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Autore: BlackVanilla    30/06/2016    0 recensioni
...l'abilità speciale del Chirurgo della Morte riuscirà a salvare una giovane e bella ragazza da una misteriosa e sconosciuta malattia? A volte le emozioni non possono essere descritte con le parole, per quanto ci impegniamo per farlo, il risultato sarà sempre deludente.
Ma succede che in certi casi, diventi complicato anche solo capire cosa si stia provando esattamente, l’emozione stessa diventa fonte di confusione e sgomento...
Genere: Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Pirati Heart, Trafalgar Law
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Il capitano Leroy aveva trascorso i suoi primi cinque anni nella Marina presso la divisione interna che si occupava dei servizi segreti, il lavoro gli piaceva molto e gli dava diverse soddisfazioni, inoltre il suo responsabile gli aveva fatto notare più volte che quella mansione era decisamente nelle sue corde, infatti portava sempre a termine con successo le indagini che gli venivano assegnate.
A quel tempo aveva avuto una fitta rete di informatori, ma da quando aveva cambiato sezione non era rimasto in contatto con molti, aveva mantenuto buoni rapporti con in paio di essi, quelli che reputava più affidabili in assoluto, qualche giorno prima li aveva contattati usando un lumacofono protetto e aveva spiegato loro le informazioni delle quali aveva bisogno.
Adesso era necessario attendere che entrambi gli fornissero le risposte che sperava di ottenere: l’affare Gemini possedeva senz’altro sei lati oscuri e loro dovevano scoprire quali erano ma soprattutto chi era nel torto, se il Direttore o i King.
La Marina non doveva permettersi il lusso di dare appoggio a gente disonesta, il loro compito era quello di ripulire i mari dai criminali, mantenere la pace e far regnare la giustizia, in caso contrario sarebbe stata una grossa sconfitta per i marine onesti che lavoravano sodo ogni giorno credendo nei loro retti ideali.
Leroy passò in rassegna con lo sguardo il suo piccolo ufficio, era l’esatto opposto di quello del commodoro Sasaki, ingombro di mobili e pieno di cartellette gonfie di documenti che cercavano spazio per essere archiviate.
Lui era un tipo molto ordinato, ma con quel poco spazio che gli era concesso di avere la cosa non era affatto facile: le pareti della stanza erano occupate da due armadi piuttosto antiquati e malconci già riempiti fino all’inverosimile di documenti, la piccola scrivania di seconda mano era provvista di una cassettiera incorporata, peccato però che due dei cinque cassetti fossero completamente bloccati e quindi non utilizzabili.
L’uomo, sbuffando, decise di cercare di mettere un po’ di ordine almeno sopra al suo tavolo da lavoro, stava impilando in modo meno caotico possibile le cartellette marroni relative ai diversi casi che stava seguendo, quando trovò una piccola fotografia un po’ rovinata dal tempo: era Mia che gli sorrideva da lontano.
Adesso gli era tornato alla mente che, qualche settimana prima, la cornice di argento che aveva scelto per mettere la foto della sua amata si era rotta e lui si era ripromesso di comprarne una nuova appena fossero sbarcati…chissà come aveva fatto l’immagine a finire in mezzo a quelle cartelle.
I suoi malinconici pensieri furono interrotti dallo squillo del lumacofono, mise rapidamente la foto in tasca e raggiunse l’apparecchio sollevando il ricevitore, dall’altro capo una voce giovanile lo salutò cordiale.
“Dico davvero Leroy, mi ha fatto piacere risentirti…ma veniamo al dunque, ho fatto qualche piccola ricerca come mi avevi chiesto…beh direi che hai in mano un grosso nido di vespe, ci starei attento se fossi in te….”.
Il capitano si fece spiegare tutto nel dettaglio: a quanto pareva la natura del VDM-03 non era propriamente quella di un vaccino e la cosa sarebbe stata confermata anche da diverse offerte presenti sul mercato nero da parte di malavitosi piuttosto potenti per acquistarlo.
