisci, salto della quaglia o un
durex?” chiese fermandosi, “ora facciamo anche i discorsi?” chiesi, “se
mi rispondi e fai ciò che dico io le cose diventano più sbrigative”
disse ridendo, “come preferisci, ma durex forse è meglio” dissi
imbarazzata, “va bene” lo prese dal portafoglio e lo mise, “ora o mi
implori o niente” disse entrando e affondando, “Chris… non dovevi
lasciarmi le mani” dissi facendo pressione su di lui, lo girai, eravamo
di profilo, spinsi di nuovo ed ero sopra di lui, mi cominciai a muovere
al ritmo che comandavo io, si mise seduto, mi prese i capelli li tenne
stretti, ansimò forte, mi girò e mi ritrovai sotto, cominciò a muoversi
velocemente, le sue mani mi accarezzavano ovunque, i corpi erano
diventati uno solo, lo sentii irrigidirsi in ogni mossa, arrivammo
entrambi all’orgasmo nello stesso momento, si posò sopra di me
lentamente, mi baciò a lungo, “pensi ancora quello che dicevi? Che non
sono capace e che non c’è niente da guardare?” chiese malizioso,
“decisamente” dissi sfottendolo, “ah sì?” chiese dandomi uno
schiaffetto sul sedere, “sì” risposi mordendomi il labbro, “vado a fare
la doccia” annunciò alzandosi, “va bene” risposi sedendomi sul letto,
mi rivestii e rifeci velocemente il letto.
“Se vuoi puoi andare” mi avvisò, mi abbracciò da dietro e poggiai la
testa sul suo petto, “non riesco a starti lontano” sussurrò, “ci devi
riuscire o facciamo tardi” dissi dolcemente, “va bene vado a vestirmi…
poi passiamo a casa mia a cambiarmi e poi andiamo a fare colazione”
disse pianificando le cose da fare, “se vuoi puoi andare adesso, io ti
aspetto qui mi fai uno squillo quando sei quasi qui sotto e io scendo”
dissi prendendo mutande, reggiseno e accappatoio, “allora vado subito”
mi baciò e uscì di casa, ancora non realizzavo che Chris e io stavamo
insieme, entrai in doccia e quando uscii asciugai i capelli lasciandoli
mossi e mi misi una canottiera nera e un pantalone verde militare con
le converse bianche basse.
“Scendi” che telefonata entusiasmante, scesi e salii subito in macchina
di Chris, “ci aspettano al Temple Bar” disse partendo, annuii e lui mi
accarezzò la mano.
“siamo arrivati, qualsiasi cosa non credere a quello che dicono e
prendili per ciò che sono” fece il gesto di essere svitati, risi e
attraversammo la strada, “Lei chi è?” chiese Mark avvicinandosi,
“Nicole..” rispose tranquillo, “aaah Nicole… non smette di parlare di
te” Mark mi strinse la mano, “la dovreste vedere, è una bomba” lo imitò
Robert, “non ci credere” disse mettendomi un braccio in torno al collo,
“piacere Nicole… non dare retta, sono una massa di cretini” si presentò
Scarlett, “ora mettiamo al tavolo, Chris ancora deve arrivare”
proseguì, “eccomi, eccomi” un colosso, un vero colosso salutò tutti,
“Ciao Nicole, piacere Chris” mi strinse la mano, Chris lo guardò male e
lui sorrise, “So come ti chiami perché Chris ti ha descritto nei
dettagli come eri fatta” rise, guardai Chris imbarazzato e gli sorrisi.
“pss” mi chiamò Scarlett, “ma state insieme?” chiese sorridendo, “ehm…
una mezza cosa” risposi, “oddio non mi dire che si è fatto avanti”
disse ridendo, “sì” risi anche io, “sai quanto ci ho tribolato per
farlo parlare?” era felice, “senti lo accompagnerai tu agli Oscar?”
chiese sorridendo, “ehm sì” risposi timida, “se vuoi, visto che sarò a
New York per un po’ prima di tornare a casa, cerchiamo il vestito
insieme e ti spiego come funziona” si offrì per aiutarmi, “per me va
bene, ma c’è anche una mia amica che vorrebbe aiutarmi” spiegai, “due è
meglio di una no?” chiese sorridente, “certo” sorrisi e annuii.
