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Autore: 18Ginny18    30/06/2016    2 recensioni
Molti segreti le sono stati celati... Loro dicono "per il bene comune"... Ma a quale prezzo?
Piccolo assaggio:
Albus sapeva di dover fare in fretta. Non sarebbe stato facile far allontanare la bambina dai Potter, prima dell'arrivo dei mangiamorte. Voldemort li avrebbe trovati.
Genere: Malinconico, Mistero, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Fred Weasley, George Weasley, Nuovo personaggio, Sirius Black, Sorpresa | Coppie: Draco/Hermione, Harry/Ginny, James/Lily, Sirius/Lily
Note: What if? | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie '~The Black Chronicles~'
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Capitolo 22 - IL BALLO
Il grande giorno era arrivato. La tensione era palpabile. Cedric e Harry erano visibilmente nervosi, nonostante dicessero che era tutto "Okay".
Poco prima che la prova cominciasse il Tassorosso rimase folgorato dall'espressione sul volto di quella Grifondoro che da un po' di tempo era nei suoi pensieri. L'aveva vista augurare buona fortuna all'altro inaspettato campione di Hogwarts: Harry Potter, il quale sembrava il fratello della ragazza; quando incrociarono i loro sguardi entrambi erano con il fiato sospeso e lui poté leggere la preoccupazione della ragazza, che però mutò rapidamente. Cedric avrebbe voluto dirle qualcosa ma dovette rinunciarci perché lei fu obbligata ad allontanarsi. 
Nell'arena riecheggiava la voce di Albus Silente, che spiegava la funzionalità della prima prova. Ogni campione doveva superare il proprio drago e impadronirsi dell'uovo d’oro che essi proteggevano.
- Ognuna delle tre prove del Torneo Tremaghi è notevolmente pericolosa - disse Silente. 
A quelle parole Ginevra avvertì un brivido lungo il braccio destro, a poca distanza dal graffio, che istintivamente toccò. - Andiamo bene. Adesso sono più tranquilla - commentò con una botta di ironia.
- Non preoccuparti - le disse Ron. - Harry se la caverà. 
La folla urlò a gran voce il nome di Cedric e poco dopo la sua figura entrò nel campo visivo della ragazza.
Trattenne il respiro ad ogni movimento del drago, il Grugnocorto Svedese. La cronaca di Bagman le faceva venire la voglia di prenderlo a pedate per tutte le volte che la faceva trasalire per la paura. Alla fine Cedric riuscì a superare il suo drago e a afferrare l'uovo d'oro. 
Dopodiché fu il turno di Fleur Delacour che, anche se un po' insicura e imprudente, riuscì a superare la prova. Krum fu più veloce degli altri a recuperare l’uovo, dimostrando un gran coraggio.
- Tre dei nostri campioni hanno affrontato il loro drago - disse Bagman, mentre nell'arena faceva il suo ingresso un enorme drago nero dalla coda spinosa - perciò tutti e tre passeranno alla prossima prova. E ora il nostro quarto e ultimo concorrente.
Il drago gettò un urlo acuto, provocando un sussulto a Ginevra. Gli spettatori chiamarono a gran voce il nome di Harry mentre lei pregava che non gli accadesse nulla.
Il drago, ovvero l’Ungaro Spinato, teneva gli occhi fissi su suo fratello che, dopo aver schivato alcuni attacchi, estrasse la bacchetta e appellò la sua Firebolt. Nell'attesa lo Spinato iniziò a sputare fuoco su di lui, che fortunatamente si era riparato dietro un grosso masso. 
L’ansia pian piano saliva e si impossessava dei tifosi.
- Gin? - sentiva la voce di Fred, ma non riusciva a volgere l’attenzione completamente su di lui. - Mi stai stritolando.
Con uno scatto fulmineo vide la sua mano destra stretta attorno al braccio del rosso, con forza.
- Scusa! Non l'ho fatto apposta - disse lasciandolo libero.
- Non preoccuparti - sorrise lui. - Mi stavi solo per staccare un braccio.
Ricambiò il sorriso per poi tornare con lo sguardo su Harry che con un abile mossa saltò sopra la Firebolt, evitando il fuoco che il drago sputò nello stesso istante. 
Per fortuna Harry era un asso con la scopa, volò sempre più in alto per poi tuffarsi in direzione dell’uovo d’oro con una manovra sorprendente, che però non ingannò lo Spinato. Quest’ultimo perse ad agitare la coda in direzione di Harry. 
Poi, accadde una cosa inaspettata: la catena che tratteneva il drago al terreno si spezzò. 
