Fanfic su attori > Chris Evans
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Autore: Eve79    30/06/2016    0 recensioni
"Sai che ti dico Chris?" chiesi arrabbiata, "puoi fingere che non sia così, puoi mettere su i muscoli che vuoi ed avere costantemente l'aria da eroe nazionale. Aldilà di questo sei palloncino che se non vieni tenuto saldamente da chi ti ama rischi di volare via e perderti" proseguii, "perciò non avrei carattere" trasse le sue conclusioni, "Bhè vedo che ci arrivi... Chris hai due minuti di tempo per volatilizzarti" dissi indicando la porta, "sai che ti dico io a te? Che sei una fifona, una vera fifona, non accetti i sentimenti e li nascondi, perfino il tuo modo di essere è una maschera per paura che possano ferirti, sai però io di armi per ferirti ne avrei, e forse dovrei usarle per ripagarti della tua stessa moneta. Non lo farò per l'amicizia e l'affetto che mi lega a te. Nicole mi dispiace averti detto delle bugie, ma non avresti avuto mai l'intenzione di capire." disse prendendomi il braccio, "Chris per favore vattene non voglio vederti" dissi fra le lacrime. "Io credo che questa sia il momento più brutto di tutta la mia vita, guardarti piangere e pensare che sia per me" sussurò.
[Dal capitolo 3]
Genere: Comico, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 6

Vuoto, toccai di nuovo e non sentii nulla, alzai la mano, sentii il rumore di un foglio.

Sono andato da tuo padre, qualsiasi cosa chiamami.

Ti amo

Mi alzai dal letto e andai in cucina, feci colazione e andai in camera da letto, rifeci il letto e ritirai i panni, in bagno c’era ancora lo spazzolino di Chris bagnato, non era uscito da molto, feci la lavatrice con i vestiti del giorno prima. “Dodg, siamo rimasti soli” dissi accarezzandolo, mi arrivò un messaggio, “Buongiorno piccola” lo lessi con il tono di Chris, “buongiorno” risposi mettendo sul divano il telefono, chiamai Maya, “Pronto” disse Maya radiosa, “buongiorno, Chris è con mio padre” sbottai, “e perché?” chiese preoccupata, “non lo so, l’ha chiamato dicendogli che voleva parlarci” dissi confusa, “mah… sono minimo 7 anni che non ti vede e non ti sente e cerca Chris” disse lei amareggiata, “pff, quello non può essere mio padre, non può” risposi seria, “Nicole, è pur sempre tuo padre” mi richiamò, “mah… e allora perché, ho 26 anni e non ricordo di averlo mai avuto al mio fianco?” chiesi confusa, “perché non c’è stato” la soluzione più semplice fu quella, “sei andata dal fiorista?” chiesi guardando l’ora, era mezzogiorno, “sì sì, ora sto a casa, Zac è uscito a prendere il pranzo” la sentii sorridere, “aaah, perché di cucinare non se ne parla” risposi annuendo, “eh no, sono stanchissima” disse ridendo, sentii la porta aprirsi, “mi immagino, scegliere fiori è stressante” dissi andando a salutare Chris, gli diedi un bacio e andai in camera da letto, “non immagini invece… rose blu? No rosse, un fiore verde acqua? Non esiste… finti? Non chiama il fiorista signora… signora a me… ti rendi conto?” parlò velocissima, “Maya, ti droghi?” chiesi ridendo, “ho fameee” disse lamentandosi, “mangia, senti ti chiamo più tardi, se mai ci vediamo questa sera, o mi chiami tu” dissi sentendo voci dal salone, “va bene, ciao tesoro buon pranzo” disse ridendo, “goditi il tuo pranzo sudato” dissi attaccando.

