Capitolo 6
Vuoto, toccai di nuovo e non
sentii nulla,
alzai la mano, sentii il rumore di un foglio.
Sono
andato da tuo
padre, qualsiasi cosa chiamami.
Ti amo
Mi alzai dal letto e andai in
cucina, feci
colazione e andai in camera da letto, rifeci il letto e ritirai i
panni, in
bagno c’era ancora lo spazzolino di Chris bagnato, non era uscito da
molto,
feci la lavatrice con i vestiti del giorno prima. “Dodg, siamo rimasti
soli”
dissi accarezzandolo, mi arrivò un messaggio, “Buongiorno piccola” lo
lessi con
il tono di Chris, “buongiorno” risposi mettendo sul divano il telefono,
chiamai
Maya, “Pronto” disse Maya radiosa, “buongiorno, Chris è con mio padre”
sbottai,
“e perché?” chiese preoccupata, “non lo so, l’ha chiamato dicendogli
che voleva
parlarci” dissi confusa, “mah… sono minimo 7 anni che non ti vede e non
ti
sente e cerca Chris” disse lei amareggiata, “pff, quello non può essere
mio
padre, non può” risposi seria, “Nicole, è pur sempre tuo padre” mi
richiamò,
“mah… e allora perché, ho 26 anni e non ricordo di averlo mai avuto al
mio
fianco?” chiesi confusa, “perché non c’è stato” la soluzione più
semplice fu
quella, “sei andata dal fiorista?” chiesi guardando l’ora, era
mezzogiorno, “sì
sì, ora sto a casa, Zac è uscito a prendere il pranzo” la sentii
sorridere,
“aaah, perché di cucinare non se ne parla” risposi annuendo, “eh no,
sono
stanchissima” disse ridendo, sentii la porta aprirsi, “mi immagino,
scegliere
fiori è stressante” dissi andando a salutare Chris, gli diedi un bacio
e andai
in camera da letto, “non immagini invece… rose blu? No rosse, un fiore
verde
acqua? Non esiste… finti? Non chiama il fiorista signora… signora a me…
ti
rendi conto?” parlò velocissima, “Maya, ti droghi?” chiesi ridendo, “ho
fameee”
disse lamentandosi, “mangia, senti ti chiamo più tardi, se mai ci
vediamo
questa sera, o mi chiami tu” dissi sentendo voci dal salone, “va bene,
ciao
tesoro buon pranzo” disse ridendo, “goditi il tuo pranzo sudato” dissi
attaccando.
“Amore” baciai Chris, “c’è tuo
padre di
là, ha insistito per vedere dove vivi” disse baciandomi, andai in
salone e vidi
un uomo giocare con il cane, “ciao” dissi fredda, “ciao Nicole” rispose
anche
lui freddo, “allora stai con Chris ora” disse mettendosi le mani in
tasca, “sì”
risposi, “e abiti in questo buco?” chiese guardandosi in torno, “sei
venuto per
giudicare?” chiesi fredda, “no… per dirti che se vuoi mettere la testa
a posto
posso aiutarti” disse serio, “cosa intendi per testa a posto?” chiesi “
studiare, fare il medico come tutta la famiglia e sposare un uomo di
successo,
e non a Hollywood” disse guardando male Chris che passava per andare in
camera
da letto, “tutto ciò da cui volevo scappare me lo stai ritirando fuori
dopo 7
anni che non ne avevo gli incubi?” chiesi, “senti, seriamente vuoi
stare con
quello?” chiese indicando il corridoio, “seriamente” risposi, “lo
sapevo che
non ti avrebbe portato nulla buono” disse puntandomi il dito, “me ne
sto
convincendo anche io, da quando ti ha fatto entrare in casa” risposi
spostando
il dito dalla mia faccia, “ti sto offrendo un futuro” disse urlando,
“non lo
voglio un futuro prestabilito, fare il medico, vivere in una villa con
figli
che saranno obbligati a seguire le mie orme ed avere un marito chirurgo
o
qualcosa simile, voglio vivere la mia cazzo di vita” urlai anche io, “e
poi
quello che dici che non ha portato nulla buono, si è preso cura di me
quando mi
hai lasciata al verde, ed avevo 19 anni, parliamo del futuro perché nel
passato
sei stato veramente pessimo?” chiesi, “non darmi colpe, te ne sei
andata tu”
disse scuotendo la testa, “hai cercato di tenermi? No.” Dissi
sedendomi, “ti ho
lasciato avere un assaggio di come è una vita senza genitori, ora
torniamo a
casa e ti metti a studiare, lascia perdere quel fannullone” disse
tirandomi,
“uno, toglimi le mani di dosso, due tu torni a casa io ci sto a casa
mia, tre
non ti permettere mai più di chiamare Chris fannullone” dissi
strattonandolo,
mi lasciò andare e scosse la testa, “ti sei messa questi cosi, vai in
giro come
una puttana” disse indicando i dilatatori, mi guardò con disprezzo, lo
guardai
negli occhi e scosse la testa, “si prende cura di te scopandoti? Così
si prende
cura di te?” chiese urlando, vidi Chris uscire dalla camera da letto,
“sì
anche” risposi sarcastica, mi arrivò una pizza in pieno volto, “fammi
vedere se
hai tatuaggi” mio padre mi tirò su la maglietta, “non mi toccare”
ringhiai, mi
prese per il braccio e mi tirò a terra, “hai due minuti per prendere
tutto e
venire con me” disse dandomi un calcio sulla schiena, “non verrò da
nessuna
parte con te” dissi senza fiato, “muoviti” mi diede un altro calcio,
“non verrà
da nessuna parte, già le ha detto come la pensa” Chris si mise tra me e
mio
padre, “guarda… guardala bene e ricordati com’era, l’hai fatta
diventare una
donna senza valori” mi sputò a due centimetri, “perché? Per quello che
hai
visto in due minuti? Io penso che di valori ne abbia, e anche parecchi,
si è
costruita da sola, questa casa è sua, tutte le mattine va a lavorare,
il
pomeriggio va a lavorare, la sera torna a casa e si occupa della casa,
e se lei
pensa che una casa piccola e un lavoro che non sia il medico sia
mancanza di
valori, mi dispiace per lei, ma i valori non li ha solo lei qui dentro”
disse
spingendolo lontano da me, “cosa gli dai in cambio?” chiese mio padre,
Chris lo
guardò confuso, io ancora cercavo di rialzarmi senza riuscirci, “per
portarla a
letto intendo” precisò mio padre, non rispose, “mi fai schifo” mio
padre cercò
di tirargli un cazzo che Chris parò, “ti consiglio di non rifarlo”
rispose
Chris tranquillo, mio padre girò in torno a Chris e si scagliò su di
me, calci
e sputi, “adesso basta” sentii Chris spingerlo per la spalla fino alla
porta,
“spero che tutto questo ti tormenti per il resto della tua vita” disse
chiudendogli
la porta in faccia. Chiusi gli occhi, tutto nero.
