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Autore: Kilar_BlueMoon    04/07/2016    1 recensioni
Instagram: @aetarnalumen
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❝Eevee Armor, arrogante, orgogliosa e sicura di se, tende sempre ad avere la meglio rispetto agli altri, ma questo fino a quando non farà la conoscenza di colui che la farà cambiare.
Colui che le terrà testa.
Colui che sfiderà l'impossibile.
Colui che viene da un mondo parallelo.
Colui che nasconde un grande segreto.
Riuscirà Eevee a scoprire quale verità nasconde?❞
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Genere: Romantico, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Eevee
Note: AU | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Anime, Manga
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CAPITOLO 4
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[Rio]
 
Pochi mesi prima
Il sole era oramai tramontato.
Un’altra straziante giornata era quasi giunta al termine.
Mi sarebbe piaciuto guardare il tramonto sulla spiaggia un giorno, ma sapevo che non ci sarei mai riuscita. E questo mi faceva male.
Col cuore che giorno per giorno si rattristava, mi sciolsi i capelli e decisi di andare a farmi una doccia prima di “cenare”.
Ci voleva proprio.
Acqua calda.
Quello era l’unico momento che mi rilassava, come a chiunque altro del resto. Non ero consapevole di cosa mi sarebbe successo più tardi.
La mia calma divenne panico non appena sentì bussare violentemente alla porta. Era tornato dalla sua passeggiata.
Chiusi l’acqua, mi tamponai i capelli con l’asciugamano e corsi ad aprire la porta.
Il suo sguardo era inquietante come suo solito.
-Ce ne hai messo di tempo!- urlò sbattendo la porta e poggiando le chiavi sulla mensola, si, l’aveva fatto apposta.
Poteva aprire lui la porta ma sapeva che stavo facendo qualcosa che mi piaceva, perciò ovviamente aveva rovinato quel momento.
Si girò verso di me.
Mi squadrò.
Io arrossì.
Mi metteva in imbarazzo il fatto che lui guardasse i miei capelli, neanche il tempo di asciugarli del tutto.
Farenight non disse più niente e andò a mangiare.
Mi passò del tutto la fame, tornai ad asciugarmi i capelli.
Guardando allo specchio vedevo i miei occhi sofferenti. Desideravano soltanto qualcuno che potesse salvarmi.
Desideravo cambiare. Desideravo degli amici. Desideravo sorridere. Desideravo non dover più fingere di essere un maschio.
Desideravo vivere.
Ogni volta che facevo questi pensieri mi veniva da piangere.
Ma neanche potevo permettermelo.
Farenight non lo accettava. Mi avrebbe tirato uno schiaffo e mi avrebbe urlato contro. E non c’è cosa più brutta di vederlo arrabbiato.
Mi strofinai gli occhi e uscì dal bagno.
 
Erano le 21.30.
Cercavo di addormentarmi. Non ci riuscivo. Mi rigiravo di continuo nel letto. Volevo piangere, ma quando penso che lui non mi scoprirà, magicamente appare dal nulla. Sono terrorizzata da mio fratello.
Strinsi il lenzuolo tra le zampe.
Tremai fin troppo.
 
