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Autore: Sophie Robin Kendrick    01/07/2016    0 recensioni
[La leggenda di Robin Hood - Elena Kedros]
[La leggenda di Robin Hood - Elena Kedros]Fanfiction su - La saga di Robin - Elena Kedros.
Accademia Nottingham's Bow, la prima a classificarsi per 5 anni di fila nel torneo di Tiro con L'arco.
Dal 2006 in poi le cose sono cambiate, tutti parlano di una maledizione che ha colpito i vari club sportivi. Nessuno riesce più a classificarsi durante le gare. Una forte tensione galleggia nell'aria quando si pronuncia la parola selezioni.
Tocca ai nostri protagonisti smentire questa voce e ricostruire il club dell'arco ma varie cose intralceranno la sua rinascita.
Cosa si nasconde dietro il mistero dell'Accademia?
Perché non è stato proclamato nessun fondatore alla sua nascita?
Misteri che si nascondono e vengono nascosti. Misteri che tornano a galla da soli o che hanno bisogno di una spinta in più.
Buona lettura
Genere: Avventura, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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                                   Capitolo 2 – La nuova Stanza.

Di certo dall'esterno l'Accademia Bow's poteva essere paragonata alle altre. Infatti da un punto di vista era così.
La differenza era nell'amministrazione.
Nelle altre accademia miste i dormitori erano divisi.
Nell'accademia in questione, i dormitori, erano misti tranne per il fatto che i piani con le camere erano suddivisi in base al sesso.
I bagni erano collocati in ogni piano. Per chi era fortunato se lo ritrovava anche in stanza.

Quando finalmente Robin e Braelyn arrivarono davanti all'ingresso del dormitorio Vélos, per poco non furono investite da alcuni ragazzi che stavano uscendo di lì.
Alcuni di loro salutarono Braelyn, altri le rivolsero solo un cenno.
Una volta entrate Robin rimase a bocca aperta. Il salone era grande, non tanto da poter organizzare una partita di basket ma era ok.
Il mobilio era sistemato un pochino male, come se la ditta di trasporti gli avesse ordinato di gestirsi da soli quando li aveva posizionati. Un pochino trasandata e con qualcosina da sistemare ma almeno i distributori funzionavano o almeno così credeva.
Essi erano piazzati vicino alle scale, mentre dall'altro lato c'era un tavolino con la televisione e qualche divano messo davanti o laterale.
Vicino all'entrata, sul muro di sinistra, una bacheca in sughero appesa storta faceva la sua comparsa con qualche foglio penzolante.

Robin non ebbe modo di poter approfondire che Braelyn la tirò per la giacca costringendola a salire le scale.
Arrivate al primo piano, lei estrasse dalla borsa un foglio, una piccola busta di carta e controllò il suo numero di stanza. Si accorse che non c'era un numero scritto ma solo il suo nome e cognome.
Nella vecchia scuola la sua stanza era numerata ma scacciando quel pensiero si mise a controllare ogni targhetta presente nelle porte.
Dopo aver individuato la porta di Braelyn, a quanto pare divideva la stanza con un'altra ragazza, trovò la sua.
Dalla busta prese la chiave e aprì la porta. La stanza conteneva un paio di letti con gli armadi alla fine di essi e sopra, tipo nascosti o come se fossero incassati nel muro, un divano con un tappeto piazzato nel lato di destra dell'entrata, una porta di legno scorrevole e una scrivania nel lato opposto.
I letti erano posizionati in fondo alle stanza, alle due estremità e tra di loro c'era una finestra con un davanzale, che faceva filtrare un pochino di luce dalla serranda chiusa.
Robin accese la luce e appoggiò la valigia nel letto di destra. Subito una nuvola di polvere si levò da esso e la ragazza starnutì un paio di volte.
– C'è da fare un po' di pulizie ma si può fare. – Braelyn posò l'altra in mezzo alla strada e si avvicinò alla finestra. Dopo aver sollevato al serranda e aperto la finestra si rivolse di nuovo a lei.
– Così entra più aria. Quindi se devi cambiare le lenzuola. – la ragazza sbatté le mani tra di loro – ti consiglio di farlo ora. Ti aiuto io. Se non le hai portate puoi comprarle al negozio che c'è qui vicino. –
Robin le sorrise e aprì la valigia. Dal suo internò prese delle lenzuola e un cuscino.
– Ah, organizzata la ragazza! –
– Ricordi? Fratello più grande – disse muovendo gli indici in circolo. – Però prima vorrei pulire tutto e dopo cambiarle. Se vuoi puoi andare, non sei obbligata a rimanere qui. –
Robin posò le lenzuola dentro la valigia e prendendo anche l'altra, le trascinò in bagno. Dietro alla porta trovò gli attrezzi per pulire.
– Mi sta cacciando? – disse Braelyn affacciandosi nel bagno.
La bionda aveva appena messo il secchio sotto il rubinetto del grande lavandino che si bloccò. Era rossa in faccia. – Io non intendo quello – Braelyn rimase seria per un po' e Robin sospettò di averla fatta arrabbiare. Ma l'attimo dopo scoppiò a ridere.
– Stavo solo scherzando, rilassati. Sei molto tesa. – le diede una pacca nella schiena e prese la scopa.

