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Autore: nikita82roma    01/07/2016    5 recensioni
Un mese dopo la sparatoria al loft Kate riprende finalmente conoscenza. Ma lei e Rick dovranno ricominciare tutto da capo nel modo più imprevisto e difficile, con un evento che metterà a dura prova il loro rapporto e dovranno ricostruire il loro "Always", ancora una volta. Ma Rick avrebbe fatto tutto per lei, per loro, per riprendersi la loro vita e non avrebbe più permesso a niente e nessuno di separarli.
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kate Beckett, Rick Castle | Coppie: Kate Beckett/Richard Castel
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Nel futuro
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Always Together'
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Kate aveva dormito fino a tardi. Non ricordava da quanto tempo nella sua vita precedente era rimasta a letto senza fare assolutamente nulla fino a quell'ora. Aveva dormito bene quella notte come da tempo non le capitava, come sicuramente non aveva mai fatto dall'inizio della sua nuova vita, aveva deciso di chiamarla così quella fase. Aveva mentalmente diviso la sua vita in tre parti: la sua vecchia vita, fino a dove arrivavano i suoi ricordi; l'altra Kate, ovvero il periodo di oblio; la sua nuova vita, quella che stava vivendo adesso. Le sembrava un buon compromesso. Niente di particolarmente tragico o strappalacrime, qualcosa che non la facesse sembrare una povera vittima da compatire. Non voleva la pena della gente, non voleva che tutti la trattassero come una donna fragile da tenere sotto una campana di vetro, per quello ci pensava già Castle, ma era convinta che, vista la situazione ed il suo stato, lui lo avrebbe fatto comunque.
Quando Rick bussò alla sua porta ed entrò con la colazione Kate si rese conto che poteva essere più ora di pranzo che di colazione. L'odore del caffè la svegliò completamente: era incredibile come Castle riuscisse a farle un ottimo caffè anche se decaffeinato. Lui la osservò mangiare compiaciuto illustrandole tutte le possibilità di quello che potevano fare durante il giorno e lei lo ascoltò senza interrompere mentre si gustava muffin, pancakes e succo d'arancia. Solo alla fine fece la sua proposta.
- E se rimanessimo come ieri tutto il pomeriggio a non fare nulla?
- Beckett da quando in qua sei diventata così scansafatiche?
- Da quando ho scoperto che mi piace!
- Va bene, vuol dire che mi sacrificherò a fare il tuo cuscino personale.
- Chi te lo dice che ti userò come cuscino?
- Se vuoi fare come ieri, lo hai fatto tutto il tempo, quindi...
Le diede un bacio e se ne andò portando via i resti, pochi a dire il vero, della colazione. 
Kate sorrise pensando che Castle aveva ragione, era esattamente quello che ieri aveva fatto tutto il pomeriggio, stare sdraiata tra le sue braccia a chiacchierare, scherzare e coccolarsi e le era piaciuto. Immensamente. Non aveva mai passato del tempo così con nessuno dei suoi precedenti fidanzati. Nemmeno durante le sue storie che ricordava più importanti, come quella con Sorenson, aveva mai passato così tanto tempo come con Rick a parlare di tutto, dalle cose più importanti a quelle più futili. Con Will avevano parlato di futuro, ma si rendeva conto che in realtà non avevano mai parlato affatto di loro ed i risultati si erano visti: lui a Boston a seguire la sua carriera messa davanti alla loro relazione e tutto era naufragato. 
Aveva passato tutto il pomeriggio e gran parte della serata sdraiata tra le braccia di un uomo che non le aveva chiesto nulla di più di quello, di stare lì insieme. Anche questa era una novità. Lei non era mai stata una donna che usciva con un ragazzo solo per andarci a letto, divertirsi e salutarsi la mattina dopo, Lanie la rimproverava anche per questo dicendole che doveva godersi di più la vita e tutti i bei ragazzi che ci provavano con lei. Allo stesso tempo però, tutte le volte che era stata con qualcuno, nessuno dei suoi ragazzi erano mai stati i tipi da coccole e chiacchiere, il letto o quello che era, diventava un posto frequentato solo per attività molto più fisiche. Non si era mai lamentata per questo, il sesso piaceva anche a lei, ma non aveva mai nemmeno pensato che ci potesse essere altro che era altrettanto gratificante per altri sensi. Ripensandoci lo trovava qualcosa di estremamente intimo e che mostrava una grande complicità. Si impose di fermare i pensieri, stava correndo troppo. 