“Comunque fan in arrivo di Chris, non ti far mai vedere gelosa, se mai
continua a parlare con me e dille a me le cose, più ti ingelosisci più
dai potere” sussurrò, “Oddio Chris, ti amo… posso fare una foto con
te?” chiese una di loro, “certo” si alzò e mi guardò, “Nicole puoi
farci la foto?” chiese ridendo, “possiamo fare che mi dai un bacio in
guancia e una che sorridi?” chiese, “tutto ciò che vuoi” acconsentì, ne
scattai credo un milione, mi rimisi seduta, “lui è il primo che cerca
di non farti essere gelosa, e se delle volte puoi pensare che lo faccia
per dispetto, pensa che non sa che cosa deve fare bene, può cercare di
fare tutto alla perfezione ma qualcosa gli sfuggirà” sussurrò
stringendomi la mano, “ma state insieme?” chiese Robert, “una mezza
cosa” rispose Scarlett, “Dio ce l’ha fatta… ma ti ha detto che ti ama?”
chiese Chris, “ragazzi lo state facendo passare per un alieno” li
bloccò Mark, “lo è… innamorato di una ragazza da anni e non riesce
neanche a baciarla” disse Robert ridendo, “si mi ha detto che mi ama”
risposi imbarazzata, “almeno questo” rispose Robert, Chris si rimise
seduto, “ abbiamo monopolizzato la tua lady” annunciò Robert, “a tutti
quanti… lei non si tocca” disse prendendomi la mano, “ah… sei geloso
caro Chris” disse Chris mettendogli una mano sulla spalla, “di lei?
Pfff…” finse di ridere, “da morire” proseguì serio, risero tutti e lui
mi stampò un bacio, “senti Nicole dammi il tuo numero così ci mettiamo
d’accordo quando vederci” disse Scarlett porgendomi il telefono, segnai
il numero e lei mi fece uno squillo, “quello è il mio… ora vado che a
pranzo devo vedermi con un’amica” disse alzandosi, mi salutò con un
bacio sulla guancia e gli altri li salutò con la mano. “Anche noi
andiamo che dobbiamo fare dei giri” annunciò Chris alzandosi, mi alzai
insieme a lui e sorrisi, “è stato un piacere” dissi afferrando la mano
di Chris, “anche per noi” disse Robert, ci allontanammo, “sono pazzi…
te l’ho detto” disse ridendo, “e sapevano che eri innamorato di me”
aggiunsi, “già… diciamo che solo tu non lo sapevi” disse ridendo, “ma
ora lo so” ammisi cercando il suo sguardo, “e so anche che sei geloso”
aggiunsi, “di te lo sono sempre stato” disse lasciandomi la mano per
portare la sua al mio fianco, non risposi e mi lasciai cullare nel
suono della sua voce. “Allora vuoi che Scarlett ti aiuti a cercare il
vestito” disse aprendo la macchina, “sì… e poi anche Grace mi voleva
aiutare” mi sentii in colpa, lo stavo tagliando fuori, “fantastico, mi
risparmierò giorni e giorni di shopping” disse sentendosi sollevato,
“cosa? Mi stavo sentendo in colpa per averti tagliato fuori e tu che
fai? Ti senti sollevato?” risposi confusa, “senti… mi avrebbe fatto
piacere accompagnarti a provare i vestiti… e per come sono fatto te li
avrei comprati tutti pensando che ti stessero tutti meravigliosamente
bene… ma non voglio vederti con il vestito per poi vederti agli oscar e
dire, mmm ti ho aiutato bene a trovarlo, voglio guardarti e dire che
sei magnifica e che mi hai stupito, voglio guardarti e dire, sono senza
parole” disse accarezzandomi la guancia, “e allora lo pagherò da sola”
incrociai le braccia, “per favore lo fai per me? Voglio regalarti quel
vestito, e le scarpe, gli accessori e tutto compreso, vuoi prosciugarmi
la carta? Fallo… coccolati perché se io venissi con te non ti comprerei
mai l’abito che costa meno” disse serio, “sai che non sono il tipo”
dissi seria, “ti ho fatto già il favore di dirti di sì per gli oscar,
non ti allargare” dissi incrociando le braccia, “avresti preferito che
con la situazione di adesso, mi fossi organizzato diversamente?” chiese
malizioso, “ti avrei ucciso… e non scherzo” lo minacciai, “con Zoe…” mi
prese in giro, finsi una risata e lo guardai in cagnesco, “che c’è?”
