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Autore: Aletorre22    04/07/2016    0 recensioni
Marta, dopo vari anni, ritorna nel suo vecchio liceo, ma stavolta si troverà nelle vesti di un'insegnante di inglese alle prime armi e con tanta voglia di imparare. Non le mancheranno i rapporti confidenziali con qualche alunno, le amicizie tra professori e gli amori.
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Avevo iniziato a scriverla l'anno scorso e poi ho interrotto. Ma adesso sono tornata carica di nuove idee.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
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~~L'aula professori era molto affollata, tra chi scriveva al computer portatile, chi invece preferiva prendere appunti cartacei, chi faceva uno spuntino e chi riuniti in gruppetti discuteva.
 Secondo quanto mi aveva raccontato al bar Elena Saffi di spagnolo, avevo già inquadrato 3-4 colleghi.
In fondo all'ampia stanza c'erano una donna e un uomo intenti a litigare. Lei portava dei capelli castani sollevati con una pinza, era alta e snella con un nasino alla francese e un grosso neo vicino. La sua voce squillante aggrediva un uomo girato di spalle con i capelli ormai grigi, che rispondeva, invece, in modo molto pacato con un accento del Nord. Portavano le fedi, dovevano essere sicuramente Flavia Costa, prof di matematica, e Lorenzo Lentini, prof di italiano. Entrambi quarantenni, erano due tipi agli antipodi come caratteri, lei sembrava la vispa teresa e lui un bradipo  tranquillo, ma come si sa gli opposti si attraggono e così anche nel loro caso. Me li aveva descritti usando proprio queste parole e vedendoli confermai tutto.
Dall'altra parte, invece, estraniato dal resto del mondo, con una penna in mano e la testa fra le nuvole, c'era un uomo giovane con una massa di capelli neri ricci, se non sbaglio doveva chiamarsi Matteo Vitale, anche se di vitale non aveva proprio niente. Sul suo conto non si sapeva molto, era un tipo taciturno e questo era il secondo anno che insegnava latino e greco. Alzò gli occhi dal quaderno su cui scriveva e i nostri sguardi si incrociarono per un secondo, ma poi si chinò nuovamente a scrivere. Non era un tipo niente male da quello che avevo potuto notare quando mi aveva guardata. Aveva un fascino tutto suo, misterioso, dallo sguardo profondo. Avrei avuto sicuramente altro tempo per studiarlo meglio.
La mia attenzione si diresse poi verso una cerchia ristretta di gente tutte attorno al professore di religione, dedussi subito che era lui da come era vestito. Mi era stato descritto un po' come il padre di tutti che dispensava consigli a chiunque ne avesse bisogno sia adulti che soprattutto giovani. I ragazzi si fidavano cecamente di Alberto; si faceva chiamare solo per nome anche da loro. Peccato che questo era il suo ultimo anno e che poi sarebbe andato in pensione. Tra le altre persone riconobbi anche il prof di scienze Giacomo Conti, che avevo conosciuto prima, mentre rideva e scherzava con un uomo non identificato, ma quando ci vide si irrigidì. Elena mi aveva accennato solamente quanto fosse diventato scorbutico con gli studenti e alcuni insegnanti, da quando era stato lasciato dalla moglie almeno 6 anni fa; con altri invece non lo era, ma di certo lei non rientrava tra questi, si comportava in maniera molto strana, non le parlava e la salutava a tratti. Pensava di stargli antipatica e non ne sapeva il motivo, ma non aveva mai approfondito l'argomento, perché l'unica persona che le interessava veramente era il bel prof di educazione fisica. Non mi aveva confidato di questa sua cotta perché in fin dei conti ci conoscevamo da solo due ore, ma lo immaginavo da come me ne aveva parlato, l'aveva descritto in ogni minimo particolare, sottolineando più volte il fatto che fosse single e il modo in cui tutte le alunne lo mangiavano con gli occhi. Era il più giovane della scuola, 34 anni, anche se ora ero subentrata io con i miei 30 e quindi aveva perso la carica diventando il secondo più giovane; lei invece era più grande, ne aveva 42.
