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Autore: Niomi    01/07/2016    0 recensioni
Sequel di "Who Do You Think You Are?"
Harry ritorna e la band comincia a lavorare sul nuovo album. Liam giura che è tutto a posto, ma sembra che per Louis non sia lo stesso.
Cosa succederà quando un segreto che Louis ha tenuto nascosto a Liam verrà rivelato?
[Lilo - Ziall]
Genere: Angst, Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Louis Tomlinson, Niall Horan, Zayn Malik
Note: OOC, Traduzione | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Who Do You Think You Are?'
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Capitolo 1:
Pretending


 


“Sei nervoso, Li?” chiese Louis, stringendo forte la mano del fidanzato.
Erano seduti all’entrata dello studio di registrazione in cui avevano lavorato solo un anno prima. Che anno interessante era stato, molte cose erano cambiate dall’ultimo addio tra Liam e Harry.
C’erano voluti mesi di terapia e medicine prima che Liam si fosse finalmente sentito se stesso di nuovo e la relazione con Louis era diventata sempre più forte con il passare del tempo.
“Sì,” rilasciò un sospiro tremante. “Ma so che entrambi stiamo meglio, quindi non dovrebbe andare così male,” affermò poi.
Louis sorrise dolcemente e baciò delicatamente la cicatrice sulla tempia del più piccolo. Ormai si notava a malapena, ma lui la vedeva ancora. Era un promemoria di ciò che il riccio aveva fatto a Liam, ma anche del fatto che era stato Louis a salvarlo.
“Hai ragione, tutti e due avete avuto tanto aiuto. Ma promettimi, Li, che se fa o dice qualcosa di fuori luogo, me lo verrai a dire,” aggiunse.
“Lo farò, lo prometto,” disse Liam e si sporse verso di lui, baciandolo dolcemente.