chiese ridendo, “con Zoe… ti saresti vergognato pure di respirare”
borbottai, “si è vero… ma io amo te” disse baciando la mia mano, lo
guardai male di nuovo e mi girai a guardare fuori dal finestrino,
“comunque dopo dammi il telefono e ti scrivo il codice della carta”
disse tranquillamente, “non la userò” dissi prendendo il cellulare,
aprii facebook e trovai una richiesta d’amicizia, ZOE HAIS,
“scherziamo?” chiesi girando lo schermo del telefono verso Chris,
sbottò a ridere, parcheggiò l’auto e rimase a ridere, “accettala,
diventerete migliori amiche” disse ridendo, accettai, “tu non ti
preoccupare” dissi acida, “eddai… non fare così” disse tirandomi verso
di lui, “così come?” sussurrai sulle sue labbra, “non essere acida”
disse baciandomi, mi mise la mano fra i capelli e mi spostò ancora più
vicina, “andiamo a mangiare” mi scansai e lui mi guardò negli occhi,
sorrise, lo baciai di nuovo, “andiamo” sussurrò lasciandomi andare,
scesi dalla macchina e chiusi lo sportello, il ristorante era piccolo e
accogliente, molto intimo.
“Ti piace?” chiese guardandosi in torno, “da morire” dissi guardandolo,
“che c’è?” sorrise, “sei… bellissimo” risposi dolcemente, “oh me lo
dicono in tante” scherzò, lo guardai male e lui rise, “gelosa eh” mi
schernì, “la smetti? Sì sono gelosa problemi?” chiesi nervosa, “no…
anzi, mi piace” disse sorridendo, lo guardai male, “che c’è?” chiese
innocente, “sei un paraculo” dissi sorseggiando l’acqua, “vuoi il
vino?” chiese ridendo, “vuoi un vaffanculo già pronto?” chiesi acida,
“mmm mi sa tanto che si sta preparando la prima litigata” disse
ridendo, “Chris non sto ridendo, e poi la smetti?” “di fare cosa?” mi
guardò confuso, “di fare così, di farmi sempre ingelosire, sembra di
essere sempre e costantemente in esame, già è difficile accettare che
probabilmente in tutto il mondo fantasticano su di te, e lo accetto,
che ogni volta hai lo sguardo di tutte le ragazze addosso, lo accetto…
ma tu non aiuti” lo buttai fuori come se lo stessi pensando da una
vita, “ma io scherzo, io non realizzo che per gli altri sono Chris
Evans l’attore, per me sono una persona normale, che ha una vita
normale, molto più fortunato di tanti altri, ma sono una persona
normale, e nonostante sono anni che faccio questo lavoro ancora non
entro nell’ottica che ci sono tante ragazze che mi ammirano… e poi… a
me importa che lo dici tu che sono bellissimo…” disse guardandomi fisso
negli occhi, “anche per me sei Chris, il mio punto di riferimento e
tutto ciò che per me ha importanza, ma… per altri no, e questo faccio
fatica a sopportarlo” dissi guardando altrove. “La bistecca
fiorentina?” chiese il cameriere con i piatti in mano, “mia” disse
Chris, “insalata per la bellissima ragazza” disse porgendomela, vidi
Chris diventare di otto tonalità diverse, gli diedi un calcio e mi
guardò, il cameriere si allontanò. “Ma che ti prende?” chiese confuso,
“hai cambiato otto tonalità al viso e se avessi avuto poteri lo avresti
incenerito con lo sguardo” dissi seria, “è quello che si merita” disse
continuando a fissarlo, “non credo” dissi scuotendo la testa, “ah no?