“Siete sicuri che non c’è stata
violenza
domestica?” chiese una voce, “non sappiamo chi sia stato” disse Chris,
“la
violenza sulle donne è severamente punita” disse un’altra voce,
“seriamente
pensate che io possa essere un tipo che mena la sua ragazza?” chiese
Chris,
“no, ma non possiamo fidarci” rispose la voce, “Chris” chiamai, “ehi,
come
stai?” chiese baciandomi la mano, “non lo so, ma dove sono?” chiesi
confusa,
“in ospedale” rispose aggiustandomi il cuscino, “avevi perso
conoscenza, ma
appena ti fanno tutti i controlli credo che possiamo tornare a casa”
disse
accarezzandomi, feci per alzarmi e sentii un dolore lungo tutta la
schiena,
“Nicole…” urlò una voce fin troppo famigliare, “Maya” risposi, “non mi
volevano
far entrare, poi la polizia mi ha fatto domande su Chris, pensano che
sei stato
tu?” chiese ridendo, “sì” rispose togliendomi i capelli dal viso, “la
ragazza
ha ripreso conoscenza?” chiese l’agente, “scusate, ha appena subito
un’aggressione la possiamo lasciar riposare? Non è stato Chris a
picchiarla”
disse Maya, “e lei cosa ne sa?” chiese l’altro agente, “perché lo
conosco, e
poi lo guardi, le sembra un tipo che può picchiarla, se la guarda come
fosse
l’ottava meraviglia del mondo” disse spingendoli fuori dalla stanza,
“Maya, se
mi arrestano è colpa tua” sussurrò Chris alzandomi un po’, “ma che ti
arrestano, si vede lontano un miglio che anche quando la accarezzi hai
paura a
toccarla” disse sorseggiando l’acqua, risi, “aaaah oddio non mi fate
ridere”
dissi tenendomi il fianco, “Maya, fai una cosa, fai entrare gli agenti,
glielo
dico io chi è stato” dissi seria, “vuoi denunciare tuo padre?” chiese
sorpresa,
“no, ma glielo descrivo” dissi afferrando la mano di Chris. “Ci dica,
lo
conosceva?” chiese il primo, “no” risposi secca, “hanno cercato di
rubare o si
sono scagliati su di lei?” chiese il secondo, “non so, ho sentito dei
rumori e
sono andata in salone, Chris era uscito, non poteva essere lui, e poi
hanno
cominciato a darmi calci, quando è tornato ha cercato di proteggermi e
poi mi
ha portata qui” sorrisi a Chris, “perciò non sa descrivere chi è il suo
aggressore” chiese uno degli agenti, “so solo che non era molto alto, a
Chris
sarà arrivato a metà spalla, ed era quasi senza capelli, i pochi erano
brizzolati” risposi facendo i gesti, “si capiamo, grazie per la
collaborazione
signorina Walker” disse il secondo agente, “e ci scusi per aver
dubitato di
lei” si rivolse a Chris e gli strinse la mano, lui annuì e loro
uscirono. “Ci
mancava solo che gli dicevi si chiama come me di cognome” disse Maya,
“non è
più mio padre, dopo questa…” ed ecco le lacrime, “hai avuto paura?”
chiese
Maya, “no, sapevo che c’era Chris, ma più che i danni fisici è il
morale che fa
male, mi ha detto che sono una puttana” risposi cercando di alzarmi,
“che
stronzo” non ci pensò neanche Maya a tenerselo, e questo mi fece
ridere, Chris
mi asciugò le lacrime e uscì fuori, “dove è andato?” chiesi, “credo che
non
voglia vederti così” rispose Maya, “capisco” risposi. Entrò il medico e
mi uscì
una risata nervosa, controllò se era tutto a posto. “Signorina, lei sta
bene,
le diamo un antidolorifico e può andare” disse sorridendo, ma prima si
giri che
controlliamo anche le contusioni della schiena, mi girai, “c’è da farle
i
complimenti, ha un ottimo… ehm un’ottima resistenza” disse imbarazzato,
“è
fidanzata?” chiese sorridendo, Maya si portò una mano alla fronte,
“direi di
sì” rispose Chris, “oh, salve, lei è?” chiese il dottore, “secondo lei?
