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Autore: Eris_tan    02/07/2016    2 recensioni
[High School AU/Crack Fic]
Tra tanti pregi, Tokyo può fieramente vantare come fiore all’occhiello l’Istituto Sybil.
Un liceo interessante, dagli studi approfonditi, insegnanti e alunni qualificati, innumerevoli attività extra scolastiche: il comitato studentesco, formato da un gruppo di élite di studenti il cui compito è mantenere l’ordine a scuola, oppure il club del libro, vincitore di innumerevoli premi, molti altri quali il club di elettronica o quello d’arte. 
In primis, il club più importante di tutti, quello di cui tutti fanno parte, consapevolmente o meno: quello delle lotte interne.
*STORIA INTERROTTA*
Genere: Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 1 - Chi è (in)capace 
 

Akane si guardò intorno con fare disorientato, realizzando con orrore che non conosceva davvero nessuno in quella stanza. Si stava davvero pentendo di aver seguito i consigli di Kaori e Yuki, le sue amiche.

Certo, era vero che fare parte del comitato studentesco era un privilegio che le avrebbe fornito una quantità di crediti da non sottovalutare, ma era davvero una scelta intelligente? 

Forse ascoltare quelle due non era stata propriamente una trovata geniale.

-“Gino, ma quella ragazza così carina è la nuova arrivata di cui avevamo sentito?”-ruppe il silenzio uno dei ragazzi al tavolo, un rosso che sorrideva a trentadue denti in sua direzione, guadagnandosi un’occhiataccia da quello che doveva essere Ginoza, il presidente del concilio. 

Dal canto suo, Akane rischiava di implodere dall’imbarazzo, si sentiva la faccia bruciare con una prepotenza che avrebbe fatto impallidire una grigliata estiva. 

-“P-piacere”-accennò appena a un saluto mentre pregava mentalmente che il pavimento aprisse le sue fauci per divorarla e toglierla quella situazione già fin troppo catastrofica. Già, perché tutti i pavimenti avevano delle fauci. Proprio così, la sua voce introspettiva avrebbe dovuto farsi i cavoli suoi.

-“Kagari, evita per una volta in vita tua questo genere di sciocchezze, te ne prego”-Ginoza gli ringhiò contro con tono tutt’altro che supplicante e il ragazzo chiamato in causa fece spallucce e si girò verso la ragazza accanto alla quale era seduto.

-“Uffa, Yayoi, mi spieghi perché nessuno capisce le mie battute?”-

-“Sarà perché non fanno ridere nessuno”-rispose l’altra con un tono che non tradiva emozioni di alcun tipo, senza nemmeno girarsi verso il suo interlocutore e limitandosi a stringere la sua coda di cavallo ordinata. 

-“Di sicuro non farebbero ridere te”-borbottò Kagari scocciato, per poi riprendere-“Sono sicuro che Kou la pensa diversamente, e poi—”-. 

-“KAGARI, HAI FINITO?!”-sbottò nuovamente Ginoza. Se ogni giorno nel comitato studentesco era così c’era da chiedersi come i suoi membri facessero a mantenere l’ottima reputazione che avevano a scuola, rifletté Akane sempre più perplessa di fronte a ciò che le stava succedendo davanti agli occhi. 

Kagari non fu minimamente turbato da quell’intimazione tanto irruenta, anzi, aspettò che il presidente gli voltasse le spalle per cacciargli una gran linguaccia.

-“Come stavo dicendo, prima di essere interrotto di nuovo, dovremmo iniziare a organizzarci per l’assegnazione dei posti e le bancarelle del Festival della Cultura. Tuttavia, data l’ammontare di fondi inferiore rispetto all’anno scorso, dovremmo trovare un modo per distribuire diversamente il nostro budget”-.

Akane annuì attentamente mentre seguiva il resoconto di ciò che si era persa. 

-“Uhm, se posso chiedere, dove sono diretti questi fondi scolastici che non sono più destinati a noi?”

-“Non si può dire con assoluta certezza,”-esordì con fare molto ganzo e serioso l’unico che ancora non aveva aperto bocca durante l’intera durata dell’incontro-“ma non è difficile ricondurre tutto al club del libro.”-

-“Oh, Dio, ora ricomincia”-mormorò sottovoce Ginoza. 

-“Che cosa avrebbe a che fare il club del libro con tutto questo?”-domandò Akane confusa.

In due anni di lezioni all’Istituto Sybil non aveva mai sentito dire nulla di male sul club del libro, dopotutto non sembrava nemmeno un’attività controversa o particolarmente sospettosa, anzi. 