Ci ha provato palesemente con te” era nervoso, cominciò a mangiare
senza dire una parola, “scusi” chiamai il cameriere, “può portare
l’acqua?” chiesi, “certo tesoro” disse il cameriere, Chris alzò lo
sguardo, lo guardò a lungo, non avevo mai visto Chris così alterato,
“se lo prendo lo faccio diventare un portachiavi” disse scuotendo la
testa, “calmati” dissi piano, “tieni…” il cameriere portò l’acqua e mi
fece l’occhiolino, bastò per far scattare Chris che si alzò, “scusa?”
aveva il tono minaccioso, “mi dica” si girò il cameriere, “tieni, lo
dici a tua sorella, l’occhiolino lo fai sempre a tua sorella, e poi
sempre a tua sorella fai i complimenti ok?” disse avvicinandosi, “mi
scusi, non credevo che lei fosse il suo…” non lo fece neanche finire di
parlare, “oh invece lo sono” parlò tranquillo, da lontano sembrava una
normale chiacchierata, “mi scusi, non succederà più” disse il
cameriere, “ne sono certo” disse sedendosi, il cameriere diventò una
scheggia nel tornare di là, “sei veramente un casino” dissi sorridendo,
“vedi? Ho più problemi io con te, che tu con me” sussurrò, “ma
finiscila” risi, ci alzammo e lui andò a pagare, “no… pago io” dissi
accelerando il passo, “ma non esiste proprio” disse spingendomi in
dietro, “dai” borbottai, “dai niente… vai a dormire” disse ridendo, si
mise alla cassa e io gli diedi un pizzico, mi prese con il suo braccio
enorme e mi abbracciò, “sì… il tavolo 4” disse alla cassiera, lo guardò
come se le fosse apparsa la Madonna, gli disse la cifra da pagare che
neanche ascoltai presa a guardare come lo guardava, “ma lei è Chris
Evans?” chiese quando le porse i soldi, “ehm… sì” rispose Chris,
“oddiooooo autografo e foto me lo concedi?” chiese urlando, “sì ma stai
tranquilla” borbottai, “va bene” rispose Chris dandomi un pizzico
leggero sulla spalla, “fallo qui l’autografo” disse porgendogli un
foglio, lo firmò e lo rimise sul bancone, fece il giro e gli si
posizionò al fianco, “allora… ci scatti una foto?” mi chiese eccitata,
“per favore?” borbottai di nuovo, “eh sì quello” disse porgendomi il
telefono, praticamente lo stava tastando per “cercare una posa in cui
lei venisse bene”, “quando hai finito eh” sbottai, “sì ma stai
tranquilla” disse nervosa, “lo stai perquisendo?” chiesi, “uff… che
palle questa” disse secca, “senti bella, fattici un selfie” gli tirai
il telefono e uscii fuori. Dopo pochi secondi arrivò Chris, “ma che ti
prende?” chiese, “sarà così la nostra relazione? Ti tastano e io devo
stare zitta?” ero talmente nervosa che volevo piangere, “temo di sì”
rispose abbracciandomi, “ma siamo io te ok? Il resto è niente” mi
accarezzò i capelli e tra le sue braccia mi ci sarei persa volentieri,
“andiamo dai… devi andare a lavorare” disse prendendomi per mano, “non
mi va” mi lagnai, “ah io non ti obbligo di certo” rispose afferrandomi
per il fianco, “voglio andare a casa…” dissi salendo in macchina, “a
letto” proseguii, “eh lo so… faccio questo effetto” scherzò Chris, “a
dormire” lo guardai, “che tristezza… fai la panterona e poi… vuoi
andare a casa a dormire” mi schernì, “idiota” risi, partì.