Il
fratello?” rispose sarcastico, “ehm ok, è meglio se sparisco, le
portiamo
subito un antidolorifico e poi può andare, in tanto si vesta” disse
dando un
buffetto sulla schiena di Chris, “ottimo affare amico” disse ridendo,
“non c’è
neanche bisogno che ce lo mando all’ospedale” disse aiutandomi a
scendere dal
lettino, “se vuoi l’aiuto io, tu vai a mangiare qualcosa” Maya prese la
maglietta e i jeans, “non ti preoccupare” Chris mi passò la maglietta,
“le… oh
scusate” il dottore mi guardò e guardò Chris, “si grazie…” Maya prese
l’antidolorifico e me lo porse, “grazie” risposi, “vuoi una mano a
mettere i
jeans?” chiese Chris, “no, non ti preoccupare” risposi sorridendo, si
mise
seduto sulla sedia e io mi misi i jeans, “tieni” Maya mi passò la felpa
bianca
e mi mise le scarpe, “ragazzi, sto bene, posso muovermi” dissi stufa di
essere
servita, “va bene” risposero in coro, mi allacciai le scarpe e scesi
dal
lettino, “andiamo” sussurrai camminando verso la porta, Chris prese il
telefono, le chiavi della macchina e uscimmo.
“Deve firmare qui, è sicura che
se la sente
di tornare a casa?” chiese il dottore di poco prima, “sì” risposi
secca, firmai
i fogli, “senta qualsiasi cosa, se vuole le lascio il numero” il
dottore mi
porse il suo bigliettino da visita, “oh ma che pensiero gentile”
borbottò
Chris, “no grazie, scaramanzia” risposi.
“Un po’ insistente il dottore
eh” Maya
diede una botta al fianco di Chris, la fulminai con lo sguardo e lei
rise,
Chris non parlò, “va bene ragazzi, ci sentiamo più tardi per sapere se
ce la
fai ad uscire dopo cena ok?” chiese Maya dandomi un bacio sulla
guancia, “sì”
risposi, “ciao Maya” salutò Chris salendo in macchina, salii anche io e
la
guardammo partire, “che c’è? Sei troppo silenzioso” poggiai la mano
sulla sua
gamba, “ti avrei dovuto proteggere, e vederti in quel letto...” mi
guardò, il
suo sguardo era vuoto, “ei, non potevi fare niente, per me è stato
tanto quello
che hai fatto” risposi accarezzandolo, “per me è stato niente, non
avrebbe
dovuto toccarti neanche con un dito, e lo ho portato io a casa, me
l’aveva
chiesto dicendomi che voleva parlarti, riconciliarsi, e fin quando mi
dice a me
che sono un fallito e che non porto nulla di buono nella tua vita va
bene, io
so che per te farei solo il meglio, ma se poi ti fa del male, Dio,
avrei dovuto
fare qualcosa di più” diede un cazzotto al volante, “Chris, ei,
guardami” mi
guardò, “per favore, torna in te e rifletti, ciò che hai potuto evitare
lo hai
evitato, ora smettila di colpevolizzarti, per favore” accarezzai il suo
viso,
appoggiò la testa sul mio palmo e socchiuse gli occhi, “me lo fai un
sorriso?”
chiesi, aprì gli occhi e sorrise, “sei molto più bello” dissi
avvicinandomi
alle sue labbra, mi baciò, lentamente, dolcemente mi mise una mano sul
collo,
“andiamo a casa?” chiese strusciando il naso contro il mio, annuii e lo
ribaciai,
“scusa, se non togli la mano ti prendo qui nel parcheggio” guardò la
mia mano
sulla sua coscia, risi, “allettante” dissi facendogli l’occhiolino,
“non
provocare” mi avvertì, uscì dal parcheggio, si immise nel traffico di
New York
e mi posò la mano sulla coscia, “come stai?” chiese guardandomi, “bene…
sto
molto meglio, giusto un po’ la schiena indolenzita, però sto molto
meglio”
risposi guardando fuori al finestrino, “ei… sicura?” chiese spostando
la mano
più su, “Chris, la mano… è…” la guardai, era sul mio inguine, “bhè?”
chiese
ridendo, “allora guida così” risposi mettendogli la mano sul punto
preciso che
ce l’aveva lui sul mio corpo, “così ci guido, ma poi sono affari tuoi”
disse
facendomi il sorriso malizioso, “ma dove vai” risposi ridendo, “pff… ti
rovino”
rise, accelerò e finalmente sembrava essere sparito il traffico,
arrivammo a
casa, “andiamo” mi prese in braccio e cominciò a salire le scale,
“Chris, posso
camminare” dissi ridendo, “lo so, ma prendilo come un ti amo tanto e ti
vizio”
disse baciandomi, “oh che dolce” sussurrai teatralmente, aprì la porta
e mi
mise giù, “Dodger, mettiti il guinzaglio” scherzò Chris, “lo porti
fuori ora?”
chiesi, “sì, per forza” disse dandomi un bacio sulla fronte, “vuoi che
ti
preparo qualcosa?” chiesi seguendolo per casa, “se ce la fai qualcosa
da
mangiare preparala” rispose girandosi verso di me, “mi stai facendo
diventare
stupida, cosa stai cercando?” chiesi confusa, “poverina, pensa che sia
colpa
mia” mi diede un buffetto in testa e continuò a cercare, risi
“deficiente, che
stai cercando?” chiesi ridendo, “il guinzaglio” rispose, “Chris” lo
chiamai
indicando il divano, era sulla spalliera del divano, con bustine
attaccate,
“oh… ce l’hai messo tu?” chiese fingendosi confuso, “aaah la vecchiaia”
gli
diedi uno schiaffetto sul braccio e andai in cucina, “te la faccio
vedere io la
vecchiaia, andiamo Dodg, non ci merita” disse mettendogli il
guinzaglio, “non
torni più?” chiesi fingendomi speranzosa, “se non vuoi no” rispose
ridendo,
“apposto… vai, vai” risposi ridendo, “non ti preoccupare, che paghi
ogni
singola parola” disse uscendo, misi la carne sulla padella, accesi il
fornello,
uscii dalla cucina per andare a sistemare il salone, tornai in cucina e
girai
la carne, aprii la finestra, uscii fuori al balcone, Dodger e Chris
erano lì a
giocare, li guardai, era così bello e spensierato, sorrisi e li vidi
muoversi per tornare in dietro.