“Amore” baciai Chris, “c’è tuo padre di là, ha insistito per vedere dove vivi” disse baciandomi, andai in salone e vidi un uomo giocare con il cane, “ciao” dissi fredda, “ciao Nicole” rispose anche lui freddo, “allora stai con Chris ora” disse mettendosi le mani in tasca, “sì” risposi, “e abiti in questo buco?” chiese guardandosi in torno, “sei venuto per giudicare?” chiesi fredda, “no… per dirti che se vuoi mettere la testa a posto posso aiutarti” disse serio, “cosa intendi per testa a posto?” chiesi “ studiare, fare il medico come tutta la famiglia e sposare un uomo di successo, e non a Hollywood” disse guardando male Chris che passava per andare in camera da letto, “tutto ciò da cui volevo scappare me lo stai ritirando fuori dopo 7 anni che non ne avevo gli incubi?” chiesi, “senti, seriamente vuoi stare con quello?” chiese indicando il corridoio, “seriamente” risposi, “lo sapevo che non ti avrebbe portato nulla buono” disse puntandomi il dito, “me ne sto convincendo anche io, da quando ti ha fatto entrare in casa” risposi spostando il dito dalla mia faccia, “ti sto offrendo un futuro” disse urlando, “non lo voglio un futuro prestabilito, fare il medico, vivere in una villa con figli che saranno obbligati a seguire le mie orme ed avere un marito chirurgo o qualcosa simile, voglio vivere la mia cazzo di vita” urlai anche io, “e poi quello che dici che non ha portato nulla buono, si è preso cura di me quando mi hai lasciata al verde, ed avevo 19 anni, parliamo del futuro perché nel passato sei stato veramente pessimo?” chiesi, “non darmi colpe, te ne sei andata tu” disse scuotendo la testa, “hai cercato di tenermi? No.” Dissi sedendomi, “ti ho lasciato avere un assaggio di come è una vita senza genitori, ora torniamo a casa e ti metti a studiare, lascia perdere quel fannullone” disse tirandomi, “uno, toglimi le mani di dosso, due tu torni a casa io ci sto a casa mia, tre non ti permettere mai più di chiamare Chris fannullone” dissi strattonandolo, mi lasciò andare e scosse la testa, “ti sei messa questi cosi, vai in giro come una puttana” disse indicando i dilatatori, mi guardò con disprezzo, lo guardai negli occhi e scosse la testa, “si prende cura di te scopandoti? Così si prende cura di te?” chiese urlando, vidi Chris uscire dalla camera da letto, “sì anche” risposi sarcastica, mi arrivò una pizza in pieno volto, “fammi vedere se hai tatuaggi” mio padre mi tirò su la maglietta, “non mi toccare” ringhiai, mi prese per il braccio e mi tirò a terra, “hai due minuti per prendere tutto e venire con me” disse dandomi un calcio sulla schiena, “non verrò da nessuna parte con te” dissi senza fiato, “muoviti” mi diede un altro calcio, “non verrà da nessuna parte, già le ha detto come la pensa” Chris si mise tra me e mio padre, “guarda… guardala bene e ricordati com’era, l’hai fatta diventare una donna senza valori” mi sputò a due centimetri, “perché? Per quello che hai visto in due minuti? Io penso che di valori ne abbia, e anche parecchi, si è costruita da sola, questa casa è sua, tutte le mattine va a lavorare, il pomeriggio va a lavorare, la sera torna a casa e si occupa della casa, e se lei pensa che una casa piccola e un lavoro che non sia il medico sia mancanza di valori, mi dispiace per lei, ma i valori non li ha solo lei qui dentro” disse spingendolo lontano da me, “cosa gli dai in cambio?” chiese mio padre, Chris lo guardò confuso, io ancora cercavo di rialzarmi senza riuscirci, “per portarla a letto intendo” precisò mio padre, non rispose, “mi fai schifo” mio padre cercò di tirargli un cazzo che Chris parò, “ti consiglio di non rifarlo” rispose Chris tranquillo, mio padre girò in torno a Chris e si scagliò su di me, calci e sputi, “adesso basta” sentii Chris spingerlo per la spalla fino alla porta, “spero che tutto questo ti tormenti per il resto della tua vita” disse chiudendogli la porta in faccia. Chiusi gli occhi, tutto nero.

“Siete sicuri che non c’è stata violenza domestica?” chiese una voce, “non sappiamo chi sia stato” disse Chris, “la violenza sulle donne è severamente punita” disse un’altra voce, “seriamente pensate che io possa essere un tipo che mena la sua ragazza?” chiese Chris, “no, ma non possiamo fidarci” rispose la voce, “Chris” chiamai, “ehi, come stai?” chiese baciandomi la mano, “non lo so, ma dove sono?” chiesi confusa, “in ospedale” rispose aggiustandomi il cuscino, “avevi perso conoscenza, ma appena ti fanno tutti i controlli credo che possiamo tornare a casa” disse accarezzandomi, feci per alzarmi e sentii un dolore lungo tutta la schiena, “Nicole…” urlò una voce fin troppo famigliare, “Maya” risposi, “non mi volevano far entrare, poi la polizia mi ha fatto domande su Chris, pensano che sei stato tu?” chiese ridendo, “sì” rispose togliendomi i capelli dal viso, “la ragazza ha ripreso conoscenza?” chiese l’agente, “scusate, ha appena subito un’aggressione la possiamo lasciar riposare? Non è stato Chris a picchiarla” disse Maya, “e lei cosa ne sa?” chiese l’altro agente, “perché lo conosco, e poi lo guardi, le sembra un tipo che può picchiarla, se la guarda come fosse l’ottava meraviglia del mondo” disse spingendoli fuori dalla stanza, “Maya, se mi arrestano è colpa tua” sussurrò Chris alzandomi un po’, “ma che ti arrestano, si vede lontano un miglio che anche quando la accarezzi hai paura a toccarla” disse sorseggiando l’acqua, risi, “aaaah oddio non mi fate ridere” dissi tenendomi il fianco, “Maya, fai una cosa, fai entrare gli agenti, glielo dico io chi è stato” dissi seria, “vuoi denunciare tuo padre?” chiese sorpresa, “no, ma glielo descrivo” dissi afferrando la mano di Chris. “Ci dica, lo conosceva?” chiese il primo, “no” risposi secca, “hanno cercato di rubare o si sono scagliati su di lei?” chiese il secondo, “non so, ho sentito dei rumori e sono andata in salone, Chris era uscito, non poteva essere lui, e poi hanno cominciato a darmi calci, quando è tornato ha cercato di proteggermi e poi mi ha portata qui” sorrisi a Chris, “perciò non sa descrivere chi è il suo aggressore” chiese uno degli agenti, “so solo che non era molto alto, a Chris sarà arrivato a metà spalla, ed era quasi senza capelli, i pochi erano brizzolati” risposi facendo i gesti, “si capiamo, grazie per la collaborazione signorina Walker” disse il secondo agente, “e ci scusi per aver dubitato di lei” si rivolse a Chris e gli strinse la mano, lui annuì e loro uscirono. “Ci mancava solo che gli dicevi si chiama come me di cognome” disse Maya, “non è più mio padre, dopo questa…” ed ecco le lacrime, “hai avuto paura?” chiese Maya, “no, sapevo che c’era Chris, ma più che i danni fisici è il morale che fa male, mi ha detto che sono una puttana” risposi cercando di alzarmi, “che stronzo” non ci pensò neanche Maya a tenerselo, e questo mi fece ridere, Chris mi asciugò le lacrime e uscì fuori, “dove è andato?” chiesi, “credo che non voglia vederti così” rispose Maya, “capisco” risposi. Entrò il medico e mi uscì una risata nervosa, controllò se era tutto a posto. “Signorina, lei sta bene, le diamo un antidolorifico e può andare” disse sorridendo, ma prima si giri che controlliamo anche le contusioni della schiena, mi girai, “c’è da farle i complimenti, ha un ottimo… ehm un’ottima resistenza” disse imbarazzato, “è fidanzata?” chiese sorridendo, Maya si portò una mano alla fronte, “direi di sì” rispose Chris, “oh, salve, lei è?” chiese il dottore, “secondo lei? Il fratello?” rispose sarcastico, “ehm ok, è meglio se sparisco, le portiamo subito un antidolorifico e poi può andare, in tanto si vesta” disse dando un buffetto sulla schiena di Chris, “ottimo affare amico” disse ridendo, “non c’è neanche bisogno che ce lo mando all’ospedale” disse aiutandomi a scendere dal lettino, “se vuoi l’aiuto io, tu vai a mangiare qualcosa” Maya prese la maglietta e i jeans, “non ti preoccupare” Chris mi passò la maglietta, “le… oh scusate” il dottore mi guardò e guardò Chris, “si grazie…” Maya prese l’antidolorifico e me lo porse, “grazie” risposi, “vuoi una mano a mettere i jeans?” chiese Chris, “no, non ti preoccupare” risposi sorridendo, si mise seduto sulla sedia e io mi misi i jeans, “tieni” Maya mi passò la felpa bianca e mi mise le scarpe, “ragazzi, sto bene, posso muovermi” dissi stufa di essere servita, “va bene” risposero in coro, mi allacciai le scarpe e scesi dal lettino, “andiamo” sussurrai camminando verso la porta, Chris prese il telefono, le chiavi della macchina e uscimmo.

