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Autore: i1976    18/04/2009    3 recensioni
Anche una semplice influenza può sconvolgere la pacifica cittadina di Hazzard, dove tutto, ma veramente tutto, è possibile.
Genere: Romantico, Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Enos Strate, Daisy Duke
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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storia

Capitolo 4

Daisy uscì come un fulmine, sbattendo la porta.

Si precipitò giù per le scale, che per fortuna qualcuno degli inquilini aveva illuminato con delle candele lungo le pareti, per evitare che uscite pericolose come quella avesse come conseguenza la rottura dell’osso del collo.

Illuminata dal chiarore tenue delle candele, Daisy giunse finalmente all’uscita della pensione, ma a questo punto non poté fare altro che fermarsi.

La pioggia battente creava un muro d’acqua; per raggiungere la jeep, lasciata in piazza, avrebbe dovuto praticamente nuotare, senza contare che la jeep sarebbe stata inzuppata d’acqua, e le strade per raggiungere la fattoria non erano delle migliori.

Era bloccata lì, come su una nave in mezzo alla tempesta.

Si sedette sull’ultimo scalino e trasse un lungo respiro.

Cosa fare? Aspettare che smettesse di piovere? E anche se avesse smesso di piovere (cosa alquanto improbabile) le condizioni della sua jeep e delle strade non sarebbero certo migliorate in breve tempo. Inoltre era ormai notte, e non era prudente avventurarsi in quell’oscurità, senza nemmeno la luce dei lampioni.

Non aveva scelta.

Dopo aver tratto un altro lungo respiro, Daisy si alzò e salì con passo stanco quelle stesse scale che aveva percorso come una furia solo pochi minuti prima.

Prima di entrare nel piccolo appartamento di Enos si fermò, cercando di calmarsi; quella sera aveva avuto delle reazioni eccessive, e di questo se ne rendeva perfettamente conto, ma purtroppo lei si rendeva conto di avere esagerato solo quando ormai il danno era fatto.

Un aspetto del suo carattere che si era ripromessa più volte di smussare, senza successo.

Dopo qualche minuto di riflessione si decise ad aprire la porta, "Enos……. scusami".

Il ragazzo stava praticamente gattonando, arso dalla febbre, cercando di raggiungere il letto.

Daisy dimenticò in un attimo la rabbia di prima e si precipitò al suo fianco, aiutandolo a rimettersi a letto, continuando a ripetere "Scusa, non so cosa mi sia preso. Mi dispiace così tanto Enos".

Finalmente nel suo letto, Enos si addormentò di botto.

Daisy si ritrovò quindi a girare impaziente per il piccolo appartamento, accendendo candele qua e là per illuminare l’ambiente e trovando anche il modo di sparecchiare la tavola e lavare i piatti; pensava che tenendosi occupata poteva evitare di rispondere alle domande che si accumulavano nella sua mente.

Alla fine dovette arrendersi all’impellenza di quei dubbi: "Perché mi sono arrabbiata tanto? Perché non sopporto sentirlo parlare di altre donne? Perché il pensiero di lui in difficoltà, con un’altra donna accanto, mi fa così impazzire?".

La risposta poteva essere solo una.

Nel frattempo Enos si girava e rigirava nel suo letto.

Domande su domande si affollavano nella sua mente febbricitante, tra il sonno e la veglia: "Perché Daisy si è arrabbiata tanto? Eppure non ho detto niente di male. Perché mi ha urlato di chiamare Mindy come infermiera?".

La stessa febbre che prima rendeva tutto così confuso, rese improvvisamente la sua mente lucida.

La risposta poteva essere solo una.

Colto da quella improvvisa rivelazione, Enos aprì di scatto gli occhi.

La stanza era immersa in una luce soffusa, tremolante.

Daisy era seduta su una sedia accanto al suo letto, assopita.

Enos si alzò a sedere con fatica, chiamandola dolcemente, "Daisy………".

La ragazza sobbalzò sulla sedia, "Enos….. che ore sono? Credo di essermi addormentata. Forse è meglio che mi stenda un po’ sul divano".

Quando Daisy si alzò, Enos la trattenne per la mano.

"Perché prima ti sei arrabbiata tanto? Sei forse gelosa?", le sue stesse parole gli sembravano estranee, "Lo sai che non devi essere gelosa di nessun altra. Per me esisti solo tu".

Daisy trattenne il respiro.

La sua mano era bollente, e per un attimo Daisy pensò che lui stesse delirando per la febbre; non lo aveva mai sentito parlare così.

Si sedette accanto a lui, "Enos…. rimettiti a dormire. Hai bisogno di riposare. Ne riparliamo domani".

Improvvisamente Enos la baciò.

Daisy era completamente spiazzata da questa sua nuova intraprendenza, ma non si sottrasse al suo bacio e al suo abbraccio.

Quello che seguì dopo fu ciò che entrambi, più o meno consciamente, aspettavano da tempo.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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