“Siamo qui” annunciò Chris,
Dodger si
catapultò in cucina e mi saltò sulla gamba, “ciao amore” dissi
accarezzandolo,
“e a me ciao amore?” chiese Chris avvicinandosi, “ciao amore” risposi
ridendo,
lo baciai e lui sorrise, “dai andiamo a lavarci le mani e si mangia, si
Dodger
si mangia” dissi saltando insieme al cane, “l’abbiamo persa, era
fantastica
persona tutta d’un pezzo” Chris scosse la testa ridendo, andai al bagno
e Chris
mi seguì, aprii l’acqua e infilai le mani sotto il getto, “fammi spazio
amica”
disse Chris mettendo le mani in modo che l’acqua schizzasse, “Chris, mi
hai
bagnata tutta” mi lagnai, “faccio questo effetto” rispose facendo la
faccia
compiaciuta, “Chris, l’hai voluto tu” presi il getto della doccia e lo
aprii,
lo puntai dritto su di lui, mi diede una botta alla mano e si girò il
getto, mi
ritrovai ancora più bagnata di prima, “non ti preoccupare che dopo lo
risolvo
il tuo problema” disse dandomi un buffetto sulla spalla, rise e se ne
andò in
cucina, chiusi il getto dell’acqua e lo seguii, lo guardai, era tutto
bagnato
dalla testa ai piedi, mi misi seduta e cominciammo a mangiare.
“vado a mettermi qualcosa di
asciutto”
annunciai alzandomi, “naah” Chris mi tirò a sé, caddi come una pera su
di lui,
mi baciò, c’era passione in quel bacio, fece scivolare la mano sul mio
seno,
“Chris… devo…” mi mise un dito sulle labbra, “sshhh” mi baciò di nuovo,
si alzò
con me in braccio e si andò a mettere seduto sul divano, “ora ti faccio
vedere
chi è vecchio” mi sussurrò nell’orecchio, “tu” risposi sussurrando,
leccai
sotto il lobo e lo sentii irrigidirsi, mi tolse la maglietta e cominciò
a
giocare con il seno, mi baciò il collo, piegai la testa in dietro e
poggiai le
mani sulle sue ginocchia, lo sentii ansimare, alzai la mano e la posai
tra le
sue gambe, la mossi e lui mi sorrise socchiudendo gli occhi, sbottonò i
miei
jeans e si fece largo con la mano, la cominciò a muovere, mossi la
testa in avanti
e la poggiai sulla sua spalla, mi alzò con un braccio e mi abbassò i
pantaloni,
li tolse, lo imitai e glieli sfilai velocemente, mi prese in braccio e
mi portò
in camera, gli tolsi la maglietta, mi sganciò il reggiseno e mi poggiò
delicatamente sul letto, prese il preservativo e lo posò affianco a
lui, “no…”
lo bloccai, “che c’è?” chiese confuso, “non voglio usarlo” dissi
tirandolo sul
comodino, mi guardò confuso, lo baciai e gli abbassai i boxer, “come
sei
impaziente” ansimò, mi abbassò le mutande e le sfilò lentamente, entrò
piano,
cominciò a muoversi, affondai le unghie sulle sue spalle e lui accelerò
il
ritmo.
Mi spostò i capelli dal viso,
“come sei
bella” sussurrò spostandosi al mio lato, si tenne la testa con il
braccio e mi
sorrise, “tu sei bellissimo” sussurrai accarezzando le sue labbra,
“come stai?”
chiese accarezzando il livido sul fianco, “sai quando fa tanto male
dentro che
non ti accorgi del fuori?” chiesi triste, annuì, “così, mio padre è…”
scoppiai
in lacrime, “vieni qui” mi abbracciò, “sfogati” mi accarezzò i capelli
e
lasciai andare le lacrime, “ei, quante ne hai?” chiese ridendo, risi,
“dai che
senno poi diventi brutta e mi tocca andare da Zoe” rise di nuovo,
“oddio tu e
Zoe” risposi ridendo, “oh siamo una bella coppia vero?” scherzò, “sì,
siete due
tamarri” risi, mi rivestii e aprii la finestra della camera da letto,
“scusa,
sarei ancora nudo io” rise, “problemi tuoi” risposi ridendo, “tuoi se
mi
vedono” rispose alzandosi, “si fanno una grassa risata” risposi
scherzando,
“senti bella, sono un signore, senno ti prendevo male” disse ridendo,
“sto
tremando” risposi, risi anche io e lui mi prese per il braccio, mi
strattonò e
mi piegò sul comò di fronte al letto, si mise dietro e mi tenne la
testa, “vuoi
questo?” chiese sussurrando piegato su di me, “potrei” sussurrai,
“allora la
prossima sarà così” rispose tirandosi su, “vedi sei vecchio, un secondo
round
una volta l’avresti concesso” risi, “tesoro, non è questione di
vecchiaia, è
questione che sei dolorante, ti farei male, se vuoi il secondo round te
lo
posso dare quando vuoi” si avvicinò e mi diede un bacio, “no grazie”
risi e
andai in salone, lo sentii rivestirsi, “e poi sarei io il vecchio”
saltai,
“Chris vai a quel paese, mi hai messo paura” dissi riprendendo la
sigaretta che
era volata per terra, “amore mio, se hai i nervi scossi non è colpa
mia” mi
baciò il collo abbracciandomi da dietro, “ti sta squillando il
telefono” mi
sussurrò all’orecchio, “lascialo squillare” risposi girandomi, gli
baciai la
guancia e lui mi appoggiò la mano sul fianco, “sei una miniatura di
donna”
rise, effettivamente era la mia custodia, era quattro volte me, “sono
un metro
e cinquanta di tenerezza” dissi girandomi, “sei un metro e cinquanta di
pura
follia” disse ridendo, “però mi ami” sorrisi, “però ti amo” ammise
ridendo, lo
baciai e lui mi strinse a sé, andai a vedere il telefono, squillò di
nuovo,
“pronto?” risposi, “ciao Nicki, sono Maya” si presentò, “ti avevo
riconosciuta,
soprattutto perché ho il tuo numero salvato” scherzai, “che cattiveria,
senti
voi uscite?” chiese ridendo, intuii che Zac le stava dando fastidio,
“ehm sì,
voi?” chiesi imbarazzata, “sì, facciamo per le 10 al bar” disse
ridendo, “va
bene” attaccai, “alle 10 al bar” dissi buttando il telefono sul divano,
annuì.