Harry volò in alto e lo Spinato lo seguì.
I due furono inghiottiti dal cielo occultato dalle nuvole. 
Ginevra cominciò a temere il peggio e iniziò a contorcersi le mani freneticamente, lanciando occhiate in direzione del preside sperando che facesse qualcosa. Ma quest'ultimo si limitava a osservare il cielo come tutti gli altri. L'impulsività la stava uccidendo dall'interno e le intimava di fare qualcosa al più presto. Ma cosa?
In seguito si sentì un verso straziante del drago. 
Il tempo passava lentamente. Alcuni, come Ginevra, iniziarono a temere il peggio. Ma dovette ricredersi quando la folla emise un urlo fragoroso, che a stento riusciva a coprire la voce di Bagman in sottofondo. 
Harry planava verso l’uovo, afferrandolo. 
Quella sera, la Casa di Grifondoro organizzarono una grande festa per la vittoria del loro campione che durò fino a notte tarda. 
L'unica cosa di cui Harry era grato dopo aver affrontato un sfida del genere, era di essere ancora tutto intero. Secondo lui non era necessario organizzare una festa, ma se questo rendeva tutti felici... 
Era seduto su una poltrona della sala comune, stanco. Guardava i suoi compagni festeggiare e ballare come matti. Con sua grande sorpresa, la sorella aveva convinto Hermione a scatenarsi in pista. Era bello vederle divertirsi così, ma quando vedeva qualche ragazzo che provava ad avvicinarsi a loro, bastava una sua occhiata per farli allontanare dalle due Grifondoro. Harry aveva scoperto che la gelosia era difficile da contenere, doveva farci l'abitudine. Ma era abbastanza soddisfatto del suo potere di allontanare i maschi in quel modo.
Uccidere un drago portava molti benefici.
- A Harry!!!! - esultò la folla alzando i bicchieri colmi di burrobirra verso di lui. Harry sorrise, abbassò lo sguardo e, non potendo farne a meno, si passò una mano tra i capelli, scompigliandoli ancora di più. Tutte quelle attenzioni lo imbarazzavano a morte, nonostante quella non fosse la prima volta. 
Quando rialzò lo sguardo vide Ginny Weasley in piedi davanti a sé con due bicchieri in mano. Gli sorrise e gliene porse uno. 
- Grazie - balbettò Harry e la invitò a sedersi accanto a lui. 
- Come ti senti? - gli chiese, mettendo definitivamente da parte tutto l'imbarazzo che provava ogni volta che Harry le stava accanto. 
Harry, invece, sembrava l'opposto della ragazza. Se fino a qualche tempo prima era tranquillo in sua compagnia, in momenti come quelli iniziava a balbettare come un'idiota e ad arrossire. 
- Sono distrutto - ammise passandosi di nuovo una mano tra i capelli. 
- Oggi sei stato fantastico. 
- Gr-grazie, Ginny - balbettò il ragazzo sopravvissuto. 
La fissò senza parole. Ginny era diventata davvero molto carina. Gli piaceva il modo in cui sorrideva e il colore dei suoi occhi azzurro cielo. 
Sospirò piano.
- Che c'è? - chiese lei, curiosa. 
Harry scosse la testa e distolse lo sguardo di scatto, in soggezione. - Niente. 
Spostò la sua attenzione verso la folla dei Grifondoro festaioli. - Non ci posso credere - mormorò incredulo ma divertito indicando alla ragazza Neville e Ron che ballavano in modo a dir poco raccapricciante. Dovevano essere molto ubriachi. 
Ginny si lasciò andare a una risata, poi a un sospiro. - Merlino! 
I due si guardarono e scoppiarono in una risata simultanea. 

Novembre passò in fretta, accogliendo l’atmosfera Natalizia che si andava a creare con il passare dei giorni. 
Poco tempo dopo la prima prova gli studenti avevano scoperto che la sera della vigilia di Natale si sarebbe tenuto un ballo, noto come il "Ballo del Ceppo". Da quel momento tutta la scuola era in pieno caos, come se la primavera fosse arrivata in anticipo. Secondo Ginevra e i gemelli, era  divertente prendere in giro le coppiette sdolcinate che camminavano per i corridoi mano nella mano, oppure assistere alle dichiarazioni e scommettere quanti giorni sarebbero durati prima o dopo il Ballo. 
Quel giorno Ginevra si sedette accanto a Hermione, prese i suoi libri di Pozioni e, come era ormai di consueto, Draco, Theodore e Blaise si sedettero al loro tavolo scatenando la sorpresa e lo sdegno da parte di alcuni della Casa verde-argento. 