I suoi passi. Chiusi gli occhi nel tentativo folle di convincerlo che stavo dormendo.
Non appena aprì la porta sprofondai nel finto sonno.
Farenight andò alla finestra.
Lo sentì sospirare dalla stanchezza. Pensai davvero che quella sera sarebbe finita più o meno bene.
Le ultime parole famose. 
-Smettila e apri quei dannati occhi, mi hai preso per cretino?!-
Mi crollò il mondo addosso.
No, quello non sarebbe dovuto succedere.
Lo sentì avvicinarsi sempre di più, fino a sedersi sul mio letto.
Mi alzai a sedere, a testa bassa. Non riuscivo a guardarlo negli occhi.
Panico.
-Smettila di mentirmi.-
-Non ti stavo mentendo! Volevo davvero dormire…-
Al suo ringhiare chiusi la bocca e mi sdraiai di nuovo.
Credo lui l’abbia presa come una provocazione.
Pochi secondi dopo si mise sopra di me.
Il suo muso era pochi centimetri distante dal mio. Non si notava il mio rossore, cioè, era quello che credevo io, in realtà ero un peperone.
Meno male che era buio.
Lo sentivo respirare profondamente.
-S…Spostati ti prego…- supplicai tremante.
Mi faceva seriamente paura.
I suoi occhi verdi erano così belli. Non li avevo mai visti così. Nell’oscurità vidi appunto solo quelli.
-Non ho intenzione di spostarmi. Tu fai quello che dico io.-
E siamo al punto di prima.
Mi illusi in suo possibile abbraccio. Era minaccioso.
Ripresi a tremare, non avevo idea di cosa gli stesse passando per la testa, ma, qualsiasi cosa fosse, non era per niente qualcosa di buono.
Il mio cuore.
Il mio cuore a pezzi.
Deglutì.
Iniziai ad agitarmi e a muovermi, aveva capito che ero impaurita.
Ci mise poco ad immobilizzarmi.
-Non muoverti. Non ti farò male. Non c’è nulla di cui preoccuparsi.-
In quel momento realizzai.
Dovevo preoccuparmi?! Se non l’avesse detto molto probabilmente mi sarei “calmata” in un modo o nell’altro.
-Sei scorretto…! Non puoi…-.
Niente da fare. Non riuscivo a dire una frase di senso compiuto.
Balbettavo.
Lui invece era fin troppo calmo.
In un disperato tentativo di spostarmi e scappare via, il suo muso si avvicinò fin troppo al mio, finendo nel baciandomi.
Il primo bacio lo diedi a lui.
A Farenight.
A mio Fratello.
Mi staccai subito, non potevo fare una cosa simile! Avrei baciato solamente qualcuno che avrei amato in futuro!
-Allontanati da me!!-
-No. Stai zitta.-
Non riuscivo a tenergli testa.
Non ero abbastanza forte.
Ero troppo debole.
Riprese a baciarmi.
Capì che non sarei uscita dalla sua gabbia fino a quando non si sarebbe stancato.
Mi arresi.
Feci un respiro profondo, e anche lui aveva capito cosa volesse dire.
Un semaforo verde insomma.
Ma quanto sono stata stupida.
Quella notte fu un incubo reale. Solo in quell’occasione mi permise di piangere e di urlare addolorata.
Ricordo quando mi chiedeva di urlare più forte.
Fu la cosa più imbarazzante della mia vita. Non credo di essermi sentita più umiliata di così.
La cosa più ripugnante era il fatto che mi faceva male sul serio se non facevo ciò che mi chiedeva.
Distrutta dentro.
Adesso pure con la coscienza sporca di aver fatto qualcosa di vietato.
Qualcosa di troppo sporco.
Farenight, il mio caro fratello, aveva preso qualcosa che non meritava, anche se era colpa mia.
Se avessi provato a chiedere aiuto a qualcuno, chiamando polizia o altro… Mi avrebbe fatto di peggio.
Quale tremendo errore.
Non avevo più dignità.
 
Per fortuna arrivò comunque il momento neanche Farenight riuscì a reggere la stanchezza.
Finì nel baciarmi il collo, nei punti dove mi aveva lasciato quei magici morsi.
Quella sensazione non fu affatto male son sincera.
Ma rimasero le mie lacrime. Non riuscivo a smettere di piangere. Mi sentivo del tutto a disagio.
-Tu sei mia, devi accettarlo…- disse con affanno.
-Far…- singhiozzai.
 
Scese dal letto e andò in camera sua.
Neanche mi chiese come mi sentivo, cosa potevo aspettarmi da lui… Non sarebbe mai cambiato.
Anzi, sarebbe peggiorato.
Crescendo ero sicura che mi avrebbe fatto di peggio, avrebbe ancora più abusato di me.
Mi avrebbe umiliata ancora di più.
La cosa che mi faceva male era il solo pensare che era mio Fratello.
Un qualcuno che dovrebbe volere solo il mio bene.
Perché a me.
Rimasi in lacrime per tutta la notte.
 
   
 
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