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Autore: Giuls_BluRose    29/06/2016    1 recensioni
Kurt e Blaine sono sposati da due anni e mezzo e i loro sogni stanno diventando realtà, hanno una vita felice a New York e lavorano come protagonisti in un moderno musical di Broadway; manca solo una cosa affinchè raggiungano il massimo della felicità: un figlio.
I due cercheranno quindi una madre surrogata, che troveranno nella loro cara amica Rachel; tutto pronto quindi?
Prima di iniziare le procedure si sottopongono ai test di routine, dai quali uscirà fuori un "piccolo dettaglio" molto inquietante, che sconvolgerà la vita dei coniugi Hummel-Anderson, minacciando il loro lieto fine in modo quasi indelebile.
Sarà proprio nel momento più cupo, quello dove tutto sembrerà perduto e senza speranza, che un vecchio conoscente tornerà nella vita dei due ragazzi. Un aiuto morale o il pezzo mancante affinchè tutto il loro mondo crolli?
Tutto è possibile finchè c'è l'amore, basta solo avere coraggio.
Genere: Angst, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Dave Karofsky, Kurt Hummel, Rachel Berry, Un po' tutti | Coppie: Blaine/Dave, Blaine/Kurt
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 1 - Prologo

 

Il sole entrò quasi di prepotenza nella stanza dei coniugi Hummel-Anderson, illuminando le pareti chiare e il letto matrimoniale: erano le sette ormai e la sveglia iniziò a suonare rumorosamente, pretendendo di essere spenta.
Blaine fu il primo a svegliarsi dal torpore del suo sonno e, svogliatamente, sbadigliò allungando una mano per zittire quell'aggeggio infernale.
Si mise a sedere e si stropicciò gli occhi cercando di mettere a fuoco quello che gli stava vicino: la mattina era sempre un trauma e il lavoro li teneva impegnati entrambi fino a tardi molto spesso, quindi non avevano il tempo materiale per recuperare tutte le ore di sonno.
Il moro si voltò lentamente per trovarsi accanto, ancora cullato dal dolce Morfeo, il suo amato coniuge: Kurt ultimamente aveva il sonno molto pesante, forse a causa di tutto lo stress che stava accumulando, e svegliarlo stava diventando un'impresa di mattina in mattina.
Sorrise dolcemente vedendo suo marito dormire beatamente e quasi gli dispiaceva svegliarlo, ma sapeva bene che il lavoro chiamava e i loro manager erano molto esigenti; delicatamente carezzò i suoi capelli e si abbassò per dargli un leggero bacio sulla tempia, cercando di svegliarlo.
“Amore sveglia, è ora di alzarsi.”
Nessuna risposta, solo un mugolio leggero, mentre Kurt si stringeva ancora di più tra le lenzuola, facendo sorridere il più piccolo, che però non demorse.
“Kurt dai svegliati, non vorrai ricevere una lavata di testa dal nostro capo?”
Stavolta il castano sbuffò appena, segno che si stava svegliando, fortunatamente, così il moro lo abbracciò dalla vita posando le labbra vicino al suo orecchio per sussurrargli qualcosa.
“Buongiorno amore mio.”
Blaine baciò il lembo di pelle sotto l'orecchio del più grande, che, istintivamente, sorride appena, biascicando quella che doveva essere la sua risposta.
“Buongiorno...”
Kurt si girò appena per potersi specchiare nelle iridi color del miele del suo uomo, che gli sorride di rimando.
“Perchè non possiamo restare a letto tutto il giorno oggi?”
“Kurt non fare il bambino, che quello è il mio ruolo! E poi lo sai, dobbiamo andare a fare le prove del nostro nuovo spettacolo.”
Già, i due, una volta trasferiti a New York, erano riusciti a farsi assumere da una delle più prestigiose organizzazioni di Broadway e in quel periodo stavano provando fino allo sfinimento per riuscire a mettere in scena un nuovo spettacolo per la propaganda dei diritti LGBT. Era uno spettacolo veramente ben organizzato e tutti erano stati molto soddisfatti del lavoro svolto, ma era anche vero che le prove stavano diventando veramente dure e, più si avvicinava la serata della prima, più il direttore diventava pignolo ed esigente.
