PROLOGUE
Ci avevano trovati, dovevo scappare via. Sentivo i miei amici urlare il mio nome a squarciagola in cerca di aiuto. Mi voltai a guardarli, vidi i loro volti pieni di lividi e ferite e i cacciatori sopra di loro che cercavano di bloccarli con ogni arma possibile. Uno di loro aveva in mano un oggetto diverso dagli altri. Quando lo vidi usare contro Danny… presi la mia decisione e fuggii via. Mi misi a correre più forte che potevo, più veloce che potevo. Lo potevo sentire, erano alle mie calcagna. Non potevo fermarmi. Non potevo permettere che scoprissero che… Sentii il suono dei ramoscelli spezzarsi. Ero nei guai, dovevo solo correre. Sentivo le gambe diventare pesanti, iniziavo a perdere fiato ma non potevo fermarmi. Il gelo di quell’inverno si faceva sentire in tutta la sua magnificenza. Le labbra iniziarono a diventarmi viola come anche le mani. Il naso era rosso e gocciolava. I piedi mi si erano intorpiditi. Quando pensai di essere lontana abbastanza da quei bastardi, mi accasciai a terra senza pensare a un posto in cui rifugiarmi. Mi accasciai e basta. La testa iniziò a girarmi così forte che dovetti chiudere gli occhi. Solo cinque minuti, mi dissi. Non avrei mai pensato che l’ipotermia mi potesse portare al coma e che quel sonnellino mi potesse portare invece a dormire per ben cinque anni.