Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: DeadnAlive    30/06/2016    0 recensioni
E' la storia di Mael, un ragazzo francese che decide, a causa di un passato scomodo, di ricominciare a vivere trasferendosi a Parigi e l'università gli sembra un ottimo inizio. Il suo passato si ripresenterà spesso nel corso della storia e lui si troverà a combattere ancora una volta con i suoi demoni interiori. Ad aiutarlo ci sarà Yves, un ragazzo visto dal protagonista come un'anima affine. La storia si diramerà tra flashback e flashforward della loro vita. Entrambi scopriranno qualcosa di loro stessi che non avevano ancora sperimentato, mettendosi costantemente alla prova. Il filo conduttore è lo sguardo ... cosa accade se non si guarda? Quante probabilità ci sono che qualcosa avvenga.. tenete gli occhi ben aperti allora.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash
Note: Lemon | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Universitario
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Sono le 5 di un mattino uggioso e freddo, si vede la rugiada notturna scendere lenta-lenta per percorsi intricati. Il risveglio ha un sapore diverso oggi … non c’è la colazione ad aspettarmi, sul tavolo solo un biglietto con scritto : “ Buon viaggio, ci spiace non esserci. ”  Non importa.. non è la prima volta che devo affrontare dei momenti importanti da solo.  Mi vesto di fretta, sgranocchio qualcosa giusto per non svenire, sono in ritardo come al solito; oggi non posso mancare all’appuntamento ! Ho un treno da prendere.
Arrivo in stazione, il treno è li più ansioso di me, si sente il motore pronto partire. Una volta salito cerco una cabina libera ... sono di poche parole e dopo una notte insonne e un buongiorno di questo tipo l’unico essere umano che voglio vedere è il cameriere che passa con le vivande. Ne trovo finalmente una e sistemo i bagagli. Prevedo già che il viaggio sarà pessimo … l’aria condizionata ha uno strano odore di mentolo e il vagone oscilla più di una nave in mare aperto … ma mantengo la calma, tutto sommato sono salito da soli 10 minuti.
Inizio a leggere un libro che mi ha regalato  la mia migliore amica Juliet per il viaggio,senza accorgermene mi addormento. Vengo svegliato da una mano picchiettante sulla spalla, è una ragazza avrà circa 20 anni e indossa un total look di jeans e un paio di occhiali degni di Elton John ha un non so che di hippie … diciamo che in quella giornata grigia non passava inosservata, mi chiese se il posto accanto al mio fosse libero, quando anche quelli di fronte erano palesemente vuoti. Iniziò a raccontarmi tutta la sua vita, di come ha iniziato a studiare da sola la chitarra e di come ora fa la musicista di strada e che è eccitata nel vedere finalmente una grande città come Parigi e sfondare la scena! Il suo monologo era intervallato giusto da un mio cenno di assenso qua e là. Il suo essere così loquace di prima mattina era lodevole, soprattutto lo era la sua bocca mai asciutta dalla troppe parole.
Il viaggio durò solo 4 ore, ma  quella ragazza le fece sembrare 16…la ringrazio ancora.
Arrivati in stazione lei scese subito quasi sbattendomi una valigia in faccia e se ne andò urlandomi “ ah.. sono Annie comunque, ti saluterò dal palco!!”. Iniziai così a girovagare nella città con le 2 valigie al seguito ..contai fino a 10 ..ma era la decima volta che mi perdevo e ritornavo allo stesso punto; alla fine misi da parte il mio orgoglio e chiamai un taxi, arrivai nel luogo designato in 5 minuti … non era poi così difficile la strada.
Sceso dal taxi mi ritrovai di fronte un edificio nel bel mezzo di una boulevard pittoresca, come quelle dipinte da Afremov. Il palazzo era in pieno stile barocco, imponente  con enormi finestroni e un ingresso regale, eccessivo per il mio gusto minimal. L’ingresso era presidiato da un portinaio, Monsieur Dumont un uomo di 60 anni baffuto e che non voleva cedere all’idea di essere calvo .. si accarezzava costantemente la testa, nonostante la stranezza non sembrava un uomo cattivo, tutt’altro era molto gentile e socievole .
Mi venne assegnata una stanza, si trovava alla fine di un lungo corridoio, non era niente male , accogliente ampia e con una finestra che dava sul giardino dell’edificio , non vedevo l’ora di esplorarlo. Iniziai a riporre le mie cose , uno dei miei buoni propositi era mantenere tutto in ordine … durò poco. Stremato mi buttai sul letto per riprendere fiato .. non pensavo di avere tante cose, ma ci misi qualche ora per aggiustare tutto.
Si fece ora di cena e lo stomaco iniziava a reclamare vendetta. Nel palazzo vi erano più zone dove ci si poteva rilassare e leggere un buon libro o semplicemente svagarsi, ne passai qualcuna prima di arrivare in cucina. Ero solo e mi fiondai nel frigo , mi preparai un panino …  la fame lo rese ridicolmente buono.
Poco dopo sentii dei passi, era un ragazzo, un altro povero sventurato. Era alto più di me, magro e aveva un aspetto da intellettuale con i capelli ricci e un paio di occhiali tartarugati stile anni 50, mi piacque subito, aveva un’aria tra il genio incompreso e l’essere più timido di questo mondo, magari ci si poteva avere una conversazione sensata.  Si presentò : “ Piacere, Yves …devi essere quello nuovo” disse quasi sussurrando porgendomi la mano  … mi presentai a mia volta “Maёl, già ..sono arrivato oggi.” e indicando la sedia continuai “ birra e chiacchiere, ci stai?” impallidì e andò via senza dire nulla. Ero troppo stanco per curarmene, ma non abbastanza per rifletterci un attimo. Andai a letto.
