Fanfic su attori > Tom Hiddleston
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Autore: Dottie54    28/06/2016    0 recensioni
Tom Hiddleston é morto. Tutte le fan sono molto dispiaciute come il resto delle persone che lo conoscevano, amici, parenti, colleghi.
Medicinali sbagliati, suicidio, sono le ipotesi più accreditate, nessuno sa come può essere morto un uomo così.
Non si sa perché, né tantomeno come ma la sua anima é arrivata al cuore di una fan completamente abbattuta per l'accaduto.
Ovviamente lo erano in molti, ma lei ci teneva davvero. Come faccio a saperlo? Bé... È stata l'unica a chiedere. Una domanda :"Possiamo vederci anche domani notte?"
Thomas deve scontare una pena lunga sei mesi: ovvero stare chiuso in una camera fino allo scadere del tempo e ho deciso di dare un'occasione a quella ragazza, magari avrebbe davvero cambiato la sua vita questa esperienza, così ho deciso che se lei si sarebbe comportata bene si sarebbero potuti vedere ogni notte all'interno della stanza. D'altronde sono stato un umano, conosco i sentimenti.
Ma riuscirà la cattiva ragazza a non compiere neanche un peccato per sei lunghi mesi? Ha solo una possibilità, farebbe meglio a non sprecarla.
Ah... Quasi dimenticavo! I morti stanno con i morti e i vivi con i vivi! Ricordatelo!
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Genere: Commedia, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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E poi ci sono quei momenti della vita in cui sei costretto a fare una scelta. Una difficile scelta.
Nel mio caso, o per meglio dire, nel suo, la scelta in questione di certo non pareva facile. Ma d'altronde l'ha voluto lei no? D'altronde anche io sono stato uno di loro.
Questa è una storia d'amicizia, e poi chi lo sa, il destino è sempre stato così sconosciuto, persino ai miei occhi, ma non posso credere nel destino, mi è vietato.
E' una storia alquanto bizzarra riguardo un fantasma, ma in questo caso, non è il fantasma in questione a spaventare il vivo, piuttosto è il vivo a spaventare i fantasmi. 
E' stata abbastanza brava da sorprendere anche me. Una come lei... e chi se lo aspettava.
Ah... e ricordate! I vivi stanno con i vivi e i morti stanno con i morti!
Meglio che vi spieghi tutto sin dal principio.
 
"Questo triste ventidue dicembre Tom Hiddleston, famoso attore britannico si è recato a casa sua, a Londra, dove è morto alle ore diciassette e trentaquattro. Le cause sono ancora del tutto incerte. L'hanno trovato morto nel suo bagno, con gli indumenti che aveva in dosso questo pomeriggio. 
La Polizia e la Sicurezza Britannica stanno ancora indagando tra le moltelpici cause della morte del giovane attore che aveva solo trentacinque anni. 
Il suicidio è da escludere, si crede ad un avvelenamento, ma le teorie sono ancora vaghe. Vi terremo aggiornati al più presto, le immagini sono sconsigliate ad un pubblico sensibile." Teresa Ferrara, diciottenne impavida  e sorella di Mia, osservò la madre incredula. Le immagini del corpo erano raccapriccianti. Quell'uomo che fino a qualche giorno prima si trovava sul set di un futuro film che la sorellina più piccola sarebbe stata lieta di vedere, era scomparso dalla faccia della Terra.
"E ora chi la sente a Mia..." sussurrò la sorella maggiore ancora leggermente sconvolta poggiandosi più comodamente sul divano bianco. 
" Tesoro è il suo attore preferito, è ovvio che ci rimanga un po' male." La mamma delle due, dal canto suo, cucinava la cena.
"Mamma! Conosco Mia! Esagera per qualsiasi cosa e poi è già antipatica di suo, figuriamoci se viene a scoprire che il suo attore preferito è morto." Si girò sbruffando Teresa.
"Teresa!" la rimproverò "E' sensibile, non parlare così di tua sorella!"
"Sì, certo, prendiamo le sue difese adesso, in quanto più piccola della casa." roteò gli occhioni azzurri al cielo. 
"Ora basta Teresa. Stai parlando come una bambina."