-“Più di quanto sembra”. In particolare il loro presidente”-fece una pausa ad effetto perché sì, faceva molto suspense, e aggiunse infine, pieno d’astio- “Shogo Makishima”-.

 

 

-“E allora? Dai, dicci com’è andata!”-

-“Niente di particolare, Kaori, davvero”-sviò visibilmente Akane nel tentativo di evitare di parlare del suo primo giorno al comitato studentesco, al momento era un argomento sul quale avrebbe davvero preferito stendere un velo pietoso. 

-“Eddai, Akane, smetti di fare la preziosa!”-borbottò Yuki con la bocca mezza piena mentre finiva di masticare il suo boccone. 

-“Non c’è niente di che, davvero…”-la diretta interessata si buttò sul suo cibo nella speranza che magari quelle due impiccione delle sue amiche l’avrebbero lasciata perdere. Speranze vane, ovviamente. 

-“Guarda che lo capiamo benissimo quando ci stai nascondendo qualcosa!”-

-“Per l’appunto! Non ci meritiamo questo trattamento, siamo due delle tue più care amiche! Voglio inoltre ricordarti che—”-. 

-“E VA BENE!”-sbottò Akane, almeno per zittirle un attimo. Aveva perso la pazienza-“Ho messo K.O. un maturando”-.

Kaori sgranò gli occhi e Yuki per poco non si strozzò con il cibo che le era andato di traverso.

-“Come accidenti hai fatto?!”-.

-“N-non è stato intenzionale!…”-Akane abbassò il capo balbettando. Non era davvero stata un’azione prevista o voluta, la sua, solo l’incidente più stupido e improbabile della storia.
Non le restava che raccontare mentre riviveva un flashback davvero indesiderato, se non altro per riscattarsi.

-“Beh, vedete…in pratica, l’incontro era finito e tutti stavano tornando a casa, allora io mi ero chinata per riprendere la cartella che mi era finita sotto il tavolo. Credevo di essere rimasta sola, ma non avevo notato che uno studente del terzo anno era rimasto per prendere le sue cose, allora quando mi sono girata e me ne sono accorta mi sono presa un colpo e nel panico gli ho accidentalmente tirato la cartella. Forte. Molto forte. Dritta in faccia.”-concluse nascondendosi la faccia tra le mani per la vergogna.

-“Akane, Dio mio…”-Kaori sospirò esasperata, battendosi una mano in fronte. 

-“E’ già un miracolo che la preside Kasei non ti abbia sospesa.”-

Akane si passò una mano tra i capelli, ridacchiando con fare imbarazzato. 

-“Beh, la possibilità c’era ma sono stata presa in buona fede per via della mia condotta e rendimento generale, ecco. E adesso che ho detto di male?”-si interruppe di colpo notando che le sue amiche la stavano guardando come se avessero dovuto saltarle addosso - non nel senso di un abbraccio irruento, di certo. 

Le guardò perplesse. Ci mancava poco che iniziassero a ringhiare. 

-“Hai una bella faccia tosta a vantarti della tua media con noi”-sibilò Yuki tra i denti, ancora inacidita per i risultati delle prime prove, mentre la guardava con occhi a fessura e sopracciglia inarcate. 

-“I-io non intendevo…”-

-“AKANEEE”-il terzetto si girò tra il confuso e l’inquietato verso la fonte di quel grido. 

Dal lato opposto del terrazzo sul quale si erano fermate per pranzare c’era un ragazzo dai capelli rossi insieme a una ragazza dall’aria stoica e fredda che lo osservava con il vago accenno di perplessità, come se fosse vagamente preoccupata per il modo in cui si atteggiava in pubblico, ma non le importasse francamente più di tanto. Giusto, gli stessi del comitato studentesco. Anche se nella fretta Akane non aveva esattamente afferrato i nomi praticamente di nessuno, era troppo nervosa per addirittura pensare di mettersi a memorizzare i nomi di persone con cui avrebbe dovuto parlare e confrontarsi spesso. Già, una mossa geniale da parte sua.

-“Li conosci questi?”-chiese Yuki con un sopracciglio alzato, come a chiederle chi diavolo frequentava quando non era gomito e camicia con lei e Kaori.

-“Ehm, più o meno…”-Akane si voltò dal lato opposto rispetto a Yuki, cercando di sorridere meglio che poteva ai due nuovi arrivati. Davvero, sarebbe stato meglio ricordarsi i loro nomi. Molto, molto meglio.