“Un noto fuorilegge che preferisco non nominare ha offerto un milione di berry in contanti per averlo…la trattativa era bloccata ma qualche mese fa è ripresa. Direi che qualcosa è improvvisamente cambiato…ma non so dirti cosa purtroppo. Mi serve altro tempo”.
“Certo, prenditi tutto il tempo che ti occorre ma mi raccomando fa che le tua indagini siano molto accurate, come hai già detto ho in mano un nido di vespe e non voglio essere punto”, Leroy aveva sudato freddo pensando alla domanda che stava per fare, “hai avuto modo di capire a chi era stata fatta l’offerta?”.
“Sì aspetta….”, un fruscio di carte, “…si fa chiamare signor D.”.
Leroy imprecò fra sé, la peggiore della situazioni che aveva solo osato immaginare si stava pian piano materializzando davanti ai suoi increduli occhi, non aveva scelta doveva andare fino in fondo, la verità era la cosa più importante.
“Grazie. Continua pure, contattami appena hai novità”, un clic pose fine alla loro conversazione.
 
Gwennie giaceva addormentata con la testa appoggiata al morbido cuscino del suo letto, poco prima Law l’aveva spostata mettendola in quella posizione che era senz’altro più comoda dello dormire aggrappata malamente al suo petto.
La guardò qualche minuto: era completamente sprofondata in un sonno davvero intenso al quale aveva tentato di dare battaglia per circa un’ora prima di arrendersi constatando di non riuscire più a tenere gli occhi aperti.
Il motivo di tale resistenza era quello di prolungare il più possibile la presenza di Law lì con lei, nonostante la profonda stanchezza aveva chiesto al dottore di raccontarle nei minimi dettagli la loro avventura dentro alla balena e di spiegarle ciò che Inuarashi aveva detto loro in merito ai quattro Road Poignee Griffe, della loro fondamentale traduzione per raggiungere la tanto sospirata Raftel.
Più volte le era ciondolata la testa sul petto ma, tenendo i denti stretti, si era ridestata facendo altre innumerevoli domande al suo medico che le aveva consigliato più e più volte di concedersi il meritato riposo.
Law allungò la mano per spegnere la lampada che era sul comodino, il buio li avvolse completamente rendendo i suoni e i profumi decisamente più intensi: il dolce aroma di vaniglia che regnava nella stanza fece riemergere nel dottore il ricordo di quella particolare giornata, a bordo del suo sottomarino, in quella che sembrava un’eternità fa.
Gwennie aveva pianto per lui, per la sua ferita all’occhio e, malandata com’era, non era riuscita a tornare in camera sua nemmeno con l’aiuto del pirata che la stava sorreggendo, così il ragazzo l’aveva presa in braccio.
Era stata quella la prima volta che aveva potuto sentire nettamente la delicata fragranza che caratterizzava la giovane ragazza: era stata così fragile tra le sue forti braccia mentre lacrime brillanti solcavano il suo viso preoccupato.
In quel momento aveva probabilmente iniziato a farsi largo nel suo cuore il sentimento che lo aveva risvegliato dal torpore nel quale era precipitato dopo la morte della sua famiglia e del suo benefattore, Corazon.
Gwennie si girò improvvisamente nel sonno brontolando qualcosa, poi afferrò saldamente il cuscino e lo strinse a sé con fare possessivo, il movimento rapido fece imbrogliare la sottile maglia del suo pigiama facendo in modo da scoprire parte della spalla sinistra e una porzione della schiena, vicino al collo.
Gli occhi del medico si erano abituati al buio e non poté fare a meno di notare uno dei profondi segni rossi che erano stati marchiati sulla schiena della ragazza da Doflamingo, a Dressrosa.
Posò delicatamente un dito su una delle cicatrici percorrendola leggermente: era ruvida e calda.
Ritrasse la mano come se si fosse scottato mentre nella sua mente risentiva gli schiocchi sordi dei terribili fili del fenicottero mentre raggiungevano la candida pelle della giovane lacerandola dolorosamente.
