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Autore: Francy_remus    01/07/2016    3 recensioni
Ron e Hermione litigano spesso. Una sera lui esagera e tutta la Tana accorre. I due si lasciano. Hermione viene aiutata da Fred a rialzarsi, cosa che le pare quasi impossibile.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Fred Weasley, Hermione Granger, Molly Weasley, Ron Weasley | Coppie: Fred Weasley/Hermione Granger
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da Epilogo alternativo
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3. Discorsi e appartamenti

 

«Hai un minuto?» chiedo, avvicinandomi a Fred, che è in giardino e sta sfogliando annoiato una rivista, seduto sui freddi gradini dell’entrata; è illuminato dalla fioca luce del sottoscala e sembra una visione angelica.

«Ehm … dovrei entrare a festeggiare» inventa, iniziando ad alzarsi.

«Sei stato qui tutta sera, non ti serve entrare proprio adesso» lo rimprovero, sedendomi sulle sue ginocchia, in modo che non riesca a scapparmi.

«Okay, spara»

«Cosa mi volevi dire oggi?» domando, con sguardo indagatore.

«Bhe, io …» si interrompe e china la testa.

«Guardami negli occhi, non voglio bugie e gradirei evitare di somministrarti il Veritaserum» lo avverto, alzando un angolo della bocca per fargli capire che non sono arrabbiata, ma che voglio la verità ad ogni costo.

«Ehm … io … io credo che saresti perfetta come commessa nel nostro negozio, soprattutto ora che George diventerà papà e dovrà passare un sacco di tempo con la sua fidanzata e le sue voglie» annuisce, sincero.

«Oh, bhe … per me è okay, anche perché vorrei mettere insieme qual cosina per affittare un appartamento e andarmene da qui, non so se mi spiego» ora sono io ad abbassare lo sguardo.

«Sopra il negozio c’è un appartamento carino, un po’ piccolo, ma abbastanza apposto per due persone» inizia lui felice.

«Ehm, Fred, io mi trasferirei da sola, non voglio portarci nessuno»

«Okay, ma io lì ci stavo facendo un appartamento per me, se vuoi ti puoi trasferire da me»

«Vivere con te? Non avrai problemi con tuo fratello?»

«Nah. Però, se non ti va …»

«Certo che mi va … traslocherò il prima possibile»

«Allora vai a fare i bagagli» annuncia.

«È già pronto?» chiedo stupita, alzando finalmente lo sguardo.

«Sì. Prepara le valigie che io avviso i miei e poi ci Materializziamo lì» mi strizza l’occhio e mi spinge verso la porta, facendomi scattare in piedi alzando le gambe, e per farmi anche capire che, se lui se ne fosse voluto andare, in qualunque momento del nostro discorso, l’avrebbe potuto fare. Perché, in fondo, io sono un po’ debole fisicamente, ma ho una forza di spirito che altri manco si immaginano.

Faccio i bagagli, saluto tutti, uno alla volta, con i loro visi solcati dalle lacrime, e mi Smaterializzo con Fred.

 

«Carino qui, ma non sarebbe meglio entrare?» gli chiedo sarcasticamente. Materializzazione congiunta, con lui che guida, e dove si ferma? Di fronte al negozio, lì, di fuori, col temporale tutt’intorno.

«Okay» si sbriga e apre la porta. Entro nel negozio, cercando di non andare in giro per evitare di portare acqua ovunque. Salgo lentamente le scale, fermandomi ad osservare le impronte bagnate che lascio sui gradini ricoperti di polvere di gesso. In una mano trasporto un bagaglio, nell’altra tengo la mano di Fred, che mi trascina verso la fine delle scale.

Apre un’ultima porta e mi mostra l’appartamento: è composto da una cucina, un salotto in cui sto bagnando il pavimento, un bagno e una camera da letto.

«Una sola stanza dove dormire?» chiedo stupita.

«Sì, io dormo sul divano intanto che montano il secondo letto» mi sorride.

«Ah, ecco …» è l’unico commento che mi esce dalle labbra.

«Vai a farti una doccia, o ti ammalerai» mi avverte.

«Vai prima tu. Io devo disfare le valigie»

«Bagaglium Order» ordina, con la bacchetta puntata contro le mie cianfrusaglie.

