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Autore: darken_raichu    02/07/2016    2 recensioni
Pokémos è una terra lontana, dove i pokémon vivono divisi in 18 nazioni, tra i cui territori si estendono deserti, pianure, foreste e mari, che rendono assai difficoltosi i collegamenti tra i vari paesi. Fino a 10 anni fa la terra era in pace, ma ora le cose stanno cambiando…
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Videogioco
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Castlegreen, palazzo baronale, 18/07/4783, circa le 14
Tauros fissò il suo interlocutore per quasi un minuto, dopo che Zangoose ebbe finito di parlare «Qundi, vediamo se capisco cosa mi hai appena raccontato. Ti sei infiltrato in un’organizzazione criminale, e hai scoperto che il loro scopo è distruggere Pokémos. Per farlo, hanno catturato i Loro, incluso Arceus, e hanno modificato dei pokémon perché diventino combattenti potenti oltre i limiti normali. Mi sbaglio?»
«No. In effetti, è un ottimo riassunto.»
«Bene, perché io invece non riesco a scegliere quale di queste sia la bestemmia peggiore. Sei sicuro che il capo di questa Organizzazione non sia Il Nemico? Questo spiegherebbe molte cose.»
«Ad essere onesti ci ho pensato anche io, ma ho visto il capo un paio di volte ed era troppo piccolo per essere Giratina. Voglio dire, persino nella sua Forma Terrena Giratina rimane comunque alto oltre quattro metri, secondo le scritture. Invece, il capo è alto circa la metà. Perciò, non credo sia lui. E se ricordo correttamente, i Generali hanno fatto distribuire un rancio speciale per festeggiare la cattura di tutti i Loro. Il che include anche Giratina.»
«Non riesco a immaginare che qualcuno riesca a catturare e trattenere tutti i Loro per anni, senza che essi riescano a liberarsi. Secondo le scritture, hanno poteri che non possiamo neanche immaginare! Celebi può viaggiare nel tempo e, se le serve, evocare una copia di se stessa per ogni singolo secondo che esiste, è esistito o esisterà! L’Orologio Universale si muove al battito del cuore di Dialga! Palkia con il suo respiro espande l’universo! Giratina è così potente che ha potuto combattere da solo per sette giorni contro Arceus, prima di essere sconfitto, e questo dopo essere stato tradito da Yveltal, dopo che Hoopa e Palkia hanno unito i loro poteri per impedirgli di muoversi tra il Mondo Distorto e la Dimensione dei Loro, e dopo aver massacrato da solo l’intera guardia di Arceus, inclusi diciannove dei guardiani del tempo! Soltanto Dialga e Celebi riuscirono a sopravvivere! E se cominciassi a parlare di ciò che ha fatto Arceus rimarremmo seduti per le prossime ere! Voglio dire, comprendo che tutto ciò accadde nella loro Natura Divina, e che quando giungono a Pokémos o entrano nel Mondo Distorto soltanto una minuscola percentuale del loro potere rimane, ma questo non significa che diventino meno potenti! L’ultima volta che qualcuno ha ucciso un Loro è stato nell’era precedente, e Arceus ha disintegrato l’intera specie per vendicarlo!»
«Beh, credici o meno, è la verità. Ne ho visti ben tre con i miei occhi, e non ho motivo per credere che noçrti. Ora però spiegami, perché ti sei rivolto a me? Con una storia simile, avresti potuto presentarti da qualunque Duca e…»
«E probabilmente venire cacciato come visionario o condannato come eretico, tutto a seconda del nobile a cui lo avessi raccontato. Tu invece eri obbligato ad ascoltarmi, e sapevo che ci avresti creduto. In fin dei conti, sei uno dei migliori conoscitori delle scritture che io conosca.»
«Effettivamente, molti di loro tendono ad avere qualche incomprensione sulla differenza tra Natura Divina e Natura Terrena, e le tue parole sarebbero suonate come bestemmie. Conosco un paio di Conti con cui ho avuto più di un litigio riguardo a…»
«Potremmo tornare sui binari del discorso, per favore? Ora quello che mi serve è il tuo aiuto. Quindi, da chi dovremmo partire, secondo te? Cosa mi sono perso in questi tredici anni?»
Tauros annuì «Beh, la Voce di Arceus, è cambiata. Due volte. Adesso il Sommo Sacerdote dell’Arceismo è un anziano, membro della casa Lax.»
«Un Lax? Davvero? Voglio dire, è già successo altre volte ma…»
«Sì, un Lax. Anche se devo ammettere che è diverso dagli altri Lax. In meglio.»