“Deve firmare qui, è sicura che se la sente di tornare a casa?” chiese il dottore di poco prima, “sì” risposi secca, firmai i fogli, “senta qualsiasi cosa, se vuole le lascio il numero” il dottore mi porse il suo bigliettino da visita, “oh ma che pensiero gentile” borbottò Chris, “no grazie, scaramanzia” risposi.

“Un po’ insistente il dottore eh” Maya diede una botta al fianco di Chris, la fulminai con lo sguardo e lei rise, Chris non parlò, “va bene ragazzi, ci sentiamo più tardi per sapere se ce la fai ad uscire dopo cena ok?” chiese Maya dandomi un bacio sulla guancia, “sì” risposi, “ciao Maya” salutò Chris salendo in macchina, salii anche io e la guardammo partire, “che c’è? Sei troppo silenzioso” poggiai la mano sulla sua gamba, “ti avrei dovuto proteggere, e vederti in quel letto...” mi guardò, il suo sguardo era vuoto, “ei, non potevi fare niente, per me è stato tanto quello che hai fatto” risposi accarezzandolo, “per me è stato niente, non avrebbe dovuto toccarti neanche con un dito, e lo ho portato io a casa, me l’aveva chiesto dicendomi che voleva parlarti, riconciliarsi, e fin quando mi dice a me che sono un fallito e che non porto nulla di buono nella tua vita va bene, io so che per te farei solo il meglio, ma se poi ti fa del male, Dio, avrei dovuto fare qualcosa di più” diede un cazzotto al volante, “Chris, ei, guardami” mi guardò, “per favore, torna in te e rifletti, ciò che hai potuto evitare lo hai evitato, ora smettila di colpevolizzarti, per favore” accarezzai il suo viso, appoggiò la testa sul mio palmo e socchiuse gli occhi, “me lo fai un sorriso?” chiesi, aprì gli occhi e sorrise, “sei molto più bello” dissi avvicinandomi alle sue labbra, mi baciò, lentamente, dolcemente mi mise una mano sul collo, “andiamo a casa?” chiese strusciando il naso contro il mio, annuii e lo ribaciai, “scusa, se non togli la mano ti prendo qui nel parcheggio” guardò la mia mano sulla sua coscia, risi, “allettante” dissi facendogli l’occhiolino, “non provocare” mi avvertì, uscì dal parcheggio, si immise nel traffico di New York e mi posò la mano sulla coscia, “come stai?” chiese guardandomi, “bene… sto molto meglio, giusto un po’ la schiena indolenzita, però sto molto meglio” risposi guardando fuori al finestrino, “ei… sicura?” chiese spostando la mano più su, “Chris, la mano… è…” la guardai, era sul mio inguine, “bhè?” chiese ridendo, “allora guida così” risposi mettendogli la mano sul punto preciso che ce l’aveva lui sul mio corpo, “così ci guido, ma poi sono affari tuoi” disse facendomi il sorriso malizioso, “ma dove vai” risposi ridendo, “pff… ti rovino” rise, accelerò e finalmente sembrava essere sparito il traffico, arrivammo a casa, “andiamo” mi prese in braccio e cominciò a salire le scale, “Chris, posso camminare” dissi ridendo, “lo so, ma prendilo come un ti amo tanto e ti vizio” disse baciandomi, “oh che dolce” sussurrai teatralmente, aprì la porta e mi mise giù, “Dodger, mettiti il guinzaglio” scherzò Chris, “lo porti fuori ora?” chiesi, “sì, per forza” disse dandomi un bacio sulla fronte, “vuoi che ti preparo qualcosa?” chiesi seguendolo per casa, “se ce la fai qualcosa da mangiare preparala” rispose girandosi verso di me, “mi stai facendo diventare stupida, cosa stai cercando?” chiesi confusa, “poverina, pensa che sia colpa mia” mi diede un buffetto in testa e continuò a cercare, risi “deficiente, che stai cercando?” chiesi ridendo, “il guinzaglio” rispose, “Chris” lo chiamai indicando il divano, era sulla spalliera del divano, con bustine attaccate, “oh… ce l’hai messo tu?” chiese fingendosi confuso, “aaah la vecchiaia” gli diedi uno schiaffetto sul braccio e andai in cucina, “te la faccio vedere io la vecchiaia, andiamo Dodg, non ci merita” disse mettendogli il guinzaglio, “non torni più?” chiesi fingendomi speranzosa, “se non vuoi no” rispose ridendo, “apposto… vai, vai” risposi ridendo, “non ti preoccupare, che paghi ogni singola parola” disse uscendo, misi la carne sulla padella, accesi il fornello, uscii dalla cucina per andare a sistemare il salone, tornai in cucina e girai la carne, aprii la finestra, uscii fuori al balcone, Dodger e Chris erano lì a giocare, li guardai, era così bello e spensierato, sorrisi e li vidi muoversi per tornare in dietro.