Guardandomi attorno non ero riuscita a trovare nessuno che corrispondesse alla sua descrizione:  fisico scolpito, molto alto, spalle larghe, vestito in tuta, sempre con il sorriso sulle labbra che avrebbe fatto sciogliere chiunque, capelli castano chiaro mai in ordine, occhi di un azzurro limpidissimo in cui potersi specchiare e un sedere che parlava da solo. Unica pecca era il naso, non perfettamente dritto, con una piccola gobba, che si adattava lo stesso con la forma del viso. Secondo la prof di spagnolo, aveva anche un bel carattere aperto, simpatico e dalla battuta pronta, appassionato di qualsiasi sport ma forse un po' troppo competitivo. Ah, sosteneva anche che non se la tirava per niente e che dovevo vedere per credere.
Chissà forse oggi era il suo giorno libero e a scuola non era venuto. Peccato mi sarebbe piaciuto vederlo e poter confermare le sue parole.
Ad un certo punto mi sentii toccare un braccio e vidi la Costa con al seguito l'ipotetico marito:
"Ciao! Io sono Flavia e lui Lorenzo, che bello poterti conoscere! Stamattina abbiamo parlato con la preside che ci aveva accennato del tuo arrivo, sei Marta Torini no? Sicuramente" rise e continuò a parlare come un fiume in piena "volevo scusarmi a nome di entrambi per esserci fatti trovare mentre litigavamo, ma come dobbiamo fare con questi uomini? Sempre colpa loro è, non se ne può più. Quindi.." non fece in tempo a finire il discorso che venne interrotta dal marito
"Flavia" disse solamente guardandola male e lei prontamente rispose :
"Cosa c'è ancora? Non è così? Le donne, caro mio, hanno sempre ragione. Siamo noi il sesso forte! Vatti a fare un giro mentre io parlo con la ragazza. Ma quanti anni hai? Sei così giovane..ah e come è andata stamattina?  Tutto bene? Forse per i nuovi arrivati non è tanto facile, ma poi ti abituerai, ne sono sicura".
"Nuova arrivata? Non ne ero a conoscenza" piombò una voce maschile alle mie spalle e vidi lui. Eh già, mi bastò dargli una sola occhiata per capire di chi si trattava, bello era bello, non potevo di certo smentire.
"Ma come? Lo sapevamo tutti che sarebbe arrivata" si intromise Elena.
"Ecco chi era la ragazza che oggi è caduta ai miei piedi" sorrise ammiccando.
Gli altri mi osservarono con uno sguardo interrogativo.
"Niente di che..sono solo inciampata in uno scalino, tutto apposto" poi mi rivolsi a lui presentandomi "Sono Marta piacere, Marta Torini".
Spalancò la bocca sbalordito e si mise a ridere da solo. Che avevo detto di male?
"Noo, non ci credo! Non è possibile. Sei quella Marta Torini? La ragazzina che mi aveva fatto letteralmente perdere la testa a scuola? Effettivamente ci assomigli parecchio..certo con qualche ruga" affermò divertito.
"Scusa? Non ricordo di te. Qualche ruga? Va bene che sono cresciuta, ma non darmi della vecchia!".
Non mi sembrava proprio di averlo già conosciuto, come avevo fatto a dimenticare un tipo così?
"Mi stai dando un colpo al cuore però" e mimò il gesto. "Gita a Parigi? Sono Enrico De Ponte!" disse leggermente offeso di questa mia mancanza.
Dalla mia espressione capii che non c'era niente da fare e allora abbassandosi leggermente, fece una faccia paffuta, si mise gli occhiali da vista e disse:" Bene immaginami così, più mingherlino e con dei brufoli in faccia".
Scoppiammo tutti a ridere guardandolo.
Poi mi venne un lampo di genio e ricordai :" Aspetta, aspetta, ho capito finalmente! Sai com'è..le tue rughe sul viso mi avevano portata fuori strada" lo provocai anche io.
"Non si copiano le battute " rise e rimasi incantata, ma mi risvegliai in fretta non volendo fare la figura del pesce lesso.
Poi continuò: " Comunque puoi stare tranquilla, la cotta che avevo per te è passata e anche tu sei stata messa nel cassetto dei ricordi. Il mio è cuore è impegnato ora" disse rivolgendosi anche agli altri. "Già signori miei, quest'estate credo di aver trovato la mia dolce metà. Niente di serio per ora, ma potrebbe diventarlo".
