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Autore: _diana87    30/06/2016    8 recensioni
“I know for a fact that the world, my world, is a better place with you in it.”
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kate Beckett, Richard Castle | Coppie: Kate Beckett/Richard Castel
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro
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“I know for a fact that the world, my world, is a better place with you in it.”

Grey’s Anatomy
 
 

Ho cercato il tuo nome tra mille persone intorno a me.
Mi sono voltato, coperto di macerie, togliendomi la cenere e la polvere che sporcava i miei vestiti. La mia camicia pulita, regalata da mia figlia e mia madre nel mio compleanno. I miei pantaloni di marca, strappati a metà gamba per colpa della caduta.
 
Ho cercato il tuo volto tra la gente che urlava disperata.
Dozzine di facce diverse, razze differenti, uomini e donne che avevano in comune lo stesso sentimento di paura negli occhi. Mi sono fatto strada, andando contro corrente, com’è di mia natura, guardandomi a destra e a sinistra, e finalmente ho visto la tua figura davanti a me.
In piedi, con gli occhi sbarrati mi hai fissato.
 
Ho cercato la tua mano e l’ho trovata.
Fredda, sudata, tremolante. Il terrore parlava per te e lo faceva attraverso i tuoi gesti.
Non ti ho mai guardata così indifesa.
Tu, abituata ad essere la fiera leonessa che comanda i suoi uomini al distretto.
Tu, che hai sconfitto il drago, passando da un Inferno a un altro.
Tu, che credi che l’amore vinca su tutto.
Tu e il tuo senso di giustizia mi avete mostrato una nuova luce quando ancora non capivo cosa volesse dire perdersi in qualcuno.
 
Mi hai stretto la mano e con lo sguardo mi imploravi di portarti via di lì. Il tuo labbro si muoveva troppo in fretta e quella goccia di sangue che scendeva dal lato della fronte, percorrendo il tuo viso, mi diceva di andarcene da quel posto.
Dove potevamo andare dopo quell’esplosione?
Eravamo giunti a Istanbul per una fuga romantica. Volevamo perderci tra le rovine sotterranee di una città senza tempo, correre tra i bazar, fare l’amore sotto la luna, respirare profumo d’Oriente.
Tutti i nostri piani erano andati letteralmente in fumo quando vedemmo quell’uomo di fronte a noi che si strappava i vestiti rivelando una bomba ad orologeria.
Poi, il disastro.
Separati, io sono saltato in aria da una parte, e tu dall’altra.
Cenere, fumo, macerie, tanti frammenti di carne e ossa.
Ora che ci siamo ritrovati, ci guardiamo, stringendoci ancora la mano. La polizia turca ha portato noi, i superstiti e i feriti fuori dall’aeroporto.
“Cosa racconteremo ai nostri figli?” mi hai chiesto con un filo di ingenuità, come se vedessi per la prima volta tanto orrore e paura.
Le urla di disperazione giungono alle nostre spalle e cerchiamo di far finta di nulla. Ci fa male, ne siamo colpiti. Perciò cerchiamo di visualizzare i nostri tre figli.
“Sono uno scrittore, potrei giocare con la fantasia.” Ti rispondo e tu abbozzi un sorriso.
Mi conosci così bene e sai quando hai bisogno che io intervenga per alienarti, anche se per qualche secondo, da quel mondo che spaventa.
“Potrei dire ai piccoli Nate, Alan e Daisy che papà e mamma hanno giocato in mezzo alle rovine e si sono impolverati. E poi aggiungeremo che abbiamo trovato un tesoro ma la polizia ha dovuto arrestarci perché era illegale portare dei preziosi negli Stati Uniti.”
La tua risata fragorosa riempe le mie orecchie e fa sorridere anche me.
Con l’altra mano di asciughi le lacrime e ti tocchi la ferita sulla fronte, quella che prima sanguinava.
“Castle, apprezzo la tua voglia di farmi ridere per distrarmi. Ti amo per questo.”
“Però?”
“Però sono seria. Cosa racconteremo loro? È giusto dir loro bugie per coprire qualcosa di più grosso?”
Guardo intorno a me, e so che lei ha ragione. Non riesco a non pensare che quei bambini feriti potevano essere i nostri figli. E quella madre piangente potevi essere tu.
“Non so il motivo per il quale ci siamo trovati in mezzo all’attentato, Kate. So solo che ogni cosa accade per una ragione. Non possiamo privarci delle nostre vite per paura di uscire. Così loro vinceranno sempre.”
Mi stringe ancora di più la mano.
Ha paura e lo percepisco. Non l’ho mai vista in questo stato.
Sconvolta, si passa distrattamente le dita tra i capelli e trova altra cenere.
Io faccio lo stesso e scuoto i miei capelli come fossi un canarino grigio.
Ci pensa lei a sistemarmi trucco e parrucco. In quel gesto semplice e spontaneo, capiamo quanto siamo stati fortunati ad essere ancora vivi. Più tardi, Kate mi avrebbe chiesto se questo è davvero il mondo che ci meritiamo e se è giusto crescere i nostri figli in un pianeta così macchiato di odio.
 
Ho guardato in fondo al mio cuore e ho trovato solo tanta tristezza.
Le mani si sono strette al petto e improvvisamente mi è mancata l’aria.
 
Ho cercato una risposta alle tue domande e finalmente l’ho trovata.
Il mondo è un posto brutto, Kate. Ma se tu sarai sempre al mio fianco, allora il mondo sarà un posto migliore per me.



Angoletto dell'autrice (poco) sana di mente:
Quanto tempo è passato? Ma quanto?! Non scherziamo, saranno 5 mesi che non postavo più nulla.
Complice impegni, lavoro, problemi personali e chi più ne ha, più ne metta, alla fine non ho scritto niente.
Poi l'ispirazione giunge nei momenti più impensabili e di getto scrivo e posto una shottina. Questa è stata creata pensando alla tragedia accaduta la scorsa notte a Istanbul.
Pessimo tempismo per postare, proprio pessimo.
Spero di tornare di nuovo da queste parti ma chissà, solo il tempo lo dirà.
Grazie a chiunque si fermerà per leggere o recensire.
D. <3

ps: scusate per eventuali errori di battitura ma non ho il correttore automatico su Word e qualcosa potrebbe sfuggermi.
   
 
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