Scendendo le scale sentì suonare alla porta e vide Rick andare ad aprire.
- Giudice Markway che piacere vederti!
- Ciao Ricky ho saputo che eri venuto da queste parti
- Le notizie corrono sempre troppo presto qui negli Hamptons! Vieni Theo accomodati.
Castle fece accomodare il suo amico Markway nel salotto versandogli due dita di quello scotch invecchiato che sapeva che il giudice amava particolarmente. Kate conosceva bene Markway ma solo per motivi strettamente professionali ed era stupita nel vederlo così confidente con Rick.
- Sai Ricky i ragazzi si parlano, i miei hanno saputo da Mike che avevi fatto tirare a lucido la villa e quindi sono passato a farti un saluto e ad invitarti al torneo di poker da me.
- Grazie Theo, ma non posso, sono venuto per stare con mia moglie.
- Dai Castle verranno tanti novellini da spennare e se sapranno che ci sarai anche tu saranno ancora più curiosi di sentire le tue storie. Ci divertiremo.
- No, giudice, veramente, non sono proprio dell'umore adatto per queste cose in questo periodo. Voglio solo stare con Kate.
- Certo Ricky capisco. Come sta il Capitano Beckett?
- Meglio. Stiamo cercando di tornare alla normalità.
- Avrà una grande carriera davanti a se tua moglie. È una tosta e sono in molti a stimarla, lo sai.
- Lo so Theo.
- Fai come se io non ti avessi detto nulla, ma so per certo che presto torneranno a farle quella proposta, c'è quel posto che l'aspetta e dopo l'ultima vicenda di LokSat la sua fama negli ambienti giusti è già aumentata e molti stanno facendo il suo nome, in modo informale. 
- Kate farà quello che si sentirà di fare. È un'eccellente poliziotta, non le farò pressioni per cambiare la sua strada.
- Dille di pensarci però. Sarebbe un peccato che non sfruttasse una tale opportunità 