In meno di venti minuti ci trovammo di fronte al negozio, “se vuoi vai”
dissi accendendo la sigaretta, “mmm nah” disse sicuro, si mise gli
occhiali da sole e incrociò le braccia, “stai facendo il figo Evans?”
chiesi dandogli un cazzotto piano, “sto cercando di sedurti” disse
facendo il suo sorrisino malizioso, “mmm… e allora avvicinati” dissi
tirandolo per la maglietta, mi baciò e buttai la sigaretta, “che
mangiamo a cena?” chiesi tra le sue braccia, “vado a fare spesa?”
chiese dolcemente, mi stringeva forte ed era la cosa più bella, “e che
prendi?” chiesi, “ti chiamo più tardi o se non puoi rispondere ti mando
un messaggio” mi baciò la fronte e continuò a stringermi, “Ciao belli”
disse Grace aprendo la porta, “ciao Grace” rispondemmo in coro, “sembra
di stare a scuola” disse ridendo, entrammo e accese le luci, “allora?
Che dite?” chiese sorridendo, “mah niente… che hai fatto questi
giorni?” chiesi svagando, “ho lavorato e ho scoperto che diventerò
nonna” disse sorridendo, “auguriii” dissi abbracciandola, “senti io
vado, ti chiamo più tardi… a dopo” Chris mi baciò, “ciao” risposi
guardandolo andare via. “E vorresti dire che non hai nulla da
raccontare? Sei veramente una pessima persona” disse scuotendo la
testa, “non potevo raccontarlo con lui qui” risposi, “ma non si era
fidanzato?” chiese confusa, “no… mi ha mentito per farmi credere che
non ero io la donna di cui era innamorato, per paura che io lo
rifiutassi… però poi dopo un giorno che non ci parlavamo e se ci
parlavamo litigavamo mi ha detto di amarmi e ci siamo baciati” dissi
riassumendo le ultime ore, “e avete consumato il vostro amore?” chiese
felice come una bambina, “ehm… queste dove vanno?” chiesi con le
magliette da donna in mano, “lo prendo come un sì” disse ridendo,
“Grace… mi metti in imbarazzo sai?” risi, “mi sembravi più rilassata”
rise anche lei, “ma smettila” diventai rossa come un peperone,
“comunque siete una bella coppia, si mi piacete” disse ridendo, “va
bene” risposi, “e insomma… questo calvario…” scosse la testa, “se vi
fosse messi insieme prima ora staremmo parlando di matrimonio” disse
seria, “oh oh… addirittura” risposi ridendo.
CHRIS, “pronto” risposi, “ho fatto la spesa, la porto da me o da te?”
chiese velocemente, “dove vuoi” sussurrai per non farmi sentire dai
clienti, “da te… così stai più comoda per andare a lavoro domani
mattina” decise, “va bene… portati le cose” sussurrai di nuovo, “sì
capo, perciò ti è piaciuto dormire con me eh” riuscii a capire dalla
voce che stava facendo la sua espressione maliziosa, voleva giocare, e
giochiamo. “Più che altro il risveglio” dissi sussurrando, “oh sì, è
stata anche la mia parte preferita” sussurrò anche lui, “mmmh pensi che
stasera ci possa essere una seconda volta?” chiesi sussurrando di
nuovo, “anche una quinta se continui a fare così” lo sentii ridere,
“parliamo di cose un po’ più serie, devo venirla a prendere Milady?”
rise di nuovo, “ehm… se non vuole che arrivi a casa per le dieci
passate credo di sì, sempre se Milord non ha problemi…” risi anche io,
“sarò lì fra mezz’ora Milady, ora sto dando da mangiare a Dodger e
vengo” disse affannato, “ma porta anche lui da me” dissi andando nel
retro del negozio, così Grace non mi avrebbe vista, “ah… se posso
sarebbe meglio, allora dai preparo tutto e arrivo. Domani siamo
invitati a cena da mia madre, ah e ci sarà sia Carly che Scott” disse
parlando veloce, “mi stai incastrando per caso?” chiesi confusa, “ehm
sì.” Rispose subito, “senti ci vediamo fra poco, io vado a lavorare”
risposi, “ciao piccola” sussurrò, “ciao amore” dissi attaccando.