“Siamo qui” annunciò Chris, Dodger si catapultò in cucina e mi saltò sulla gamba, “ciao amore” dissi accarezzandolo, “e a me ciao amore?” chiese Chris avvicinandosi, “ciao amore” risposi ridendo, lo baciai e lui sorrise, “dai andiamo a lavarci le mani e si mangia, si Dodger si mangia” dissi saltando insieme al cane, “l’abbiamo persa, era fantastica persona tutta d’un pezzo” Chris scosse la testa ridendo, andai al bagno e Chris mi seguì, aprii l’acqua e infilai le mani sotto il getto, “fammi spazio amica” disse Chris mettendo le mani in modo che l’acqua schizzasse, “Chris, mi hai bagnata tutta” mi lagnai, “faccio questo effetto” rispose facendo la faccia compiaciuta, “Chris, l’hai voluto tu” presi il getto della doccia e lo aprii, lo puntai dritto su di lui, mi diede una botta alla mano e si girò il getto, mi ritrovai ancora più bagnata di prima, “non ti preoccupare che dopo lo risolvo il tuo problema” disse dandomi un buffetto sulla spalla, rise e se ne andò in cucina, chiusi il getto dell’acqua e lo seguii, lo guardai, era tutto bagnato dalla testa ai piedi, mi misi seduta e cominciammo a mangiare.

“vado a mettermi qualcosa di asciutto” annunciai alzandomi, “naah” Chris mi tirò a sé, caddi come una pera su di lui, mi baciò, c’era passione in quel bacio, fece scivolare la mano sul mio seno, “Chris… devo…” mi mise un dito sulle labbra, “sshhh” mi baciò di nuovo, si alzò con me in braccio e si andò a mettere seduto sul divano, “ora ti faccio vedere chi è vecchio” mi sussurrò nell’orecchio, “tu” risposi sussurrando, leccai sotto il lobo e lo sentii irrigidirsi, mi tolse la maglietta e cominciò a giocare con il seno, mi baciò il collo, piegai la testa in dietro e poggiai le mani sulle sue ginocchia, lo sentii ansimare, alzai la mano e la posai tra le sue gambe, la mossi e lui mi sorrise socchiudendo gli occhi, sbottonò i miei jeans e si fece largo con la mano, la cominciò a muovere, mossi la testa in avanti e la poggiai sulla sua spalla, mi alzò con un braccio e mi abbassò i pantaloni, li tolse, lo imitai e glieli sfilai velocemente, mi prese in braccio e mi portò in camera, gli tolsi la maglietta, mi sganciò il reggiseno e mi poggiò delicatamente sul letto, prese il preservativo e lo posò affianco a lui, “no…” lo bloccai, “che c’è?” chiese confuso, “non voglio usarlo” dissi tirandolo sul comodino, mi guardò confuso, lo baciai e gli abbassai i boxer, “come sei impaziente” ansimò, mi abbassò le mutande e le sfilò lentamente, entrò piano, cominciò a muoversi, affondai le unghie sulle sue spalle e lui accelerò il ritmo.