Kate ascoltò la conversazione senza palesarsi, incuriosita di quale fosse questa proposta. Entrò quindi nella sala come se nulla fosse, salutando Rick ed il giudice Markway che si alzò per contraccambiare il saluto.
- Capitano Beckett è sempre un piacere vederla. Sono felice di trovarla in splendida forma.
- Grazie giudice, è un piacere anche per me.
- Allora Ricky, proprio sicuro di non volerci allietare con la tua presenza?
- Sicurissimo Theo. Sono tutto per mia moglie in questi giorni
Rick cinse con un braccio la vita di Kate che era in piedi vicino a lui che stava seduto in poltrona e le diede un bacio sul ventre. Il giudice li guardò sorridendo facendo ad entrambi le congratulazioni per il prossimo lieto evento, poi salutò la coppia che lo accompagnò all'uscita.
- Saresti dovuto andare - disse Kate a Castle una volta rimasti soli seduti sul divano in veranda.
- Assolutamente no. Non avrei nè dovuto nè avrei voluto.
- Non è necessario che stai tutto il giorno a farmi da babysitter Rick. 
- Sono voluto venire qui non per andare a giocare a poker da Markway, ma per stare con te. 
- Non voglio che ti annulli e rinunci alle tue passioni.
- Kate, stare con te non mi fa rinunciare a nulla.
Beckett annuì ma non sembrò comunque molto convinta, non voleva veramente che Castle rinunciasse alle sue abitudini e alle sue amicizie per stare solo con lei, era convinta che alla fine questo non avrebbe portato a nulla di positivo tra loro, ma Rick non era dello stesso avviso. Tutto quello che voleva era passare più tempo possibile con lei, doveva recuperare tutto quello che avevano perso per colpa loro e de destino, non gli sembrava mai abbastanza ed ogni sera quando si salutavano e facevano ritorno ognuno nella propria camera, gli sembrava di sprecare altro tempo prezioso che avrebbe potuto trascorrere con lei. Non c'era nessun secondo fine, anche se non poteva negare che gli mancasse la vecchia intimità con sua moglie, ma non era questo che avrebbe voluto, gli sarebbe bastato stare insieme come avevano fatto anche durante il pomeriggio, farla dormire tra le sue braccia tutte le notti, vederla svegliarsi e baciarla appena apriva gli occhi. 
- Cosa dovrei accettare che mi hanno già chiesto in passato?
- Markway è convinto che ti chiederanno di nuovo di candidarti come senatrice.
- Scherzi?
- Non potrei mai. Te lo hanno già chiesto prima di diventare capitano e tu hai rifiutato. Ma Kate, lo stanno dicendo in molti non solo Markway, anche Weldon me lo ha detto e sai che tra i suoi amici ci sono persone che certe cose non le dicono per caso. Dopo quello che è accaduto con LokSat te lo chiederanno di nuovo per le elezioni che ci saranno tra due anni.
- Mi piacerebbe saperlo anche a me cosa è accaduto con LokSat Rick… Questo è uno degli argomenti sui quali sei sempre molto evasivo.
- Ancora non è facile nemmeno per me parlarne.
Rick si tirò su, fece un profondo respiro prendendo le mani di Kate e cominciò a raccontargli quanto era accaduto con negli ultimi mesi, il collegamento con Braken, i pericoli che avevano corso e i chi era e di come alla fine avevano sconfitto Wood. 
Tralasciò solo di parlare della loro separazione, accennando ad un dover lavorare separati per motivi di sicurezza. Evitò quel discorso non solo perchè ancora gli faceva male pensare a quel periodo, ma anche perchè aveva paura. Una paura irrazionale, ma che gli fece evitare di parlare di quanto lei aveva deciso per loro, a senso unico, e che lui aveva subito. Non sapeva come spiegargli la sua contraddizione nel lasciarlo senza spiegargli nulla e non fare dall’inizio quello che avevano provato a fare quando la situazione era diventata insostenibile, una separazione solo di facciata. Aveva paura che lei non comprendesse il suo stesso comportamento, che lo vedesse al di fuori dell’ottica di quello che lui le aveva raccontato della loro relazione e che lei potesse avere dei dubbi su di loro, magari pensando che le motivazioni che l’avevano spinta ad allontanarsi fossero anche altre. Ora che tra loro le cose avevano cominciato ad andare in una giusta direzione sentiva che non poteva permettersi che le venissero dei dubbi su di loro e rompere quel precario equilibrio che si era creato.

- Mi sembra tutto così assurdo... 
Kate era rimasta senza parole nell’ascoltare chi era LokSat ed il suo coinvolgimento nella storia. Già le era sembrato impossibile che lei avesse combattuto e sconfitto un senatore, candidato a presidente, che aveva una rete tentacolare di corruzione e riciclaggio con la quale controllava le istituzioni e finanziava la sua ascesa politica. Adesso addirittura contro agenti della CIA fuori controllo. Le sembrava alcune volte di essere dentro qualche libro di Castle ed il dubbio che quello che lui le raccontava fosse vero gli era anche venuto, poi però aveva letto tutto il fascicolo di Braken e dovette constatare che era la verità, quindi doveva esserlo anche questa, per quanto assurda.

- Io non so quale potrebbe essere il mio contributo con una carica così importante. - Pensò ad alta voce Kate riflettendo sul fatto che volessero che lei si candidasse al Senato.
- La tua onestà, il tuo senso di giustizia, la voglia di fare sempre la cosa giusta per gli altri e cercare la verità. 
- In questo momento non penso che potrei fare una cosa simile.
- Ancora non ti hanno proposto nulla, quando accadrà prederai il tuo tempo per pensarci e decidere. Adesso hai qualcosa di più importante a cui pensare - Le disse sorridendo.
- Già, molto più importante… - Gli rispose accarezzandosi il ventre.
- Perchè non avevo accettato?
- Pensavi di aver ancora molto da dare come poliziotto e volevi provare ad essere tu a gestire il tuo distretto. 
- Tu eri d'accordo?
- Sarei stato d'accordo con qualunque tua scelta.
- Come fai Rick ad avere sempre tutta questa fiducia in me e nelle mie scelte?
- So quanto vali Kate mi fido totalmente di quello che decidi. Eri la migliore detective di New York e saresti diventata un ottimo capitano. Ma ero altrettanto certo che avresti conquistato tutti anche da Senatrice, perchè tu avresti sicuramente vinto e sono sicuro che se deciderai di farlo in futuro andrà benissimo.
- Vorrei avere il tuo ottimismo per tutte le cose della vita come te Castle!
- Non fossi stato ottimista non sarei riuscito a resistere in tutti questi anni! Non sei stata mai facile Kate! - Rick le sorrise.