“Oggi non si è visto quasi nessuno vero?” chiese Grace, “vero… lavorato
pochissimo” le diedi ragione, “tu sicuramente” rise, “scusa” dissi
colpevole, “aaah l’amore” disse scuotendo la testa, “Grace, ce l’hai
una bottiglia d’acqua?” chiese Chris entrando solo con la testa, “sì
tieni” disse porgendogliela, “non può entrare ha il cane” dissi
prendendola, la portai a Chris che mi baciò, “guarda chi c’è” mi
annunciò, Dodger mi saltò addosso e cominciò a giocare con me, “ma come
siamo belli” gli dissi accarezzandolo, “fallo entrare Chris, tanto
stiamo chiudendo” disse Grace, lo fece entrare, il cane si diresse
subito su Grace, Chris mi mise un braccio in torno al collo e mi
sorrise, “gli piaci eh Grace” disse guardandoli giocare, “e lui piace a
me” disse accarezzandolo, “senti Nicki, non ho avuto tempo per dirtelo,
ma domani siamo chiuse, devo andare da mio marito a San Francisco, non
sta bene…” disse tirandosi su, “cosa ha?” chiesi preoccupata, “non si
sa, ma ieri è stato ricoverato d’urgenza e trasferito a San Francisco,
ha perso conoscenza in mezzo alla strada” disse con la voce tremante,
“Grace… non ti preoccupare, si risolverà tutto” dissi abbracciandola,
annuì e mi sorrise, “domani ti chiamo, qualsiasi cosa ti chiamo” disse
asciugandosi due lacrime con il fazzoletto, “va bene” dissi
allontanandomi, “facciamo la chiusura e andiamo a casa, voglio andare
ad abbracciare i miei figli” disse scuotendo la testa, spazzo per
terra, Chris era rimasto immobile in silenzio, portò fuori Dodger e
rimase ad aspettare lì, spazzai a terra e pulii il bancone come
facevamo di solito il sabato, e chiusi la scala mettendola al suo posto
nel magazzino. “Vai Nicki, ci sentiamo domani” disse sorridendo, mi
avvicinai a lei e le diedi un bacio sulla guancia, “tesoro mio” mi
abbracciò forte e la sentii singhiozzare, “sii forte, si risolverà ogni
cosa” dissi abbracciandola di rimando, “ci proverò” disse fingendo un
sorriso.
“Devi metterlo davanti a te Dodger, dietro ci sono le sue cose” disse
facendo spallucce, “le sue cose?” chiesi confusa, “ho dovuto portare la
sua cuccia, i suoi giochi, la sua coperta, i suoi croccantini, le sue
ciotole… come lasciavo qualcosa piangeva” disse stanco, “sei viziato
Dodg?” chiesi prendendolo per il lati del muso, “ma sei bellissimo, che
ti ha fatto? Ti ha lavato Chris?” cominciai ad accarezzarlo e lui si
accoccolò sui miei piedi, arrivammo a casa in venti minuti, “vieni
Dodger? Andiamo su” presi il guinzaglio ma mi accorsi che non era
legato a esso, mi feci seguire fino all’ascensore e poi fino a dentro
casa, chiusi la porta e scesi giù ad aiutare Chris, “prendi solo la
busta con le ciotole” disse porgendomela, lo guardai e aveva tre zaini
sulle spalle e due buste a braccio, “sembri un venditore ambulante”
risi e sentii ridere anche lui, “non sai quanto pesa la roba di Dodger”
disse ridendo, “immagino” alzai le mani e feci segno di non avere
nulla, lui mi sorrise e chiamai l’ascensore, “Stanotte farà freddo?”
chiese pensieroso, “non penso perché?” chiesi, “perché non fa caldo
stasera” era così tenero con tutte quelle cose addosso, arrivammo al
piano ed aprii la porta, trovammo Dodger dormire sul divano tutto
raggomitolato, “certo… i traslochi stancano eh” disse Chris guardando
il cane, risi e posai le ciotole vicino al televisore, Chris posò le
cose a terra e aprì le buste, “La cuccia Dodger, a cuccia” disse
svegliandolo, la mise all’altro lato del televisore, riempii le ciotole
di acqua e croccantini e svuotammo la busta con la copertina del cane e
dei suoi giochi.
