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Autore: LordWeavile94    29/06/2016    1 recensioni
Dalle profondità di un monte solitario di Johto, risorge una creatura oscura, risvegliatasi dopo secoli di riposo. Ash, durante i suoi allenamenti, riceve una terribile notizia. Aiutato dai suoi amici più fedeli scoprirà cosa si nasconde dietro il Monte Argento e il suo abitante solitario. Avventura, Amicizia, Amore, Arcani: una lotta contro l'oscurità, un destino corrotto.
Seguito di "Pokémon: Il regno dell'oscurità"
Genere: Avventura, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ash, Brock, Lucinda, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Anime
Capitoli:
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Eccoci qua per un nuovo capitolo. Non vi sto ad annoiare con delle chiacchiere, cominciamo subito!
 
 
Capitolo Primo: Una giornata di “allenamenti”.
 
Qualche giorno prima…
 
-Oshawott, geloacquagetto!- gridò un giovane ragazzo, vestito con un paio di jeans, una maglietta nera con strisce nere e un cappello col simbolo di una pokéball sulla testa. Sulla spalla aveva un piccolo pokémon giallo simile ad un topo.
Un piccolo mostriciattolo simile ad una lontra gridò il suo nome, poi creò un vortice d’acqua attorno a sé. Subito dopo partì in volo circondato dall’acqua. Mentre era in volo, il pokémon cominciò a girare su sè stesso e a lanciare un attacco Geloraggio. L’acqua si ghiacciò, formando un proiettile di ghiaccio che si diresse dritto dritto contro una grossa roccia. Al contatto con la pietra il proiettile esplose, lanciando ovunque schegge di ghiaccio e di roccia. Oshawott saltò indietro, guardando la roccia distrutta.
-Così si fa! Bravissimo, Oshawott!- disse Ash, entusiasta. Il pokémon si girò e batte la zampa sulla sua conchiglia, dandosi un’aria di superiorità.
-Benissimo! Ora tocca a te, Sceptile, usa Solarraggio!- esclamò il ragazzo.
Un pokémon simile ad un grande geco, con due paia di foglie su ogni braccio, una coda simile ad una foglia di palma e vari bulbi sulla schiena entrò in campo.
Il pokémon si mise a quattro zampe e cominciò a caricare energia solare. I suoi bulbi si illuminarono di bianco. Improvvisamente il pokémon aprì la bocca e un raggio di pura energia si diresse contro un’altra, grande roccia. L’esplosione fu seguita da un mare di fumo. Quando questi si dissipò, della roccia non rimaneva più nemmeno la polvere.
Sceptile si rialzò, soddisfatto, e riprese il suo solito rametto, mettendoselo in bocca.
Oshawott era esterrefatto.
-Ottimo! Sei davvero un grande, Sceptile!- disse Ash.
Una voce di ragazza risuonò nell’aria limpida.
-Ragazzi! Venite, è pronto il pranzo!-
Ash cominciò immediatamente a correre.
-Cibo! Meno male, stavo morendo di fame!- disse il ragazzo. I suoi pokémon sospirarono, poi lo seguirono: non sarebbe mai cambiato.
L’allenatore andò verso un tavolo, sistemato sulla riva di un fiume, che scorreva pulito tra le pianure di Johto. Vicino al tavolo c’era una grande pentola, nella quale un qualche cibo bolliva, diffondendo nell’aria un delizioso profumo di carne e patate. Accanto alla pentola stava un ragazzo alto e robusto, vestito con un pantalone e una giacca grigi, i capelli marrone scuro sparati in aria. Seduta su una sedia stava invece una ragazza, vestita con una maglietta a maniche corte nera, una minigonna rosa e un capello bianco sulla testa. Aveva occhi e capelli di un misterioso e intrigante blu zaffiro.
Accanto al tavolo c’erano, per terra, una serie di ciotole con del cibo già pronto per i pokémon.
-Eccoti, finalmente! Oggi ho preparato il mio spezzatino speciale, ti caricherà al massimo!- disse Brock, portando sul tavolo la pentola e riempiendo i piatti.
