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Autore: Watashiwa    02/07/2016    6 recensioni
"Quegli anni a parlare sempre più con frequenza e a combattere con passione per testare i miglioramenti e le debolezze in battaglia erano risultati sufficienti per Ryu: Sakura era testarda, un po' infantile [...] ma insieme a Ken, aveva costruito qualcosa che solo lei come donna era riuscita a costruire nel suo animo: una fiducia irreversibile, a tratti devozionale ma in realtà basata sul rispetto e l'equità"
Genere: Commedia, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ryu, Sakura
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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                                                       PREMESSA DOVEROSA ED APPUNTI VARI
Una one-shot senza pretese su Ryu e Sakura, personaggi che ho sempre avuto a cuore da quando ho giocato a "Street Fighter Alpha 2" con la vecchia e fedele Play Station.
Ho sempre visto di buon occhio il fuoco che brucia negli occhi di Sakura, è un personaggio che a dispetto delle apparenze desidera esattamente un qualcosa di più profondo dalla vita e dalla persona che stima di più al mondo, in ogni senso possibile ed immaginabile. Penso che sia l'unica che accetterebbe lo spirito malvagio che risiede nel corpo di Ryu e non si sottrarrebbe nel cercare di capirlo e renderlo innocuo.
Spero che i personaggi nella loro atmosfera distesa e meno legata al videogioco possano risultare non troppo OOC e per il resto, qualunque sia la ragione per cui siete capitati qui, vi auguro una piacevole lettura.

 
Proposal
"Ehilà, Ryu!"
Una voce femminile e gioviale risuonò nella sala d'attesa dell'aeroporto cittadino, facendosi sempre più vicina e martellante con il passare dei secondi, alla ricerca di un volto che, riconoscendola, si fece più autorevole del solito, quasi come a volersi dare un tono.
Sapeva benissimo quanto quella ragazzina potesse risultare fastidiosa ed insistente, soprattutto quando stava per arrivare il momento di un nuovo imminente torneo di arti marziali nella regione di Kantō.
Ryu l'aveva affrontata e conseguentemente sconfitta per la prima volta due anni prima, quando aveva solamente sedici anni.
Dopo quell'incontro per lui non troppo impegnativo, l'aspirante guerriera aveva già deciso che per migliorare si sarebbe fatta allenare da lui, uno dei più giovani e grandi guerrieri di tutti i tempi, almeno così risultava ai suoi occhi senza dubbio alcuno.
Da quel momento, Ryu aveva cercato di essere più evasivo possibile durante i suoi soggiorni nel nord Giappone ma a quanto pare lei riusciva sempre a sapere dove e quando si trovava, specie nei luoghi a lei più vicini e che poteva raggiungere all'istante.
Ed anche quella volta non si era rivelata un'eccezione.
"Ciao, Sakura" la salutò Ryu tranquillo, osservandola meglio una volta che le si parò a pochi centimetri di distanza.
Gli occhi di Sakura si illuminarono e sorrise spontaneamente, con la faccia rossa per la corsa affannosa che aveva fatto per raggiungere il guerriero.
"Ti...ricordi ancora il mio...nome!" fece ansimante lei colpita da quel gesto piacevole, provando a riprendere subito del fiato e parlare senza problemi.
"Certo che mi ricordo. Ricordo con piacere tutti i miei onorevoli avversari".
Sakura annuì grata di quella risposta così gentile ed avvertendo il respiro del suo corpo farsi più regolare, disse, quasi come se fosse in dovere di dare una spiegazione: "Ho saltato la scuola sapendo della tua presenza".
"Come sai che sarei st...?"
"Ho chiesto un piccolo favore a quella riccona di Karin nel sapere la tua esatta posizione e conseguente destinazione..." fece impulsivamente la giovane con fare gioioso e sincero che talvolta inquietava lo stesso Ryu "...mi doveva fare un favore dopo una sconfitta di un nostro scontro ed eccomi qui. Certo, è dura e spocchiosa a volte ma sento che siamo molto legate, in un certo qual modo".