“Prendetevi una stanza,” esclamò Zayn entrando, portandosi dietro Niall. Il biondo stava masticando un hamburger e ridacchiò vedendo la coppia che si stava baciando.
“Aw, che carini,” disse con la bocca piena.
Liam e Louis si separarono, entrambi leggermente rossi in viso. “Ehi,” li salutò il più piccolo.
“Ehi a te,” disse Zayn, lasciando la mano di Niall per abbracciare i suoi due migliori amici, sebbene si fossero visti meno di una settimana prima.
“È già qui?” chiese Louis a Niall, che annuì, guardando il telefono. “Sta venendo su.”
Il biondo e Zayn avevano passato l’anno appena trascorso a lavorare su un paio di cose: numero uno, la loro relazione. Numero due, aiutare Harry e Liam, in modo imparziale. Erano soddisfatti di entrambe le loro missioni: la loro relazione era più forte che mai e avevano riscontrato tanti progressi nello stato mentale dei due amici.
Qualche minuto dopo, la porta si aprì e Harry entrò. Si fermò quando vide Liam, ma poi sorrise e andò verso di loro. “Ehi,” disse, sforzandosi di guardare tutti i ragazzi.
La mano di Louis era stretta in quella del fidanzato, in segno di supporto.
Inaspettatamente, Liam si sentì meno nervoso dopo l’arrivo del riccio. Sembrava di nuovo in salute, non come l’ultima volta che l’aveva visto, e non aveva paura. Sapeva che una parte di ciò era dovuto agli antidepressivi e alla mano di Louis stretta nella propria. “Ehi,” lo salutò, sorridendo gentilmente.
Il sorriso si aprì ancora di più dopo il saluto di Liam. “I tuoi capelli,” osservò, indicandogli la testa, dove i capelli erano stati tagliati cortissimi. “Mi piacciono,” aggiunse quando il più grande fece scorrere la mano sul nuovo taglio.
“Grazie,” disse. “Mi davano fastidio,” fece spallucce e Louis sorrise leggermente.
“Sembri un neonato,” commentò Zayn, allungandosi per sfregargli la testa.
Liam rise e spinse via la mano dell’altro. “Smettila,” ridacchiò e tutti risero con lui, le cose sembravano essere tornate a come erano anni fa, più facili.
La giornata continuò così. Harry si tenne volontariamente a distanza da Liam all’inizio, non volendo spingersi troppo oltre i propri limiti, ma mentre i ragazzi discutevano sulla possibilità di un nuovo album, l’imbarazzo tra i due scomparve.
Niall e Harry avevano scritto delle potenziali canzoni e stavano cercando di trovare un tema centrale per l’album.
“Nuovi inizi,” suggerì Liam. “Nuove partenze, no?”
“È perfetto,” disse il riccio, sorridendogli.
Il ragazzo sorrise a sua volta, timidamente, e guardò Louis: “Cosa ne pensi?”
“Mi piace,” rispose il più grande e spostò lo sguardo su Niall e Zayn, che erano accoccolati sul divano, ridacchiando tra loro.
“Mi piace!” esclamò il biondo, prima di schioccare un rumoroso bacio sulle labbra del fidanzato.
“Hai l’alito che sa di nachos!” si lamentò il moro, ma poi rise e guardò Liam. “Piace anche a me.”
Il ragazzo sorrise, sentendosi un po’ orgoglioso di se stesso. “Okay, perfetto. Quindi domani ascolteremo le canzoni di Niall e Harry,” suggerì, rendendosi conto dell’ora.
I ragazzi si stavano trovando così bene insieme dopo essere stati separati per così tanto tempo, che non si erano resi conto che erano quasi le undici di sera e avevano inizialmente programmato di rimanere solo fino alle nove.
“Ci vediamo domani mattina, allora,” disse Niall, saltando in piedi e aiutando Zayn a tirarsi su.
I due abbracciarono Liam, Louis e Harry prima di andarsene.
“Ci vediamo alle dieci, quindi?” chiese il riccio, dopo che rimasero da soli.
“Sì, ci vediamo,” disse Louis.
Liam sbadigliò piano, annuendo. Sbatté le palpebre e sentì delle braccia stringerlo; si irrigidì leggermente quando Harry lo abbracciò, ma poi si rilassò e lo abbracciò a sua volta. “’Notte, Harry,” gli augurò, dandogli dei colpetti leggeri sulla schiena.
“’Notte, Li,” disse Harry e strinse la mano di Louis, prima di andarsene anche lui.
“Stai bene?” chiese, più tardi, il più grande a Liam mentre stavano tornando al loro appartamento. I ragazzi si erano trasferiti in case diverse dopo la separazione, gli Ziall e i Lilo erano andati a vivere con i rispettivi partner. Harry si era trasferito più lontano, ma aveva poi preso un appartamento in affitto più vicino a Londra.
“Sì,” rispose Liam e sorrise dolcemente. “Non è andata così male come avevo pensato sarebbe andata.”
“Già, ma nessuno ne ha parlato. Non è strano?” chiese.
“So che può sembrare che penso costantemente a cos’è successo, ma non è così. Non parlarne mi aiuta semplicemente a dimenticare. Sarà meglio così per la band,” spiegò il più piccolo.
“Ma sarà meglio per te, invece?” continuò Louis.
“Sì,” promise Liam. “È successo e lo sappiamo tutti. Ma è finita ed è stato molto bello essere di nuovo tutti insieme stasera. Concentriamoci su questo, okay?”
 “Okay,” disse il più grande. Se Liam pensava che fosse meglio non tirare fuori l’argomento, allora era quello che aveva intenzione di fare per lui.



 

~

 

 