-Grazie mille Brock, sei il migliore! Bene, buon appetito a tutti!- disse velocemente Ash, prima di prendere una forchetta per cominciare a mangiare. La sua mano fu fermata da un’altra mano, più piccola della sua e più morbida, ma decisa. Il ragazzo alzò lo sguardo verso Lucinda.
-Ash! Quante volte ti devo ricordare che bisogna lavarsi le mani prima di mangiare?- chiese la ragazza con sguardo severo.
-Ma...- cominciò a dire il ragazzo. Lo sguardo della coordinatrice fu eloquente, e Ash si alzò per andare a lavarsi le mani. Quando tornò, la ragazza ridacchiò leggermente.
-Bravissimo, così si fa! Buon appetito, Ash!- disse lei, per poi dargli un bacio sulla guancia. Lui arrossì, però sorrise. Non si era ancora abituato molto all’idea di essere fidanzato, ora. Gli faceva un po’ strano...ma non era male, in fondo. Sapere che c’era qualcuno sempre pronto ad aiutarlo, a stargli vicino e ad abbracciarlo, se necessario, lo faceva sentire decisamente bene. E poi, aveva un nuovo obiettivo: la felicità di lei, ancora più di prima.
Brock rise.
-Forse dovrei lasciarvi un po’ più di tempo da soli!- commentò.
Lucinda arrossì, sentendosi andare a fuoco. Si alzò e per poco non gridò.
-B-Brock! N-non mi sembra il caso!- disse.
L’allevatore e medico pokémon rise di più.
-Di cosa state parlando?- chiese Ash incuriosito.
Gli altri due sospirarono.
-Ash, a volte mi chiedo come tu abbia fatto a dichiararti a me!- borbottò la ragazza sedendosi di nuovo.
-Ehi! Perché?- protestò lui. Ash era sicuro dei sentimenti che provava per lei, e infatti non era mai stato più felice in vita sua. Cosa poteva esserci di meglio, a parte essere un Maestro Pokémon?
I due non risposero e l’argomento cadde.
Durante il pranzo i tre parlarono del viaggio che stavano compiendo.
-Allora, Brock, quale è la prossima tappa?- chiese Ash, ingoiando un grosso pezzo di stufato. L’uomo sorrise e pensò per qualche secondo prima di rispondere.
-Entro un paio d’ore raggiungeremo Ebanopoli, dove ci fermeremo per un paio di giorni, prima di proseguire per le montagne e raggiungere il Monte Argento.-
Ash annuì, ricordandosi il tragitto che dovevano fare. Aveva ancora poco tempo, quindi. Battere suo padre, il più grande maestro pokémon del mondo, era la sua priorità assoluta. Non era sicuro di essere ancora pronto ma, in un modo o nell’altro, ce l’avrebbe fatta. Prima, però, di dovevano fermare ad Ebanopoli. Il ragazzo si girò verso Lucinda.
-Giusto, tu hai una gara pokémon lì, vero?- chiese Ash.
La ragazza annuì, e una scintilla di determinazione si accese nei suoi occhi.
-Esatto! Mostrerò a tutti chi è la migliore coordinatrice del mondo!- disse, eccitata.
-Giusto, così si parla! E io tra poco sarò il più grande maestro pokémon!- gridò Ash ai quattro venti.
Brock ridacchiò: a volte quei due erano proprio uguali.
-Piuttosto Ash, dov’è Mew? Non lo vedo, qui!- chiese Lucinda, guardando i pokémon che stavano mangiando.
-Ah, sì, dato che voleva prendersi un po’ di pausa, gli ho concesso qualche giorno di calma. Dopotutto è già molto forte ed è anche uno di quelli che si impegnano di più. Mi è sembrato giusto.- rispose il ragazzo. L’altra annuì, capendo.
Finirono di mangiare, lavarono tutto e fecero gli zaini.
-Bene ragazzi, tornate nelle pokéball!- gridarono all’unisono i tre allenatori, prima di far tornare i pokémon nelle loro sfere. Tranne due: Pikachu, che si posizionò come suo solito sulla spalla di Ash, e Piplup, che si accoccolò tra le braccia dell’allenatrice, con al collo la sua Pietrastante.
I ragazzi poi ripresero il viaggio. Parlarono del più e del meno, anche se l’argomento principale era la gara che presto Lucinda avrebbe fatto.
-Chi pensi di utilizzare?- chiese Brock. La ragazza ci pensò su, poi sorrise.
-Penso che utilizzerò…be’, lei, ovviamente.- rispose ridacchiando.
-Ma è la sua prima gara! Sicura che ce la farà?- chiese Ash, sbalordito.
-Certo che ne sono sicura! Non avrà problemi!- disse Lucinda, sempre ridendo.

