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Autore: _amoremio99    04/07/2016    1 recensioni
-Peter è tutto a posto, tranquillo. - Lo rassicurò, poggiandogli una mano sul braccio e cercando di mostrarsi serena e disinvolta come lo era prima.
-No Claire, non lo è, maledizione. Non ti rendi conto che ho appena commesso una cazzata, che ti ho coinvolta in qualcosa di sbagliato che non meriti, che quello che ho fatto è un errore gravissimo che non doveva succedere?
[...]
-Lascia che sia ancora il tuo eroe, lascia che ti salvi da me stesso e dall'amore insano che sento per te.
-Non ci riusciresti, non potresti, perché prima di essere un eroe sei innanzitutto un essere umano e amare è un sentimento umano, non malato.
-E' umano anche amare la propria nipote?
-Amami e basta.
Almeno per una notte Peter avrebbe amato Claire senza sentirsi in colpa, senza farsi troppi problemi. L'avrebbe amata e basta.
Genere: Drammatico, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Claire Bennet, Peter Petrelli
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Incest
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Amami e basta

Erano nell'appartamento che Peter aveva affittato appositamente per accompagnare Claire a far visita ai suoi in Texas; quando accade l'inevitabile. 
Dopo aver cenato allegramente, come due vecchi amici che si divertono nel vedere l'altro soffocare dalle risate ed impedirgli di mangiare per poter fare comodamente il bis, decisero di sforzarsi a rimanere seri mentre lavavano e asciugavano i piatti. O meglio, Peter aveva stabilito di comportarsi così, non Claire. La bionda, infatti, approfittò di un attimo di distrazione dell'infermiere per schizzargli un po' di schiuma. Inizialmente l'uomo assunse l'espressione di un pesce lesso non appena si fu accorto di questo colpo basso che certamente non si aspettava. O forse avrebbe dovuto, dato e considerato che quella ragazzina non riusciva a stare un attimo ferma. Comunque, questa rise della sua faccia e non aspettò nemmeno che lui reagisse, continuando divertita a schizzarlo. 
-Eh no, adesso meriti davvero una lezione. - Disse lui, nonostante dal tono di voce si capisse chiaramente che stava scherzando. Non poteva lasciarsi però farsi trattare così da un'adolescente, era ingenuo ma non così tanto.
A sua volta si limitò a fare lo stesso gioco di Claire, bagnandole i vestiti con l'acqua fredda che avevano usato per i piatti e sorridendo a sua volta quando la vide lanciare degli urletti isterici, coprirsi con le mani e indietreggiare. Dato che la tecnica di Peter le aveva impedito di difendersi, lui se ne servì per attirarla a sè, impedendole di divincolarsi per scappare, immerse una mano nella schiuma e le sporcò la fronte e il naso mentre lei muoveva la testa velocemente per impedirglielo. I suoi tentativi falliti di fuggire l'avevano spinta inevitabilmente con la schiena contro il lavello. 
-Ti arrendi? - Le chiese ghignando soddisfatto, anche se la sua espressione non era per nulla sadica. Per Claire rimaneva sempre l'uomo più buono e generoso che avesse mai conosciuto, incapace anche solo di sorridere di fronte alle ingiustizie degli altri e terribilmente onesto, sognatore e... bellissimo. Specialmente se visto da così vicino come lo era lei ora. 
A dir la verità, i loro visi si erano avvicinati un tantino di troppo. Sarebbe stato meglio allontanarsi, zio e nipote in genere non avrebbero dovuto avere un rapporto così intimo. Eppure loro non dimostravano affatto di esserlo. Sembravano più due adolescenti legati da un sentimento più profondo di una semplice amicizia, sembravano più uniti e in sintonia di quanto non avrebbero dovuto essere. Forse non ci sarebbe nulla di male in questo, se solo Peter quella sera non avesse avuto la brillante e folle idea di annullare la distanza tra lui e Claire, pogiando le sue labbra grandi e calde su quelle morbide e rosee della cheerleader. Quest'ultima in un primo momento imitò l'espressione stupita che aveva assunto lui prima, chiudendo subito dopo gli occhi annebbiata dal piacere di quel contatto, sentendo un calore insopportabile invaderle il corpo da cima a fondo e un brivido percorrerle veloce come una saetta la schiena, sussultando di poco. Nonostante fosse sbagliato, era bello sentire le loro labbra giocare, le loro lingue sfiorarsi prima delicatamente, poi più dolcemente, fino a trasformare quel bacio nel più passionale e ardente che Claire avesse mai dato a qualcuno. E nonostante fosse un'errore, a Peter piacque molto il modo con cui lei aveva schiuso le labbra permettendo alla sua lingua di accedere liberamente e senza indugi nella sua bocca, riuscendo a sentire il suo sapore dolce che gli stava facendo perdere la testa. 
Purtroppo un briciolo di razionalità nella mente di Peter interruppe quel profondo e sensuale momento, allontanandosi immediatamente da lei come se all'improvviso si fosse scottato. Claire ci mise qualche secondo per riprendersi, ancora scossa da quel bacio in cui mentalmente si sentiva tuttora coinvolta; mettendo a fuoco l'immagine di lui che disperato si infilava le mani fra i capelli, andando avanti e indietro come una persona decisamente poco stabile psicologicamente e ripetendo in continuazione: -Cristo Santo, scusami, scusami, scusami. 
Ormai quella cantilena detta nello stesso modo di chi si sente tremendamente in colpa per qualcosa e dispiaciuto di quanto appena commesso, aveva stufato Claire, che lo costrinse a fermarsi e a guardarla negli occhi. 
-Peter è tutto a posto, tranquillo. - Lo rassicurò, poggiandogli una mano sul braccio e cercando di mostrarsi serena e disinvolta come lo era prima.
-No Claire, non lo è, maledizione. Non ti rendi conto che ho appena commesso una cazzata, che ti ho coinvolta in qualcosa di sbagliato che non meriti, che quello che ho fatto è un errore gravissimo che non doveva succedere?
-Ti prego, non... non dire così. 
-Giuro, non so cosa mi sia preso, ma cercherò di non farlo capitare più, hai la mia parola Claire. 
La bionda scosse il capo debolmente, un groppo alla gola che le impediva di respirare, gli occhi lucidi che cercavano di trattenere le lacrime e i singhiozzi per evitare di piangere come una povera scema di fronte a Peter. Non gli avrebbe di certo dato quello spettacolo, o meglio ci avrebbe provato per evitare che lui si sentisse ancora di più in colpa. Sapeva che quel bacio era piaciuto anche a lui, ma l'istinto di fare la cosa giusta e la convinzione che quel sentimento che provava doveva essere soppresso perchè insano e doloroso gli impedivano di capire che lottare contro i propri sentimenti era una battaglia persa già in partenza e che lei provava esattamente lo stesso, fin dall'inizio. 