La mattina seguente, Louis si svegliò da solo. Si sedette e si guardò attorno, ma non c’era traccia del fidanzato. Scese dal letto e si infilò una maglia di Liam: la maglietta si adattava perfettamente al corpo muscoloso del più piccolo, ma avvolgeva completamente Louis, rimanendo larga sulle spalle. Mentre cercava di capire dove fosse Liam, sentì dei rumori provenire aldilà del muro.
“Liam?” lo chiamò Louis, andando in corridoio e dirigendosi verso il bagno. Si fermò di fronte alla porta e riuscì a distinguere il rumore di qualcuno che stava vomitando e poi sentì un leggero piagnucolio.
Spalancò la porta e trovò Liam ricurvo sul gabinetto che continuava ad avere conati di vomito.
“Oddio, Liam,” boccheggiò Louis, prima di lanciarsi vicino al fidanzato. Quando gli toccò la schiena, il più piccolo sussultò e si allontanò da lui, sbattendo la schiena contro il lavandino. Louis alzò le mani, sulla difensiva, restando a bocca aperta vedendo lo sguardo terrorizzato di Liam. “Sono solo io!” disse velocemente.
Il più piccolo lo fissò e Louis vide le spalle del ragazzo tremare. “S-scusa,” sospirò Liam, incapace di fermare le lacrime che scivolavano giù dagli occhi.
“Vieni qui,” lo invitò il più grande, aprendo le braccia. Questa volta, Liam lasciò che Louis lo abbracciasse e nascose il viso contro il suo petto. “Cos’è successo, Li?” gli chiese, preoccupato.
Liam tremò ancora più forte e strinse i pugni sulla sua maglietta, indossata in quel momento dal fidanzato. “Ho avuto un incubo e-e quando mi sono svegliato, mi sono sentito male,” pianse piano.
“Avresti dovuto svegliarmi,” sussurrò Louis, facendo scorrere le dita tra i capelli del più piccolo, sebbene fossero più corti di prima.
“Non volevo spaventarti,” spiegò, riuscendo finalmente a controllare il respiro e il tremolio.
“Perché mi sarei dovuto spaventare?” chiese Louis e si accigliò. “Su cos’era l’incubo, Liam?”
Liam rimase in silenzio, chiudendo forte gli occhi.
“Liam,” lo sollecitò. “Cos’hai sognato?” domandò, allontanando il ragazzo dal suo petto per guardarlo. Non voleva essere insensibile, ma aveva bisogno di sapere. “Cosa ti ha terrorizzato così tanto da farti stare male di nuovo?”
Liam aprì gli occhi e guardò Louis, sussultando prima di parlare. “Lui,” sussurrò.
Il più grande si morse il labbro dopo aver ricevuto la conferma. “Sapevo che era troppo presto,” cominciò a dire, ma Liam lo interruppe: “Non è troppo presto, sono io che sono un debole.”
“Non sei un debole, Liam,” lo contraddisse Louis gentilmente. “Dirò ad Harry che non sei ancora pronto.”
“No,” il più piccolo scosse la testa. “Sto bene, davvero. Era solo un sogno. Stavo bene con lui lì, ieri, davvero.”
“Ma erano mesi che non avevi un incubo -“
“Lo so, ma posso vivere con qualche incubo per un po’, okay? Non posso rovinare tutto, per la band. Non posso,” Liam piagnucolò di nuovo e Louis lo strinse a sé.
Non sapeva cosa fare: lo uccideva vedere l’amore della sua vita così terrorizzato e scosso. Nella sua mente, scorrevano flashback di quelle notti terribili in cui Liam si era svegliato urlando perché aveva avuto un incubo su Harry che tornava e gli faceva del male di nuovo. C’era stata persino una volta in cui aveva quasi chiamato un’ambulanza da quanto forte il fidanzato stava tremando e urlando; gli ci era voluta più di un’ora per riuscire a calmarlo.
Dall’altro lato, però, Louis teneva molto alla band e desiderava tanto che la cosa si sistemasse, sapeva che Liam voleva lo stesso. Una volta erano felici e a Louis mancano quei giorni in cui tutto era apposto. Ora avevano la possibilità di riprovare un po’ di quella sensazione. Ma valeva la pena che Liam vivesse tutto questo?
“Facciamo un patto,” disse Louis piano. “Possiamo continuare ciò che avevamo programmato, se fissiamo più appuntamenti con la Dottoressa Kiser e cominci di nuovo a prendere i sonniferi.”
Provò una fitta al cuore quando sul volto di Liam apparve un’espressione demoralizzata, che lo fece apparire come un cucciolo ferito. “So che non ti piace come ti fanno sentire, ma avere tutte le notti quegli incubi ti farà ancora più male,” sospirò e gli accarezzò la schiena. “Non devi ascoltarmi per forza, ma penso che sarebbe meglio.”
Liam rimase in silenzio per un po’, senza piangere, ma continuando a stringere Louis. Dopo qualche minuto, sussurrò: “Lo farò. Ma non dirlo agli altri, okay?” chiese, guardando il fidanzato con la stessa espressione da cucciolo ferito. “Niall e Zayn già sanno degli antidepressivi, ma non dirgli dei sonniferi. E non dire niente ad Harry,” lo pregò.
“Non dirò nulla,” promise Louis e gli baciò la fronte. “Ora possiamo tornare a letto? Non sono neanche le sette.”
“Okay, dammi solo un minuto,” sussurrò Liam e lasciò che il più grande lo aiutasse ad alzarsi.
“Starai bene?” chiese Louis, toccandogli dolcemente la guancia.
Liam annuì. “Sì,” disse e si girò, andando verso il lavandino.
Louis si fermò vicino alla porta e guardò Liam, mentre questi cercava di ricomporsi davanti allo specchio, prima di chiuderla. Voleva credere a quello che gli aveva detto, che sarebbe stato bene, ma per qualche ragione, aveva la sensazione che non sarebbe stato così.