Alla fine, dopo circa due ore di viaggio, arrivarono ad Ebanopoli.
-Wow, mi tornano in mente tanti ricordi!- disse Ash eccitato –Il problema al tempio del drago, la lotta con Sandra e tantissimo altro! Ti ricordi, Pikachu?- il topo rispose con un verso affermativo.
-Bene, ragazzi, io vado a prendere le stanze al centro pokémon, voi fate pure un giro! A dopo!- disse Brock, prima di dirigersi a passo decisamente svelto verso la residenza dell’Infermiera Joy.
-Perfetto! Allora, io comincio subito ad allenarmi!- gridò Ash, prima di cominciare a correre verso una piccola arena di battaglia dove si stavano affrontando due grandi pokémon. Fu subito fermato da una mano che gli tirava la giacca. Girandosi, il ragazzo vide la sua fidanzata, con un’espressione a metà fra l’arrabbiato, il divertito e il sadico.
-Ehm…Lucinda?- chiese l’allenatore, spaventato dallo sguardo della ragazza
-Mi dispiace Ash, ma ti prenderai una pausa dagli allenamenti! Sei sempre lì a combattere, dovresti riposare e far riposare i tuoi pokémon! E poi, è dovere di un ragazzo andare con la sua fidanzata, quando lei va a fare shopping!- disse lei, accentuando l’ultima parola, sempre con quell’espressione.
Ash ci mise qualche secondo a capire cosa voleva dire Lucinda. La sua faccia stupita si trasformò in un’espressione orripilata.
-No, lo shopping no! Ti prego, tutto ma non lo shopping!- gridò, cercando di scappare. Piplup si mise immediatamente davanti a lui, pronto a fermarlo.
Lucinda ridacchiò.
-Oh sì, lo shopping sì! Ho sentito che hanno aperto un nuovo centro commerciale proprio qui ad Ebanopoli, ed ho bisogno di nuovi vestiti e bolli per le gare! Dai, andiamo!-
Detto ciò, la ragazza cominciò a trascinare il fidanzato verso una grossa costruzione che stava esattamente nel centro della città. La grande insegna recitava, a caratteri cubitali: “Tana del dragone di Ebanopoli”, insieme ad un disegno molto preciso di un Dragonite in volo.
Ash, sconfitto, si preparò alla giornata più dura della sua vita.
L’interno del centro commerciale era tutta a tema “drago”: ovunque si potevano vedere statue di pokémon di tipo drago, e molti gadget su quel tipo di pokémon venivano venduti nei negozi.
-Be’, Lucinda, dove vuoi andare?- chiese il ragazzo, Pikachu sulla spalla che si guardava intorno incuriosito.
-Prima di tutto voglio andare in quel negozio, devo prendere qualche bollo nuovo!- rispose lei, annuendo a sé stessa per poi dirigersi convinta verso un grande negozio.
Entrando, Ash vide, su un megaschermo, una scena che conosceva bene: due pokémon che si precipitavano l’uno contro l’altro, una grande luce, un’enorme quantità di fumo e, poi, un Garchomp che stava in piedi, fiero, dopo aver vinto la sua lotta.
Quella stessa scena, insieme a tutta la lotta con Camilla e a quelle contro i Super Quattro, era rimbalzata ai quattro angoli del mondo. Lui, quello che aveva salvato il pianeta, era ormai una persona famosa. Non ci era abituato, e spesso si ritrovava assediato da un mare di fan, che gli chiedevano di far vedere i suoi pokémon, di firmare degli autografi, di lottare con loro. Era bello, ma estenuante.
-Guarda qua! Un dragonbollo! È rarissimo, si trova solo qua! Mentre questo è un buio bollo…uhm…potrebbe servirmi…- borbottò Lucinda, guardando i bolli in esposizione.
Ash si guardò intorno, cercando qualcosa che potesse servire anche a lui.
Un attimo dopo sentì qualcuno che gli tirava il pantalone. Si girò e vide una bambina dall’aria timida che lo guardava, con un taccuino in mano.
-S-sei Ash Ketchum?- gli chiese arrossendo. Lui sorrise e si abbassò sulle ginocchia, guardandola gentilmente.
-Sì, sono io, ti serve qualcosa?- le chiese lui. Il volto della bimba si illuminò.
-M-mi potresti fare un autografo? Sono una tua grande ammiratrice.- rispose lei.
Lui sorrise ancora una volta e le accarezzò la testa.
-Ma certo, dammi qua.- prese il taccuino e si chinò a scrivere.
-Come ti chiami, piccola?- chiese il ragazzo.
-B-bianca.- rispose lei. In un momento di ricordo, ad Ash ritornarono in mente le avventure ad Altomare. Ci sarebbe dovuto tornare, prima o poi.
Allontanò quel pensiero dalla testa e scrisse una dedica per la bambina. Intanto Pikachu saltò giù dalla spalla di Ash e si fece fare un po’ di coccole da Bianca.
La ragazzina tornò felicemente da sua madre, che salutò Ash agitando la mano. Il ragazzo sorrise e si alzò, proprio mentre Lucinda compariva alle sue spalle, un sacchetto in mano.
-Ci sai proprio fare con i bambini, eh?- disse lei, sorridendo.
“Sarebbe un ottimo padre” pensò, per poi arrossire al solo pensiero.
“Lucinda, avanti! Non pensare a certe cose, è troppo presto!”
-Me la cavo, diciamo- replicò lui, guardando la bambina che si allontanava.
Finiti gli acquisti, uscirono dal negozio e si diressero ad un altro piano.
Mentre usavano le scale mobili per salire, Lucinda prese la mano di Ash nella sua. Il ragazzo la guardò stupito: non era ancora abituato a manifestazioni d’affetto in pubblico. La ragazza fece solamente un gran sorriso, le guance rosse per l’imbarazzo. Lui fece un sorriso e ricambiò la stretta.
 