Ginevra si era accorta che da parecchi giorni Draco ronzava intorno a Hermione. Aveva assistito a molti scambi di sguardi e sorrisi complici dei due, quindi immaginò che tra loro fosse finalmente scoppiato qualcosa. 
- Ciao, ragazzi - li salutò con un ghigno divertito. Pizzicò il fianco della sua amica che saltò sul posto.  
- Che c'è? - le bisbigliò Hermione. 
- Smettila di mangiarlo con gli occhi. 
La riccia sgranò gli occhi, confermando i sospetti della ragazza. Si morse il labbro cercando di sopprimere una risatina isterica e Hermione capì che avrebbe dovuto sputare il rospo una volta sole. 
Ron sbuffò sonoramente, prendendo posto al loro tavolo, insieme a Harry e i gemelli. Lui era uno di quelli che ancora non aveva una ragazza per il ballo e si era cimentato nella disperata ricerca, dopo aver ottenuto il rifiuto di Fleur Delacour. 
- È pazzesco - disse a Harry che gli sedeva accanto mentre tiravano fuori libri e pergamene mettendosi a studiare. - Finirà che saremo i soli del nostro anno senza una ragazza. 
Harry sembrò trovarsi in una situazione parecchio scomoda e iniziò a muoversi a scatti. Rosso in viso. 
Hermione e Ginevra presero a sogghignare, scambiandosi uno sguardo complice. 
- A dire il vero… io ho già una r-ragazza - balbettò Harry, allentandosi il nodo della cravatta, tirando un calcio alle due ragazze.
- E perché non me lo hai detto? - disse il rosso con tono ferito. Poi sbuffò e iniziò a guardarsi attorno alla ricerca della ragazza "giusta" per lui. - Chi è? Una di Beauxbatons? - chiese senza vero interesse, allungando il collo per ammirare il fondo schiena di una ragazza di quella scuola.
- Veramente… - Harry diventava sempre più rosso. Sembrava sul punto di esplodere. - CivadoconGinny.
Ron si voltò lentamente verso il suo amico e dopo aver boccheggiato indicando alle sue spalle -come se sua sorella fosse proprio dietro di lui- e poi verso Harry, parlò. 
- Tu vai al ballo con mia sorella! - sbraitò. - Senza chiedere la mia benedizione?
- Ti prego non... eh? 
La situazione che si stava creando sembra irreale. Ron ordinò a Harry di inginocchiarsi ai suoi piedi reclamando una spada.
Harry lo guardò, non riuscendo a cogliere il motivo di quella reazione tanto assurda persino per lui. Ron si mise in piedi e Harry fu costretto ad assecondare l’attimo di follia dell’amico. Il rosso tese la mano verso i gemelli che gli porsero un involucro di pergamena piuttosto lungo. 
Ron guardò la sua "spada" e poi i gemelli, scuotendo la testa rassegnato. 
- Harry James Potter, amico devoto, compagno di avventure e coraggioso uccisore di draghi… - pigiò la "spada" sulla testa di Harry. Ginevra si costrinse a tapparsi la bocca con la mano per evitare di ridere e suo fratello la fulminò con lo sguardo. - … Io ti do la mia benedizione. Puoi andare al Ballo del Ceppo con mia sorella minore, Ginevra Molly Weasley.
Quello che diede libero sfogo alla risata incontrollata dei ragazzi che li circondavano non fu proprio l'arrivo di Silente che si andava a congratulare con Harry per aver avuto quella "concessione", bensì il professor Piton che assestò il libro di Pozioni Avanzate sulla nuca di Ron con violenza, tanto che il colpo riecheggiò in tutta la Sala Grande.
- Alzati, Potter! - abbaiò il professore di Pozioni. Il ragazzo obbedì, mentre sua sorella cercava di sopprimere le risate. - Dieci punti in meno a Grifondoro per la vostra stupidità - detto questo assestò un altro colpo alla testa del povero Ron, impedendo a Ginevra di calmarsi del tutto.
- Allora con chi andrete al ballo, voi altri? - domandò George, rompendo il silenzio che si era creato, verificando che Piton non fosse a portata di orecchio.
- Sto cercando di provvedere... - rispose Blaise.
- Sarà meglio che ti sbrighi, amico, o le migliori saranno prese - disse Fred.
- Con chi ci vai tu? - chiese Ron coprendosi le testa con le mani e abbassando la voce, a causa di Piton che gli era passato accanto poco prima. 