"Sensibile? Mamma, Mia potrebbe essere definita la ragazza più bulla della scuola e tu ora vieni a dirmi che è sensibile?!" ridacchiò amaramente la ragazza intrecciando i capelli biondi in un codino.
"Non è bulla, nè cattiva è solo... che non esterna i suoi sentimenti. Sai cosa le è successo. Non vuole più ritrovarsi in quelle condizioni."
"Sì certo." continuò rassegnata la giovane aiutando la madre a cucinare. 
"Quando Mia tornerà dal corso di karate voglio che tu sia gentile con tua sorella, e glielo diremo nel modo più cauto possibile, ok?" alterò la voce la donna, anch'essa con gli occhi azzurri.
"Okay." Ribattè la figlia. 
Dopo circa un'ora quando la tavola era apparecchiata e Alessandro, padre di famiglia,  fu informato dell'accaduto, ritornò la piccola e poco dolce Mia.
*DRIIIIN*
"E' arrivata! Siate il più naturali possibile." Ad aprire fu Teresa che aveva stampato sul volto un sorrisone forzato. Mia osservò la sorella con un sopracciglio inarcato e un'aria parecchio confusa.
"Perchè mi guardi così? Non sembri arrabbiata." 
"Ma non lo sono, tesoro." La più grande si maledì mentalmente per aver detto l'ultima parola, Mia era molto scaltra, e non ci sarebbe voluto molto prima che lo venisse a scoprire.
"Che diavolo hai rotto di mio?" Entrò non guardandola neanche in faccia e gettando il pesante borsone con ben poca grazia a terra.
"Ahahah! Assolutamente nulla." Chiuse la porta. Mia era la più strana della famiglia. L'unica cosa che aveva in comune con la sorella era il cognome. Non erano diverse solo nel carattere, ma anche nel fisico.
Teresa era bionda con capelli lisci come l'olio e occhi azzurri, forme perfette, labbra carnose, sempre ben truccata, abiti bellissimi, cheerleader della scuola e la più brava nel corso di danza, scienze e scrittura. La ragazza più bella e popolare della scuola, voti alti e un corso di studi quasi finito in modo perfetto.
Mia era esattamente l'opposto. Corso di studi iniziato, ma sicuramente non al meglio. Il suo volto era contornato da una lnga cascata di capelli ricci e rossi. Gli occhi erano verdi come due smeraldi, forme sempre poco evidenziate, labbra sottili, niente trucco, abiti esclusivamente neri, e la peggiore in qualsiasi cosa. Non pteva farci nulla, ci era nata così. Nella sua famiglia erano tutti biondi o castani e occhi sempre chiarissimi. Tanto è vero 
La sedicenne ancora perplessa arricciò il naso sentendo l'odore di pasta al forno, la sua preferita. Entrò nella cucina giallastra e lignea con un'espressione del tutto titubante e indagatrice in cerca del pelo nell'uovo.
I genitori le sorridevano e il piatto aspettava ancora fumante al posto in cui Mia era solito sedersi.
"Che cosa è... successo?"
"Cucciola perchè non ti siedi?" La sorella più giovane anche se con aria indagatoria andò a sedersi e inziò a mangiare, come era suo solito fare, a sbafo.
Gli altri componenti della famiglia le sorridevano forzatamente guardandola mangiare, lei non ci fece molto caso, pensava solo a inghiozzarsi di pasta al forno.
"La volete smettere di fissarmi in quel modo?" Tutti e tre si girarono a guardare disinvolti da qualche altra parte.
"Il problema, tesoro, è che vorremmo parlarti di... una persona che a te sta molto a cuore."
"La vuoi smettere di chiamarmi tesoro? Sei fastidiosa!" urlò la secondogenita contro la sorella. Quest'ultima si alzò arrabbiata urlando:
"Stavo solo cercando di intraprendere una discussione da persone civili, stupida, ma con te non si può fare nulla, non è così?"
"Teresa!" la rimproverò il padre.
"No ora mi fai finire papà, è ora che qualcuno glielo spieghi." La ragazza bionda si rivolse nuovamente verso la rossa "Sei solo una bambina viziata, che non fa altro che criticare e giudicare le persone. Sei la più piccola e hai la protezione di mamma e papà per qualsiasi cosa! Ma il mondo lì fuori è diverso! E non ci saranno persone da pestare, perchè quella che sarà pestata sei tu! Noi saremmo più felici senza di te!" Mia osservò la sorella assottigliando gli occhi e ghignando malignamente.