Gli si avvicinò, stringendogli la mano. -Sono io che prego te di non farmi queste promesse. Non è sbagliato quello che hai fatto, era quello che avevamo sempre desiderato ma che la parentela ci impedisce di fare.
-E' questo il problema: il nostro legame di sangue. Non possiamo. Accidenti Claire, non cominciare a dire stupidaggini.
-Non sono stupidaggini!
-Non è quello che desideri anche tu.
-Sì invece!
-E invece ti sbagli, meriti di meglio! Credimi se ti dico che non ne vale la pena, non si può, è un peccato, una vergogna, mettitelo in testa! 
E quelle parole, dette con angoscia e amarezza ma allo stesso tempo urlatole contro, furono la goccia che fecero traboccare il vaso: Claire non riuscì a resistere oltre, scoppiando decisamente e fuggendo via dalla cucina, da lui, affinché non potesse vedere come l'aveva conciata mentre un acuto, frastornante e opprimente dolore si faceva largo nel suo petto, a sinistra, colpendo l'amico pompatore di sangue. E questa volta non servì a nulla la rigenerazione, quel genere di ferite non si potevano curare con i super poteri, nè tanto meno potevi riunire i pezzi rotti con la colla come faceva lei da bambina con suo padre quando per sbaglio rompeva i vasi in ceramica di sua madre, nè con lo scotch che arrotolava sempre attorno alle cuffie quando Lyla gliele rompeva e sicuramente non per sbaglio. 
Peter fece un profondo respiro per calmarsi, ma non servì a nulla: l'aveva fatta decisamente grossa. Si era reso conto troppo tardi di cosa i sensi di colpa e la frustrazione di aver sbagliato gli avessero fatto dire, anzi urlare ma senza volerlo davvero. Anche se era vero, non poteva di certo negare a se stesso che in cuor suo quel bacio lo desiderava da tanto quanto confessare a Claire quello che sente per lei, ma non era certo così che l'avrebbe aiutata a vivere una vita più sicura e tranquilla. Non bastavano i pericoli che affrontavano ogni giorno, i nemici, le battaglie, questi poteri che non avevano chiesto e il mondo in cui erano stati coinvolti senza poterlo decidere; ora doveva pure farle vivere un'insana e tormentata relazione insieme a lui? Non se ne parlava proprio di cacciarla in un altro casino decisamente più grande di tutti gli altri, nè tanto meno avrebbe permesso che il suo buon nome nella famiglia venisse disonorato in questo modo e odiata dal padre e dalla nonna a causa sua. Peter avrebbe preferito morire piuttosto, anche se il pensiero di non stare con Claire, di non poterla baciare, toccare, accarezzare e di vederla un giorno insieme ad un altro che sicuramente la merita più di lui e con il quale sarà decisamente più felice, lo stava uccidendo dentro e questa tortura non lo avrebbe lasciato andare tanto facilmente.
Riprese a lavare e ad asciugare i piatti come prima, convincendosi mentalmente che lasciarla andare fosse la cosa più giusta da fare. Non voleva che soffrisse, ma quella delusione che lui le aveva causato quella sera prima o poi sarebbe passata. O almeno lo sperava ardentemente. Si chiese come sarebbero andate le cose se l'idea di baciarla non gli fosse mai passata per la mente. Magari a quest'ora starebbe ancora scherzando allegramente insieme a lei come se nulla fosse, sperando che il tempo e i bei momenti insieme non passassero mai, che non arrivasse mai l'ora di riportarla a casa, a New York, dove Nathan ed Angela aspettavano con ansia il loro ritorno. 
Una volta finito si recò da lei, sperando che si fosse addormentata e ritrovandosela nella sua stanza, distesa su fianco, di spalle alla porta. Gli si avvicinò cauto, convinto che stesse dormendo, ma non appena le fu abbastanza vicino per osservarla dormire, lei aprì gli occhi e Peter ci restò male nel vederli arrossati a causa del pianto. Anzi, a causa sua. 
Non disse comunque nulla, si piegò semplicemente per accarezzarle i capelli e riconciliarle il sonno, fin quando lei non prese parola: -Peter... sii sincero: hai chiamato "peccato" quello che potrebbe esserci tra di noi perché ti disgusta anche solo pensare me e te insieme o perché vuoi convincerci che lo sia? - Aveva posto quella domanda in un sussurro veloce, la voce era ancora un po' brucata dal pianto.
-Io non voglio coinvolgerti in un abominio, non meriti una vita incasinata insieme a me ma qualcuno che possa amarti alla luce del sole, senza che gli altri giudichino il suo amore come una malata perversione. Mi sembra di avertelo già detto prima.
-Sì, l'hai detto. - Claire abbassò lo sguardo. Dannazione, non poteva piangere di nuovo. Da quando era diventata una mammoletta? Aspettò qualche istante prima di prendere coraggio, guardarlo negli occhi e formulargli quella domanda, così avrebbe potuto piangere dopo: -Peter tu mi ami? 
L'infermiere la guardò intensamente, poi rispose con un sincero e dettato dal cuore: -Sì, ti amo.
La cheerleader potè sorridere mentre una lacrima le scivolava giù per una guancia. -Ti amo anch'io. Dal momento in cui mi hai salvato la vita, dal momento in cui ti dissi che sei il mio eroe. 
Le asciugò la lacrime solitaria come quella volta quando le disse che anche lui con lei si sentiva parte di un qualcosa di buono. -Lascia che sia ancora il tuo eroe, lascia che ti salvi da me stesso e dall'amore insano che sento per te.
-Non ci riusciresti, non potresti, perché prima di essere un eroe sei innanzitutto un essere umano e amare è un sentimento umano, non malato. 
-E' umano anche amare la propria nipote? 
Lui si era avvicinato di poco. 
-Amami e basta. 
Anche lei si era avvicinata in quel momento e quella dolce supplica sussurrata così vicino al suo viso non potè non unirli ancora di più. Si baciarono ancora una volta. Peter si stese lentamente su di lei e Claire lasciò che lui le fosse sopra per accarezzargli una guancia, mentre lui aveva immerso una mano nei suoi boccoli d'oro e aveva appoggiato l'altra sul suo fianco soffice. Capirono che quel bacio oltre ad essere passionale e ardente, era anche pieno di desiderio, tristezza e disperazione. Non sopportavano l'idea di separarsi e di non potersi più baciare, perciò ne approfittarono quella sera in cui nessuno poteva vederli, immersi in un mondo diverso dalla realtà di tutti i giorni. Un mondo che non era il loro, dove non c'era nessuno da salvare o proteggere, dove nessuno attendeva il loro ritorno a casa nè tanto meno giudicava vergognoso il loro amore sincero, un mondo in cui non esistevano legami di sangue fra di loro ma che allo stesso tempo non gli apparteneva ma nella quale preferirono immergervi lo stesso. Almeno anche solo per una notte, il momento in cui Peter avrebbe amato Claire senza farsi troppi problemi. L'avrebbe amata e basta. 