-“In che senso, scusa?”-

-“Beh, fanno parte anche loro del comitato studentesco”-Akane si voltò nuovamente verso le sue amiche, spiegando la situazione mentre le due la guardavano come se avesse appena detto che la terra era piatta. 

In tutto ciò non si accorse che i suoi nuovi conoscenti si erano avvicinati parecchio velocemente.

-“Ehi, Akane!”-salutò lui con un sorriso smisurato e agitando la mano con una velocità fin troppo frenetica.

-“Ciao.”-rafforzò l’altra, con il tono inalterato e privo di qualsivoglia emotività, lo sguardo serio e gli occhi talmente freddi che lanciarono un brivido gelido per la schiena di Akane.

-“Ehi…voi”-salutò con poca convinzione la ragazza, lasciando uno spazio fin troppo lungo e decisamente non intenzionale dove ci sarebbero dovuti essere i loro nomi, cosa che sperò non fosse troppo palese -“…Ci sono novità?”-.

-“Oh, nulla di che, passavamo a fare un saluto!”- continuò pieno di entusiasmo il rosso, per poi interrompersi di colpo -“Ieri mi sono accorto che siamo nella stessa classe, voi, io e Yayoi, che coincidenza, eh?”-.

Questa era bella. Come aveva fatto a non accorgersi che erano tutti nella stessa classe? Era vero che non parlava molto con altri al di fuori delle sue amiche, ma di certo non aveva un atteggiamento ostile e perlopiù aveva scambiato un paio di parole un po’ con tutti, come faceva a non ricordarselo?
Beh, se non altro ora sapeva che la ragazza dai capelli neri e la morte nello sguardo si chiamava Yayoi. Carino.
-“Ah, già…”-annuì appena, osservando con la coda dell’occhio la reazione di Yuki e Kaori, che apparivano confuse a dir poco, ma comunque annuivano sorridendo gentilmente.

Chissà se loro si erano accorte.

-“Oh, giusto!”-esclamò il ragazzo, ricordandosi tutt’un tratto di qualcosa che ancora non aveva detto -“Scusa, ma come hai fatto a stendere un osso duro come Kougami? Devi essere una tosta!”-.

Akane impallidì visibilmente e sentì un impulso urgente di prendere la rincorsa verso la ringhiera del terrazzo, lanciarsi di sotto e lasciarsi alle spalle la situazione. In fretta.
Un rimedio iper drammatico, ma finché accadeva nella sua immaginazione andava tutto bene, almeno lì era al sicuro da quella conversazione e poteva evitare di parlare di tutto quell’incidente.

Quel suo secondo anno era iniziato davvero con una piega alquanto imbarazzante, tra l’arrivare tardi alla riunione della sua prima attività extra scolastica, oltre alla prima (e sperava ultima) volta che aveva mai fatto perdere i sensi a qualcuno ed era stata chiamata con urgenza nell’ufficio della preside Kasei. Si pronunciava un anno tranquillo dalla prima settimana, insomma.

-“I-io… E’ stato un incidente!”-Akane si coprì la faccia con le mani, visibilmente schiacciata dai sensi di colpa. Non aveva ancora chiesto nulla sulla situazione dello studente del terzo anno che aveva stordito assurdamente, probabilmente avrebbe dovuto farlo a breve e possibilmente presentarsi da lui per chiedere scusa profusamente circa un miliardo di volte.

-“Ma non devi essere modesta! Guarda che non c’è niente di male in…”-.

-“Kagari, se dice che è un incidente probabilmente è così. Sei tu l’unico che sogna di stendere Kougami qui, ed è solo per vendicarti di tutte le volte che ti ha battuto in ogni singolo videogame esistente. E forse anche Ginoza, ma dettagli.”-proclamò senza battere ciglio Yayoi.

-“N-non è assolutamente vero!”-Kagari ribatté, incrociando le braccia al petto con fare offeso e voltando la testa dal lato opposto-“E’ risaputo che io sono un campione indiscusso”-.

-“I punteggi non dicono lo stesso”-.

-“Yayoi, di solito non sono violento, ma se tu non la smetti—”-.

La loro discussione fu interrotta da Akane, che era rimasta a guardare attonita insieme a Yuki e Kaori fino a che non si schiarì la voce rumorosamente. 

-“Uhm, una cosa… a proposito di Kougami, come sta?”-chiese un po’ titubante.

-“Aww, ma come è carino da parte tua preoccuparti per lui! In ogni caso non dovrebbe essere ridotto male, ieri è passato, o meglio è stato trascinato, all’ufficio dell’Infermiera Karanomori ed è stato portato a casa. Dovrebbe essere ancora lì, ma se vuoi passare a fare un saluto o chiedergli come sta posso lasciarti l’indirizzo!”-rispose prontamente Kagari.