"Nessuno ha chiesto il tuo parere, imbecille, ti senti tanto superiore perchè sei la più grande, tu sarai anche mia sorella ma la più viziata tra tutte e due sei tu! Oh certo, sei la ragazza perfetta, sei quella che va subito a vedersi allo specchio dopo che ha mangiato un pacchetto di crackers  per vedere se è ancora tutta intatta, questo deriva dalla tua scarsissima autostima in te stessa, oh e fai bene ad averla bassa, tanto non ci sarebbe motivo di farla alzare. Sei così perfetta ma inciampi continuamente nei tuoi errori, credi di essere un angelo? Una persona completamente casta? Lo so che in te c'è una piccola sgualdrina che vorrebbe girare nuda davanti ai ragazzi della scuola e scoparseli per poi mettere il video sul tuo canale di YouPorn."
"Mia! Ora basta filate in camera vostra tutte e due." Se c'era una cosa che Mia era brava a fare era manipolare le persone, farle sentire inferiori, era diventata brava a capire le persone, giusto per lo sfizio di veder crollare tutti ai suoi piedi. 
Ghignò ancora più cattiva e Teresa, rossa dalla rabbia quasi quanto i capelli della sorella, non potendo reggere ulteriormente il discorso, accese la TV digitando il canale del telegiornale per poi scappare via in camera.
"E ora torniamo con la notizia di Tom Hiddleston, attore di fama mondiale, è stato trovato morto nel suo appartamento, a Londra. Le ipotesi riguardo la sua morte sono completamente misteriose. 
Le tantissime fan, credendo che fosse una bufala, hanno iniziato a presentarsi a decine sotto il condominio dell'attore britannico, ma hanno scoperto che quest'ultimo è deceduto tra le ore diciasette e tretaquattro e le diciassette e trentacinque di questo pomeriggio.
Molti sospettano in un suicidio, ma secondo altre fonti l'attore non aveva mai avuto forme di depressione tali da poter arrivare sino a questo punto. 
La Polizia e l'Intelligence ancora non riescono a trovare le cause della morte. Oggi milioni di fan in tutto il mondo piangono in suo ricordo.
E ora andiamo da..." Mia spense il telvisore sbalordita e con le lacrime agli occhi. Le immagini lo dicevano chiaramente, il suo attore preferito era morto.
I genitori con la tensione al cento per cento osservavano la figlia che scappò via allontanandosi dal proprio condominio.
Si era fatto un certo orario, ma non importava che ore fossero, lei voleva solo scappare. Era una bufala, doveva esserlo per lei, altrimenti i giorni successivi li avrebbe trascorsi tra le lacrime senza nessuno.
Non fu la prima volta che scappò di casa, ma quella fu la più angosciosa di tutte.
Fuori pioveva e il suo carattere ribelle voleva fuggire dalla gabbia che continuava a farle mancare l'aria. Tom fu  solo la goccia che fece traboccare il vaso. Non poteva neanche dirlo ad un'amica , perchè lei non aveva amici. Non aveva nessuno a parte Tom. Era completamente sola.
Alzò lo sguardo al cielo ritrovandosi nel bel mezzo di una via sperduta all'interno dei vicoli di Torino. Quei vicoli così cupi e così sinistri. Le faceva paura il buio, ma pensandoci, il buio era come lei, futile, ma poteva arrivare a portare il Caos.
Lei non credeva in Dio, fino a qualche ora prima, era atea agnostica e credetemi se vi dico che farle cambiare idea su qualcosa è molto difficile.
"L'hai fatto per punirmi non è così?!!" sbraitò a squarciagola con le lacrime che si confodevano con la pioggia."Perché sono una cattiva persona, vero?! E' per questo che l'hai fatto!" Non si sarebbe aspettata una risposta e osservava il cielo nero e torbido di quell notte. " Tu sei cattivo! Non fai altro che punirmi! Vero? Come se la schifezza in cui sto non ti bastasse!" Okay, come reazione era esagerata, ma d'altronde Teresa ci aveva avvertito. 