I due sposini avevano ottenuto la parte dei due protagonisti: Blaine avrebbe interpretato una Drag Queen con la passione per la moda e tutto quello che luccica, che avrebbe lavorato in un locale come intrattenitrice, mentre a Kurt sarebbe toccato il ruolo di un ragazzo omosessuale timido e insicuro, appena arrivato a New York e che si imbatte per caso nel locale dove lavora Thea, la Drag Queen.
I due erano molto eccitati dall'idea dello spettacolo, ma sentivano che le forze erano sempre meno, anche se stavano cercando il modo per riuscire ad arrivare alla sera della prima nel miglior modo possibile.
Blaine si alzò dal letto e si diresse verso il bagno per darsi una lavata, mentre Kurt rimase ancora qualche minuto nel torpore caldo del letto; il moro aprì l'acqua e si lavò la faccia, per poi guardarsi allo specchio e sorridere: dopo il matrimonio aveva smesso di mettere tutta quella quantità industriale di gel nei capelli, quasi sotto minaccia di Kurt, e doveva ammettere che anche quella volta suo marito aveva avuto ragione, si piaceva con i capelli più liberi.
Si diede una pettinata veloce e, dopo essersi lavato i denti, si diresse nuovamente verso la camera da letto per vestirsi; Kurt era andato in cucina per preparare la colazione: alla fine i due avevano deciso di non trasferirsi ed erano rimasti a vivere nel solito Loft, era quella casa loro ormai e si erano affezionati molto a quel posto, certamente non era una reggia, ma lo avevano arredato in modo che fosse accogliente e moderno allo stesso tempo.
Dalla cucina si poteva già sentire il tipico odore di caffè all'italiana e quello dei pancake che il castano stava cucinando canticchiando sereno una qualche melodia: Kurt amava cucinare, riusciva per qualche tempo a rilassarsi e staccare la mente da tutti i problemi che aveva, era come un rituale per lui, proprio come quello che riservava al suo corpo ogni giorno. Non faceva mai nulla di troppo calorico, certo non voleva compromettere il bel fisico del moro, ma amava cucinare qualcosa di sfizioso e gustoso, anche per colazione.
Infatti quel familiare odore arrivò dritto alle narici di Blaine, che entrò in cucina sorridendo e, dopo aver dato un bacio sul collo del più grande, si sedette a tavola aspettando che tutto fosse pronto.
“Hai fatto i pancake con la cannella?”
Il soprano annuì soddisfatto: sapeva che erano i preferiti di suo marito e, sinceramente, amava metterlo di buon umore già dalla mattina.
“Si amore, pronti adesso solo per saziare il tuo pancino goloso.”
Kurt rise dolcemente, mentre portava in tavola la colazione e dava un bacio a fior di labbra al più piccolo, che ricambiò e non fece tante cerimonie nell'iniziare a mangiare, imitato subito dopo da Kurt.
“Allora? Che ne pensi delle prove supplementari che ci sta facendo fare Michael?”
“Bhe, certo sono stressanti, ma ormai sai anche tu che è un perfettino e non perde occasione per migliorare anche la più piccola cosa, in realtà mi ricorda qualcuno.”
Kurt rise appena a quella insinuazione fatta dal suo compagno, doveva ammettere che quando ci si metteva sapeva davvero essere irritante: si, Kurt Hummel era un ragazzo che voleva che le cose fossero fatte proprio come voleva lui e non dovevano esserci intoppi. Nell'arredare la casa quasi tutte le decisioni le aveva prese lui, lasciando a Blaine il minimo margine di scelta.
“Certo, se qualcuno non fosse il disordine fatto persona!”
Blaine rise, sapeva di non essere proprio ordinatissimo, ma cercava bhe, di fare del suo meglio, solo che le pretese di suo marito a volte erano troppo alte per lui.