Mi spostò i capelli dal viso, “come sei bella” sussurrò spostandosi al mio lato, si tenne la testa con il braccio e mi sorrise, “tu sei bellissimo” sussurrai accarezzando le sue labbra, “come stai?” chiese accarezzando il livido sul fianco, “sai quando fa tanto male dentro che non ti accorgi del fuori?” chiesi triste, annuì, “così, mio padre è…” scoppiai in lacrime, “vieni qui” mi abbracciò, “sfogati” mi accarezzò i capelli e lasciai andare le lacrime, “ei, quante ne hai?” chiese ridendo, risi, “dai che senno poi diventi brutta e mi tocca andare da Zoe” rise di nuovo, “oddio tu e Zoe” risposi ridendo, “oh siamo una bella coppia vero?” scherzò, “sì, siete due tamarri” risi, mi rivestii e aprii la finestra della camera da letto, “scusa, sarei ancora nudo io” rise, “problemi tuoi” risposi ridendo, “tuoi se mi vedono” rispose alzandosi, “si fanno una grassa risata” risposi scherzando, “senti bella, sono un signore, senno ti prendevo male” disse ridendo, “sto tremando” risposi, risi anche io e lui mi prese per il braccio, mi strattonò e mi piegò sul comò di fronte al letto, si mise dietro e mi tenne la testa, “vuoi questo?” chiese sussurrando piegato su di me, “potrei” sussurrai, “allora la prossima sarà così” rispose tirandosi su, “vedi sei vecchio, un secondo round una volta l’avresti concesso” risi, “tesoro, non è questione di vecchiaia, è questione che sei dolorante, ti farei male, se vuoi il secondo round te lo posso dare quando vuoi” si avvicinò e mi diede un bacio, “no grazie” risi e andai in salone, lo sentii rivestirsi, “e poi sarei io il vecchio” saltai, “Chris vai a quel paese, mi hai messo paura” dissi riprendendo la sigaretta che era volata per terra, “amore mio, se hai i nervi scossi non è colpa mia” mi baciò il collo abbracciandomi da dietro, “ti sta squillando il telefono” mi sussurrò all’orecchio, “lascialo squillare” risposi girandomi, gli baciai la guancia e lui mi appoggiò la mano sul fianco, “sei una miniatura di donna” rise, effettivamente era la mia custodia, era quattro volte me, “sono un metro e cinquanta di tenerezza” dissi girandomi, “sei un metro e cinquanta di pura follia” disse ridendo, “però mi ami” sorrisi, “però ti amo” ammise ridendo, lo baciai e lui mi strinse a sé, andai a vedere il telefono, squillò di nuovo, “pronto?” risposi, “ciao Nicki, sono Maya” si presentò, “ti avevo riconosciuta, soprattutto perché ho il tuo numero salvato” scherzai, “che cattiveria, senti voi uscite?” chiese ridendo, intuii che Zac le stava dando fastidio, “ehm sì, voi?” chiesi imbarazzata, “sì, facciamo per le 10 al bar” disse ridendo, “va bene” attaccai, “alle 10 al bar” dissi buttando il telefono sul divano, annuì. Cenammo e ci preparammo per uscire.

“Senti bellina, non mi sta bene affatto che ti metti la gonna, i tacchi, ti trucchi… non devi mica rimorchiare eh” mi mise un braccio in torno al collo e chiamò l’ascensore, “e tu? Ti sei messo la camicia e il cardigan, con i pantaloni tutti stretti e le clark, chi vuoi rimorchiare?” chiesi ridendo, “mmm te” disse spingendomi nell’ascensore, mi baciò, lo tirai a me dal colletto della camicia e lui mi strinse dalla schiena, “buonasera” una voce calda entrò nell’ascensore, ci staccammo, “buonasera Adam” rispondemmo in coro, “scusate l’interruzione” sorrise malizioso, Chris rise mi abbracciò, le porte si aprirono e uscimmo, “ciao” lo salutammo e sparimmo, “che vergogna” sussurrai, “perché lui non lo fa? Non amoreggia?” chiese ridendo, mi fermai, “Chris” lo chiamai, “che c’è?” chiese guardandomi, “merda…” guardai nella borsa, le tasche, “ho dimenticato il portafoglio e il telefono su” dissi cercando le chiavi, “e le chiavi” aggiunsi, “e cortesemente, sempre se non disturbo… mi diresti cosa c’è in borsa?” chiese ridendo, “nulla” risposi scrollando le spalle, la girai e non cadde nulla, “Nicole… secondo me fai uso di droghe pesanti” rispose ridendo, comunque le chiavi le ho io, il telefono c’è il mio, e pago io, ho risolto ogni tuo problema, e visto che hai la borsa vuota, evidentemente come il tuo cranio, ti do tutto a te” si svuotò le tasche mettendo il tutto nella borsa, “e visto che è tutta roba tua, vai in giro con la borsa” risposi lasciandogliela in mano, “e tu cadi” disse spingendomi piano, “e tu dormi fuori al balcone stanotte” sorrisi, “era quel sorriso che mi ha fatto paura sai? Come a dire, ridi, non sto scherzando” rise, “infatti” risposi ridendo, “comunque prendila” disse facendo finta di lasciarla a terra, “rubano le tue cose, non le mie” risposi scrollando le spalle, “che ti frega a te, la borsa da 2000 $ te l’ho comprata io” rispose serio, mi ripresi la borsa, “in realtà, se proprio vogliamo fare i fiscali, la borsa costava meno, e poi non te l’ho chiesta io” risposi scrollando le spalle, mi guardò male, “se vuoi la rivendo” disse controllando lo stato, “stai facendo il taccagno Evans?” chiesi riprendendomi la borsa, “no… assolutamente, sto solamente dicendo che lei Walker, non ha apprezzato il regalo” mi diede un buffetto in testa e rise, “neanche con i tacchi sei normale” rise di nuovo, “senti cosetto, se non la smetti subito, in questo istante, ti faccio male” incrociai le braccia fingendomi minacciosa, “certo” disse caricandomi sulla sua spalla, “la smetti di alzarmi come fossi una bambola?” risi, “ma lo sei, sei la mia bambola” rispose dandomi un colpetto sul sedere, “potrebbe piacermi” scherzai, “potrebbe piacere anche a me” rise, “Sali in macchina e zitta” scherzò, “coso… dormi fuori al balcone” decisi, “scommettiamo che ci dormi tu in balcone?” chiese serio, “questa sera sei odioso” risi e non fui credibile, “che cucciola che sei, dai non è successo niente, lo so che non puoi stare senza di me” mi accarezzò la testa come fossi un cane e partì.