Ryu non poté fare a meno di sorridere, notando quell'entusiasmo giovanile che pervadeva interamente lo sguardo di Sakura e pensò quanto i suoi occhi fossero piccoli e contagiosi nel loro modo di esprimere un concetto, un mondo che lui per vari motivi non poteva vivere, dato il rapporto che aveva con se stesso e la forza che doveva espandere per sfidare combattenti e il suo spirito.
Il suo peggior nemico da diverso tempo era semplicemente se stesso.
"Quindi, perché sei qui?" le chiese quasi con tono vagamente atono, probabilmente sapendo già che cosa Sakura volesse da lui.
Il volto di Sakura si corrugò per un istante, percependo quanto quella domanda fosse semplicemente retorica e voleva che lei venisse subito al punto.
"Oh, credo tu sappia benissimo il perché".
"Mi dispiace Sakura, ma anche io sto imparando diverse cose..." rispose Ryu scuotendo la testa con determinazione "...potresti continuare ad allenarti con la tua amica oppure chiedere aiuto a Ken o anche a Guy".
Sakura fece una smorfia ben visibile sul volto, leggermente scocciata da quella risposta che - in fondo - si aspettava dal ragazzo.
"Il loro stile di lotta mi piace, sia chiaro ma... è da tanto tempo che sto cercando di imparare il tuo, di studiarlo a fondo".
"Io devo ancora avere coscienza di me stesso, sento questa necessità" rispose Ryu ripensando a quella notte dove aveva avuto quell'incubo e si sentiva completamente sottomesso dalla sua controparte più malvagia che albergava nel suo spirito "È giusto per la discip--"
"Oh suvvia, Ryu! Da quando ti conosco sei sempre in viaggio per tutto il mondo. Non hai mai pensato di costruire un luogo speciale nel quale vivere e poter restare?"
Ad essere sincero, il giovane ci stava pensando già da diversi mesi.
L'idea di costruzione di un dojo in una montagna della foresta di Aokigahara era per lui un sogno ipotetico da realizzare per poter creare un legame sano e candido tra il corpo, il suo spirito combattivo e la vita selvaggia incostante che la natura avrebbe potuto offrirgli per spronarlo e renderlo sempre più in forma, più forte.
Osservare Sakura attentamente era esattamente pericoloso come una particolare necessità che sentiva nel suo cuore.
Lei era simile a lui, profumava di candore e di incuranza per le sfide e per il bene e quella strana fissazione che Sakura gli riservava era un trampolino di lancio per salvarlo dal nulla che temeva di diventare.
Che fosse un sentimento affettivo o più tipicamente amoroso, per Ryu queste erano cose non ancora completamente chiare: aveva semplicemente bisogno di avere a che fare con personalità come lei per poter essere completamente se stesso.
Quegli anni a parlare sempre più con frequenza e a combattere con passione per testare i miglioramenti e le debolezze in battaglia erano risultati sufficienti per Ryu: Sakura era testarda, un po' infantile ed aveva talvolta un umorismo gioviale e sbarazzino che lui non comprendeva e faticava ad accettare.
Ma insieme a Ken, Sakura aveva costruito qualcosa che solo lei come donna era riuscita a costruire nel suo animo: una fiducia irreversibile, a tratti devozionale ma in realtà basata sul rispetto e l'equità, nel linguaggio quotidiano e quello in combattimento.
Ma le novelle parole della giovane lo ridestarono da quel groviglio non troppo complicato di pensieri che, sbattendo lentamente gli occhi e roteandoli dall'emozione, aggiunse:
"Voglio essere sincera una volta per tutte con te, Ryu. Posso capire che ti consideri ancora un allievo inesperto ma io penso che tu ne sappia molto più di me a riguardo e sono davvero disposta ad imparare, davvero. In più, vorrei essere abbastanza per essere... per...".
Le parole si attorcigliarono nella gola di Sakura, imbarazzata come poche in quel preciso istante: perché era così difficile ammettere che era innamorata, più precisamente davanti alla persona che era la causa di quel sentimento così forte ed innegabile?