«Bene, bene. Comunque Eelektross saprà cavarsela, come sempre. I Duchi?»
«Gli Xalles sono al comando al momento, su nel nord ovest. Quindi ovviamente a star perdendo sono i Tantel, che ultimamente hanno perso potere, ma anche lì il Duca non è cambiato.»
«E gli altri? C’è qualcuno che non conosco?»
«Vediamo, da tredici anni… da allora sono morti il Duca di Arceos, il Duca di Drakonburgh, il Duca di Jewbeet City e il Duca di Castlefire.»
«Il vecchio Turm è morto?»
«Lord Pyr Turm è spirato serenamente nel sonno sette anni fa, lasciando il trono al suo figlio ed erede Lord Rypo.»
«Aspetta, Rypo era il quartogenito del vecch… di Lord Turm. Che fine hanno fatto Pyroar, Rorp e Pyrp?»
«Pyroar è morto dieci anni fa, ucciso in una rissa tra ubriachi. Ha sempre avuto un temperamento parecchio… focoso. Rorp è morto di malattia, è sempre stato malaticcio. E Pyrp… Beh, pare fosse depresso dopo la morte della sua sposa per malattia, perciò pochi si sono sorpresi quando si è buttato dalla torre più alta del castello.»
«Il che ha portato il giovanissimo Lord Rypo a prendere il potere, vero? Ma che insperata fortuna…»
«So cosa vuoi dire, e non sei il solo a pensarla così. Ma diversi Duchi hanno tentato di scoprire se ci sia del vero in questa teoria, senza successo.»
«Beh, questo non mi ha mai fermato. Ora, gli altri eredi sono Dord, Sian e Swellow, giusto?»
«Esattamente.»
«Perfetto. In tal caso, so esattamente cosa fare. Ascoltami bene, perché dovremo procedere con cautela.» Rispose Zangoose, poi cominciò a spiegare il suo piano.
 
Knowledge Castle, 18/07/4783, circa le 18
I giorni precedenti per Raichu erano stati sorprendenti. Normalia era un paese diverso da qualunque altro avesse mai visto. Nel resto di Pokémos le città erano poche, ma a Normalia grandi insediamenti sorgevano intorno al Draak e alla Strada di Arceus in enormi quantità. Nel mezzo, si trovavano fertili campi e un fiume cristallino, più di quanto non fosse nella Coalizione, probabilmente per colpa dei gas rilasciati dai vulcani.
Dopo tre giorni dalla separazione con Zangoose, avevano superato il Lago delle Lame, un luogo che metteva i brividi e che Eelektross aveva definito maledetto. La Strada si teneva prudentemente a distanza da quel luogo, aggirandolo, ma restava terrificante.
Proseguirono ancora per giorni, superando campi coltivati, villaggi e città. Tennero sempre un basso profilo, spesso preferendo girare intorno alle città e riposare all’aperto. Eppure Eelektross non sembrava soddisfatto. C’era qualcosa che lo preoccupava, ma Raichu non era riuscito a capire cosa, perciò alla fine aveva deciso di chiederglielo.
«Eelektross, mi sembri preoccupato. C’è qualcosa che non va?»
«Oh no, sta andando tutto bene. Ed è questo che mi preoccupa. Niente Organizzazione, niente ladri o simili nelle parti desolate della strada, niente pericoli di alcun tipo. Non capisco davvero.»
«Beh, se le cose ci andassero sempre così bene, dovremmo ringraziare Arceus, non credi? Dopo Vulcania, avevamo bisogno di riposare. Se il nemico non ci ritiene un pericolo…»
«Vedi, è qui che ti sbagli. Certo che il nemico ci ritiene un pericolo. Più noi viaggiamo, più l’Alleanza si ingrandisce e diventa forte. Più l’Alleanza diventa forte, meglio è per noi e peggio per il nemico. Il numero è importantissimo in guerra. Ma se fosse solo questo il problema, gli sarebbe bastato attaccarci con un numero tale da ucciderci tutti. Invece continuano ad usare solo soldati scelti. Sai perché?»
«Per… il mio Locomothunder?»
«Esatto. Pensaci, il gruppo più grosso di nemici che abbiamo affrontato è stato quello di Houndoom, che sono abbastanza certo abbia fatto di testa sua. Inoltre, credi davvero che i Capitani scenderebbero in campo come nulla fosse, se si trattasse di ucciderci soltanto?»
«Quindi secondo te è strano che non ci abbiano ancora teso un’imboscata. Sono d’accordo, ma secondo te cosa significa?»