“Se continui con questa mania per l'ordine nostro figlio credo che impazzirà e io con lui mio caro Kurt!”
I due si sorrisero, quella volta non servirono altre parole: era un po' ormai che i due avevano iniziato a parlare di avere un figlio, si erano sposati solo da due anni e mezzo, ma sapevano e sentivano che un figlio avrebbe reso tutto più vero e più speciale, anche se i loro amici dicevano che forse era ancora troppo presto.
I due coniugi però sognavano di poter stringere tra le loro braccia un piccolo batuffolino, era il loro sogno fin da ragazzi e speravano che si potesse realizzare il più presto possibile.
Alcune sere si trovavano a parlare e ad immaginare che volto potesse avere, come sarebbero stati i suoi occhi, le sue guanciotte piene, il suo sorriso e bhe, ovviamente anche il nome: era più facile trovare un bel nome femminile che non uno maschile, ma tutte le volte tiravano fuori i nomi più assurdi, facendosi ridere a vicenda. La conversazione finiva sempre però allo stesso modo, sognando per i loro figli quei nomi che più gli erano rimasti nei cuori, nomi italiani che avevano fatto battere i loro cuori: Francesco per lui e Beatrice per lei. Non sapevano neanche il perchè, ma a New York non era strano avere nomi italiani, oppure molto strani, quindi si erano fissati su quei due, sorridendo tutte le volte in modo incantato immaginandosi già con un bambino tra le braccia mentre cantavano ninna nanne.
Fu lo squillo del telefono del soprano a risvegliare i due dallo stato di trance nel quale erano entrati: era un messaggio di Michael, il loro capo.
-Scusate ragazzi, ma abbiamo avuto dei contrattempi con i tecnici delle luci: le prove sono rimandate a questo pomeriggio. A dopo e buona mattinata.-
I due sospirarono sollevati: finalmente avevano del tempo che potevano passare tra di loro senza tutto lo stress dei continui impegni.
“Che bello, almeno non dobbiamo uscire con questo freddo!”
“E se andassimo a pattinare al parco?”
Kurt fulminò con lo sguardo suo marito: ma era andato completamente fuori di testa? Fuori erano al massimo due gradi sotto lo zero e lui gli chiedeva di andare a pattinare? No, non se ne parlava neanche.
Blaine nel mentre doveva aver captato lo sguardo glaciale del più grande, perchè scoppiò a ridere alzando le mani in segno di resa.
“Va bene, va bene, non ti scaldare! Ce ne resteremo qua in casa al caldo, va bene?”
Kurt annuì, soddisfatto, mentre portava in cucina i piatti della colazione e veniva raggiunto dal suo compagno, che lo strinse da dietro alla vita dando dei piccoli e casti bacetti lungo tutto il collo.
“Il signore preferisce delle coccole, quindi?”
Kurt si girò per stringersi meglio nelle calde braccia del moro, sorridendogli e baciando le labbra, bacio che venne immediatamente ricambiato da suo marito.
“Si, si può fare signor Anderson.”
Si sorrisero prima di darsi un ulteriore bacio e dirigersi verso il divano, per godersi tra le coccole quella piacevole mattinata di libertà.




Note dell'autrice:
Salve a tutti ragazzi!
Bhe, ci ho pensato un po' e ho deciso di cimentarmi con una Long, Klaine ovviamente.
Non mi conoscete, ma nell'altro Fandom ero conosciuta per le mie long depresse e un po' troppo Angst e, sinceramente, a me va bene così, quindi leggete solo se vi piace il genere!
Spero che il primo capitolo vi piaccia e che l'introduzione vi abbia intrigato.
Non sono una che pubblica capitoli molto lunghi, quindi non vi aspettate grandi poemi nei prossimi aggiornamenti.
Fatemi sapere se vi interessa e ovviamente che ne pensate del banner.
Un bacio e alla prossima!


Giulia Pierucci



 

   
 
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