Il giorno successivo lo rincontrai a colazione,  mi salutò timidamente e si sbrigò a terminare il suo pasto.  Avevo ancora un’ora prima che iniziassero i corsi, ne approfittai per andarmene in giro nel giardino. Aveva un’atmosfera particolare, vi erano dei percorsi con dei ciottoli che si diramavano in varie direzioni, al centro vi era un laghetto con ninfee  attraversato da un ponte in legno; qua e là vi erano delle panchine sotto dei salici molto suggestivi, spingendomi verso la fine del giardino notai una serra , vi stavano coltivando delle rose.  Tornando verso l’ingresso mi imbattei in un ragazzo che mi parve di aver visto la sera scorsa entrando in camera. Era il mio vicino Pierre, un tipo particolare, stava giocando un cane , un jack russel che poi scoprii essere del portinaio.  Mi vide e mi salutò con un ampio gesto delle braccia, e mi urlò da lontano con tono ironico“ Vedo che ti stai già ambientando .. ti dai al giardinaggio ?!”  risposi da provocatore quale sono “ Volevo donare un fiore alla più bella del dormitorio !!”. Pierre studiava zoologia, mi mostrò la sua stanza … il suo migliore amico era una tarantola di nome Larry.
I corsi che frequentavo mi piacevano, adoravo la fisica e la matematica … vedevo il bello dove gli altri vedevano solo l’aridità di quei numeri. “E’ difficile, è inutile .. tanta fatica per nulla” … mai una parola di comprensione né di incoraggiamento.  Adoravo stare in biblioteca e scovare i testi più antichi e particolari, ci avrei passato la mia vita li dentro, nonostante chiunque non mi conoscesse non ci avrebbe mai scommesso su questo. Quando frequentavo il liceo ero molto silenzioso e selezionavo accuratamente chi frequentare … studiavo tutti con distacco da lontano, non sono mancati anche i commenti cattivi , a volte mi sono anche sorpreso per delle qualità nascoste. Non mi sono mai spiegato come avessi fatto ad essere popolare nella mia scuola, probabilmente i miei modi di fare avevano creato una sorta di alone mistico che incuriosiva gli animi. Non lo nego, accettai questa situazione e la sfruttai a mio favore.  
La giornata passò velocemente, conobbi diverse persone  ma sapevo già che sarebbero state solo di passaggio, delle figure che dopo aver facilmente fatto il loro ingresso  altrettanto facilmente sarebbero uscite dalla mia vita. Avevo un insaziabile desiderio di scovare negli sconosciuti il particolare, l’inusuale … un tratto peculiare, la bellezza statuaria, idealizzata mi ha sempre annoiato. Dovevo combattere,allo stesso tempo, con la mia naturale e maniacale tendenza di sembrare  partecipe … mentre in realtà sto solo analizzando la situazione.
Tornato al dormitorio mi ritrovai di fronte un manifesto che titolava : “ Walls … e tu che potere hai?” era una festa in maschera, si teneva in una sorta di deposito vicino al centro, obbligatorio : qualcosa di rosso e portare un superpotere.  Tentare non nuoce!
Era ora di andare, la festa si teneva la sera stessa.  Indossavo uno smoking di velluto rosso sangue, mi stava a pennello, ridendo allo specchio tra me e me, mi dissi che avrei fatto una strage.   Il deposito era il luogo di una installazione di un artista locale, molto industriale direi.  C’era la maggior parte dei ragazzi del dormitorio, ma anche molti sconosciuti. L’atmosfera era surreale,aiutata anche dai quadri di arte moderna sulle pareti, musica alta ma piacevole, era una danza comune, volteggiavano con i loro calici colmi di champagne e la loro immancabile sigaretta fra le dita. Tutti molto sofisticati, direi che a Parigi i super eroi combattono il crimine con stile. Seduto su un divanetto c’era Yves, attorniato da due ragazze molto avvenenti … parlavano e si scambiavano sorrisi e risate. Fu una sorpresa vederlo, non mi aspettavo di trovarlo in una situazione simile … ma non ne fui dispiaciuto. Era anche lui molto elegante, indossava una giacca doppio petto rosso scuro e dei pantaloni a sigaretta neri. Mi misi in un angolo a sorseggiare il mio whiskey, avevo trovato il particolare. I nostri sguardi attraversavano la sala, eravamo diametralmente opposti … ma la folla danzante in mezzo sembrava essere scomparsa. Avevo occhi solo per lui, e lui solo per me.  Sentii una scossa lungo la schiena, attraversai la massa diretto verso di lui … aveva gli occhi incollati su di me, quasi a contare ogni mio passo. Si alzò giusto agli ultimi due passi e svanì tra la folla … mi guardai attorno, dopo qualche istante lo ritrovai, mi sorrise … nessuno mi sorrideva così da tempo, sembrava un rincorrersi e la cosa mi attraeva. Ora era lui che veniva verso di me, sentivo il suo profumo, il suo respiro. Mi voltai e gli sguardi si persero nell’esatto momento in cui le nostre labbra collisero … in quel momento capii che eravamo uguali, nessuno dei due era ciò che sembrava. Eravamo noi stessi quando tutti gli altri erano qualcun altro.
   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: DeadnAlive