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Autore: iatepineapples    01/07/2016    0 recensioni
“Te lo giuro. Giuro che farò tutto per te e per tua sorella”
“Ti giuro che farò lo stesso per te e tuo fratello.”
E se per avere la tua anima gemella dovessi rinunciare a tua sorella?
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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È stata una notte piovosa, anzi tempestosa. È piovuto senza un secondo di tregua,  ma la mattina, quando mi sveglio, il sole splende, affiancato da uno splendido arcobaleno. Mi viene un’infinita voglia di uscire all’aria aperta, e così vado a svegliare mia sorella.

E’ la mia gemella, eppure siamo diversissime. Lei assomiglia più ad un angioletto: ha splendidi capelli biondi, molto chiari, ricci, lunghi fino a metà schiena; due piccoli occhietti azzurri, molto graziosi, che le illuminano il pallido viso. Io sono il contrario, sono mora, con capelli liscissimi, scalati, che mi arrivano un po’ più giù delle spalle, due grandi occhi neri e la carnagione scura. Per altezza e peso siamo uguali, e anche per carattere.


Come dicevo vado a svegliarla e le propongo di uscire. A nessuna delle due solitamente entusiasma  stare all’aria aperta, ma, stranamente, lei accetta, si veste in fretta e furia e usciamo di casa lasciando un bigliettino per avvisare i signori Green, i nostri genitori adottivi, che siamo fuori.

Attraversiamo il giardino di casa, ci incamminiamo per strada e ci sediamo su una vecchia panchina di un parchetto vicino a casa nostra. Siamo andate parecchie volte in questo parco, è un posto tranquillo, in cui ci sono sempre le stesse persone: un’arzilla vecchietta di nome Rose a cui piace moltissimo giocare con i ragazzini, ballare in pubblico e conoscere nuove persone, un goffo ragazzino di nome Tommy, che si siede sempre nella prima panchina che vede quando entra nel parchetto pur di camminare poco e viene al parco solo per l’ordine del medico di camminare per smaltire peso, ma dopotutto è simpatico e allegro; al parco viene spesso anche un cagnolino randagio a cui abbiamo dato il nome di Charles e, infine, una ventenne che aspira a diventare pittrice e disegna sempre per noi ragazzi animali immaginari con cui giochiamo immaginandoci di vivere in mondi immaginari in cui lottiamo contro immaginari famelici draghi sputafuoco.

Ma oggi non c’è nessuno, né la vecchia Rose, né l’aspirante pittrice, né Tommy; nemmeno il piccolo Charles è venuto. Le uniche due persone che riusciamo a individuare nel parco sono due ragazzi, stranamente molto simili a noi.Il primo è un ragazzo più o meno alto come me, con capelli corti e neri, abbastanza magro, la carnagione scura, l’espressione insicura di uno che si è perso e due grossi occhi neri, serissimi. Dalla sua faccia si capiscono più cose di quanto uno possa immaginare, come ad esempio il fatto che sia un po’ inquietato dal grosso spiazzo deserto, e, del resto, lo sono anch’io. Scommetterei con chiunque che, anche se non sembra, quello al suo fianco è suo fratello. Lui è troppo simile a me, e l’altro troppo simile a mia sorella, infatti, quest’ultimo, ha capelli corti, ricci e biondi, due occhietti azzurri e il viso pallido, anche lui ha l’espressione del fratello: paura, inquietudine  e stupore allo stesso tempo, o almeno questo è ciò che mostra la sua faccia.

Resto lì a guardare il primo per un po’ prima di accorgermi che lui ricambia lo sguardo, i suoi occhi neri sono fissi verso i miei e viceversa. Per un attimo mi chiedo che cosa stia facendo mia sorella, ma sono troppo “impegnata” a fissarlo e, dopotutto, è solo un attimo; ci guardiamo per così tanto tempo, che dopo un po’ mi chiedo se mai riuscirò a staccare lo sguardo, sono letteralmente ipnotizzata, non so nemmeno che emozione provo, stupore, paura, o addirittura amore, e poi, nei confronti di cosa, il ragazzo, i suoi occhi neri fissi verso di me, o semplicemente questa strana situazione, in poche parole: COSA STA SUCCEDENDO?!