“Ragazzi… avete visto Amanda e Ryan?” chiese Maya quando arrivammo, “sì stavano parcheggiando poco più lontano da noi” rispose Chris, “quando li hai visti?” chiesi, “si ciao Nicole” rispose ridendo, “no seriamente, io non li ho visti” dissi seria, “stavi controllando il mio telefono, che per la cronaca ora mi riprendo” rise, “perché? C’è qualcosa che non si deve vedere?” chiesi, “tieni” disse ridandomi il telefono, sorrisi come una bambina in una giocheria, “come se avesse dodici anni” borbottò Chris, lo guardai in cagnesco e sbloccai il telefono, richieste d’amicizia nessuna ragazza sospetta, nuove amicizie strette nulla, ultima ricerca me, risalente al giorno prima, messaggi, tutte ragazze, una era Zoe, l’altra una certa Haley, “chi è questa?” chiesi seria, “una ragazza” rispose scrollando le spalle, “serio? Una ragazza? Credevo fosse un uomo” risposi sarcastica, “Nicki è una che voleva uscire con me, ci avrò parlato due volte, e prima di mettermi con te, molto prima” incrociò le braccia, continuai le mie ricerche, facebook poteva andare, i mi piace li avrei controllati con il mio profilo, aprii whats app e trovai solo chat con me, il cast, i membri del cast in chat individuali, Amanda, la aprii.

Ciao Chris (:

Ciao Amanda

Senti, ti va di andare a prendere un caffè?

Oggi ho da fare, mi dovevi parlare?

No, volevo un viso amico, con Nicole?

Niente, non mi va di rovinare l’amicizia, lascio perdere.

Ma sì, alla fine non credo ricambi.

Ecco, perciò evitiamo di fare cavolate.

Esci con qualcun’altra, più disponibile.

Non credo, ma, grazie del consiglio.

Dai si trovano, Chris, non abbatterti, è pieno il mondo di pesci.

Lo so, ma lei… vabbè, niente, senti ora mi vedo con Zac. Ciao.