 

~~



 

Liam stava spezzettando il bagel che era stato messo su un piattino sul tavolo di fronte a lui; la gamba si stava muovendo su e giù nervosamente, mentre stava seduto da solo nella sala d’aspetto dello studio. Gli altri tre ragazzi dovevano ancora arrivare e Louis stava aggiornando i manager sull’incontro del giorno precedente. Era stato inizialmente chiesto a Liam, ma il più grande si era offerto al suo posto: gli aveva sentito dire che il più piccolo non stava molto bene, il che era vero, ma aveva il sospetto che Louis non volesse che Liam si lasciasse sfuggire qualcosa che facesse nascere qualche sospetto.
Nessuno nel management era a conoscenza di cosa fosse successo tra Liam e Harry; sapevano che qualcosa era accaduto, perché Liam era stato ricoverato in ospedale, ma quando Louis aveva detto che non era niente che dovessero sapere, questi avevano placato la loro curiosità. I ragazzi sapevano che si trattava di un argomento abbastanza pericoloso, tanto da preferire di lasciarlo privato, tenerlo all’interno della band con poche possibilità che l’informazione potesse arrivare alla stampa.
Liam si pulì le mani su un tovagliolo e si appoggiò allo schienale del divano: Louis non aveva mentito quando aveva detto che il più piccolo non si sentiva ancora bene. Si sentiva ancora lo stomaco in subbuglio, ma non aveva più vomitato da quella mattina. Il cibo non sembrava neanche appetitoso, ma Louis gli aveva portato quel bagel dal piano di sotto, dicendo che il fidanzato aveva bisogno di mantenersi in forze.
Liam sospirò di nuovo e chiuse gli occhi appoggiando la testa allo schienale. Aveva paura di riprendere di nuovo i sonniferi, odiava la sensazione di confusione in cui si trovava prima di addormentarsi. Sebbene riuscissero ad allontanare gli incubi, si sentiva un po’ come un drogato ogni volta che andava a letto e persino qualche ora dopo che si era svegliato. Poteva sopportare più sessioni con la sua terapista, perché non gli dispiaceva parlare con lei. Era gentile e non faceva troppe domande, il giusto per permettere a Liam di sfogarsi e parlare dei suoi incubi e di altri problemi del passato. Di recente, parlavano per la maggior parte del tempo di Louis, quindi il più piccolo non era così contento di dover tornare a parlare degli incubi. Per di più, gran parte delle domande si sarebbero concentrate su Harry, se si stava comportando bene e come si sentiva Liam in tutto quello. Odiava l’idea di dover passare più tempo a parlare del riccio.
Il ragazzo sentì il divano inclinarsi affianco a sé e spalancò gli occhi, sedendosi dritto.
Harry era seduto vicino a lui, il suo caratteristico sorriso in volto. “Ehi, Liam,” disse. “Mi dispiace, non volevo spaventarti.”
Liam deglutì e si spostò più vicino al bracciolo, lontano dal riccio; si aggrappò alla pelle del divano mentre lo fissava. Si sentiva la lingua pesante, come se si fosse improvvisamente gonfiata.
Il sorriso di Harry sparì leggermente e il ragazzo si schiarì la gola. “Tutto bene, Li?” chiese, guardando Liam direttamente negli occhi.
Il più grande annuì, scorgendo qualcosa che sembrava dolore sul volto di Harry. Deglutì e spostò lo sguardo dal riccio, ancora aggrappato ai cuscini del divano. Fingi, fingi, fingi. “Sto bene, Harry, sono solo un po’ stanco,” mentì, sforzandosi di sorridere. Lasciò andare i cuscini e appoggiò le mani in grembo, rimanendo comunque schiacciato contro un lato del divano.