Tutte le donne sbiancarono, qualche alunna che passava davanti la porta si pietrificò, gli uomini si complimentarono e io ci rimasi un po' male. Se solo avessi saputo come sarebbe diventato da grande, avrei fatto sicuramente un pensierino.
Il tutto fu interrotto da una Flavia elettrizzata:" La organizziamo una bella grigliata sui colli domenica? Colleghi siete invitati tutti, domani sempre alle 11 oppure direttamente dopo la fine delle lezioni ci mettiamo d'accordo. Portate chi volete, mogli, mariti, fidanzati o fidanzate" marcando soprattutto quest'ultima parola.
"Io domani non vengo perché non ho lezione, magari mi farete sapere il giorno dopo" le risposi.
" No, voglio che ci sia anche tu. Colleghi ci organizziamo mercoledì. Chi c'è c'è, chi non c'è non c'è. Tu ci sei no?" chiese sperando in una risposta affermativa che le si leggeva dagli occhi speranzosi.
"Sì va bene mercoledì. Allora a presto".
Uscimmo tutti dalla stanza e chiesi ad Elena se andasse tutto bene dopo l'annuncio di Enrico. Mi rispose che non c'era nessun problema, era un bel tipo ma anche troppo piccolo per lei e che sapeva di non avere chance. Sembrava sincera. Aggiunse:
" Figurati, non mi interessa proprio in quel senso. E a te?" chiese indagatoria.
"No, no neanche a me. Non lo conosco minimamente. Da ragazzi abbiamo scambiato si e no quattro parole".
"Mmm..se lo dici tu".
Era vero, forse avevo mentito un po' sulle quattro chiacchiere, perché nella gita aperta a tutte le classi a Parigi l'avevo conosciuto meglio, mi seccavo, però, in quel momento approfondire l'argomento.

Era stata una giornata veramente stancante. Avevo voglia solamente di rilassarmi, anche se non sapevo come. Avrei potuto mettermi a sfornare dolci, una torta alle mele magari, la mia preferita. Ma al pensiero di doverla mangiare tutta da sola mi sentivo in colpa; altro che cibo, dovevo mettermi a dieta dopo l'estate. Fu allora che pensai di andare a farmi una corsetta pomeridiana per prendere una boccata d'aria fresca sul lungomare, ci voleva proprio. Non ero una persona che amava faticare, qualunque sport lo trovavo insopportabile. L'unica cosa che mi piaceva era correre, l'avrei fatto per ore intere. La sensazione di libertà che si prova è fantastica. Sentire il vento che scompiglia i capelli o l'adrenalina che scorre nelle vene mi appagava. Stavo correndo da circa quaranta minuti quando all'improvviso mi parve di vedere una persona a me familiare seduta in riva al mare. Mi dovetti fermare per guardare meglio, ma sembrava proprio lui: il tenebroso professore di latino e greco. Che strana coincidenza. Se ne stava là da solo mentre lanciava dei sassi cercando di farli saltare sull'acqua. Avevo avuto per un attimo l'intenzione di avvicinarmi ma fui sorpresa, poco dopo, nel vedere invece che era in compagnia di una donna, che non avevo notato inizialmente. Fin qui tutto bene, se non fosse per il fatto che io la conoscevo! Non riuscivo a credere ai miei occhi e ripetevo nella mia testa "non può essere, non può essere, non può essere che Matteo abbia una tresca con la preside della scuola!". Lei era pure sposata con un figlio. Fu uno shock per me. Riflettendoci bene non avevano fatto niente di male, poteva essere che mi stessi sbagliando, però cosa ci facevano loro due insieme? Come avrei fatto a non dire niente a nessuno? Mia nonna mi chiamava la rana dalla bocca larga. Senza pensarci mi facevo scappare le cose della bocca, ma senza malizia. Che disastro che ero.
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Ho cercato di scrivere qualche in rigo in più, spero che vi siano piaciuti i colpi di scena che ho inserito. Nel prossimo proverò a migliorare ancora, a presto!
   
 
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