Cenammo e ci preparammo per uscire.
“Senti bellina, non mi sta bene
affatto
che ti metti la gonna, i tacchi, ti trucchi… non devi mica rimorchiare
eh” mi
mise un braccio in torno al collo e chiamò l’ascensore, “e tu? Ti sei
messo la
camicia e il cardigan, con i pantaloni tutti stretti e le clark, chi
vuoi
rimorchiare?” chiesi ridendo, “mmm te” disse spingendomi
nell’ascensore, mi
baciò, lo tirai a me dal colletto della camicia e lui mi strinse dalla
schiena,
“buonasera” una voce calda entrò nell’ascensore, ci staccammo,
“buonasera Adam”
rispondemmo in coro, “scusate l’interruzione” sorrise malizioso, Chris
rise mi
abbracciò, le porte si aprirono e uscimmo, “ciao” lo salutammo e
sparimmo, “che
vergogna” sussurrai, “perché lui non lo fa? Non amoreggia?” chiese
ridendo, mi
fermai, “Chris” lo chiamai, “che c’è?” chiese guardandomi, “merda…”
guardai
nella borsa, le tasche, “ho dimenticato il portafoglio e il telefono
su” dissi
cercando le chiavi, “e le chiavi” aggiunsi, “e cortesemente, sempre se
non
disturbo… mi diresti cosa c’è in borsa?” chiese ridendo, “nulla”
risposi
scrollando le spalle, la girai e non cadde nulla, “Nicole… secondo me
fai uso
di droghe pesanti” rispose ridendo, comunque le chiavi le ho io, il
telefono
c’è il mio, e pago io, ho risolto ogni tuo problema, e visto che hai la
borsa
vuota, evidentemente come il tuo cranio, ti do tutto a te” si svuotò le
tasche
mettendo il tutto nella borsa, “e visto che è tutta roba tua, vai in
giro con
la borsa” risposi lasciandogliela in mano, “e tu cadi” disse
spingendomi piano,
“e tu dormi fuori al balcone stanotte” sorrisi, “era quel sorriso che
mi ha
fatto paura sai? Come a dire, ridi, non sto scherzando” rise, “infatti”
risposi
ridendo, “comunque prendila” disse facendo finta di lasciarla a terra,
“rubano
le tue cose, non le mie” risposi scrollando le spalle, “che ti frega a
te, la
borsa da 2000 $ te l’ho comprata io” rispose serio, mi ripresi la
borsa, “in
realtà, se proprio vogliamo fare i fiscali, la borsa costava meno, e
poi non te
l’ho chiesta io” risposi scrollando le spalle, mi guardò male, “se vuoi
la
rivendo” disse controllando lo stato, “stai facendo il taccagno Evans?”
chiesi
riprendendomi la borsa, “no… assolutamente, sto solamente dicendo che
lei
Walker, non ha apprezzato il regalo” mi diede un buffetto in testa e
rise,
“neanche con i tacchi sei normale” rise di nuovo, “senti cosetto, se
non la
smetti subito, in questo istante, ti faccio male” incrociai le braccia
fingendomi minacciosa, “certo” disse caricandomi sulla sua spalla, “la
smetti
di alzarmi come fossi una bambola?” risi, “ma lo sei, sei la mia
bambola”
rispose dandomi un colpetto sul sedere, “potrebbe piacermi” scherzai,
“potrebbe
piacere anche a me” rise, “Sali in macchina e zitta” scherzò, “coso…
dormi
fuori al balcone” decisi, “scommettiamo che ci dormi tu in balcone?”
chiese
serio, “questa sera sei odioso” risi e non fui credibile, “che cucciola
che
sei, dai non è successo niente, lo so che non puoi stare senza di me”
mi
accarezzò la testa come fossi un cane e partì.