-“Oh, okay…grazie”-annuì sorridente Akane.

-“Fossi in te preparerei delle scuse convincenti”- constatò Yayoi casualmente, facendo rabbrividire ulteriormente Akane. 

Maledizione. 

 

 

 

Salve signora Kougami, sono la ragazza che ha quasi ucciso suo figlio con una cartella. 

Davvero un’ottima prima impressione, davvero, sarebbe stata vista subito come la brava ragazza e studentessa che era, non di certo come una delinquente e una manesca. No, quando mai. 

Perché ovviamente Akane aveva in mente un modo decente per presentarsi alla porta di casa Kougami e non era certo completamente in panico, dato che non c’era un programma un incontro del comitato studentesco. Quel giorno aveva avuto la possibilità di andarsene prima e di conseguenza arrivare con un maggiore anticipo a destinazione.

Oh, come era fortunata. 

Non riusciva nemmeno a rallentare il passo, nervosa come era, nonostante il fatto che probabilmente sarebbe stata una cosa abbastanza utile per farle guadagnare tempo.
Ormai era evidente che adorava auto sabotarsi, inconsciamente o meno. 

Non sapeva nemmeno come accidenti scusarsi, che diamine.
Qualunque cosa le venisse in mente in quel momento suonava oltremodo idiota, non aveva nulla su cui lavorare.
Accidenti, avrebbe dovuto portarsi dietro uno di quei cestini doni pieni di cibo, di quelli che si regalano solitamente o per guadagnarsi le grazie di qualcuno o per quando non si ha particolarmente voglia di impegnarsi perché le compere di Natale stressano troppo chiunque. 

Tra tutti i suoi bellissimi e mirabolanti viaggi mentali Akane si accorse di essere arrivata sul porticato della famigerata casa dove sarebbe stata definitivamente seppellita sotto una valanga di imbarazzo e senso di colpa, che meraviglia.
Con la mano tremante dall’ansia la ragazza suonò al campanello, pregando che per qualche assurdo motivo non si fosse sentito o nessuno fosse in casa. 

Magari era un appartamento abbandonato e lei aveva sbagliato strada. Magari.
Purtroppo la fortuna non era dalla sua parte.

La porta si aprì di scatto, rivelando una donna di mezza età e i capelli neri folti e indomati che la scrutava con espressione confusa, riconoscendo la sua uniforme ma non lei.

-“Sì?”-

-“Ehm… buon pomeriggio. Mi dispiace disturbarla, sono una compagna di scuola di suo figlio, anche io sono nel comitato studentesco, ero venuta a…controllare come stava, sì, ecco”-. 

La donna la guardò per un attimo ancora poco convinta, ma poi le rivolse un sorriso sereno, facendole cenno di entrare.

-“Fai pure. Adesso è in camera sua, è l’ultima porta sul fondo del corridoio di sopra”-. 

-“L-la ringrazio”-

Con un cenno rispettoso del capo e un sorriso in direzione della donna Akane si congedò, salendo le scale che portavano al piano di sopra della casa con la sensazione di sconforto che probabilmente si provava quando si veniva sentenziati a morte.
Ogni passo pesava una tonnellata, la tentazione di correre si faceva forte, ma di sicuro la signora Kougami non l’avrebbe presa bene vedendola scattare alla velocità della luce attraverso il soggiorno verso mete ignote. 

Una volta arrivata davanti alla stanza prese un respiro profondo e bussò, ritraendo immediatamente la mano come se avesse appena toccato qualcosa di incandescente. 

Dall’interno della camera sentì un invito ad entrare, allora girando il pomello esitante, entrò di fretta. 

Kougami era seduto sul letto vestito semplicemente con un libro in mano, che poggiò nel vederla entrare. In effetti, con una rapida occhiata si poteva notare che in quella camera la libreria era letteralmente strapiena di volumi stipati l’uno con l’altro, lo spazio su di essa nemmeno bastava perché ce ne erano molti altri sparsi in giro. 

Il ragazzo nemmeno ebbe tempo di fare domande, che Akane si affrettò a chinare leggermente il capo. 

-“S-sono immensamente dispiaciuta!”-disse forse con troppa veemenza, continuando imperterrita-“Non era mia intenzione farti mandare in infermeria, davvero. Non vorrei nemmeno disturbare adesso.”- 

Ci fu una pausa di silenzio che sembrò durare in eterno, perché come in ogni scena che si rispetti quando la protagonista è in ansia il tempo si allunga.