Era ormai sera. La gara di Lucinda era prevista tra due giorni, quindi non si stava riposando, ma stava provando nuove combinazioni con i suoi pokémon sul campo da lotta nel retro del centro pokémon. Poco lontano, Ash si stava allenando insieme a Pikachu, sollevando pesi per aumentare la forza. In quel particolare allenamento partecipava anche il ragazzo, convinto che allenarsi lui stesso aumentava il suo rapporto di fiducia con i propri pokémon. Brock era in stanza, KO dopo l’ennesimo Velenpuntura di Croagunk.
Proprio mentre Togetic e Piplup finivano una combinazione, una persona svoltò l’angolo, battendo le mani. Tutti quanti si girarono verso il nuovo arrivato: Kenny, amico d’infanzia di Lucinda.
-Ciao, Kenny!- disse la ragazza, facendo tornare Togetic nella sfera e prendendo Piplup in braccio. Il piccolo pokémon pinguino cinguettò verso il nuovo arrivato, in una sorta di saluto misto ad un avvertimento: sapeva della cotta che il ragazzo aveva nei confronti della sua allenatrice, e già sopportava poco di doverla dividere con Ash, figurati con un altro pretendente. Buneary, invece, che guardava in continuazione Pikachu, non si accorse neanche dell’arrivo del coordinatore. D’altra parte Ash salutò Kenny con fare entusiasta: per lui era un amico e non pensava minimamente che potesse provare qualcosa per Lucinda.
Il coordinatore fece un sorriso un po’ giù di tono a Piplup. Chissà cosa gli passava per la testa.
-Ehi, Lulù! Ciao Ash.  Come va la preparazione?- considerò l’allenatore soltanto per un singolo istante. E probabilmente solo per buona educazione.
-Kenny, ti ho detto mille volte di non chiamarmi…ah, lasciamo stare. Va tutto bene, sono prontissima! Tu?- chiese la ragazza, sorridendo con fare imbronciato al suo amico.
-Questa volta ho preparato delle combinazioni che ti lasceranno senza fiato! Vincerò io, stai pur certa.- finì, con un gran sorriso. Lucinda sembrò sorpresa da tanta confidenza, ma poi fece un sorrisetto di sfida.
-Ah, ma davvero? Stai pur certo che non avrai scampo. Ci siamo allenati un sacco, vero Piplup? Ash?- Il pokémon pinguino si batté una zampa sul petto e disse il suo nome, confermando le parole dell’allenatrice. Ash fece qualche altro passo avanti.
-Vero! È davvero bravissima.- disse con un gran sorriso. Poi continuò.
-Piuttosto, Kenny, ti va una lotta? Sto cercando sempre qualcuno di nuovo da sfidare!- gli chiese. L’altro però fece un cenno di diniego.
-No, Ash, stasera purtroppo no. Devo occuparmi di altre faccende e non voglio che i miei pokémon debbano stare nel centro una notte dopo aver lottato con i tuoi. Non penso di poterti battere, purtroppo.- disse con voce dura. Poi salutò tutti quanti e tornò verso il centro pokémon. Ash e Lucinda alzarono le mani per salutarlo, mentre Buneary si divertì ad usare le orecchie per far toccare le mani di Ash e Lucinda, che, quasi automaticamente, se le strinsero. Dopodiché Buneary prese la zampa di Pikachu e, tutta contenta, usò l’altro braccio per salutare. Pikachu rimase perplesso di fronte all’ennesimo tentativo della coniglietta di stargli vicino.
Kenny non commentò, limitandosi a girarsi e ad accelerare il passo quando vide Ash e Lucinda tenersi per mano.