 

Angolo autrice:
Bene, dopo tre ore passate ininterrottamente a scrivere ieri sera sono riuscita a concludere questa malinconica one-shot. Ho seguito poco Heroes, ma se c'è una cosa che mi è sempre piaciuta di questa serie sono loro due. Mi sono sentita male scoprendo che erano parenti e ho pensato che in fondo ci fossero rimasti male pure loro, visto quanto avessero legato e considerando che insieme sarebbero stati benissimo (io continuo ancora a vederli come una coppia, me ne frego della parentela u.u). Ma poi metti che Peter deve sempre fare la cosa giusta e ha la mania del "io ti salverò o ti proteggerò" (specialmente se si tratta di Claire), ho scritto questa sdolcinata tristezza più deprimente delle soap opere strappalacrime. Se non vi piace o se la trovate, non so, troppo triste, troppo lunga, troppo inverosimile, ci sono troppe seghe mentali di Peter, errori o altro, vi prego di farmelo notare e di perdonarmi (avendola scritta di sera è probabile che il sonno non mi abbia aiutata a concentrarmi). E' la prima fanfic che scrivo su di loro, perciò mi auguro di migliorare con il tempo così magari da poterne scrivere altre.
Ora scappo, magari a recuperare il sonno perduto. Un bacio e a presto,
_amoremio99  

     

   
 
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