Mentre era stato costretto a non muovere un muscolo mentre assisteva a quel macabro spettacolo, Law si era fatto mille volte la stessa domanda: perché tra tutti proprio lei?
A quel tempo non aveva ancora avuto la conferma dei suoi sospetti, ma era abbastanza sicuro che Gwennie fosse malata e in modo piuttosto grave oltretutto, quindi quando aveva visto Buffalo entrare della Sala dei Semi con lei la sua mente aveva subito una battuta d’arresto.
L’intervento provvidenziale di Cappello di Paglia aveva salvato la vita della giovane che era malamente caduta sul pavimento dopo che Doflamigo l’aveva liberata dai suoi fili mortali: le ferite grondavano sangue ricoprendo interamente la sua esile schiena e lasciandola tremante per la debolezza.
Viola, la figlia maggiore di Re Riku, l’aveva sollevata cercandola di aiutarla a camminare, ma lei non ce l’aveva fatta, gli occhi semichiusi avevano lascito intuire in quale stato si trovasse in quel momento, ed era ricaduta a terra picchiando un ginocchio sul duro pavimento di granito.
Il contrattacco di Pika aveva messo la parola fine alla questione sbalzandoli tutti fuori da palazzo, poco prima che iniziasse l’inferno della birdcage.
Law ricordava di aver visto Viola lacerare il suo mantello per cercare di bendare le ferite della giovane che in quel momento aveva logicamente perso i sensi.
Lui che era un medico non aveva potuto aiutarla allora poiché era incatenato a quel maledetto Seggio di Cuori con delle manette di agalmatolite, quindi non era in grado di usare nemmeno i suoi poteri.
“Rufy, sta piuttosto male…credo che le ferite si siano infettate, scotta parecchio!”, la ex principessa di Dressrosa aveva tenuto sollevata la testa di Gwennie mentre la giovane giaceva a pancia in giù su un morbido tappeto d’erba verde, in modo che il suo viso non sprofondasse in quei ciuffi lussureggianti.
La ragazza aveva respirato affannosamente, evidentemente aveva avuto la febbre alta e le ferite appena ricevute non sarebbero state certo d’aiuto: era stato in quel momento che Cappello di Paglia aveva ridotto in pezzi il Seggio liberando parzialmente Law.
“Traffy, tu sei un medico, puoi darle un’occhiata?”, avvicinandosi alla sua nakama non aveva potuto ignorare il copioso sudore che imperlava la fronte della giovane amica.
Il pirata aveva iniziato lentamente ad avvicinarsi quando, con un gran brivido, lei aveva ripreso i sensi e, dopo averlo visto camminare verso di lei, aveva tentato di alzarsi in modo troppo rapido capitombolando di nuovo dell’erba fresca.
“Sto bene…”, aveva rantolato mettendosi a quattro zampe per riprendere l’equilibrio necessario per riuscire a mettersi in piedi.
Viola aveva tentato di protestare la giovane le aveva afferrato la mano guardandola negli occhi, era una supplica quella, anche se senza parole, di lasciarle combattere la sua battaglia insieme ai suoi compagni, anche se questa avrebbe portato alla morte.
Come Gwennie avesse fatto non solo a sopravvivere a quel momento ma anche alla battaglia riuscendo addirittura a combattere, per lui rimaneva un mistero.
Tornando al presente, Law strinse tra le dita un lembo del lenzuolo che ricopriva parzialmente la giovane e lo sistemò in modo da nascondere quei terribili segni che gli ricordavano la sua inettitudine durante quel doloroso episodio del loro passato.
In silenzio lasciò la stanza chiudendo piano la porta alle sue spalle.
 
Un saluto affettuoso a tutti i miei lettori! ^.^
Capitolo rilassato quello di questa settimana… :>
Riusciamo a spiare nei pensieri del nostro medico, direi che è una novità interessante, no???
Un abbraccio a tutti voi, vi adoro tantissimo!!!
Alla prossimaaa!!!
Vostra
BlackVanilla
   
 
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