«Significa che hanno qualche altro piano o che sono troppo impegnati per occuparsi di noi. E in entrambi i casi non è una buona notizia.»
«Già. Quindi che facciamo?»
«Proseguiamo, e speriamo che Arceus ce la mandi buona. Sinceramente questo ritmo pacifico non mi dispiace. Siamo passati da una battaglia all’altra, e riuscire a muoversi senza venire aggrediti è un piacevole intermezzo.»
Raichu annuì, sorridendo “In fin dei conti, anche Eelektross è come noi. Sarà un criminale, ma neanche lui può sopportare questa tensione costantemente.”
«A proposito di viaggiare tranquillamente, siamo arrivati. Quella è Knowledge Castle.» Disse il pokémon, indicando davanti a sé. Raichu fissò il punto all’orizzonte, che si faceva via via più grande man mano che avanzavano. E contemporaneamente la Strada di Arceus si faceva sempre più trafficata. Numerose vie laterali si immettevano nel lungo percorso di sassi bianchi. La maggior parte venivano da nord, ma alcune strade erano collegate a piccoli moli in cui, riuscì a capire il pokémon, alcuni traghetti facevano avanti e indietro tra le due sponde del Draak.
Dopo un paio d’ore, giunsero alle porte di Knowledge Castle. E Raichu faticò a credere a ciò che vedette.
Le alte mura di Knowledge Castle erano diverse da tutte le altre. Le mura di corallo rosa di Hydroheart ci si avvicinavano, ma quella città aveva mura di splendente marmo bianco. Solo la parte inferiore delle mura era di colore più sporco, e Raichu si rese conto che erano coperte di scritte. Preghiere ai Loro, si rese conto, ognuna firmata da, a quanto pareva, una Voce di Arceus. C’erano cinque strati di lastre incise, uno sopra l’altro, che proseguivano lungo la circonferenza delle mura.
«Queste» spiegò Abra, che in quel momento era sveglio «Sono le Mura della Lode. Da quando esse sono state erette, ogni Voce di Arceus ha il dovere di farvi posizionare una lastra con una preghiera, di propria creazione o comunque dedicata al Loro che a quella data Voce sta più a cuore, salvo Arceus stesso.»
Raichu si avvicinò alla prima a destra della porta, incuriosito “Che lo spirito del Sole difenda ciò che sotto di lui vive. Egli brilla su di noi…” lesse, poi si girò verso Abra «Quante sono?»
«Mi dispiace, non riesco a ricordare, ma le Mura risalgono al 453.»
«Il 1453? Ma sono antichissime!»
«No, proprio il 453. Senza migliaia davanti.»
«Quando l’ultima preghiera sarà stata incisa sulla cima delle mura, esse crolleranno e il mondo avrà fine.» Commentò Chande, mentre Raichu provava a rendersi conto di quanto fossero antiche quelle mura «Questo almeno dice la storia popolare. Comunque, è solo una superstizione. E anche se fosse, andando allo stesso ritmo ci vorranno suppergiù altri ottomila anni per completare l’anello più esterno.»
«Mi fa piacere che vi stiate divertendo, considerato che non siamo qui in vacanza.» Commentò Eelektross «Muoviamoci.»
I pokémon si guardarono, imbarazzati, poi entrarono attraverso la porta della città. Guardando in alto, Raichu vide un’enorme affresco che raffigurava il pokémon Landorus.
Entrati in città, Raichu rimase sorpreso dal fatto che essa fosse sorprendentemente simile alle altre in cui era stato. Forse si era aspettato qualcosa di grandioso, ma le case vicine erano un semplice insieme di osterie e abitazioni comuni. Le bancarelle di legno coperte di Bacche erano circondate da una folla di pokémon decisi a comprare o a rubare. Raichu sentì uno strattone allo zaino, e per riflesso mosse la coda per scacciare la zampa, che si ritirò con un nulla di fatto.
Il Gruppo procedette verso il centro. Avanzando in quella direzione, la città si fece via via più sontuosa. Le strade erano pulite, c’erano numerose statue e gli abitanti sembravano essere più ricchi. Poi, giunsero nella parte centrale della città, e a Raichu mancò il fiato.
Aveva sentito dire meraviglie della grande Cattedrale Arceista di Ampere City, e quando l’aveva vista aveva pensato non potessero essere edifici simili. Eppure, quelli che aveva davanti battevano qualunque altro edificio avesse mai visto.
Alla sua destra sorgeva una torre altissima, la cui cima era poco sotto il livello delle mura. Bianca come l’avorio, l’edificio svettava verso il cielo.