Riuscirono a pulire tutto, Robin pulì anche il tappeto e levò le lenzuola al letto vuoto. Più tardi sarebbe scesa a fare la lavanderia. Braelyn le aveva detto che era disponibile nello scantinato, bisognava solo varcare una porta, vicino alle macchinette e scendere le scale.
Facile. Porta sinistra, scendere le scale.
Dopo aver rimesso a posto la bruna la salutò. Doveva tornare in camera sua e organizzarsi con gli altri ragazzi per la serata.
– il sabato sera vediamo un film oppure vagabondiamo per i confini. Vieni con noi, almeno ti integri un po'. – Si era registrata il suo numero di telefono ed era sparita oltre la soglia.
Robin si lasciò cadere nel letto, era molto stanca e ancora non aveva notizie del fratello.
Non che stare con Braelyn l'aveva seccata, anzi... ma non aveva notizie di Philip da molto e forse lui non sapeva neanche che era lì.
Prese il telefono che era nel comodino e cercò per l'ennesima volta di contattarlo. Dopo che fu scattata la segreteria gli lasciò un messaggio informandolo su dove si trovasse e cose avrebbe fatto quella sera.
Mise un braccio sopra gli occhi sbuffando. Dopo diresse il suo sguardo al letto vuoto. Sperava di trovare una compagna ma tanto meglio così.
Doveva alzarsi a andare in lavanderia. Si fece forza.

Scese le scale piano. Erano già un pochino strette e con un cesto della biancheria veniva difficilino. Chissà chi avrebbe trovato lì. Era in comune con gli altri ma anche se non trovava nessuno non c'erano problemi. D'altronde chi era la persona che il sabato pomeriggio lo passava in lavanderia?
Il suo piede mancò lo scalino e cadde. Perse la presa sul cesto della biancheria e non riuscì a riprendersi.
Sarebbe caduta a terra se delle braccia non l'avessero presa.
Si ritrovò delle mani a tenerle i fianchi e una persona vicino a lei.
– Dovresti stare attenta a dove vai e a dove metti i piedi. Ci sono posti dove potresti farti male anche solo passandoci accanto. –
Lei si sciolse da quella specie di abbraccio e prese le lenzuola da terra.
– Ti ringrazio, ma starò più attenta. –
Rimise le lenzuola nel cesto e lo mise sopra un lavatrice.
– Sicura di avere tutto? – La voce era maschile e sembrava che la stesse prendendo in giro. Lei controllò attentamente il cesto e si accorse di non aver il copri cuscino. Non dovette girarsi perché esso comparve davanti alla sua vista.
Lo afferrò e lo mise sul cesto, girando l'attimo dopo verso il suo interlocutore.
– Ti ringrazio. Sei molto gentile. –
Il ragazzo era biondo con gli occhi azzurri e un bel sorriso. Rimise a fissarlo per un po'.
– E' mio dovere servire una fanciulla in pericolo. –
– Ok Sir Lancillotto. Se adesso mi vuole scusare devo tornare alle mie lenzuola. – Robin fece un inchino esagerato e il ragazzo scoppiò a ridere.
Prese il cesto e buttò il suo interno tutto dentro la lavatrice. Aggiunse il sapone e l'ammorbidente presi in un armadietto vicino e mise in funzione l'elettrodomestico.
– Sai credo che le lenzuola siano della scuola, non tue e poi perché non le sostituivi e basta? –
Si girò verso il ragazzo che stava uscendo i suoi indumenti dalla lavatrice.
– Voglio conservarle pulite e poi non sono mie, sono del letto vuoto nella stanza e preferisco avere tutta la stanza pulita. – pensò a come continuare il discorso. Non voleva fare la parte dell'antipatica. – Sai, io pensavo di essere l'unica a fare il bucato il sabato pomeriggio. –
– Allora hai capito dove andare a cercare la tua anima gemella. Cara bionda non sei l'unica. Ora devi scegliere tra noi. –    

Grazie per aver letto questo capitolo. Se volete lasciate pure una recensione. Baci baci SOphie Robin Kendrick
   
 
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