“Amore mio” si avvicinò Chris dietro di me per abbracciarmi da dietro,
“ehi” sussurrai afferrando le sue mani poggiate su la mia pancia, mi
baciò il collo, lo sentii respirare, “dobbiamo prima mangiare Capitano”
sussurrai, “mangerei te” sussurrò, “devo cucinare” dissi
allontanandolo, si lamentò, si finse offeso ma lo ignorai.
“è pronto” andai in camera da pranzo e trovai Chris e Dodger guardare
la televisione, “incredibile” si alzò e venne in cucina, “cosa è
incredibile?” chiesi curiosa, “c’è parto col folle” disse ridendo,
“uuuuh bellissimo” mi accesi, mangiammo velocemente e lasciammo i
piatti nel lavandino, ci alzammo e andammo in salone a vedere il vedere
il film. Mi misi sdraiata con il busto sopra quello di Chris e le gambe
tra le sue gambe, “stai comoda?” chiese ridendo, “si” risposi
lasciandomi coccolare, cominciò a farmi i grattini sulle braccia, per
poi farli sui fianchi. “Sta squillando il tuo telefono Nicole” mi
svegliò, “eh?” chiesi confusa, “si ciao… sta squillando il tuo
telefono” lo mimò, “ho capito, non c’è bisogno di mimarlo” mi alzai e
lo andai a prendere, “Amanda, spero che sia importante” dissi con la
voce impastata dal sonno, “cioè stai a casa con Chris e dormi alle nove
di sera? Tu hai problemi serissimi. Comunque ti ho chiamata per capire
che fine avessi fatto”, “sono stata impegnata tutto il giorno, sono
tornata ora a casa” mi giustificai, “sì… Chris ti stanca troppo” disse
ridendo, “no… fidati” risposi, “ancora niente? Ma sei vergine per
caso?” chiese ridendo di nuovo, “per la cronaca è successo… ma non era
questo il momento e non è successo tutto il giorno, ora se permetti
torno a dormire, ci sentiamo domani ok?” sussurrai, “Nicole mi sembri
un’agente della CIA, puoi dirlo che ci sei andata a letto, non devi
sussurrare per forza” la delicatezza di Amanda mi lasciava sempre più
esterrefatta, “Ok… ma che ti frega a te” risi, “mi preoccupo, sarà da
quando è stato scoperto il fuoco che non vai a letto con qualcuno”
rise, “dobbiamo parlare dei dettagli della mia vita sessuale?” sbottai,
Chris mi guardò confuso, “sì…” rispose Amanda ridendo, Chris si alzò e
mi tolse il telefono dalle mani, “ciao Amanda” attaccò. “Parliamone io
e te” disse baciandomi, mi mise con le spalle al muro e mi alzò le
gambe mettendole sui suoi fianchi, “era tutto il giorno che aspettavo
questo momento” sussurrò muovendosi contro di me, mi mise le mani sotto
la maglietta e mi accarezzò il seno, lentamente, “Chris” sussurrai,
“sh” mi baciò, fece cadere a terra la mia maglietta, lo imitai e tolsi
la sua, con un gesto veloce mi tirò giù i pantaloni e me li sfilò, con
le gambe feci scendere i suoi fino a sotto i piedi, li spostò con un
calcio e riprese a baciarmi con foga, fece scendere una mano, la sentii
sull’elastico delle mutande e poi scendere giù, entrò, ansimai, infilai
la mia mano nei suoi boxer, lui la tolse e la bloccò sopra la testa, si
tirò giù anche i boxer e cominciò a muoversi, entrò ed ansimai, mi aprì
il reggiseno e lo fece cadere a terra, si cominciò a muovere e lo
sentii ansimare, mi strinse a sé e cominciò a camminare, arrivammo in
bagno e lui aprì l’acqua della doccia, mi mise sul lavandino e si mosse
piano, aprì la doccia e entrammo, mi poggiò al muro come poco prima e
si mosse.