Alla sua sinistra, sorgeva un grande palazzo che non poteva che essere il Palazzo della Voce, la residenza della Voce di Arceus. L’edificio era magnifico, e faceva apparire i castelli visti fino a quel momento bicocche scadenti.
Infine, davanti a loro, sorgeva una enorme basilica. Dietro a tre cupole grandi abbastanza da contenere un villaggio, si ergeva una quarta cupola, grande il doppio. Sotto di essa, si estendeva un’enorme edificio di marmo, lo stesso della torre e della facciata del palazzo.
Davanti a quella vista, Raichu si sentì minuscolo. Non gli era mai successo che degli edifici gli facessero un effetto simile, ma quelli erano semplicemente così enormi da non permettergli di provare alcuna emozione che non fosse meraviglia.
Accanto a lui, anche gli altri erano a bocca aperta, chiedendosi come avessero fatto quei tre edifici a non saltare all’occhio nel momento stesso in cui erano entrati in città. Sembrava fossero comparsi per magia al centro della città, come se Arceus li avesse fatti comparire.
«Non fatevi fregare, è un gioco di ottica e di architettura.» Commentò Eelektross, l’unico che non sembrava colpito «La città è costruita in modo che questi tre edifici siano a malapena visibili finché non si arriva in questa piazza. La maggior parte dei pellegrini ci casca, e quando arriva qui si sente schiacciata dalla meraviglia. Ammetto che sono belli, come edifici, e probabilmente i più grandi di Pokémos, ma non esageriamo.»
«Come fai a non restare colpito da tutto ciò?» Chiese Emolga, guardando le enormi cupole.
«Voglio essere onesto, le prime volte ha fatto questo effetto anche a me. Ma poi ti abitui. Ho vissuto per un mese in questa città, non è poi strano che alla fine l’effetto sia diventato… meno potente.»
«Non riesco a crederci.» Commentò Raichu.
«Credici. Comunque, muoviamoci, dobbiamo andare a chiedere un’udienza alla Voce e ci vorrà un po’.» Rispose il pokémon, girandosi. Raichu annuì e, riluttante, si girò verso il palazzo.
All’ingresso, due Smeargle li fermarono, puntando le code.
«Alt! Chi siete e cosa volete?»
«Siamo ambasciatori di Elettria e dell’Alleanza, e desideriamo un colloquio con sua santità la Voce di Arceus.»
I due Smeargle li fissarono, poi quello di destra annuì «Attendete, per favore.» Scomparve, per ricomparire dopo poco, portando con sé un piccolo libriccino. Lo aprì, sfogliandolo.
«Dunque, domani sua eminenza ha diversi impegni.... Dopodomani no… Il giorno dopo, nemmeno… quello dopo neppure… neanche quello dopo ancora… il ventiquattro peggio che mai… il venticinque è Bharis, quindi è il giorno delle funzioni sacre… il ventisei è il giorno di riposo… ah, ecco qua, il 27 Vimeroth dalle tredici sua santità ha un’ora libera da qualsivoglia impegno. Siete fortunati, normalmente ci vuole molto più tempo, ma con il Consiglio dei Grandi alle porte, i nobili lasciano sua signoria relativamente libero, quindi credo possiate incontrarlo in quella data.»
«Capisco.» Rispose Eelektross, lanciando un rapido sguardo alle collane che portavano i due, l’Anello di Arceus «Vi ringrazio. Arrivederci, e buona sera.»
«Arrivederci, e che Arceus vi protegga.» Risposero i due Smeargle, mentre il primo faceva firmare a Eelektross un paio di fogli e ne consegnava uno al pokémon, evidentemente da riconsegnare per presentarsi all’incontro con la Voce.
Quando si furono allontanati, Luxray guardò Eelektross sorpreso «Signore, come mai è stato così… arrendevole? Pensavo avrebbe fatto come ad Aeria, quando ha convinto quel Dodrio a…»
«A questo mondo, Luxray, bisogna imparare a riconoscere il tipo di persone con cui si ha a che fare. E quello è il tipo con cui non voglio avere da ridire.»
«E perché?»
«Quelli sono seguaci dell’Ordine Militare dei Combattenti del Vero Anello, uno degli ordini militari religiosi che esistono in questo paese. Tentare di corromperli mi avrebbe ficcato in grossi guai, lo so per esperienza diretta.» commentò il pokémon, passandosi una zampa sulla schiena, come per massaggiarsela.
«Quindi adesso che facciamo?»
«Prima di tutto, andiamo alla mia base.» Commentò Eelektross «Da lì decideremo il da farsi. Comunque c’è poco che possiamo fare in realtà, solo aspettare.»