"Perchè non la smetti di urlare? C'è gente che sta riposando lissù." E fu qui che la conobbi, era così carina, certo anche un po'... eccessiva, ma aveva sedici anni, voglio dire, i suoi ormoni erano a mille.
Si girò scrutandomi dalla testa fino ai piedi, con uno sguardo che probabilmente mi avrebbe potuto uccidere se fossi stato umano.
"Non me ne fotte un cazzo vecchiaccio." Sì lo ammetto, sono un po' vecchiotto rispetto agli altri angeli, per lei potevo sembrare tipo un sessant'enne. Ma tra tutti gli angeli del Purgatorio io ero il più bello, e probabilmente, se mi avesse visto nella mia forma angelica non mi avrebbe chiamato vecchiotto ma fustacchione.
"Giovani d'oggi..." alzai gli occhi paziente "...dovresti sentire come parli. Questo uso scurrile e inadatto del tuo lessico non è idoneo ad una ragazza così bella."
"Non ti conosco..." alzò il labbro superiore per sottolineare maggiormente il suo ribrezzo nei miei confronti "quindi sta lontano da me, vecchio pedolfilo." E scappò via.
Perchè le umane sono così complicate? Va bene che prima ero anche io un umano ma non ricordo assolutamente nulla della mia vecchia vita, nè che le umane fossero così difficili.
Corse per non so quanto tempo, ma non ci volle molto per trovarla, usai la mia vista acuta e con le mie grandi ali volai da lei prima che potesse fare qualche sorta di corbelleria.
Si precipitò a grendi falcate sulla strada, senza guardare a destra e a sinistra! Quella sciellerata! 
L'ultima cosa che vide furono  i fari di un camion che andava a ottanta kilometri orari.
Quando si svegliò non era nella sua migliore forma. Era in una camera losca e nera.
"C'è nessuno? Sono morta?" La ragazza dai capelli rossi incrociò il suo sguardo con quello di un fantasma.
"Tom!" urlò la ragazza felice di vederlo. Aveva le lacrime agli occhi, non poteva crederci, era insieme a lui, era felice ma anche dispiaciuta. 
"Perchè ti sei suicidato, Tom! Ti rendi conto di quanto sono stata male? Tu eri l'unico che riusciva a rendermi felice e lo so che ti sembrerò una pazza ma..."
"Tu sei pazza."continuò l'attore freddo "Io non mi sono suicidato, ma tu? Perchè l'hai fatto? Ti rendi conto che così non potrai più vedere la tua famiglia?"
"Guarda è meglio così..."abbassò lo sguardo. Era disarmante l'effetto che lui faceva alle donne. Io l'ho fatta scappare... e sono un angelo.
"No! Non è meglio così! Ragiona ragazzina! Non potrai più vedere il mare, non potrai più assaporare il gusto di un gelato al caffè, non potrai più vivere." Disse con una leggera nota di sarcasmo.
"Tu sei solo frutto dell'immaginazione non è così? I fantasmi non esistono!" sbraitò voltandogli le spalle e corrugando la fronte delusa con delle piccole lacrimucce che le uscivano dagli occhi.
"Io sono reale quanto te! Hai presente quando sogni? Qualsiasi cosa qualcuno dica, tu te l'aspetti, ma addesso?" Lo rigurdò negli occhi lapislazzuli.
"Io non credo."
"Neanche io ci credevo molto, ma guardami."La sedicenne corse ad abbracciarlo affondando la testa nel petto.
"Scusa..." Wow! L'aveva addirittura fatta scusare, aveva un potere quell'uomo.
"Non devi scusarti con me, ma con te stessa. Ora svegliati."
"Sembri mia madre quando fai così..."pensò ad alta voce "Aspetta? Se sei vero puoi venirmi in sogno anche domani?" Tom si era voltato ma quando sentì quella domanda ci pensò per un po' con un volto impietosito da quegli occhioni verdi come l'erba.
Fino a quel momento non aveva considerato che potesse fargli quella domanda ma nel pensarci la connessione venne perduta e Mia si svegliò.

"D-dove sono?" 
"In ospedale! Cretina!" la svegliò cautamente la sorella. Aveva un labbro spaccato, un braccio rotto e una caviglia fratturata, ah... dimenticavo i lividi, ma se non altro le è andata bene, pensate un po' se non l'avessi salvata.
