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Autore: Kilar_BlueMoon    29/06/2016    2 recensioni
Instagram: @aetarnalumen
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❝Eevee Armor, arrogante, orgogliosa e sicura di se, tende sempre ad avere la meglio rispetto agli altri, ma questo fino a quando non farà la conoscenza di colui che la farà cambiare.
Colui che le terrà testa.
Colui che sfiderà l'impossibile.
Colui che viene da un mondo parallelo.
Colui che nasconde un grande segreto.
Riuscirà Eevee a scoprire quale verità nasconde?❞
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Genere: Romantico, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Eevee
Note: AU | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Anime, Manga
Capitoli:
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Capitolo 3

 Erano passati appena due giorni da quando incontrai Zorua, e già allora ero cambiata. Rimasi la solita Eevee orgogliosa ovviamente, però, riuscivo a sorridere. Almeno qualche volta. Passai giornate come una eevee della mia età, scherzando e ridendo, Zorua in questo, non aveva rivali. Aveva sempre la battuta pronta per me, mi prendeva in giro, e soprattutto, mi faceva sentire sempre più intelligente e matura di Lui.
Ma, non poteva definirsi amicizia.
 
 
Stavamo passeggiando per il centro della soleggiata Heart Rising, quando semplicemente guardandoci attorno notammo una certa folla al campo di battaglia della piazza.
- Un'altra lotta…- intuì Zorua.
Annuì.
- Andiamo a vederla??-
Per un attimo ci sperai un suo atteggiamento maturo nel passare oltre ad una stupida lotta, e invece, pazienza. Sorrise di scatto proponendomi di avvicinarsi.
Sospirai. Nulla da fare.
Ci avvicinammo.
Per la lotta vi erano due fennekin.
Il primo, dallo sguardo deciso, determinato, sicuro e senza alcun timore di farsi del male o fare del male a qualcun altro.
I ciuffi sulla sua testa davano l’idea di una cresta dai toni rossi e arancioni, che lo caratterizzavano proprio come un arrogante e presuntuoso. (Anche il ciuffo di Zorua a dirla tutta, dava qualche accenno di cresta, ma quei suoi occhi non gli donavano un carattere da grezzo. Lui è Lui).
Il suo pelo era veramente curato, nessun tipo di graffio, cosa strana per un ragazzino, che di solito se ne strafotte di correre pericoli e di conseguenza ferirsi.
Il secondo fennekin invece, pareva alquanto turbato e a disagio, sia per il suo avversario che per chi lo guardava. I suoi ciuffi erano tanti, e del tutto scompigliati, senza un minimo di cura, ma come l’altro, erano sui toni dell’arancione/rosso.
Uno l’opposto dell’altro.
Ma notai anche un’altra cosa che possedevano entrambi.
Gli occhi.
Entrambi avevano gli occhi di un colore verde vispo.
D’un tratto, con la coda tra le zampe, il fennekin spaventato fece qualche passo in avanti, accettando la definitivamente la sfida. Dal suo sguardo pensai che forse, fu obbligato ad accettare.
Il primo fennekin, sorridendo, diede inizio alla lotta.
Alcuni Pokemon attorno a noi (amici del tipo), scommettevano sul tempo che ci avrebbe impiegato a sconfiggere quella piccola volpe del tutto terrorizzata dalla lotta. Dentro di me mi arrabbiai, che ne sapevano? Non feci a tempo a pensarlo.
Tornando a guardare la lotta, io e Zorua non potemmo fare altro che assistere alla violenza con cui lottava il fennekin. Si divertiva tanto a colpire il coetaneo, che povero, non poteva controbattere.
Non cercò neanche di attaccarlo, rimase fermo, subendo gli attacchi.
A quel punto mi chiedevo se quella in realtà fosse un’umiliazione di un più debole a cui poteva assistere chiunque, ed erano entrate in gioco anche le scommesse.
- Cavolo… Non è giusto!- affermò Zorua.
Deve essere successo più volte.
Si vedeva dallo sguardo ridente del più forte tra i due. L’altro crollò a terra, distrutto, imbarazzato, e chissà che altro.
Gli altri Pokemon se ne andarono al termine della lotta.
Da pochi metri vedemmo i due fennekin vicini.
 