Eppure sembrava che Harry non si fosse ancora reso conto di quanto a disagio Liam si sentisse con lui così vicino. Poteva sentire il calore emanato dal corpo del più piccolo e del sudore freddo formarsi sulla fronte.
Harry fece scorrere il braccio dietro a Liam, sullo schienale del divano, e quello fu abbastanza per farlo scattare in piedi. Proprio nel momento in cui quasi inciampò contro il tavolino, entrò Louis. “Liam?” Corse verso il fidanzato e riuscì ad afferrarlo prima che continuasse a inciampare e cadere a terra.
“Stai bene?” chiese preoccupato, accompagnandolo dall’altra parte della stanza. Liam annuì velocemente, mantenendo lo sguardo basso e stringendo le mani nella maglia del fidanzato.
Il più piccolo vide poi che Louis stava fissando Harry; guardando oltre la sua spalle, scorse Niall e Zayn arrivare: si stavano tenendo per mano, il biondo aveva appoggiato l’altra sullo stomaco ridendo di gusto e il moro lo guardava come se quello fosse il momento più felice della sua vita. Liam provò una fitta di dolore al cuore e prima che Louis riuscisse a dire qualcosa ad Harry, gli pizzicò i fianchi.
Il più grande saltò su se stesso e guardo Liam, sorpreso. “Per che cos’era?”
Il più piccolo sorrise e schioccò un bacio veloce sulle labbra del fidanzato. “Devo andare in bagno, è per questo che sono di fretta,” ridacchiò e uscì velocemente dalla stanza, salutando Niall e Zayn ed entrando poi in bagno.
Louis guardò il fidanzato uscire e poi Harry, sorpreso. Quando era entrato, Liam era sembrato spaventato, ma in quel momento sembrava felice; non aveva avuto intenzione di lasciarlo da solo per così tanto tempo ed era anche più seccato che Harry fosse riuscito ad arrivare e spaventare Liam a morte. “Gli hai fatto qualcosa?” chiese, nel momento in cui Niall e Zayn raggiunsero la stanza e la loro risata morì velocemente.
Harry si morse il labbro, cercando di non accigliarsi o di non ridere, Louis non ne era sicuro. Il riccio appariva indifferente, mentre cercava il modo giusto per rispondere: “No, non ho fatto niente. Sta bene, Louis, è solo Liam che si comporta da stupido come sempre,” disse ridacchiando piano.
“Tutto bene?” domandò Zayn, picchiettando piano sulla spalla di Louis.
Il più grande guardò il moro e fece spallucce. “Sì… penso di sì,” ammise.
Quando Liam tornò dal bagno, sembrava che stesse bene, cosa che soprese ancora di più Louis. Si sistemarono tutti sui divani e il più grande si innervosì quando Harry cambiò posto così da potersi sedere vicino a Liam di nuovo. Louis mise il braccio intorno alla vita del ragazzo in modo protettivo, ma facendolo sembrare come se volesse semplicemente coccolare il fidanzato. Liam gli sorrise caloroso e poi continuarono l’incontro.
“Harry, vuoi farci sentire le tue canzoni prima?” chiese Niall.
Harry annuì e prese la chitarra.
“Suoni la chitarra?” domandò Liam, fissando il riccio mentre muoveva le dita sulle corde.
“Sì,” rispose, l’ombra di un sorriso sulle labbra. “È solo qualcosa che ho iniziato qualche mese fa,” fece spallucce, ma sembrava anche un po’ fiero di sé, come se volesse impressionare Liam. “Comunque,” disse e poi iniziò a suonare una canzone dolce e semplice, ma comunque molto bella:


I know we haven’t seen each other in a while
But I wanted to see your gorgeous smile
Put my arms around you and hold you tight
But nothing’s been the same since that night¹


Nella stanza cadde il silenzio e tutti fissarono Harry quando smise di cantare e suonò una parte un po’ più complessa. Nessuno di loro riusciva a credere a ciò che il riccio stava cantando… si stava riferendo a quella notte? Nessuno sapeva cosa fare… erano tutti troppo stupiti per fare qualsiasi cosa.


When we said goodbye, I didn’t think it was forever
Remember when you told me our end was never?
It could have been lies or promises broken
The most painful thing that’s ever been spoken²


Harry continuò la canzone, le parole uscivano con lo stesso tono calmo e dolce. Era abbastanza ovvio su cosa fosse la canzone, ma non faceva alcun riferimento alle cose terribili che il riccio aveva fatto, ovviamente. Ascoltandola superficialmente, si poteva dire che la canzone si riferisse alla divisione della band, ma raccontata dal punto di vista di una relazione, ma visto che i ragazzi sapevano, fu facile capire di cosa parlasse davvero.
Louis aspettò che Harry finisse prima di aprir bocca, pronto a dirgli che la canzone era troppo personale per essere inserita nell’album e che era un’idea completamente stupida quella di cantare qualcosa del genere così presto… ma Liam parlò prima che ognuno di loro avesse la possibilità di reagire.
“Mi piace,” disse e Louis rabbrividì vedendo il sorriso di Harry.
“È, uhm, beh,” Zayn si grattò il retro del collo nervosamente, incerto su cosa dire.
“Non penso sia una buona idea…” iniziò a dire Niall.
“Non deve essere ciò che tu pensi che sia, Niall,” lo interruppe Harry. “La musica può essere interpretata in modi diversi.”
“Lo so, ma, uhm… Liam?” Il biondo guardò l’amico, volendo sapere esattamente come si sentisse nei riguardi della canzone.
Era difficile riuscire a decifrare l’espressione di Liam e la mano di Louis iniziò ad accarezzare le spalle del fidanzato. “È tutto apposto,” disse Liam. “Penso dovremmo includerla.”
“Okay,” acconsentì Zayn, guardandolo come se cercasse di scorgere una piccola ombra d’incertezza.
Liam si appoggiò contro Louis e il più grande provò una strana sensazione alla bocca dello stomaco vedendo come il fidanzato e Harry si stavano sorridendo.
“Okay, Ni, tocca a te,” intervenne il moro e il riccio passò la chitarra all’irlandese.
Le canzoni di Niall erano molto meno personali, sebbene i ragazzi sapessero che quella sull’innamorarsi sulla spiaggia si riferisse esattamente al luogo in cui Zayn aveva detto “Ti amo” al biondo per la prima volta, ma i fan non avrebbero potuto esserne a conoscenza.
Decisero di includere solo la canzone di Harry e due di quelle di Niall. Il riccio aveva scritto un’altra canzone, ma era decisamente troppo sdolcinata e anche lui concordò nel ritenere che non valesse la pena cantarla di nuovo.
Finirono per ordinare il pranzo e trascorrere l’intera giornata insieme; iniziarono persino a scrivere una nuova canzone, intitolata New Beginnings. Si lasciarono andare ai ricordi dei bei momenti passati durante il primo tour, evitando di proposito l’ultimo anno. Era come se il gruppo avesse mentalmente nascosto quel periodo e cercasse di concentrarsi solo su ciò che era successo prima. O almeno sembrava così. L’ “anno mancante” non aveva abbandonato le loro menti.
Le risate sembravano reali. I sorrisi lo sembravano. La felicità lo sembrava. Era difficile capire chi stesse solo fingendo.



 

̶



 