Ciao Chris xx

Guardai Chris, e vidi Amanda arrivare da lontano, Maya mi capì e mi guardò, “Ciao ragazzi, come state?” chiese Amanda avvicinandosi, “Bene” rispose Maya pacata, “Maya, mi accompagni al bagno?” chiesi, “Sì” rispose seguendomi, “guarda appena mi allontano che fa” sussurrai, lei si girò piano, “sta parlando con Chris” sussurrò, “gli ho trovato la chat con Amanda a Chris” sussurrai, “perché continui a sussurrare se siamo in bagno e lei non c’è?” chiese ridendo, “infatti… bella osservazione Watson” risposi ridendo, “Allora Sherlock? Cosa hai scoperto?” chiese ridendo, le lessi tutta la chat, “esci con qualcun’altra più disponibile, era autobiografico?” chiese Maya scherzando, “sì” mi uscì una risata isterica, “sai che l’hai lasciata sola con Chris vero?” chiese seria, “pensi che Chris possa starci?” chiesi sarcastica, “ovviamente no” rispose dandomi ragione, “e cosa farai?” chiese incrociando le braccia, “la uccido” scrollai le spalle, Maya mi guardò confusa, “stai scherzando vero?” chiese preoccupata, “certo tonta, faccio la finta tonta, appena fa qualcosa di palese le faccio presente che so tutto” risposi, “ragazze? Tutto bene?” chiese una vocina, Amanda, “sì, certo” risposi fingendo un sorriso, “Chris è il mio eroe, me l’ha detto lui che eravate qui” cinguettò, “ehm sì, infatti, ma abbiamo fatto e stiamo tornando dai ragazzi, tu devi fare qualcosa?” chiese Maya, “no… comunque Nicki, non c’è posto vicino a Chris” annunciò uscendo dal bagno, Maya mi guardò e mi fece cenno di fare un respiro profondo, arrivammo al tavolo e i posti erano Chris, Amanda, Ryan, io, Maya e Zac. “Scusa Amanda, perché non passi al mio posto?” chiesi incrociando le braccia, Chris mi guardò e mi fece cenno di stare tranquilla, “perché non puoi tenere Chris tutto per te, è il mio amichetto e voglio parlarci un po’” gli prese il braccio e lo tenne fra le sue mani, “che domanda da deficiente che ho fatto” sbottai, “vado a fumare” annunciai alzandomi, “vuoi che ti vengo a fare compagnia?” chiese Chris, “no… non voglio tenerti tutto per me” risposi prendendo le sigarette dalla tasca della borsa, “vengo io con te” si alzò Maya, “vengo anche io con voi” si alzò Amanda, “forse è meglio è se rimani lì, non vorrei che poi non chiacchieri con il tuo amico” risposi sarcastica, “ok andiamo, dai, Rambo cammina” mi spinse, aprii la porta e uscii senza aspettare Maya, “la porta in faccia me la sarei risparmiata” rise, i miei occhi erano lucidi, lo sentivo, “Nicole se piangi ti do una capocciata, lei lo sa che tu ti stai incazzando a morte per come si sta comportando, ma pensa che litigherai anche con Chris, se ancora non l’hai capito sta cercando di farvi lasciare” mi asciugò la lacrima che era caduta, “ma perché? È innamorata di Chris? Me lo fa per dispetto a me? Che problema ha?” chiesi buttando fuori il fumo, “cambia discorso, ora, sta uscendo anche lei” guardò la porta e ce la trovammo davanti, “che dite?” chiese sorridendo, “mah niente, sai parlavamo di una mia amica, ha il ragazzo, una storia incredibile, poi però una delle sue migliori amiche si è scoperta innamorata di lui, e che voleva farli lasciare” rispose Maya, “dai? E poi si sono lasciati?” chiese curiosa, “no… è stata uccisa la migliore amica” risposi sarcastica, “tu hai qualche problema con me?” chiese guardandomi negli occhi, “giura?” chiesi di nuovo sarcastica, “ragazze, per favore” cercò di calmare le acque Maya, si portò una mano alla fronte e scosse la testa, “e che cosa? Fammi sentire” rispose Amanda, “a partire dal fatto che oggi sono stata all’ospedale e non solo non ti sei fatta vedere, ma né una chiamata, né un messaggio, e neanche un come stai quando sei arrivata” dissi senza espressione, pacata, calma, come un fiume in piena, non sai mai quando strariperà, “non lo sapevo… sarei venuta” disse scuotendo la testa, era impaurita? “No, tu lo sapevi, Chris ti aveva chiamata prima di chiamare Maya, non avevi risposto e Chris ti ha scritto il messaggio” incrociai le braccia, “non l’ho letto, te lo assicuro” rispose agitata, “a me hai risposto” disse Maya, “e va bene, non volevo venire, ce l’ho con te” ammise, “e perché? Cosa ti ho fatto?” chiesi, “Nicole è frustrante stare con te, sei sempre così piena di te, e poi tutti i ragazzi quando ci sei tu guardano te, e poi, e poi è inutile negarlo, Chris” parlò agitata, “Chris cosa?” chiesi, “Chris, piaceva a me” disse alzando la voce, Maya sgranò gli occhi, era certa che le mettessi le mani addosso, “parliamo della cotta ai tempi del liceo?” chiesi cercando una spiegazione tranquillamente, “no Nicole, parlo di adesso, parlo di pochi giorni fa” urlò di nuovo, “urlami di nuovo in faccia e ti do una manata” minacciai, “che paura, non puoi, sono incinta” incrociò le braccia e fece la faccia di chi la sa lunga, “comunque che vuol dire di pochi giorni fa?” chiesi calma, “che io ero cotta di Chris anche il giorno che tu ci hai detto che eri cotta di lui, il giorno che vi siete messi insieme, io sono sempre stata cotta di lui, e di chiunque io mi invaghisco, o mi innamoro finisce sempre che poi ci sei tu, Nicole ci sei tu! Vaffanculo” urlò, “e sarebbe colpa mia?” chiesi, “sì” rispose urlando, mi scattò la mano, gli arrivò dritta in faccia, lei mi rispose prendendomi i capelli, “Oh cazzo” Maya imprecò, “Chris, Zac… qualcuno che le divide?” chiamò qualcuno, nel frattempo riuscii a liberarmi dalla presa dei capelli e la spinsi, “stai lontana da me” parlai calma, “no Nicole, vaffanculo” urlò, corse verso di me e mi tirò di nuovo i capelli, Maya cercò di dividerci ma non ci riuscì, “ma lo capisci che hai talmente tanto veleno verso di me che non ti rendi conto che non ti sto toccando?” chiesi venendo spinta, “non mi interessa, la paghi” urlò, “non devi urlare, e allontanati da me” dissi spingendola piano, “ragazze, ma siete matte?” uscì Chris, mi prese le braccia e mi tenne, “mi fai schifo” urlò Amanda, mi dimenai e riuscii a liberarmi dalla presa di Chris, andai verso di lei, “se urli di nuovo contro di me te le alzo seriamente le mani” risposi puntandole un dito sotto il mento, “Chris, per favore, toglimela di dosso” lo abbracciò, lui mi guardò, scossi la testa e guardai Maya, era terrorizzata, “mi hai seriamente stancato” dissi tirandola, “dobbiamo fare a botte? Bene, fallo bene, dammi un cazzotto, una pizza, un calcio, ma non tirarmi i capelli, è così vintage” dissi mettendomi in posizione, Chris mi guardò stupito, non avevo alzato neanche una mano, e stavo chiedendo a una mia amica di farlo, “l’hai voluto tu” mi tirò uno schiaffo, non fece male, “e questo è per Chris” me ne diede un altro, “e questo perché mi fai sentire sempre la seconda scelta” me ne diede un altro, “e questo è perché nonostante mi sono comportata una merda con te, stai qui a farti schiaffeggiare” me ne diede un altro, “hai finito?” chiesi, “sembra di sì” rispose, “ora tocca a te” annunciò, “no. Io il mio te l’ho dato, e quello, se devo darti una spiegazione è per l’immensa delusione che mi hai causato, sapendo che non sei mai stata l’amica che credevo! Detto questo, Amanda, non ho più nulla da dirti” mi guardò attonita e urlò il mio nome, “che c’è?” mi girai, “siamo ancora amiche vero?” chiese, “no Amanda” entrai nel bar e andai in bagno, mi sistemai i capelli e ritoccai il trucco, mi misi seduta e Zac mi guardò, “scusa se tu sei qui, perché gli altri non entrano?” chiese, “povero Zac, che non capisci mai quello che succede, sai sei troppo tranquillo” dissi ridendo, “già… lo penso anche io” rise, “mi sono fatta schiaffeggiare da Amanda, e poi le ho detto che non siamo più amiche, e da lì lei ha cominciato a fare la vittima” riassunsi i minuti precedenti in poche parole, “io due schiaffi educativi glieli davo” rispose Zac ridendo, “anche io, ma ho preferito essere superiore” sussurrai, “Nicole…?” chiese Maya agitata, Zac mi indicò e io la salutai con la mano, “come fai ad essere così tranquilla? Ho rischiato che mi prendesse un attacco di qualcosa lì fuori” chiese respirando a fatica, “Maya, tu avevi paura che prima o poi avrei messo le mani addosso a Amanda, è per quello che ti sei agitata, ma visto che io ero sicura che non l’avrei fatto sono tranquilla, mi sono andata a sistemare il trucco e a sistemare i capelli, ma Chris?” chiesi, “è fuori con Amanda, stanno parlando” disse tranquilla, “e tu li hai lasciati soli?” chiesi scherzando, “vado a spiare” uscì fuori insieme a Zac e io rimasi sola, ma Ryan dov’era?, “Zac è rimasto lì, sono venuta a riferirti che lei gli ha detto che lo ama da quando era al liceo e che non è mai riuscita a dimenticarlo, e che ha sempre cercato di non fartici mettere per mettercisi lei, e lui ha risposto che se anche fosse che non si sarebbe messo con te, udite, udite, non l’avrebbe neanche mai guardata, perchè a lui lei non piace, e perché voleva te, non voleva la tua amica” mi raccontò Maya con il fiatone, “Maya, siediti e rilassati, non è successo nulla” dissi accarezzandole la mano, “ma Ryan?” chiesi curiosa, “se ne è andato quando Amanda ha cominciato a parlare con Chris” disse sorseggiando la sua birra, “e questa?” chiesi ridendo, “l’ho ordinata mentre andavo fuori, “ah… grazie eh” dissi alzando la mano in segno di ringraziamento, “scusa, puoi portarmi un bicchiere di prosecco?” chiesi al cameriere, “per te questo e altro” mi fece l’occhiolino, “ok, Chris non lo deve sapere” parlammo in coro, ridemmo, “cosa non devo sapere?” chiese serio, “tra poco lo vedi” risposi delusa, Maya mi sorrise, “Amanda?” chiese curiosa, “le ho chiamato un taxi” Chris scrollò le spalle, “tieni tesoro” il cameriere mi porse il prosecco, “era questo che non dovevo sapere?” chiese Chris mettendomi un braccio dietro alla sedia, “sì” risposi sorridendo, “mi fa piacere” rispose serio, “Amanda è andata via” annunciò Zac, arrivò un messaggio a Chris, lessi il nome, Amanda, “leggilo” sbottai, “leggilo tu” rispose passandomi il telefono, “anzi, no, non lo devi sapere” si alzò, “dove vai?” chiesi, “sto qui mi sto mettendo il telefono in tasca” rispose rimettendosi seduto, sorseggiammo le nostre bevande, e ci alzammo, “ci vediamo domani, buonanotte” sussurrò Maya, “a domani, buonanotte” rispose Chris, “saluta Zac” aggiunse, “buonanotte” dissi abbracciandola, Zac era andato a prendere la macchina, e lo salutammo con la mano da lontano.