Gettò sul suo muso un paio di spiccioli.
-Come al solito… Vatti a prendere qualcosa da bere.- affermò.
Sghignazzò e andò via lasciandolo solo, tornando a casa da vincente.
 
Corremmo subito verso il fennekin, che pian piano si alzò da terra.
-Ehi, stai bene?- chiese Zorua.
Esitò per una decina di secondi, per poi rispondere.
-Sto bene.- rispose in tono freddo.
“Ciuffi spettinati” si voltò pronto ad andarsene.
-Tuo fratello ci prova davvero tanto gusto a sentirsi superiore rispetto a te…- dissi osservando ancora di più i lividi e i graffi che aveva.
Si fermò e si girò verso di noi, guardandomi negli occhi.
-Che ne sai che sia mio fratello?- parve stupito.
-Ci arriverebbe chiunque. Siete identici se non fosse che uno dei due è un emerito arrogante a quanto pare-.
Abbassò lo sguardo.
-Sei brava a dedurre certe cose… Ora scusatemi, ma per oggi sono stato umiliato abbastanza.-
Era sul punto di correre via imbarazzato.
- Fermo! Dicci almeno il tuo nome!- esclamò Zorua.
Prima di sparire dalla vista urlò il suo nome.
- RIO!- e fuggì.
 
 
Entrambi rimanemmo del tutto confusi. Non erano affari nostri certo, ma volevo sapere cosa stava succedendo tra i due, sentivo odore di bruciato tra il loro rapporto fraterno. Mai che mi facessi i cavoli miei.
Rio appunto, aveva già di suo qualcosa che mi faceva venire certi dubbi. Il modo in cui si atteggiava, il suoi graffi, la sua paura nel parlare con gli altri, e per quanto potesse sembrare assurdo, anche i suoi ciuffi/capelli parevano molto, molto sospetti.
 
Alla fine assieme a Zorua andammo a mangiucchiare qualcosa ad un bar scelto del tutto a caso, ad Heart Rising ce n’erano molti.
Zorua ne approfittò anche per bersi una bella tazza di caffè, ogni giorno, sempre più strano.
 
Il sole spaccava le pietre, ci rifugiammo in un parchetto pieno di alberi, solo per cercare un posticino all’ombra dove magari più tardi, avremmo potuto riposarci.
Essere sdraiata sull’erba mi faceva rilassare, e Zorua quel giorno pareva anche lui molto rilassato, probabilmente per via del caldo. Rimase sdraiato vicino a me per un po’.
Circa dopo una mezz’oretta, si alzò affermando di dover andare alla fontanella per bere un sorso d’acqua. Annuì, e andò.
Quella fontanella distava pochi metri, lo vedevo, e nel mentre che beveva vidi qualcosa che lo sfiorò di pochissimo.
Il sole mi dava allucinazioni, sarei diventata matta sul serio. Ma quando vidi Zorua alzare la testa di scatto e guardarsi attorno mi accorsi che quello che avevo visto non era un’allucinazione. Mi alzai e lo raggiunsi.
-Scusatemi è mia!- udimmo da lontano.
Rio.
Corse a prendere quella che si rivelò essere una freccia.
Si avvicinò a noi e poggiò l’arco con la freccia sul prato.
Ci presentammo a lui per poi iniziare una piccola conversazione.
- Tiro con l’arco? Figo. Anche se difficile per chi ha le 4 zampe come noi! Devi essere appassionato!- disse Zorua.
-Esatto- rispose Rio, e li lo vidi socchiudere gli occhi e subito dopo arrossire.
-Ehm… Tutto bene?- mi domandò Rio vedendomi osservarlo.
Scossi la testa e risposi di si, anche se continuai a fissarlo parlare con Zorua.
 