Kate gli propose nel tardo pomeriggio di andare a fare una passeggiata sulla spiaggia. Camminavano sul bagnasciuga tenendosi per mano, lasciando che l’acqua fredda dell’oceano accarezzasse i loro piedi. Ogni tanto si fermavano a raccogliere qualche conchiglia e giocavano a schizzandosi come due ragazzini. Kate aveva bisogno di qualche momento di leggerezza dopo che il pomeriggio, parlando di LokSat e del suo ipotetico futuro, era stato molto meno allettante di quanto avesse pensato quella mattina. 
C'era una famiglia che camminava in direziona opposta alla loro, mamma e papà camminavano abbracciati e davanti a loro una bambina correva ancora con passi incerti, fermandosi ogni tanto e voltandosi a guardare i genitori, per poi riprendere a correre. Le sue risate e gridolini si confondevano con il rumore delle onde. 
Si fermarono a guardarli sorridendo. Kate si domandò da quando in qua vedere bambini correre felici le trasmetteva tanta serenità, poi diede colpa come sempre agli ormoni, la sua giustificazione per ogni cosa di se che non comprendeva. La bimba correndo cadde proprio davanti a Kate che già si era preoccupata pensando che potesse cominciare a piangere, invece la piccola alzò la testa per guardarla e le sorrise provando a rialzarsi e lei istintivamente si abbassò per aiutarla sotto lo sguardo estasiato di Rick. La bambina una volta in piedi riprese la sua corsa e i genitori la ringraziarono con un sorriso benevolo.
Arrivarono fino ad un grande tronco cavo dalle forme sinuose che sembrava scolpito e lì si sedettero aspettando il tramonto. 
- Perchè i genitori non si sono preoccupati che la bambina è caduta? - chiese Beckett a Castle.
- A quell'età cadono spesso, e poi sulla sabbia non si fanno male. - Rick forse in quel momento non si ricordava quanto fosse stato iperprotettivo con Alexis quando era piccola.
- Sì ma sotto la sabbia poteva esserci un sasso o un frammento di conchiglia, un vetro, si poteva fare male!
- Poteva anche venire fuori dalla sabbia un granchio gigante che la rapiva! - la prese in giro Rick sorridendo e mimando con le mani le chele che pizzicandola sulle braccia.
- Castle non sei spiritoso! - Spostava le mani di Rick che le facevano il solletico.
- Beckett sei già così apprensiva?
- Non lo so... - disse mordendosi il labbro
- Comunque ora sono sicuro, sarà una femmina.
- Castle come fai a dirlo?
- Lo so e basta. Sarà una piccola Beckett ed io sarò ufficialmente rovinato.
- Ehy Castle perchè rovinato?
- Perché sarò solo e circondato da donne! E poi amare due Beckett sarà estremamente impegnativo! 
- Ed il tuo ottimismo dov'è finito adesso?
- Sono ottimista! Sarà bellissimo avere una piccola te! E poi chiederò aiuto a Jim facendomi svelare tutti i segreti!
- Non ti azzardare Castle - lo fulminò con uno sguardo
- Hai dei segreti da nascondere già da quando eri piccola?
- Tantissimi segreti - lo prese in giro lei.
- Mi piaci Beckett! Trasgressiva fin dalla tenera età!

Kate con lo sguardo continuava a seguire la famiglia in lontananza, l’allegria della bambina e la dolcezza della coppia l’avevano colpita al punto di chiedersi se anche loro sarebbero mai stati così. In quei giorni aveva sempre pensato solo a lei, non aveva mai riflettuto sul fatto che le sue scelte avrebbero condizionato non solo la sua vita e quella di Rick, anche quella del loro bambino.