«Me l’ha insegnato mamma» mi fa l’occhiolino e non posso fare a meno di ridere «Se vado prima io a sistemarmi, mi prometti che non ti muoverai di qui?»

«E dove dovrei andare?» chiedo stranita.

«A controllare la casa, o entrare nel bagno» mi fa un sorriso malizioso e io gli tiro un leggero pugno sulla spalla. Ha sempre voglia di scherzare. Annuisco con la testa e sparisce oltre la porta del bagno.

Ne esce dopo una ventina di minuti, cambiato da capo a piedi, con i capelli umidi e sparati in ogni direzione, un paio di pantaloncini neri e una maglia arancione. Tremendamente figo.

«È il tuo turno» mi avverte, alludendo con gli occhi alla porta del bagno. Appello dei vestiti puliti ed entro.

 

Quando esco, mi stupisco ancora una volta: Fred ha preparato una cenetta molto … ehm … romantica?

«Certe volte sembri proprio un Casanova» commento ghignando alle sue spalle, non mi ha sentito arrivare.

«Uh, ehm, ciao» esordisce, imbarazzato.

«E questa cenetta per chi è? Non pensavo che stasera avessi ospiti»

«Credevo sapessi che ti fermavi anche a cena» spera che, con i giochi di parole, gli passi la … timidezza? Fred Weasley timido? Il mondo sta andando a catafascio.

«Io?» domando sgranando gli occhi e arrossendo.

«Sì»

«Ah, grazie» continuo ad aumentare la graduazione purpurea.

«Di niente. Avvicinati»

Mi incammino verso il tavolo e lui mi sposta la sedia, per permettermi di sedermi. Poi aggira il tavolo e prende posto. Di primo, pasta al sugo. Non è granché, ma ha cucinato per me! Via, Hermione! Parli come un’adolescente superficiale e innamorata! Sei una donna ferita che ha appena rotto con il suo compagno, e ora vive in casa del fratello del suo ex. Non ha senso.

«Com’è la mia cucina?» mi chiede all’improvviso, distraendomi dai miei strani pensieri.

«Non così cattiva come la descrivono, ma dire che è buona … non esageriamo!» ghigno.

«Allora non mangiare» ribatte, mettendo un cipiglio offeso e spostandomi il piatto.

«Okay … ti dirò una bugia … cucini da favola» sorrido sorniona.

«Allora puoi mangiare» comunica, riappoggiando il piatto sul tavolo.

«Grazie. Senza di te sarei morta di fame» scherzo.

«Stasera io dovrei … uscire con un signore per parlare di affari … so che può sembrarti noioso, ma se vuoi venire …»

«No, tranquillo, ti aspetto qui a casa. Ne approfitto per cucinare qualcosa di mangiabile e riordinare la camera e il salotto» gli faccio l’occhiolino.

Finito di cenare, con la magia lava i piatti e si cambia; poi esce di casa Smaterializzandosi.

 

Afferro lo spazzettone e, alla Babbana, pulisco il pavimento che ho bagnato entrando, poi passo alle scale e, infine, alla camera da letto. La cucina e il bagno sono già apposto. Faccio apparire un televisore dalla casa dei miei e mi sdraio sul divano a guardare un talent show, anche se i partecipanti e la parola “talento” non possono stare nella stessa frase senza un “non” di mezzo. Decido, non avendo altra scelta, di ascoltare un po’ di musica, così accendo lo stereo – che, probabilmente, è quello riparato dal signor Weasley – e inserisco un mio disco di Beethoven, con tutte le sue nove sinfonie. Adoro questa musica per rilassarmi. Cullata da dolci note, mi lascio trasportare nel mondo dei sogni.

 

«Hermione? Dormi?» sussurra una voce, appartenente a qualcuno che è appena entrato dalla porta: Fred.

«No, stavo ascoltando un po’ di musica» commento, alzandomi.

«Ah, ti piace questa roba?» chiede, aprendo lo stereo e togliendo il disco.

«Sì, Beethoven è uno dei più grandi compositori del Romanticismo. Le sue nove sinfonie sono una cosa …» mi fermo per pensare ad un aggettivo che esprima quanto le adori.

«Noiosissima?» domanda ancora Fred, sedendosi accanto a me sul divano.

