Scritta per il Segui la traccia indetto da Setsuka.
Ultimamente sono in vena di scrivere di questi due scemi, quindi niente da dire; adoro il loro rapporto e quello che ne scaturisce, anche dalla totale e assurda implicazione di pretesa che entrambi hanno l'uno verso l'altro. Un giorno smetterò di amarli così tanto? Non credo, per ora beccatevi questa flash.
Come sempre ricordo che i personaggi non mi appartengono e io non scrivo a fini di lucro.
Buona lettura! ù_ù
By athenachan


Autore: athenachan (mikki~ sul forum)
Titolo: Il tempo dell'attesa.
Fandom: Haikyu!!
Personaggi: Tobio Kageyama, Tooru Oikawa
Rating: Verde.
Generi: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale.
Avvertimenti: Future!fic, What If?.
Traccia scelta: “Continuando a chiamare il tuo nome”.
Introduzione: Il mondo di Kageyama è sempre ruotato intorno a Oikawa.
NdA: (da leggere dopo la lettura). Ipotetica future!fic, in cui Kageyama e Oikawa anche finite le superiori hanno continuato a rivaleggiare. Il loro rapporto, con il tempo, è diventato più intimo – tanto che Tobio a un certo punto ha cominciato a chiamarlo con il suo nome proprio e non più appellandolo per cognome; tuttavia, malgrado questi rapporti, Kageyama non si sente ancora in grado di stare al fianco di Tooru, si sente ancora incompleto come giocatore e in continua crescita. Il suo obiettivo è superarlo, ma allo stesso tempo essere riconosciuto come migliore dallo stesso Oikawa.
Non sa di essere già arrivato, non sa di essere già abbastanza bravo per l'altro: entrambi tacciono e non ammettono quello che pensano davvero, entrambi per puerile rivalità - malgrado Tooru sia arrivato per primo al motivo per cui si comporta in questo modo col suo kohai, che invece continua a credere di essere troppo poco per pretendere qualcosa dal senpai, che invece a modo suo aspetta solo un passo da parte dell'altro per dare una svolta al loro rapporto.
Ps: un giorno Tobio farà un passo falso e Oikawa ci si butterà a pesce, quindi il lieto fine è assicurato, anche se ovviamente qui è tutto omesso e fermo al punto in cui Kageyama è ancora troppo immaturo per capire davvero Tooru.


Il tempo dell'attesa

Lo aveva inseguito tutta la vita. Aveva cercato il suo sguardo e chiamato il suo nome ogni singolo giorno, ogni singolo istante in cui ne aveva avuto la possibilità; era un istinto naturale, qualcosa che gli era necessario, che gli era stato fondamentale fin dalle medie: Oikawa Tooru era il suo ideale, era quello a cui aspirava, quello che voleva essere, quello che voleva diventare e, al tempo stesso, superare.
Aveva spesso creduto di non essere all'altezza, che il loro antagonismo non avesse ragione di esistere se non in funzione di quelle partite in cui si scontravano; eppure crescendo Tobio aveva imparato che ciò che voleva non era solo quello.
Non era solo batterlo, non era solo vederlo sconfitto: aveva avuto molte possibilità di vederlo battuto, ma era sempre un passo avanti. Sempre pronto a fare l'alzata o il servizio successivo; era frustrante e umiliante al tempo stesso, perché lui non ci riusciva ancora, lui rimaneva fermo nello stesso punto, ad aspettare che il dolore bruciante della sconfitta svanisse, per poter ricominciare a camminare.
Era stato dopo il primo anno delle superiori, che i suoi sentimenti si erano fatti più chiari: il suo desiderio di batterlo totalmente, il suo ricercare sempre la sua approvazione – quella che non avrebbe avuto mai –, il suo sguardo, e sì, anche il suo odio, era qualcosa che aveva un solo e unico nome: ossessione. Era sempre stato ossessionato da quel senpai, così tanto che non riusciva a fare altro che guardarlo, guardarlo e guardarlo ancora. Aveva imparato ad alzare e a servire guardandolo, aveva imparato la pallavolo grazie a lui, era diventato Kageyama Tobio, semplicemente. Ed era stata una cosa inevitabile: era iniziata solo grazie a lui, solo Oikawa aveva il potere di farlo evolvere e, allo stesso tempo, di distruggerlo. Lo aveva fatto innumerevoli volte e, probabilmente, avrebbe continuato a farlo.
La sua anima aveva inciso un disco rotto dentro, e su quel disco era registrato il nome di Tooru. Un nome che non avrebbe mai smesso di girare, di diffondersi per tutto il suo essere, nella sua testa, nelle sue mani, nei suoi occhi, nella sua bocca.
Lui era il suo inizio e il suo punto d'arrivo, era il nome che era uscito dalle sue labbra più spesso.
Oikawa-senpai. Oikawa-san. Oikawa. Tooru.
C'era un nome diverso di lui per ogni fase della sua vita, per ogni attimo in cui era stato Tobio, quello stesso Tobio che per Oikawa, invece, non aveva mai cambiato nome. Era sempre stato piccolo e ben poca cosa: la perfezione che gli altri vedevano nei suoi movimenti, nel suo gioco... Oikawa li otteneva facendo movimenti migliori, con un'espressione più soddisfatta. Cosa rimaneva, di lui, se non la pallida imitazione di un altro giocatore?
La verità era che amava chiamare quel nome e quello che chiamarlo comportava; uno sguardo beffardo, talvolta di sdegno e, qualche altra volta, di frustrazione o eccitazione. Era quell'inseme di sentimenti, che lo inducevano ancora a cercarlo, a chiamarlo, a gridare quel nome con tutto il fiato che aveva in gola, fino a rimanere senza fiato. Lo gridava la sua voce, lo gridava il suo corpo, la sua testa, la sua anima. Ed era così intenso, che a volte ne aveva paura.
Paura che un giorno non si sarebbe più voltato verso di lui e che non l'avrebbe più guardato, per quanto lo avesse continuato a chiamare con tutto ciò che aveva; e quel pensiero, a volte, bastava a fargli capire quanto, in fondo, fosse ancora troppo piccolo per pretendere qualcosa di diverso dal chiamare quel nome ancora e ancora e ancora.

Fine