Fred sbuffò. - Con quella maniaca del controllo - e indicò con il capo Angelina Johnson a qualche posto di distanza. 
George gli mise una mano sulla spalla. Le sue labbra si stesero, trattenendo a malapena un sorriso. - Condoglianze, fratello. 
- Scusa, ma se non vuoi andarci con lei diglielo e basta - disse Theodore copiando di soppiatto gli appunti di Draco. 
- Magari - rantolò accartocciando il foglio di pergamena. - Se non fosse che sono circondato da tutti voi, mi obbligherebbe a sedermi accanto a lei.
- Perché? Oh... - chiese Blaise, divertito dal tono che aveva usato Fred. 
Bastò un'occhiata allusiva in direzione di Ginevra per far capire il perché: Angelina era gelosa di lei. 
Ginevra ignorava il tutto, continuando a scrivere il suo tema sugli effetti del Distillato di Morte Vivente. 
Ognuno tornò al suo compito tra uno sbuffo e l'altro, poi Ron ebbe un'illuminazione. 
- Ehi, Hermione - disse e la riccia alzò lo sguardo su di lui, che in quel momento la stava fissando come se la vedesse sotto una nuova luce. - Tu sei una ragazza.
- Però, che occhio - ribatté Hermione, acida.
- Vieni al ballo con me, allora! 
Draco si irrigidì e calcò la punta della sua piuma nel foglio di pergamena rischiando di bucarlo. 
- No, non posso - replicò lei.
- Dai - disse Ron, impaziente. - Già è brutto per un ragazzo andarci da solo. Per una ragazza è triste.
- Io non ci vado da sola - disse Hermione secca. - Che tu ci creda o no, qualcuno mi ha invitata! E io ho detto di sì!
Si alzò in piedi, uscendo a grandi falcate dalla Sala Grande, lasciando Ron basito. 
Il Serpeverde sfoggiò un sorriso gongolante che non sfuggì alla cugina. 
- E tu con chi vai al Ballo, Drake? - gli chiese sogghignando. 
- È una sorpresa - disse Draco senza abbandonare il sorriso. 
Ginevra lo guardò e scuoté la testa. 

Era seduta all'ombra di un faggio, con la schiena poggiata al tronco dell’albero, assorta nella lettura. I capelli le ricadevano liberi sulle spalle, mossi appena dal vento che soffiava quella mattina. 
George avanzò di un passo dopodiché si fermò, ripetendosi che era una brutta idea. Ma la sua vocina interiore controbatteva dicendo che un momento migliore di quello non l’avrebbe trovato. Lui sapeva che se non si fosse dato una mossa qualcun altro ne avrebbe approfittato al suo posto. 
Insomma, era George Weasley! Doveva solo chiedere ad una ragazza di andare al Ballo con lui. Dov'era finito il suo coraggio da Grifondoro?!
Dopo aver fatto un respiro profondo e aver pregato tutti i maghi presenti sulle Cioccorane di dargli un piccolo aiuto, si avvicinò al faggio dove Ginevra Black stava leggendo.
Passò un po' di tempo prima che un "ciao" riuscisse a sfuggire dalle sue labbra. 
- Ciao, George - il sorriso di lei sembrò bloccargli il cuore. 
- Devo dirti una cosa. 
'Perché stai balbettando, George? Così fai la figura dell'idiota!', si rimproverò.
- E cosa?
- Sono solo otto parole - sospirò. - Ti va di venire al ballo con me?
Sembrava che il tempo si fosse fermato e il vento con esso. Tutto intorno a loro era immobile. 
Ginevra sorrise e si avvicinò a lui, le loro labbra erano separate da pochissimi centimetri.
- Sì - soffiò lei per poi baciarlo. 
George si sentiva capace di sollevare qualsiasi cosa, di toccare il cielo con un dito, se avesse voluto. 
Era un sogno!
Sì, peccato che il suo adorato fratello gemello lo avesse svegliato, urlandogli nelle orecchie e facendolo cadere dal letto.
Con le gambe ancora sul materasso e la testa dolorante per l’impatto contro il pavimento, George giurò sulle mutande a pois di Merlino che il suo gemello l'avrebbe pagata cara.
- Buongiorno - lo salutò Fred, con un sorrisetto stampato in faccia. - Dormito bene?
George mugugnò parole non proprio gentili alla sua copia che in risposta rise sommessamente. Cercò di riaddormentarsi senza successo, a causa dei monologhi del fratello ai quali cercava di non dare retta.