Un’ora dopo circa, i due fidanzati entrarono in camera. Brock era nella parte superiore di uno dei letti a castello, che mormorava qualcosa nel sonno. Pikachu e Piplup si misero sui letti prima dei loro allenatori, acciambellandosi al loro solito posto. Prima che i due umani si mettessero a dormire (su letti separati, Ash non aveva la minima idea di cosa volesse dire dormire insieme e Lucinda era troppo timida per farlo), la ragazza fermò l’allenatore.
-Ash…pensi che… io ce la possa fare? Mi sono allenata tanto, ma… c’è Kenny, e sembra che anche Zoey parteciperà a questa gara. Non so se…- disse lei sottovoce. Ogni tanto ancora le veniva la paura pre-gara. A volte sembrava ancora quella ragazzina con un grande sogno e tanta paura. Ash, automaticamente, le prese la mano, interrompendo il suo discorso.
-Lucinda… ti sei allenata tanto. I tuoi avversari sono formidabili, è vero. Ma tu hai qualcosa che nessun altro ha. Per questo, penso, anzi, so… che ce la farai. Sei la migliore coordinatrice del mondo.- disse lui, con voce bassa ma determinata. Poi le fece un sorriso. La ragazza, rincuorata, ricambiò il suo sorriso.
-Grazie, Ash.-  gli si avvicinò e gli diede un veloce bacio sulla guancia. Poi gli fece un occhiolino e si mise a letto. Il ragazzo rimase qualche attimo senza parole, poi si riscosse e si mise anche lui a letto. I due si girarono, in modo da guardarsi negli occhi, anche se erano distanti. Non dissero più nulla, semplicemente si guardarono. E pian piano i loro occhi si chiusero, un sorriso dipinto sulle loro labbra.

Era notte fonda, quando una figura oltrepassò i cancelli di Ebanopoli. Alla sua cintura campeggiavano cinque pokéball classiche, più una dallo strano colore scuro. L’uomo, dai capelli neri, guardò in alto, verso il cielo.
-Finalmente ti ho rintracciato. Tu sei il suo pupillo… tu me la stai rubando. Lei ti ha aiutato, non è venuta da me. Lo so. La Madre me l’ha detto. La pagherai cara… Ash Ketchum.-
E si incamminò, con un leggero suono di catene che si muoveva con lui.
 
Riuscirà Lucinda a vincere la sua gara? E chi è questa misteriosa figura che sta cercando il nostro Ash? Chi lo sa! (p.s. io sì) Per scoprirlo non vi resta che tenervi collegati.
  
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