“Ragazzi… avete visto Amanda e
Ryan?”
chiese Maya quando arrivammo, “sì stavano parcheggiando poco più
lontano da
noi” rispose Chris, “quando li hai visti?” chiesi, “si ciao Nicole”
rispose
ridendo, “no seriamente, io non li ho visti” dissi seria, “stavi
controllando
il mio telefono, che per la cronaca ora mi riprendo” rise, “perché? C’è
qualcosa che non si deve vedere?” chiesi, “tieni” disse ridandomi il
telefono,
sorrisi come una bambina in una giocheria, “come se avesse dodici anni”
borbottò Chris, lo guardai in cagnesco e sbloccai il telefono,
richieste
d’amicizia nessuna ragazza sospetta, nuove amicizie strette nulla,
ultima
ricerca me, risalente al giorno prima, messaggi, tutte ragazze, una era
Zoe,
l’altra una certa Haley, “chi è questa?” chiesi seria, “una ragazza”
rispose
scrollando le spalle, “serio? Una ragazza? Credevo fosse un uomo”
risposi
sarcastica, “Nicki è una che voleva uscire con me, ci avrò parlato due
volte, e
prima di mettermi con te, molto prima” incrociò le braccia, continuai
le mie
ricerche, facebook poteva andare, i mi piace li avrei controllati con
il mio
profilo, aprii whats app e trovai solo chat con me, il cast, i membri
del cast
in chat individuali, Amanda, la aprii.
Ciao Chris (:
Ciao Amanda
Senti, ti va di andare a
prendere un caffè?
Oggi ho da fare, mi dovevi
parlare?
No, volevo un viso amico, con
Nicole?
Niente, non mi va di rovinare
l’amicizia, lascio
perdere.
Ma sì, alla fine non credo
ricambi.
Ecco, perciò evitiamo di fare
cavolate.
Esci con qualcun’altra, più
disponibile.
Non credo, ma, grazie del
consiglio.
Dai si trovano, Chris, non
abbatterti, è pieno il
mondo di pesci.
Lo so, ma lei… vabbè, niente,
senti ora mi vedo con
Zac. Ciao.
Ciao Chris xx
Guardai Chris, e vidi Amanda
arrivare da
lontano, Maya mi capì e mi guardò, “Ciao ragazzi, come state?” chiese
Amanda
avvicinandosi, “Bene” rispose Maya pacata, “Maya, mi accompagni al
bagno?”
chiesi, “Sì” rispose seguendomi, “guarda appena mi allontano che fa”
sussurrai,
lei si girò piano, “sta parlando con Chris” sussurrò, “gli ho trovato
la chat
con Amanda a Chris” sussurrai, “perché continui a sussurrare se siamo
in bagno
e lei non c’è?” chiese ridendo, “infatti… bella osservazione Watson”
risposi
ridendo, “Allora Sherlock? Cosa hai scoperto?” chiese ridendo, le lessi
tutta
la chat, “esci con qualcun’altra più disponibile, era autobiografico?”
chiese
Maya scherzando, “sì” mi uscì una risata isterica, “sai che l’hai
lasciata sola
con Chris vero?” chiese seria, “pensi che Chris possa starci?” chiesi
sarcastica, “ovviamente no” rispose dandomi ragione, “e cosa farai?”
chiese
incrociando le braccia, “la uccido” scrollai le spalle, Maya mi guardò
confusa,
“stai scherzando vero?” chiese preoccupata, “certo tonta, faccio la
finta
tonta, appena fa qualcosa di palese le faccio presente che so tutto”
risposi,
“ragazze? Tutto bene?” chiese una vocina, Amanda, “sì, certo” risposi
fingendo
un sorriso, “Chris è il mio eroe, me l’ha detto lui che eravate qui”
cinguettò,
“ehm sì, infatti, ma abbiamo fatto e stiamo tornando dai ragazzi, tu
devi fare
qualcosa?” chiese Maya, “no… comunque Nicki, non c’è posto vicino a
Chris”
annunciò uscendo dal bagno, Maya mi guardò e mi fece cenno di fare un
respiro
profondo, arrivammo al tavolo e i posti erano Chris, Amanda, Ryan, io,
Maya e
Zac. “Scusa Amanda, perché non passi al mio posto?” chiesi incrociando
le
braccia, Chris mi guardò e mi fece cenno di stare tranquilla, “perché
non puoi
tenere Chris tutto per te, è il mio amichetto e voglio parlarci un po’”
gli
prese il braccio e lo tenne fra le sue mani, “che domanda da deficiente
che ho
fatto” sbottai, “vado a fumare” annunciai alzandomi, “vuoi che ti vengo
a fare
compagnia?” chiese Chris, “no… non voglio tenerti tutto per me” risposi
prendendo le sigarette dalla tasca della borsa, “vengo io con te” si
alzò Maya,
“vengo anche io con voi” si alzò Amanda, “forse è meglio è se rimani
lì, non
vorrei che poi non chiacchieri con il tuo amico” risposi sarcastica,
“ok
andiamo, dai, Rambo cammina” mi spinse, aprii la porta e uscii senza
aspettare
Maya, “la porta in faccia me la sarei risparmiata” rise, i miei occhi
erano
lucidi, lo sentivo, “Nicole se piangi ti do una capocciata, lei lo sa
che tu ti
stai incazzando a morte per come si sta comportando, ma pensa che
litigherai
anche con Chris, se ancora non l’hai capito sta cercando di farvi
lasciare” mi
asciugò la lacrima che era caduta, “ma perché? È innamorata di Chris?