Linda, la madre, entrò con fare sicuro per poi abbracciare la figlia dai capelli rossi come foglie d'autunno.
"La prossima volta che lo fai... ti uccido." ricordò Tom. L'aveva sognato qualche istante prima, ma era inutile, lei faceva ancora fatica a credere a ciò che l'attore diceva nel sogno. E poi Tom era inglese, come poteva riuscire a capirlo lei? Si maledì mentalmente per aver creduto per un solo istante che Tom potesse essere davvero lì, da qualche parte nel Paradiso.
"Ti rendi conto di come siamo stati in pensiero per te."
"Voi siete sempre in pensiero per me! Non riuscite proprio a capirmi, vero? Vi scervellate dalla mattina alla sera, ma proprio non ci arrivate." I genitori, tristi, abbassarono lo sguardo e se ne andarono.
"Complimenti genio, non fai altro che far star male tutti vero? Ah e se provi a dire a qualcun altro del mio canale di YouPorn io ti..." 
"Mi ucciderai? Pare che dovrai metterti in fila." detto questo anche Teresa andò via lasciando Mia con il senso di colpa che gli bruciava il petto e l'orgoglio che nascondeva i sensi di colpa.
Ad acchiappare l'attenzione di quegli occhioni verdi fu... il Sottoscritto.
Mi ero vestito come un dottore, avevo gli occhiali e mi ero tinto leggermente la barba, dovevo essere irriconoscibile come un agente sotto copertura, ma... lei mi riconobbe, non sono mai stato molto bravo nei travestimenti.
"Che diavolo ci fai qui?" Il suo tono era come un gelato due gusti. Da un lato c'era la dolcezza di un rivoltante senso di nausea nei miei confronti, dall'altro c'era la croccantezza della superbia di quell'animo piccolino. Mh... mi è venuta voglia di gelati.
"Ehm... ci... lavoro." Lo ammetto, non sono neanche mai stato un bravo bugiardo. 
La ragazza alzò un sopracciglio con quell'aria da:" Ma dai, vuoi prendere in giro proprio me?"
"Okay, ehm..."presi una sedia e l'avvicinai al suo lettino. Lei si scostò sul bordo del letto.
"Sta a distanza, vecchio."
"Ma la vuoi smettere di chiamarmi vecchio? Sono un angelo sensibile."
"Un angelo?" rise, anche se la scena metteva una certa soggezione, non mi feci intimidire da quel volto provocatorio e che ha risvegliato in me non so quale senso di desiderio lussurioso. Ma andando avanti...
"Ho sentito la proposta che hai fatto a Tom."
"E... allora?"
"Saresti disposta a rivederlo anche stanotte?"
"Stai scherzando? Tu come facevi a sape..."
"Te l'ho detto, sono un angelo."
"Forse... forse parlo nel sonno."
"No, non parli, ronfi come un ghiro piuttosto." sospirai "Dovresti essermi riconosciente, ti ho salvato la vita Mia Ferrara."
"Siamo in un ospedale e tu sei il mio medico. E' ovvio che tu sappia il mio nome." Acciderbolina, aveva ragione dovevo inventarmi qualcosa e in fretta.
"Senti, non m'importa se non mi credi, puoi anche continuare a fare la testa calda come ti piace fare tanto, ma io te lo dico che sono un angelo e non ho alcun bisogno di mentire. Se vuoi rivedere quell'anima devi fare ciò che ti dico, se vuoi eh... poi se non vuoi... se preferisci continuare la tua vita in codesto modo barbaro..." stavo per andarmene quando lei mi chiamò.
"Aspetta!" Sono un genio. "Cosa devo fare?"
"Se vuoi rivedere quell'anima stanotte, dovrai pagare."
"E quanto vuoi?"
"Il denaro non m'interessa, voglio i fatti." Sbuffò aggiustando la camicia da notte che scendeva sempre più giù in quanto larga. 
"Non comincerai con quella storia del 'fa conoscere il Vangelo e porta la pace', vero?" abbassai gli occhi. Dannazione.
"Ehm... sì, l'idea era quella."
"Non è un granchè di idea." ghignò.
"Senti vuoi vedere Tom: si o no?" sospettò un po', probabilmente pensando alla veridicità degli eventi.