I pokémon annuirono, poi seguirono nuovamente Eelektross per le strade della città.
 
Truepower, 18/07/4783, circa le 21
«Per riassumere, lei è certo che al comando della squadra che ha attaccato la sua base ci fosse una Roserade, conte?» Chiese Cacturne. Accanto a lui, Surskit non riusciva a trattenersi dal tremare leggermente.
Erano arrivati a Truepower il giorno prima, su ordine del Comandante in Capo dell’Esercito, che su richiesta del Generale Absol aveva affidato il comando dei soldati mandati in rinforzo a Truepower. Doveva essere davvero una situazione della massima importanza, dato che non rientrava nelle missioni tipiche di Cacturne, specializzato nel comando di piccole squadre in infiltrazioni o in compiti simili, che richiedevano discrezione. Ma il pokémon era anche uno dei migliori capitani del Generale, almeno a quanto diceva l’ordine di comando, perciò gli era stato affidato l’incarico.
«Esatto. Una pokémon spaventosa.» Rispose il Dedenne più grasso che Surskit avesse mai visto. Era abbastanza sicuro che fosse più largo che alto, cosa che fino ad allora aveva creduto impossibile. Se non lo era, era dannatamente rotondo.
«E questa Roserade, cos’ha fatto nel corso della sua… ritirata strategica?» Chiese Cacturne, con garbo.
«Oh, è molto semplice, ha massacrato tutti i pokémon che le capitavano a tiro. Ho perso metà dei soldati che proteggevano il palazzo per mano sua e dei suoi, e se non ci fossimo ritirati saremmo morti tutti.»
«Capisco. Ha notato qualcosa di particolare in quella Roserade?»
«A parte il fatto che volava intende? Beh, aveva questa maschera di ferro a coprirle il volto, che mi ha ricordato…»
«Capisco milord. La ringrazio. Mi è stato di grande aiuto. Adesso vorremmo ritirarci, se non le dispiace.» Rispose Cacturne, alzandosi. Temeva che il lord ricominciasse a parlare della sua gioventù, e non intendeva lasciarglielo fare. Da giovanissimo forse era stato un guerriero decente, ma ormai era straordinario fosse riuscito a fuggire sulle proprie zampe.
Il lord fece segno ai due di uscire, e Cacturne e Surskit si alzarono del tutto e uscirono, con un inchino. La porta si chiuse alle loro spalle.
«Quindi è stata Roserade.» Commentò Cacturne.
«Già.» Annuì Surskit «Come procediamo Capitano?»
«Non lo so Specchio. Per il momento, va a dire a Grump di far iniziare turni di guardia più numerosi. Non deve entrare o uscire nessuno, né dalla terra né dal cielo, senza che si sappia. Per il resto, dovremo aspettare.» Rispose il Cacturne.
Surskit annuì e si allontanò, lasciando il capitano da solo. Cacturne sospirò “Roserade” pensò “Non pensavo ti avrei mai rivista, ma ora so dove sei. E ti giuro che, la prossima volta, non lascerò che tu te ne vada ancora.” Pensò, chiudendo il pugno “Non di nuovo.”

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Grazie. Grazie per essere qui anche oggi. Grazie per essere qui dopo tre anni.
Sì, oggi Pokémos compie tre anni. Da quel 2 luglio 2013, quando ho pubblicato il primo capitolo, sono successe tante cose in questa fanfiction. Ho conosciuto tanti lettori sia sul primo sito, Pokémon Millenium, sia su EFP, sia più recentemente sul forum Centrale. Perciò vi voglio ringraziare.
Grazie come sempre ai miei commentatori storici, cioè a Ronfo, Dragozard e Ashura. Grazie ai commentatori più recenti: TOO, AceGrovyle, Zarxiel, Frak, WhitePikaGirl, Alikea e CiaobyDany. Grazie anche a chi legge senza commentare. Sono felice che ci siate, anche se non vi vedo.
Sappiate che è grazie a voi che fate domande nel Q&A, a voi che partecipate al GDR, e a voi che in generale siete qui per Pokémos che sono andato avanti a scrivere. Grazie anche a PikaMania, su cui mi hanno pubblicato e mi pubblicano.
Per festeggiare Pokémos, riapre il vecchio sondaggio, che verrà presto aggiornato per il terzo anniversario (http://forum.pokemonmillennium.net/topic/93805-darken-pok%C3%A9mos-terzo-anniversario/).
Grazie per questi tre anni che sono passati, e per quelli che passeranno.
Grazie,
Darken.
 
  
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