Me lo fa
per dispetto a me? Che problema ha?” chiesi buttando fuori il fumo,
“cambia
discorso, ora, sta uscendo anche lei” guardò la porta e ce la trovammo
davanti,
“che dite?” chiese sorridendo, “mah niente, sai parlavamo di una mia
amica, ha
il ragazzo, una storia incredibile, poi però una delle sue migliori
amiche si è
scoperta innamorata di lui, e che voleva farli lasciare” rispose Maya,
“dai? E
poi si sono lasciati?” chiese curiosa, “no… è stata uccisa la migliore
amica”
risposi sarcastica, “tu hai qualche problema con me?” chiese
guardandomi negli
occhi, “giura?” chiesi di nuovo sarcastica, “ragazze, per favore” cercò
di
calmare le acque Maya, si portò una mano alla fronte e scosse la testa,
“e che
cosa? Fammi sentire” rispose Amanda, “a partire dal fatto che oggi sono
stata
all’ospedale e non solo non ti sei fatta vedere, ma né una chiamata, né
un
messaggio, e neanche un come stai quando sei arrivata” dissi senza
espressione,
pacata, calma, come un fiume in piena, non sai mai quando strariperà,
“non lo
sapevo… sarei venuta” disse scuotendo la testa, era impaurita? “No, tu
lo
sapevi, Chris ti aveva chiamata prima di chiamare Maya, non avevi
risposto e
Chris ti ha scritto il messaggio” incrociai le braccia, “non l’ho
letto, te lo
assicuro” rispose agitata, “a me hai risposto” disse Maya, “e va bene,
non
volevo venire, ce l’ho con te” ammise, “e perché? Cosa ti ho fatto?”
chiesi,
“Nicole è frustrante stare con te, sei sempre così piena di te, e poi
tutti i
ragazzi quando ci sei tu guardano te, e poi, e poi è inutile negarlo,
Chris”
parlò agitata, “Chris cosa?” chiesi, “Chris, piaceva a me” disse
alzando la
voce, Maya sgranò gli occhi, era certa che le mettessi le mani addosso,
“parliamo della cotta ai tempi del liceo?” chiesi cercando una
spiegazione
tranquillamente, “no Nicole, parlo di adesso, parlo di pochi giorni fa”
urlò di
nuovo, “urlami di nuovo in faccia e ti do una manata” minacciai, “che
paura,
non puoi, sono incinta” incrociò le braccia e fece la faccia di chi la
sa
lunga, “comunque che vuol dire di pochi giorni fa?” chiesi calma, “che
io ero
cotta di Chris anche il giorno che tu ci hai detto che eri cotta di
lui, il
giorno che vi siete messi insieme, io sono sempre stata cotta di lui, e
di
chiunque io mi invaghisco, o mi innamoro finisce sempre che poi ci sei
tu,
Nicole ci sei tu! Vaffanculo” urlò, “e sarebbe colpa mia?” chiesi, “sì”
rispose
urlando, mi scattò la mano, gli arrivò dritta in faccia, lei mi rispose
prendendomi i capelli, “Oh cazzo” Maya imprecò, “Chris, Zac… qualcuno
che le
divide?” chiamò qualcuno, nel frattempo riuscii a liberarmi dalla presa
dei
capelli e la spinsi, “stai lontana da me” parlai calma, “no Nicole,
vaffanculo”
urlò, corse verso di me e mi tirò di nuovo i capelli, Maya cercò di
dividerci
ma non ci riuscì, “ma lo capisci che hai talmente tanto veleno verso di
me che
non ti rendi conto che non ti sto toccando?” chiesi venendo spinta,
“non mi
interessa, la paghi” urlò, “non devi urlare, e allontanati da me” dissi
spingendola piano, “ragazze, ma siete matte?” uscì Chris, mi prese le
braccia e
mi tenne, “mi fai schifo” urlò Amanda, mi dimenai e riuscii a liberarmi
dalla
presa di Chris, andai verso di lei, “se urli di nuovo contro di me te
le alzo
seriamente le mani” risposi puntandole un dito sotto il mento, “Chris,
per
favore, toglimela di dosso” lo abbracciò, lui mi guardò, scossi la
testa e
guardai Maya, era terrorizzata, “mi hai seriamente stancato” dissi
tirandola,
“dobbiamo fare a botte? Bene, fallo bene, dammi un cazzotto, una pizza,
un
calcio, ma non tirarmi i capelli, è così vintage” dissi mettendomi in
posizione, Chris mi guardò stupito, non avevo alzato neanche una mano,
e stavo
chiedendo a una mia amica di farlo, “l’hai voluto tu” mi tirò uno
schiaffo, non
fece male, “e questo è per Chris” me ne diede un altro, “e questo
perché mi fai
sentire sempre la seconda scelta” me ne diede un altro, “e questo è
perché
nonostante mi sono comportata una merda con te, stai qui a farti
schiaffeggiare” me ne diede un altro, “hai finito?” chiesi, “sembra di
sì”
rispose, “ora tocca a te” annunciò, “no. Io il mio te l’ho dato, e
quello, se
devo darti una spiegazione è per l’immensa delusione che mi hai
causato,
sapendo che non sei mai stata l’amica che credevo! Detto questo,
Amanda, non ho
più nulla da dirti” mi guardò attonita e urlò il mio nome, “che c’è?”