- Castle io non voglio ferirti o illuderti. Non so cosa ci sia tra di noi. Mi piace stare con te. Mi diverti, mi fai stare bene. Sai sempre quello di cui ho bisogno. Certo parti avvantaggiato, ma non è una cosa da tutti.
- Li devo prendere come complimenti Beckett?
- Sì, ma non ti ci abituare.
- Non lo farò... Dicevi?
- Che non voglio farti del male.
- Perché dovresti farmi del male?
- Perché tu potresti avere delle aspettative su di noi, su quello che potrebbe essere, che io non sono in grado di sostenere adesso. Per te siamo sposati, io invece ti conosco da poche settimane. Irrazionalmente mi sono subito fidata di te e sento che c'è qualcosa che ci lega. Se mi conosci sai cosa vuol dire per me dirti queste cose. Però non so cosa sia questo legame adesso. Mi piaci Richard Castle. Mi piaci moltissimo.
- Spero di diventare di nuovo quell'abbastanza che hai sempre cercato e non rimanere solo uno che ti piace moltissimo.
Kate annuì guardando l’oceano. Il sole aveva formato una striscia luminosa e brillante sull’acqua il cielo si stava tingendo di rosso. Sospirò.
- Sei sicura che non sei tu che ti stai chiedendo quello che potrebbe essere?
Castle non ricevette nessuna risposta.
- Cosa ti spaventa Kate?
- Tutto. In alcuni momenti mi sembra che tutto vada bene, che andrà tutto bene. Poi mi rendo conto che non si tratta solo di me e te e che giocare a fare i fidanzati un pomeriggio al mare non è come avere una famiglia. 
- Io non sto giocando Kate. - Castle si allontanò, interrompendo il contatto dei loro corpi che fino a quel momento erano vicini tanto da toccarsi. 
Beckett sentì la mancanza della sua vicinanza.
- Non gioco nemmeno io Rick. Non era quello che intendevo.
- Cosa intendevi allora? Spiegamelo. 
- Intendevo proprio questo quando dicevo che non volevo farti del male. Lo so che per te le cose sono diverse. Io non sto giocando, sto cercando di ricostruire in qualche modo la mia vita, una vita che non conosco ancora e che avrà talmente tanti cambiamenti che non so se riuscirò a stare al passo. Vorrei far funzionare tutto tra di noi, non solo perché sto bene con te, ma anche perché ci sarà un bambino che dovrà vivere in un ambiente sereno.
- Perché parli sempre come se non dovessi più ricordare nulla di noi? Perché dai per scontato che sarà così e non che tornerà tutto come prima?
- Perché sono realista Rick! Perché in tutto questo tempo non ho ricordato quasi nulla, se non qualche flash o qualche situazione che non so nemmeno cosa siano. Perché tutto quello che ricordo è piatto, senza emozioni e le poche emozioni che vivo nei miei incubi sono angoscianti ed ho anche paura a ricordare. Perché tra di noi, qualcuno realista che non pensi che vada sempre tutto bene come nei tuoi libri ci deve essere.
- Sentirti parlare di noi per me è già motivo di essere ottimista.
- Rick come faccio a non parlare di noi? Avremo un bambino, ci sarà sempre un noi.
- Tra me e Meredith non c’è nessun noi nonostante Alexis.
- Ma io non sono Meredith. Non ti lascerò crescere nostro figlio…
- Figlia - La interruppe.
- Castle, fai il serio per favore. Non lo crescerai da solo. 
- Non voglio farlo Kate, non ne ho nessuna intenzione, devi credermi.
- Hai mai pensato allora cosa accadrà se non dovessi riacquistare la memoria? Se tra di noi le cose non tornassero più come prima? Cosa faremmo? Ti accontenteresti delle visite programmate una volta ogni tanto? Un Natale con me, uno con te? Se tu dovessi rifarti una vita, se io dovessi rifarmi una vita con qualcun altro, come la prenderesti? Io ho paura di tutto questo.
- Io non mi rifarei nessuna vita Kate. Aspetterei, anche per sempre, che tu possa ricordarti di noi. Perché so che ci sono da qualche parte nei tuoi ricordi. 
- Rick, sono seria, non voglio frasi ad effetto.
- Non lo sono, è la verità. Perché non provi a pensare, invece, che potrebbe andare tutto bene? Che tra un paio d’anni ci potremmo essere noi a camminare sulla spiaggia con la nostra bambina ed io avrò controllato prima palmo palmo che non ci siano sassi, vetri, conchiglie spezzate o granchi giganti con cui si possa far male? Perché non pensi che anche se non dovesse essere così, ed è un’ipotesi che non voglio nemmeno contemplare, non potremmo essere persone civili da riuscire a trascorrere comunque un Natale tutti insieme per farla contenta o che potremmo vederla senza che sia un giudice a stabilire quando?
- Ti rendi conto che hai cominciato a parlare del bambino al femminile?
- Sì, perchè te l’ho detto, sarà una bambina.