“Dio mio” dissi quando si staccò, il suo bacio era così caldo, lui
rimase in silenzio e mi guardò, ci insaponammo e sciacquammo in pochi
secondi, uscimmo dalla doccia. “Piccola” mi accarezzò la guancia e mi
sorrise, misi una felpa grigia e un pantalone della tuta grigia e lui
si mise pantaloncini corti e maglietta grigia, mi buttai sul letto e
lui mi seguì mettendo la testa sulla mia pancia, “lo vuoi un figlio?”
chiese dolcemente, “Sì” risposi, “lo facciamo?” chiese ridendo, “Chris…
non adesso” risposi seria, “io lo vorrei tanto” mi accarezzò la gamba e
sorrisi, “anche io, ma adesso no” dissi accarezzandogli i capelli, “e
quando?” chiese come impaziente, “quando sapremo bene che cosa ne sarà
di noi” risposi, “io lo so bene, ti amo, e voglio stare per sempre con
te, invecchiare con te” disse tirandosi su, “anche io, ma non sai se
non funzionerà” dissi guardandolo negli occhi, “già…” si intristì, “ma
funzionerà” dissi accarezzandolo, “ma se hai appena dett…” mi guardò,
“tu non ti fidi di me” disse serio, “no… Chris mi fido di te… è solo
che non sai quello ce succederà” dissi scrollando le spalle, “che cosa?
Che mi innamorerò di un’altra? Che ti farai prendere dalle paranoie e
mi lascerai? Cosa?” chiese nervoso, “Chris non ti arrabbiare, è per
dire che stiamo insieme da pochi giorni, non sai se potrà funzionare
per mettere al mondo un bambino” dissi calma, “Nicole, siamo migliori
amici da praticamente 26 anni, e tu ne hai precisamente 26… ci passiamo
nove anni, nove anni in cui io non mi ricordo neanche che cosa ho
fatto, mi sono reso conto di amarti quando avevo ben 17 anni, cioè a
fare dei calcoli sono 18 anni fa, ma ovviamente tu eri troppo piccola,
poi sei cresciuta, mi hai raccontato la tua prima volta, il tuo primo
amore, i tuoi primi tormenti amorosi, e mi sono messo in testa che non
lo avresti mai dovuto sapere, che avresti dovuto vivere la tua vita e
che io ci sarei stato per te, lo stesso, anche se avrei dovuto mandare
giù bocconi amari come vederti amare qualcun altro e mettere su
famiglia con qualcun altro. Mi sono reso conto che non posso, non ci
riesco Nicole, io voglio vederti con il pancione e dire è mio, voglio
vederti lanciare il bouquet di fiori al mio matrimonio e voglio che mi
ami… ma evidentemente per te non c’è tutto questo, per te c’è solo
l’inizio di una relazione con un uomo.” Disse guardando il soffitto,
per un secondo pensai che stesse per piangere, “Chris io ti amo, e ti
amo da sempre, mi ricordo che quando ero piccola ti guardavo e sognavo
il primo bacio con te, perché non mi hai mai detto niente?” chiesi
triste, “perché avrei rovinato tutto, e perché i tuoi genitori mi
odiavano” disse scuotendo la testa, “i miei genitori, sono spariti, non
hanno mai accettato nulla di mio, dovevo essere medico, dovevo seguire
la famiglia, e dovevo perfino sposarmi entro i 22 anni, tu
rappresentavi tutto ciò che io volevo fare, volevo essere come te e per
loro non andava bene” dissi appoggiando la testa sul suo petto, “tu sei
sempre stata innamorata di me?” chiese stupito, “sì, ma me ne sono
accorta solo quando mi hai detto che ero perfetta per venire agli
oscar, l’ho capito lì, perché mi sono sentita realmente perfetta quando
lo hai detto.” “Lo sei, sei perfetta… Ti amo tantissimo” mi mise un
braccio in torno alla vita e mi strinse, “anche io” con la sua mano
libera mi coprì, mi diede un bacio sulla fronte, “ti proteggerò sempre”
promise baciandomi la fronte, “lo so” sussurrai abbandonandomi alla
sicurezza che mai niente mi sarebbe successo con Chris al mio fianco.