“Buonanotte” Chris si sdraiò sul letto, “Mi spieghi che c’è? Perché proprio non mi è chiaro” chiesi incrociando le braccia, mi poggiai all’infisso della porta e lui scosse la testa, “C’è che non lo devo sapere, hai paura che faccia qualcosa di avventato? Forse come fai tu?” chiese alzandosi, “e cosa avrei fatto di avventato? Ho detto a una mia amica che si è comportata male, è vero, io non avrei mai alzato una mano su di lei” risposi atona, “e poi non ho paura di qualcosa di avventato, volevo solo non rovinarti ancora di più la serata, ma poi pensala come vuoi” dissi prendendo il cuscino, “vado a dormire sul divano” annunciai, “no” rispose bloccandomi, “come no? Sì, io sono arrabbiata con te Chris” risposi strattonando il cuscino, “e cosa avrei fatto? Spiegamelo perché a quanto pare non lo capisco” rispose alzando le braccia in segno di resa, “non ti sei mai accorto che Amanda ci provava con te, mai, neanche questa sera? Non potevi dirle che sarebbe stato meglio scalare? Non potevi, no, perché a te piace essere corteggiato dalle donne” sputai fuori le parole, “Nicole, è sempre stata così Amanda con me, ho sempre pensato fosse un suo modo di comportarsi, io non sapevo che fosse innamorata di me da sempre, se l’avessi saputo l’avrei allontanata da subito” rispose secco, “Chris, non voglio dormire con te questa notte” dissi prendendo il cuscino, “vado io sul divano” disse prendendo il suo cuscino, “no, buonanotte” andai in salone e mi misi a dormire.

4.30 A.M.

Aprii gli occhi, non riuscivo a dormire, mi alzai, passai in camera da letto e vidi Chris dormire tranquillo, andai in bagno, accesi la luce, mi guardai allo specchio, riuscii e mi fermai davanti alla camera a guardare Chris, entrai, mi misi di fronte al letto a guardarlo dormire, sapevo che si sarebbe sentito osservato, lo vidi saltare, risi, “Nicole, oddio che paura, vieni a letto” sussurrò insonnolito, “vado a prendere il cuscino” sussurrai, “lascia stare il cuscino” rispose tirandomi sul letto, “mi hai fatto veramente paura” disse abbracciandomi, era così caldo, e io ero gelida, mi lasciò metà cuscino e lo abbracciai, strusciò il naso contro il mio e farfugliò qualcosa di incomprensibile addormentandosi.

  
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