"Mettiamo che io sia interessata." sorrisi nel modo più maligno possibile, ma ciò che ne venne fuori fu una sorta di smorfia buffa che la fece ridere. Per le ali di Lucifero! Mi ha sorriso!
"Innanzitutto non voglio sentire un'altra brutta parola fuoriuscire da quella boccuccia." ringhiò mostrandomi i dentini bianchi e fortunatamente ancora tutti intatti.
"Dovrai rispettare i dieci comandamenti."
"I dieci comandamenti..." ripetè incredula. "non che non me li ricordi ma... potresti ripeterli per favore."
"Regola numero Uno: non avrai altro Dio all'infuori di me."
"Sei un dottore, poi sei un angelo, ora addirittura..."
"Così sta scritto e così ti rivelo."
"Qualcuno qui ha le crisi d'identita eh." Non le diedi retta e andai avanti.
"Non pronunciare il nome di Dio invano."
"Ma tu l'hai appena detto!"
"Cosa?"
"Il nome di Dio."
"Ma ti ho detto ora di non dirlo invano!"
"Ma tu hai detto..." sbuffò "va avanti che è meglio." Con quell'espressione che diceva chiaramente 'ho voglia di uccidere qualcuno'.
"Ricordati di santificare le feste."
"Per 'santificare le feste' intendi, qualche festicciola di qualche amico dove si beve... si fuma...si..."
"Assolutamente no, sciellerata! Intendevo dire che devi andare ogni domenica a messa."
"Che cosa?!"
"Regola successiva: onora il padre e la madre."
"Fai sul serio?"
"Sono i tuoi genitori, ti hanno donato la vita."
"E anche la morte."
"Non è così male morire sai?" mi ghiacciò con uno sguardo e continuai.
"Non uccidere."
"Uh che peccato." mi guardò con quel ghigno ancora stampato sul volto come se si riferisse a me. Pff, come se io ci credessi. Eh...eh....eh.
"Non commettere atti impuri."
"Non posso neanche guardarli?" sospirò "E che intendi per atti impuri?" mi fece uno strano gesto con la mano che non compresi, così dovetti interpretarlo come 'atto impuro'.
"Senti, fare l'amore per scopi procreativi va bene. Ma farlo per lussuria..."
"Dimmi che è uno scherzo."
"Non avrei morivo di mentirti." rassegnata poggiò la testa sul cuscino.
"Per atti impuri s'intendono anche i sogni... un po'..."si bloccò "Poi?"
"Non rubare."
"Andiaaamo. Sono difficili."
"Tu hai voluto fare la ragazza cattiva, non è colpa mia. Hai presente tutte quelle volte che c'è una voce nella tua testa che non ti fa fare le cose?"Pensò.
"No, non ce l'ho presente."
"Appunto, non mi ascolti neanche."
"Oh Dio, questo è pazzo."
"Cosa ti ho appena detto?"
"Perdonami." Lessi verità nei suoi occhi e la perdonai.
"Non dire falsa testimonianza."
"Penso che non lo rivedrò mai più." meditò "Ma... se lo facessi per salvare una persona?"
"In quel caso si può fare un'eccezione e solo in quel caso."
"Ma se..."
"Abbi fede e fa ciò che ti dico."si morse il labbro e continuai
"Non desiderare la donna d'altri."
"Uh questo è facile." esultò spostando i capelli rossi indietro.
"Non desiderare roba d'altri."
"Ecco appunto."
"Questi sono i dieci comandamenti, non disubbidire se vuoi vedere Tom. Ah e ricordati, sei perennemente sorvegliata."Mi alzai per andarmene.
"Aspetta, Angelo?" mi bloccò sull'uscio della porta.
"Si?"
"Perchè vuoi che io veda Tom?"
"Perchè sei stata l'unica a chiedere e poi... hai bisogno di diventare una brava persona." E a quel punto scomparsi lasciandola a bocca aperta e tornando a casa: il Purgatorio.







Angolo autrice :)
Eh lo so, è un po' strana come cosa. Spero che il capitolo vi sia piaciuto :)
Non so come mi sia venuta quest'idea ma ormai l'ho iniziata e spero di portarla a termine.
Al prossimo numero ;) e lasciatemi belle recensioni.

Dottie54





 
   
 
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