mi girai,
“siamo ancora amiche vero?” chiese, “no Amanda” entrai nel bar e andai
in
bagno, mi sistemai i capelli e ritoccai il trucco, mi misi seduta e Zac
mi
guardò, “scusa se tu sei qui, perché gli altri non entrano?” chiese,
“povero
Zac, che non capisci mai quello che succede, sai sei troppo tranquillo”
dissi
ridendo, “già… lo penso anche io” rise, “mi sono fatta schiaffeggiare
da
Amanda, e poi le ho detto che non siamo più amiche, e da lì lei ha
cominciato a
fare la vittima” riassunsi i minuti precedenti in poche parole, “io due
schiaffi educativi glieli davo” rispose Zac ridendo, “anche io, ma ho
preferito
essere superiore” sussurrai, “Nicole…?” chiese Maya agitata, Zac mi
indicò e io
la salutai con la mano, “come fai ad essere così tranquilla? Ho
rischiato che
mi prendesse un attacco di qualcosa lì fuori” chiese respirando a
fatica,
“Maya, tu avevi paura che prima o poi avrei messo le mani addosso a
Amanda, è
per quello che ti sei agitata, ma visto che io ero sicura che non
l’avrei fatto
sono tranquilla, mi sono andata a sistemare il trucco e a sistemare i
capelli,
ma Chris?” chiesi, “è fuori con Amanda, stanno parlando” disse
tranquilla, “e
tu li hai lasciati soli?” chiesi scherzando, “vado a spiare” uscì fuori
insieme
a Zac e io rimasi sola, ma Ryan dov’era?, “Zac è rimasto lì, sono
venuta a
riferirti che lei gli ha detto che lo ama da quando era al liceo e che
non è
mai riuscita a dimenticarlo, e che ha sempre cercato di non fartici
mettere per
mettercisi lei, e lui ha risposto che se anche fosse che non si sarebbe
messo
con te, udite, udite, non l’avrebbe neanche mai guardata, perchè a lui
lei non
piace, e perché voleva te, non voleva la tua amica” mi raccontò Maya
con il
fiatone, “Maya, siediti e rilassati, non è successo nulla” dissi
accarezzandole
la mano, “ma Ryan?” chiesi curiosa, “se ne è andato quando Amanda ha
cominciato
a parlare con Chris” disse sorseggiando la sua birra, “e questa?”
chiesi
ridendo, “l’ho ordinata mentre andavo fuori, “ah… grazie eh” dissi
alzando la
mano in segno di ringraziamento, “scusa, puoi portarmi un bicchiere di
prosecco?” chiesi al cameriere, “per te questo e altro” mi fece
l’occhiolino,
“ok, Chris non lo deve sapere” parlammo in coro, ridemmo, “cosa non
devo
sapere?” chiese serio, “tra poco lo vedi” risposi delusa, Maya mi
sorrise,
“Amanda?” chiese curiosa, “le ho chiamato un taxi” Chris scrollò le
spalle,
“tieni tesoro” il cameriere mi porse il prosecco, “era questo che non
dovevo
sapere?” chiese Chris mettendomi un braccio dietro alla sedia, “sì”
risposi
sorridendo, “mi fa piacere” rispose serio, “Amanda è andata via”
annunciò Zac,
arrivò un messaggio a Chris, lessi il nome, Amanda, “leggilo” sbottai,
“leggilo
tu” rispose passandomi il telefono, “anzi, no, non lo devi sapere” si
alzò,
“dove vai?” chiesi, “sto qui mi sto mettendo il telefono in tasca”
rispose
rimettendosi seduto, sorseggiammo le nostre bevande, e ci alzammo, “ci
vediamo
domani, buonanotte” sussurrò Maya, “a domani, buonanotte” rispose
Chris,
“saluta Zac” aggiunse, “buonanotte” dissi abbracciandola, Zac era
andato a
prendere la macchina, e lo salutammo con la mano da lontano.
“Buonanotte” Chris si sdraiò
sul letto, “Mi
spieghi che c’è? Perché proprio non mi è chiaro” chiesi incrociando le
braccia,
mi poggiai all’infisso della porta e lui scosse la testa, “C’è che non
lo devo
sapere, hai paura che faccia qualcosa di avventato? Forse come fai tu?”
chiese
alzandosi, “e cosa avrei fatto di avventato? Ho detto a una mia amica
che si è
comportata male, è vero, io non avrei mai alzato una mano su di lei”
risposi
atona, “e poi non ho paura di qualcosa di avventato, volevo solo non
rovinarti
ancora di più la serata, ma poi pensala come vuoi” dissi prendendo il
cuscino,
“vado a dormire sul divano” annunciai, “no” rispose bloccandomi, “come
no? Sì,
io sono arrabbiata con te Chris” risposi strattonando il cuscino, “e
cosa avrei
fatto? Spiegamelo perché a quanto pare non lo capisco” rispose alzando
le
braccia in segno di resa, “non ti sei mai accorto che Amanda ci provava
con te,
mai, neanche questa sera? Non potevi dirle che sarebbe stato meglio
scalare?
Non potevi, no, perché a te piace essere corteggiato dalle donne”
sputai fuori
le parole, “Nicole, è sempre stata così Amanda con me, ho sempre
pensato fosse
un suo modo di comportarsi, io non sapevo che fosse innamorata di me da
sempre,
se l’avessi saputo l’avrei allontanata da subito” rispose secco,
“Chris, non
voglio dormire con te questa notte” dissi prendendo il cuscino, “vado
io sul
divano” disse prendendo il suo cuscino, “no, buonanotte” andai in
salone e mi
misi a dormire.
4.30 A.M.
Aprii
gli occhi, non riuscivo a dormire,
mi alzai, passai in camera da letto e vidi Chris dormire tranquillo,
andai in
bagno, accesi la luce, mi guardai allo specchio, riuscii e mi fermai
davanti
alla camera a guardare Chris, entrai, mi misi di fronte al letto a
guardarlo
dormire, sapevo che si sarebbe sentito osservato, lo vidi saltare,
risi, “Nicole,
oddio che paura, vieni a letto” sussurrò insonnolito, “vado a prendere
il
cuscino” sussurrai, “lascia stare il cuscino” rispose tirandomi sul
letto, “mi
hai fatto veramente paura” disse abbracciandomi, era così caldo, e io
ero
gelida, mi lasciò metà cuscino e lo abbracciai, strusciò il naso contro
il mio
e farfugliò qualcosa di incomprensibile addormentandosi.