- Tu non hai mai paura Castle?
- Di cosa?
- Di noi. Che non ce la possiamo fare. Che magari un giorno ti stancherai di aspettare che il passato ritorni.
- Ho sempre paura Kate. Che tu non voglia ricordare o che nel frattempo tu possa voler percorrere altre strade, senza di me.
- Come fai a superarle e a trovare la forza di esserci, di essere qui con me, malgrado tutto?
- Mi aggrappo alle piccole cose. A quel noi che hai detto prima. 
- Qualunque cosa accada, saremo sempre legati Rick. Per il nostro bambino.
- Vorrei che potesse avere una vera famiglia. Quella che Alexis non ha avuto e che non ho avuto nemmeno io. Noi avevamo tutto per potergliela dare. 
- Piacerebbe anche a me Rick. Ma non voglio nè illudermi nè illuderti. Vorrei darti le stesse certezze che tu mi dai, ma non le ho nemmeno io.
- Ti chiedo solo una cosa Kate. Che farai di tutto per cercare di recuperare la memoria, che non la lascerai andare via, non lascerai andare via tutto quello che abbiamo fatto e siamo stati. Ti chiedo solo questo.

In quei giorni in cui spesso si era ritrovato in silenzio con Kate, Rick non aveva mai smesso di pensare a loro ed alla situazione che stavano vivendo. Da bravo scrittore nella sua mente aveva già costruito mille storie ed ogni giorno pensava che quello che avrebbero li avrebbe portati al perfetto lieto fine, con Kate che avrebbe ritrovato la memoria ed il loro amore. Non era ancora accaduto. C’era stato un altro tramonto e non era cambiato nulla. 
Si stava rendendo conto sempre più come in realtà i legami tra le persone sono solo qualcosa di astratto, di non tangibile, è solo pensiero, sono collegati alla memoria e se questa svanisce, svaniscono anche loro. Si era trovato a chiedersi cosa ne sarebbe stato di loro che fosse toccata anche a lui la stessa sorte, per qualche strano scherzo del destino. Si sarebbero visti e non si sarebbero riconosciuti, sarebbero stati due estranei che si salutavano come lo sconosciuto che incontri in ascensore, avrebbero incrociato i loro sguardi per strada ed avrebbero continuato ognuno per la propria strada, senza che le loro vite si sfiorassero più e tutto quello che c’era tra di loro sarebbe stato come se non fosse mai esistito. Sarebbe stato, in pratica, come se li avessero realmente uccisi, perché di loro, di quello che erano, non sarebbe rimasto nulla.
Invece non era così, lui aveva ogni singolo istante di loro impresso nella sua mente. Ogni sorriso, bacio, abbraccio, risata, sospiro, pianto, urla. Aveva dentro di se il ricordo di ogni porta sbattuta, ogni addio, ogni corsa per trovarsi di nuovo, ogni passo fatto per raggiungersi, ogni volta che si erano presi le mani, ogni promessa di non lasciarsi mai, per sempre.
Gli occhi di Rick erano lucidi mentre le chiedeva di non lasciar scomparire dentro di se il ricordo di loro. Quella cosa sì, lo terrorizzava e ci pensava ogni notte quando era solo e il pensiero lo faceva tremare dalla paura, come stava facendo anche in quel momento. Quell’immagine della famiglia felice si era trasformata in un boomerang per loro.
Era quasi buio, il sole era tramontato e c’era quella luce rarefatta che rendeva i contorni delle case e della natura più indefiniti, meno limpidi, come era tutto quello che c’era dentro di loro, offuscato dalle rispettive paure. Guardavano il mare, ormai solo una chiazza scura punteggiata in lontananza dalle luci di qualche imbarcazione di pescatori che stavano uscendo dal porto. 
Kate prese la mano di Rick e non sapeva se stava cercando il suo conforto o se era lei che, per una volta, voleva donarglielo.

   
 
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