Accennava a borbottare un "sì, certo", "ah-ah", "okay", provando seriamente a dormire. Poi Fred disse una cosa che lo fece drizzare a sedere. - Puoi andare tu al ballo con Angelina? - chiese annodandosi la cravatta con nonchalance.
- Chi ti dice che io non abbia già una ragazza? - esclamò George esibendosi in uno sbadiglio, così da mascherare la voglia di commettere un gemmellicidio.
Fred lo guardò allusivo. - C’è bisogno che tu lo chieda? Sono il tuo gemello.
- Comunque la risposta è no. Non ti aiuterò ad ingannarla.
- Ma non voglio ingannarla. Voglio solo… un aiuto dal mio gemello preferito.
- Angelina si insospettirebbe.
- Figurati, quella neanche sa distinguerci! - ostentò un sorrisetto furbo.
- La risposta rimane sempre no, Gred - borbottò George alzandosi dal letto, sgranchendosi i muscoli.
Qualcuno bussò alla porta e, senza aspettare una risposta dei due gemelli, quel qualcuno si catapultò nella camera.
- George, devo dirti una cos… - Ginevra indietreggiò verso la porta e arrossì vistosamente, dopo aver abbassato lo sguardo, imbarazzata.
All'inizio i due ragazzi non capirono il perché, così le parlarono semplicemente. 
- Ehi, Gin! - George le sorrise allegro. - Perché mi cercavi?
Lei non rispose. Si limitò a indicarlo con il dito tremante. - Sei senza… senza… 
George cercò di assimilare il concetto, e quando capì che parlava del suo petto nudo sorrise.
- Sono senza cosa? - chiese facendo il finto tonto.
- Senza la… - sospirò lei. - Sei senza maglietta - esclamò tutto d'un fiato.
Fred e George si scambiarono uno sguardo eloquente per poi scoppiare a ridere. 
- Non dirmi che ti dispiace - Fred le sussurrò all'orecchio.
- Potresti uscire un attimo, Fred? - lo ignorò lei.
- Così che possiate attuare scene sconce in mia assenza? Sei una porcellina, Blacky! - la canzonò lui divertito, mentre George cercava di sopprimere le risate.
- Fred! Ti prego, puoi lasciarci un attimo da soli? Devo parlare con George. È importante. - Il suo tono di voce era così supplichevole che riuscì a intenerirlo.
Fred annuì, raccomandando al gemello di non fare niente di vergognoso alla sua "piccola", per poi chiudersi la porta alle spalle. 
Ginevra sospirò, si voltò verso George e spalancò gli occhi.
- Sei ancora senza maglietta! 
Lui sghignazzò, indossando poi una maglietta dal suo cassetto.
- Va meglio? - chiese sarcastico e lei annuì.
Si sedettero uno davanti all'altra e, dopo aver sopportato abbastanza il silenzio che si era creato, lei parlò. 
- Verresti al ballo con me?
'Come? Ho sentito bene? Lei sta chiedendo a me di andare al ballo? Con LEI? Sìììììììììììììììì!!!!!!!!!!!!!!', urlò la vocina nella testa del ragazzo, scoppiando dalla felicità. Neanche nel suo sogno era così grandioso! (un po’ strano… ma comunque grandioso!).
- So, che la mia richiesta può sembrarti strana - disse Ginevra, riportandolo alla realtà. - E che probabilmente avevi intenzione di invitare un'altra e se rifiuti, non fa niente. 
'COSA? NO, no, no. Sei pazza? Io voglio andarci con te!'.
- Ho rifiutato parecchi ragazzi... l'ho fatto perché l'unica persona con cui volevo andare a questo assurdo ballo, sei tu.
E in quel momento avrebbe voluto baciarla. Seriamente! 
Lei voleva LUI. Lo aveva ammesso. Aveva rifiutato chissà quanti ragazzi per chiedergli di andare al ballo con LEI.
LUI! 
- Sì, insomma... tu sei il mio migliore amico. Senza di te non riuscirei a resistere un solo minuto a quella stupida festa. E sono certa che solo guardando... Cedric e la sua ragazza - deglutì amaramente, - non riuscirei a sopportarlo. 
Lei pensava ancora a Cedric. 
Tutto quello che George aveva immaginato si stava vaporizzando.  
'Lo ama ancora', quel pensiero riuscì quasi ad ucciderlo. 
Alcune lacrime iniziarono a scorrere lungo il viso pallido di lei. - Non so cosa fare. 
George la strinse a sé in un secondo. - Puoi contare su di me - mormorò. - Non ti abbandonerò. 
  
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