Louis entrò nella loro camera, vedendo Liam seduto sul bordo del letto. Indossava una felpa e i pantaloni di una tuta. “Tieni,” disse andando verso di lui, allungando la mano.
Liam guardò le pillole sul palmo del fidanzato e deglutì. Le prese e le fissò, non cercando neanche di ingerirle. Louis gli si sedette affianco e fece scivolare il braccio attorno alla sua figura. “Sarò qui vicino a te per tutto il tempo, piccolo. Starai bene,” gli promise con tono confortante.
“Non è quello… solo,” Liam sospirò e appoggiò le pillole sul comodino vicino al bicchiere d’acqua. “Solo, non mi va ancora di dormire,” fece spallucce e sorrise dolcemente al fidanzato.
“Oh?” Louis alzò le sopracciglia e improvvisamente sentì le labbra del più piccolo sul collo. “Oh,” disse e finalmente capì. Si sdraiò lentamente, portandosi Liam sopra di sé.
“Già,” il fidanzato gli respirò contro il collo e iniziò a baciarlo dolcemente.
Louis mosse le mani sul corpo di Liam, mentre il più piccolo continuava a spostare la bocca su ogni lembo di pelle visibile. Dopo poco le loro labbra entrarono in contatto e Louis ansimò nel bacio. Le cose si scaldarono velocemente subito dopo.
Il più grande amava quando Liam prendeva le redini della loro relazione, ma ora, ogni volta che chiudeva gli occhi, riusciva solo a vedere il modo in cui il fidanzato e Harry si erano guardati quella mattina. Gli ricordò gli sguardi che i due si lanciavano sul palco quando stavano insieme. Louis sentì qualcosa torcergli lo stomaco di nuovo e improvvisamente scambiò le posizioni, trovandosi sopra Liam.
Il più piccolo sussultò e per un attimo il fidanzato pensò che potesse dare di matto, ma poi si sporse a baciargli le labbra di nuovo e Liam ansimò, portando le mani tra i capelli del più grande.
Louis si mise a cavalcioni su di lui e mise le mani sotto la felpa del ragazzo.
Sapeva che Liam era con lui ora e che erano innamorati, ma la gelosia… sì, gelosia, ecco cos’era. La gelosia lo stava spingendo a voler ricordare al più piccolo che lui fosse suo.
Il più grande era completamente perso nel momento e sentì le proprie mani premere contro i fianchi di Liam.
“Louis,” udì il proprio nome uscire dalla bocca del fidanzato sotto di lui, ma la cosa lo fece eccitare ancora di più. Gli mordicchiò il collo; sentì le mani di Liam muoversi sulle sue, mentre il più piccolo cercava di allontanarle. Il più grande succhiò più forte la pelle del suo collo, prima di afferrargli i polsi e spingerli in basso.
“Louis!” Liam urlò e Louis si congelò quando sentì il fidanzato singhiozzare.
Si fermò all’istante e si sedette, levando le mani dai polsi del più piccolo. Liam se li sfregò, guardando Louis con gli occhi carichi di lacrime. Cos’ho fatto? pensò il più grande tra sé.
“Li, mi dispiace,” iniziò a dire, la voce rotta. Si allungò verso Liam, ma questi sussultò e lo spinse via, colpendolo al petto. Louis si allontanò dal corpo del fidanzato e cadde sull’altro lato del letto, mentre il più piccolo si alzò velocemente.
“Liam, m-mi dispiace, non so cosa stessi pensando,” Louis inciampò sulle sue stesse parole e strisciò sul letto, verso il lato del fidanzato. “Dove stai andando?” chiese quando Liam non gli rispose e iniziò a infilarsi le scarpe.
“Ho bisogno di andarmene,” disse il più piccolo e gli occhi di Louis si riempirono di lacrime.
“Cosa? No, ti prego, Li, mi dispiace,” lo pregò, alzandosi dal letto e correndo verso Liam.
Questi sussultò di nuovo e si girò, colpendo il fianco contro l’armadio. “No!” scattò e Louis indietreggiò. Poi Liam sospirò, chiudendo gli occhi quando le lacrime iniziarono a scorrergli sul viso. “Sto bene, ho solo bisogno di fare una passeggiata,” disse. “Ti prego, ho solo bisogno di un po’ di tempo,” continuò prima di andarsene.
Louis sentì le lacrime cadere sulle guance quando Liam uscì dalla stanza. Pochi secondi dopo, sentì la porta di casa che veniva chiusa. Cadde a terra, rannicchiandosi su se stesso. Cos’ho fatto?

 

 

 

 

 

1. So che è da un po’ che non ci vediamo
Ma volevo vedere il tuo bellissimo sorriso
Stringerti forte tra le mie braccia
Ma niente è più come prima da quella notte

2. Quando ci siamo detti addio, non pensavo fosse per sempre
Ti ricordi quando mi dicesti che non ci sarebbe mai stata la fine per noi?
Erano bugie o promesse non mantenute
La cosa più dolorosa di cui si sia mai parlato









.Angolo "Traduttrice".
Ebbene sì: sono tornata e per di più con il sequel di Who Do You Think You Are?
L'anno è passato e Liam, Harry e il resto della band si riunisce di nuovo. I Know Who I Am si concentra su ciò che succede un anno dopo il fattaccio ed è diviso in 5 capitoli, abbastanza lunghetti.
Vi ricordo che questa storia non è mia, ma è una traduzione. Potete trovare la storia in inglese qui:
http://archiveofourown.org/works/655885/chapters/1195046
Potete trovare l'autrice, Dassy1407, su AO3 (http://archiveofourown.org/users/Dassy1407/pseuds/Dassy1407) e su tumblr (con lo stesso username).
Fatemi sapere cosa ne pensate :)
Io, nel frattempo, vi saluto e vi ringrazio per aver letto!!
Lots of love,
Niomi







 

   
 
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