-“E’ raro vedere qualcuno con una media e una condotta come le tue scusarsi con qualcuno come me”- constatò normalmente Kougami, alche Akane inorridì. 

Era vero che nell’Istituto Sybil la disciplina e l’apprendimento erano dei fattori importanti, dopotutto una nota disciplinare o un brutto voto ti costringevano seriamente a studiare e guadagnare crediti per rimediare, oltre a far in modo che metà degli insegnanti ti guardasse storto, per non parlare di sospensioni e bocciature, meglio ancora non aprire l’argomento espulsioni.

Tuttavia non era a conoscenza del fatto che certi studenti venissero considerati inferiori rispetto a chi come lei era completamente e assolutamente pulita, voleva dire che aveva vissuto un anno buono nell’ignoranza. 

Si schiarì le voce, cercando di non divagare troppo. 

-“Devi essere arrabbiato con me…”-mormorò piano, passandosi una mano tra i capelli e tenendo la testa china.

-“Perchè dovrei? Non l’hai fatto apposta ed è stato un incidente da poco.”-liquidò tutto con un gesto noncurante della mano, indicando con un sorriso - talmente minuscolo che Akane pensò di esserselo immaginato - la sua fronte, sul quale era presente un bernoccolo vagamente violaceo -“A parte per questo, sto bene.”

-“Ma io…avrei dovuto fare più attenzione”-

-“Non c’è nulla di cui preoccuparti, Tsunemori. Non hai cattive intenzioni. Inoltre, ora che sei entrata a fare parte del comitato studentesco, c’è una possibilità che magari potrò tornare a prendere parte alle discussioni e ripulire la mia pagella, invece di annuire e prendere ordini come un cane”-.

Per qualche assurdo motivo Akane sentì delle lacrime pizzicare ai lati dei suoi occhi, ma le ricacciò indietro in silenzio e disse solo una cosa.

-“…Grazie!”-. 

 

 

-“Quindi, Tsunemori, è stato solo un’incidente e la preside è d’accordo con te, è corretto?”-domandò Ginoza, alzando la testa da un mucchio di appunti e mappe concettuali, dopo la fine  dell’incontro del consiglio. La scrutò con un’occhiata accusatoria dietro agli occhiali, quasi a volerla spingere ad ammettere qualcosa che non era vero. Dopotutto, le era stato chiesto dal presidente di restare e discutere dell’incidente di due giorni prima per un motivo.

-“Esattamente.”-

-“Quindi questa è la tua risposta finale?”-chiese ancora il maturando, non ancora convinto dall’intera storia che in effetti dall’esterno sembrava inventata su due piedi. 

Akane annuì vigorosamente e Ginoza sospirò esasperato, riordinando le scartoffie nelle sue mani e schiarendosi la voce.

-“Kougami, cos’hai da dire a riguardo?”-

Ci fu un’attimo di silenzio impiegato per voltarsi a moviola dal diretto interessato.

-“Tsunemori non ha fatto nulla di sbagliato”-disse senza scomporsi, per poi prendere la sua cartella e avviarsi fuori senza una parola.

Ginoza sbuffo, aggiustandosi gli occhiali sul naso, mentre Akane festeggiava in silenzio. 

-“Con permesso”-fece il suo sorriso più cordiale, prima di prendere le sue cose e uscire dall’aula.

Angolo dell'autrice

Dopo circa una settimana di lotta interiore e tribolazioni da fare invidia a buona parte delle eroine delle soap, sono finalmente riuscita ad aggiornare!
Per la gioia del popolo. Okay, no.
Dato che è un'idea delineata in tempi abbastanza recenti, ho deciso di fare in modo che ogni capitolo segua (a modo mio, logicamente) gli avvenimenti degli episodi, di conseguenza ne avrà anche i titoli. Un po' diversi, certo, ma non si può avere tutto quello che si vuole, no? 
In ogni caso la storia dovrebbe essere di ventidue capitoli salvo cambiamenti vari durante la stesura. Chiamiamola così, fa figo.
Voglio inoltre come sempre ringraziare la mia beta MiakaHongo che sopporta stalkerismi a orari improbabili da parte della sottoscritta e si prende il disturbo di guardare le cavolate che scrivo prima di tutti (che privilegio ragazzi). 
Come sempre, una recensione è ben accetta, mi aiuterebbe molto sapere che ne pensate.
Al prossimo capitolo, 

Hayls

  
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