Rimasi in silenzio per un paio di minuti fino a quando un sorriso di Rio mi convinse a saltargli addosso.
- E-Eevee! Ferma!-
- C-Che diavolo fai?!? Spostati!!- mi implorò con gli occhi lucidi. Ma ormai dovevo farlo.
Gli toccai il collo e esaminando tra i suoi capelli toccai quello che volevo sentire.
-Non capisco per quale motivo tu debba fingere.- dissi.
Rio tremò.
-Non capisco a cosa ti riferisci…-
-Non credo ci sia qualcosa di male….-
Zorua mi guardò male per un secondo, mentre sciolsi i capelli a Rio e buttando via gli elastici.
-Ad essere una ragazza!- esclamai rivelando la sua vera identità.
Zorua ne rimase scioccato.
-T…Tu…L’avevi…Già capito..?-
-Certamente.-
Non sbagliavo mai, le mie intuizioni si rivelavano sempre esatte.
Rio si coprì il muso dal rossore e mi spostai.
-Dovresti avvisare prima di saltare addosso a qualcuno.-
-Per questo non avvisai te-.
Rialzandosi si scosse la testa facendo prendere aria ai suoi poveri e lunghissimi capelli rossi.
-Ora lo sapete…- sospirò. –Non dite nulla.-
-E’ stato lui vero?-
Rio annuì rattristendosi.
-Diciamo che a quel corso non prendono le ragazze… Ma ci tenevo così tanto al tiro con l’arco che Farenight mi mascherò da maschio, e, ci feci l’abitudine.-
Deglutì.
-Voglio parlare con questo Farenight. Ti umilia giorno per giorno di fronte a tutti, scommette sulla tua debolezza, quale razza di fratello tratta così la propria sorella?!- ringhiai.
-No Eevee.. E’ meglio… Se state lontani da Farenight…-
-Eevee ha ragione. Non puoi farti mettere le zampe in testa Rio! Se dovesse continuare… Quando crescerete cos’altro pensi che i farà?-
Rio in quel momento sentì mancarsi il fiato e iniziò a tremare arrossendo.
Con quelle parole Zorua probabilmente esagerò un po’, ma convisse Rio a portarci da questo maledetto Farenight.
 
Dal centro città camminammo circa 10 minuti, fino ad arrivare ad una villetta dal color azzurro pastello, leggermente staccata dalle altre ville del viale.
Appena entrati sentimmo la musica a tutto volume provenire da una cassa poco distante dalla porta d’ingresso. Rio la spense, e pochi secondi dopo, dalle scale, scese Farenight, dallo sguardo accattivante.
Guardò storto Rio ma appena notò me e Zorua sorrise.
-Ma chi abbiamo qui! Due ospiti! Prego accomodatevi!- e ci portò in salotto.
Ci parve leggermente strano. Era palese che quelle parole non voleva dirle, anzi, non voleva vedere noi.
-Sono Farenight, piacere di conoscervi! Vi porto subito qualcosa da bere, aspettate!-.
Ma avevamo perso Rio di vista. Probabilmente andò a ripulirsi…
 
Farenight, entrato in cucina iniziò a ringhiare. Rio rimase in un angolino. Subito le andrò contro sbattendola al muro e sussurrandole all’orecchio in tono minaccioso:
-Lo sai che aver portato qua sti due ti costerà caro vero?!-
Rio deglutì e di conseguenza annuì.
-Far…- mugolò facendo respiri profondi.
-E chi ti ha detto di sciogliere i capelli eh?!-
Rio non rispose. Era non terrorizzata, di più. Anche se quell’atteggiamento le pareva familiare. Arrossì.
-Perciò ti conviene fare la brava se non vuoi che accada di nuovo…!-. Detto quello le pestò una zampa, e lei di risposta non poté manco urlare dal dolore, ma solo mugolare.
 
   
 
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