«È il mio compositore preferito, per Merlino» ribatto, offesa.

«Okay, sono opinioni. Cos’è quell’aggeggio che si trova al posto della mia collezione di bicchieri da tutto il mondo magico?» si allarma.

«Tranquillo, è solo una televisione. Serve per vedere i film e le registrazioni» spiego.

«Ma a cosa serve se ci sono le foto animate?»

«È un passatempo Babbano. Serve per rilassarsi» tento di convincerlo.

«E funziona?» annuisco. «Okay. Proponimi qualcosa da guardare»

«Mmm …» mi picchietto sul mento un dito, indecisa.

«Magari un limf» suggerisce.

«Si dice film» lo correggo, sorridendo dolcemente «Che ne dici dell’Attimo Fuggente?»

«Ne vale la pena?»

«Decisamente sì. Oppure Dirty Dancing»

«Mi convince di più il primo» mormora.

«Vada per l’Attimo Fuggente» appello una USB dalla mia valigia e ci gustiamo il film.

Quando finisce, Fred sta piangendo sommessamente, e anche io mi sono – per la milionesima volta – emozionata.

«Questo film mi fa piangere ogni volta» commento, mentre scorrono i titoli di coda.

«Certo che alcuni Babbani sono intelligenti» afferma, con un ghigno.

«Invece certi Maghi sono parecchio stupidi» ribatto, seria «come quello che ho di fronte» inizio a ridere, e anche lui con me.

«Soffri il solletico?» mi chiede, mentre riprendiamo fiato.

«Sì, perché?» non faccio a tempo a finire la domanda che mi ha sdraiato sul divano e ha iniziato a farmi il solletico, sfiorandomi la pancia e il collo. Io rido fortissimo, mentre cerco di fermarlo, invano. Quando rido, quel minimo di forza fisica che ho scompare.

Finalmente si ferma, affannoso. Mentre ridevo, rideva con me. Ora è praticamente sopra di me, sostenuto dalle sue braccia muscolose, con le mani ai lati della mia testa.

Flette leggermente le braccia, quel poco che basta per azzerare la distanza tra noi. È uno sfiorarsi talmente delicato che potrei anche immaginarlo, ma le sue labbra sulle mie mi fanno capire che sta accadendo davvero. Dovrei respingerlo, ma non posso non ricambiare il suo bacio. Quando smettiamo, mi sembra che mi manchi l’aria, e lui si tira seduto, poi in piedi, si prende la testa tra le mani ed inizia a mormorare: «Scusa, non volevo, non so cosa mi sia preso …»

Mi alzo, interdetta a causa del suo repentino cambio d’umore e mi avvicino a lui. È appoggiato alla finestrella che da su Diagon Alley, e guarda fuori. Mi appoggio al suo braccio, perché il contatto con lui mi fa sentire sicura, e mi provoca un brivido che non so bene cosa sia.

«Non volevo baciarti, mi dispiace …» esordisce.

«Fa niente, ricominciamo tutto daccapo, okay?»

«No. Perché io lo rifarei altre mille volte, perché io ti amo, ecco cosa volevo dirti stamattina, ecco perché sono così geloso di te, ecco perché tanti miei comportamenti …» sussurra, tutto d’un fiato.

«Fred, io …» inizio, ma mi interrompe.

«Ti prego, non parlarne con nessuno. Scordati di questa serata. Domani ti aiuterò a cercare un nuovo appartamento, meno ci vediamo, meno soffrirò. Intesi?»

«Sì, ma …»

«Allora buona notte» e si allontana.

«Ascolta quello che ho da dirti, per le mutande di Merlino» grido.

«Insomma, tu pensi solo a te … mi hai baciato perché tu lo volevi, mi hai esposto i tuoi sentimenti, mi hai fatto promettere di non parlarne, ma sai cosa voglio io?» gli urlo dietro.

«Non lo so» sussurra, dall’uscio della porta.

«Voglio che mi guardi negli occhi quando ti parlo e voglio che mi dici perché non possiamo stare insieme»

«Perché non possiamo stare insieme, dici. Perché sei l’ex di mio fratello, magari. O perché sei la migliore amica di mia sorella, magari. O perché non mi ami.» sbraita.

«Chi ti ha detto che non ti amo?»

 

   
 
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