Una vibrazione scuote la terra. Si rompe l’ipnosi, guardo mia sorella e lei ricambia lo sguardo. Succede di nuovo. Mi alzo in piedi. Guardo il ragazzo dall’altra parte del parco. Ci guardiamo intorno. Di nuovo qualcosa scuote la terra, ma ora più forte. Cado a terra. Faccio appena in tempo ad alzarmi che il cielo, prima bello e sereno, viene sostituito da grossi nuvoloni neri che coprono il sole e l’arcobaleno. In lontananza il cielo viene illuminato da un lampo. Ora più vicino. Ora più vicino ancora. Sono spaventata a morte, non è mai capitato che succedesse qualcosa del genere, è contro ogni legge della natura. Un lampo colpisce l’albero che era proprio di fianco a me. Cado a terra di nuovo e mi strofino gli occhi. La terra inizia a vibrare talmente forte che mi stupisco di non veder cadere tutti i palazzi a noi vicini.

I ragazzi dall’altra parte del parco incominciano a dirigersi verso di noi di corsa cercando di mantenere l’equilibrio durante le scosse. Anche noi incominciamo ad avvicinarci a loro, non è facile mantenere l’equilibrio, infatti cado due o tre volte durante il tragitto; comunque riusciamo ad avvicinarci agli unici esseri viventi nei paraggi oltre a noi.


Mi chiedo perché, prima di scappare, siamo corse dai due ragazzi, non ha nessun senso, ma, dopotutto, con la confusione che avevo in testa sarebbe stato strano fare cose sensate.


Comunque, tutti e quattro in gruppo ci dirigiamo verso la strada, ma il passaggio dal parco alla strada è ostacolato da un grosso albero che va a fuoco, probabilmente fulminato. Siamo in trappola.   

Allora corriamo verso l’altra uscita, ma tra noi e quest’ultima c’è un’esorbitante e profondissima crepa nel quale scorre un mare di lava.

Individuiamo un’uscita dall’altra parte del parco e ci dirigiamo verso di quella, io e il ragazzo corriamo in perfetta sintonia, e siamo davanti di qualche metro in confronto agli altri. Una scossa fortissima fa vibrare la terra, noi non cadiamo, ma gli altri due sono più sfortunati. Ci accorgiamo dopo che sono caduti e ci ritroviamo a una quindicina di metri di distanza. Quando ci fermiamo e proviamo a raggiungerli, però, un’altra enorme crepa si forma nel terreno.

Ora immaginate: state cercando di scappare da un terribile terremoto, i vostri migliori amici, però, rimangono incastrati e sono destinati a morire nel peggiore dei modi. Voi ovviamente non potete farci niente, cosa fate: cercate coraggiosamente un modo per salvare i vostri amici, anche se siete sicuri che è impossibile, o ve la svignate?

Ecco, l’uomo è abituato a fare la seconda, non solo perché è un essere egoista e preferisce salvare se stesso piuttosto che morire per qualcun altro, perché, anche se volesse in tutti i modi salvare la vita dei suoi amici, restando lì, non solo muoiono loro, ma c’è una possibilità che muoia anche lui, perché non si è mosso.

Ma in questo momento di pazzia io resto lì ad aspettare, o che qualcosa succeda, o di trovare un modo per salvare mia sorella e quel ragazzo che non ho la minima idea di chi sia, ma sembra stare a cuore a quello di fianco a me, e a me sembra di conoscere quest’ultimo da una vita anche se non lo ho mai visto fino due ore fa, e quindi, in un certo senso, provo un certo bene nei suoi confronti.

 

Certo qualcosa succede. Ma decisamente non è ciò che speravo: speravo di svegliarmi in un mare di sudore e vedere mia sorella che dormiva dolcemente nel suo letto, oppure, usando un po’ di fantasia, era solo una punizione divina, frutto però di uno sbaglio, e speravo quindi che lo strapiombo tra me e mia sorella si chiudesse magicamente. Non succede questo. Dicendo che qualcosa sarebbe successo, non intendevo dire che quel qualcosa sarebbe stato bello.

Succede che, tra il gran mescolamento delle forze della natura, ormai impazzita, un fulmine colpisce esattamente un albero di fianco a mia sorella e la ragazza cade, colpisce la testa contro un sasso e sviene. Il ragazzo che è di fianco a lei, corre in suo soccorso, ma vedo poco oltre, perché esattamente nell’attimo dopo lo svenimento di Addison, io cado a terra e svengo, e l’ultima cosa che mi ricordo è il ragazzo che mi viene incontro e mi prende prima che cada.
   
 
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