Rosso, per molti il rosso è il colore dell'aggressività, della passione, della fiducia in se stessi ma per me il rosso è il colore della mia sciarpa rossa. La mia amatissima sciarpa rossa che ho al collo. Non c'è giorno, non c'è occasione in cui non metta questa sciarpa. Ogni volta che sono agitata, frustata o non riesco ad avere un briciolo di speranza ripenso a questa sciarpa. Me la regalò Eren quando mi incontrò per la prima volta e da quel momento fu mia, per sempre. La luce filtrava dalla finestra dove riposava Eren. La faccia era contorta in una brutta espressione piena di dolore. La testa fasciata, qualche grave ferita e ferite più superficiali sparse per il corpo. -Mikasa. La sua voce mi fece sobbalzare, ero totalmente persa nei miei pensieri da non accorgermi che si era svegliato. Mi alzai dalla sedia e mi diressi verso il letto dove era disteso il corpo di Eren. Sembrava tanto fragile eppure nascondeva in se una potenza straordinaria, fuori dal comune. Una potenza che nessun altro essere umano poteva comparare. -È tutta colpa mia Eren, se solo fossi stata più attenta. Mi rimproverai mentre stringevo la sua mano. Era solo colpa mia se Eren era in quelle assurde condizioni. Un piccolo sorriso si fese spazio sul suo volto. -Grazie Mikasa, ci sei sempre per me. Mi disse. Quelle parole mi fecero arrossire. Eren sapeva sempre come tirarmi su di morale. C'era e sempre ci sarà un segreto che tenevo in me con gelosia. Anche se io e lui eravamo cresciuti insieme come due fratelli, segretamente provavo dei forti sentimenti per Eren. Non so quando iniziò a succedermi, all'inizio mi sentivo spinta dal desiderio di ripagarlo per quello che aveva fatto per me, ma poi i miei sentimenti iniziarono a mutare. La luce riscaldava piacevolmente il pallido viso del ragazzo. I suoi occhi verde smeraldo erano fissi su di me quasi a voler parlare. Si alzò di scatto sedendosi sul letto. -Eren cosa fai, non devi sforzarti e devi riacquistare le forze. Esclamai preoccupata ma come al solito non mi ascoltò per niente. Mi fece sedere accanto a lui e iniziò a parlare. -Io volevo ringraziarti per tutto, ti devo la vita. Disse mentre mi guardava con una faccia fin troppo seria. -Ti prometto che mi impegnerò per sterminare tutti i giganti così da rendere la terra un posto più sicuro per il genere umano e per noi due. Te lo prometto Mikasa. Mi strinse forte la mano e con quella stretta mi fece sentire al sicuro. Eren era ed è ancora la mia famiglia, mi offrì un riparo quando ero sola nella tempesta, mi sostenne quando stavo per cadere. Eren era ed è ancora troppo distratto e non comprese mai i miei sentimenti. Nemmeno quella volta in cui la luce filtrava dalla finestra illuminando la stanza e lui appoggiò la sua testa sulla mia spalla e ci addormentammo lentamente cullandoci con il dolce suono di un piccolo uccellino che cinguettava. Eren era ed è ancora troppo distante per me, ma nel mio cuore non me ne feci mai una ragione.