Abbassò la testa di getto, interrompendo quel discorso così ben impostato per poi andandosi a perdere nella parte più importante per l'adolescente; tuttavia, quello sconforto si alleviò ben presto grazie alla mezza risata che risuonò cristallina e pura in tutta la sala, leggermente più piena rispetto a quando Sakura era arrivata per parlare con lui.
"Perché stai..."
Sakura non fece in tempo a terminare la frase che avvampò per la seconda volta in quella giornata ma tuttavia per un motivo differente dal precedente.
I suoi occhi erano impietriti nel vedere come le labbra del suo amato si erano posate delicatamente sulla sua fronte, piccola e proporzionata: una parte del suo viso che nessuno aveva mai calcolato troppo felicemente, anche per via del taglio corto che tendeva sfoggiare da diversi anni, considerando che i capelli lunghi erano per lei scomodi e possibile presa per gli avversari durante gli scontri.
Quegli attimi per la giovane sembrarono anni e fu dopo che Ryu si staccò da lei che comprese quanto forte era il sentimento in lei e che, soprattutto, ogni tentativo di confessione era andato a farsi benedire anche in quell'occasione.
Ci vollero diversi secondi perché lei si concentrasse sulla mano destra di Ryu, che teneva placidamente un oggetto che subito lei riconobbe.
"Questa è per te. Penso che tu abbia l'età giusta per meritartela!" fece piano il combattente come se stesse condividendo dopo tanto tempo un segreto.
Sakura prese lentamente la sua fascia da combattimento e la strinse nella sua piccola mano sinistra, sorridendo in una maniera sorniona e al tempo stesso angelica, non potendo nascondere la malizia nell'essere considerata così importante con quei piccoli gesti inaspettati che Ryu le stava dimostrando.
"E inoltre, vorrei anch'io dirti una cosa... visto che ti piacciono le sfide, perché non ti iscrivi anche tu al prossimo torneo che si svolgerà a Tokyo? Se giungerai in finale e ti dimostrerai maturata, io... ecco, vorrei farti una proposta, nel momento giusto" concluse con un tono timido ed impacciato, essendo privo di alcuna esperienza d'approccio con il sesso femminile.
Sakura reagì con un autocontrollo davvero ben accolto dalla sua testa, gli sorrise e comprese il motivo per il quale in quel momento Ryu aveva bisogno di stare da solo per allenarsi con se stesso, imparare da ogni debolezza e sfruttare al meglio le virtù del suo stile.
Quella proposta era il mutamento del loro rapporto e quella fascia che stringeva come un tesoro prezioso l'ormai conferma di una stima che si era consolidata tra combattimenti, sfide e confidenze facendo urtare non troppo selvaggiamente i loro mondi e le loro differenze.
"Ho capito, ci sarò. Ci vediamo tra un mese, allora?" chiese con un filo di nostalgia nella voce, offrendogli la mano placidamente e con garbo.
Ryu tese la sua e la strinse con fermezza mentre la sala iniziava a pullulare di persone che stavano per dirigersi verso l'aereo che avrebbe dovuto prendere anche il ragazzo.
Prese la sua valigia e prima di sparire tra la folla di gente di tutte le etnie, si rigirò verso Sakura - che non si era ancora mossa di un centimetro - e sorridendole, esclamò con insolito gaudio: "Allenati con onore, Sakura!"
Per tutta risposta, lei alzò il pugno sinistro, che stringeva con passione la fascia preferita dell'amico e gli rivolse uno dei sorrisi più sinceri e veri che mai avesse rivolto ad anima viva, determinata a dettar fede su quella promessa per lei fonte di ispirazione e di grande sacrificio da sprecare con grande gioia.
Si voltarono nello stesso istante, alla ricerca di nuove sfide da affrontare e dalle quali poter attingere nuove conoscenze e consapevolezze.
Entrambi erano ormai parte integrante di una proposta così vivida e complementare che nessun guerriero e nessuna persona al mondo avrebbe potuto disintegrare, nemmeno quell'acido destino del quale Sakura, in barba alle opinioni della sua famiglia, si stava facendo allegramente beffe.

 
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