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Autore: Windstorm96    04/07/2016    3 recensioni
Quando una creatura nata per volare si rende conto che le proprie ali sono state ferme troppo a lungo, che la spensieratezza della primavera gli è stata portata via, rimpiazzata da un lunghissimo inverno, può la semplice rassegnazione essere una soluzione accettabile?
Cosa si nasconde dietro alla maschera sorridente del piccolo Mikaela?
Il desiderio di fuggire, di spiccare il volo per allontanarsi dai mille pericoli di un mondo di mostri, volando verso una libertà conquistata a fatica, verso una nuova primavera che sembrerà più luminosa che mai.
Fanfiction partecipante al contest 'Take a picture and never forget' indetto da Sethmentecontorta sul forum di EFP.
Genere: Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Ferid Bathory, Mikaela Hyakuya
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Autore: Windstorm96
Titolo: Una nuova primavera
Fandom: Owari no Seraph
Genere: malinconico, triste
Personaggi: Mikaela Hyakuya, Ferid Bathory
Rating: giallo
Avvertimenti: missing moments
Introduzione: "Quando una creatura nata per volare si rende conto che le proprie ali sono state ferme troppo a lungo, che la spensieratezza della primavera gli è stata portata via, rimpiazzata da un lunghissimo inverno, può la semplice rassegnazione essere una soluzione accettabile?
Cosa si nasconde dietro alla maschera sorridente del piccolo Mikaela?
Il desiderio di fuggire, di spiccare il volo per allontanarsi dai mille pericoli di un mondo di mostri, volando verso una libertà conquistata a fatica, verso una nuova primavera che sembrerà più luminosa che mai.
Fanfiction partecipante al contest 'Take a picture and never forget' indetto da Sethmentecontorta sul forum di EFP."
 
 
 
"Vieni pure avanti, mio caro bambino, te ne prego. Non c'è alcun bisogno di essere timidi; io e te ormai siamo amici, no?"
Mikaela camminava cautamente, come se ad ogni passo potesse esserci una trappola pronta a coglierlo di sorpresa. Era ormai la quarta volta che si recava al palazzo di Ferid, e tuttavia la sgradevole sensazione di pericolo e disagio non si era attenuata neanche un po'.
"È un peccato che non sia venuto anche quel tuo amico... come si chiama?"
"Ah... Y-Yuu" balbettò il ragazzino.
"Yuu... tieni tanto a lui?"
"Beh, Yuu-chan è più di un fratello per me."
Il vampiro ridacchiò.
"L'avevo capito. Prima stavi cercando di difenderlo da quelle guardie, vero?"
"Sì. Lui a volte è un po' impetuoso, agisce in modo sconsiderato, e io ho paura che si possa far male, prima o poi."
"È un gesto nobile da parte tua proteggere il tuo fratellino, tuttavia ti consiglio di fare attenzione; stavolta fortunatamente sono intervento io, ma chissà che cosa sarebbe potuto succedere se io non ci fossi stato. Sai, certa gente non va tanto per il sottile, anche se siete soltanto dei bambini."
Mika abbassò lo sguardo e chinò la testa, accennando un sorriso alquanto forzato.
"La ringrazio di cuore per il suo aiuto, signore."
Un'altra risatina.
"Quindi diciamo che ora sei in debito con me."
Mika si sentì balzare il cuore in gola. Detestava quella paura che spesso lo coglieva così all'improvviso quando era con Ferid, lo faceva sentire insopportabilmente debole e indifeso.
Il ragazzino strinse i denti e cominciò a sciogliere la fascia che portava intorno al collo; era quello di solito il punto in cui il vampiro lo prendeva, poiché nessuno lì avrebbe potuto notare i segni del morso.
Tuttavia, stavolta una mano del nobile lo fermò.
"Non ancora, non c'è nessuna fretta. Vieni, vieni con me; voglio farti vedere una cosa."
Mika osservò interdetto il vampiro che si avviava con il suo passo elegante lungo uno scuro corridoio, ed esitante lo seguì.
Si fermarono davanti ad una porta di legno scuro dall'aspetto antico; Ferid vi infilò una chiave e l'aprì.
La prima cosa che colpì il ragazzino fu la luminosità che proveniva dall'interno della stanza. Nonostante il palazzo del nobile fosse piuttosto colorato e accogliente in confronto agli altri edifici, infatti, la luce che illuminava quel triste mondo in cui Mika si era ritrovato a vivere era sempre in un certo qual modo fredda, di un grigiore malinconico, senza vita. In quella stanza, invece, numerose lampade diffondevano una calda luce che parve a Mika piacevolmente familiare.
Vide che lungo le pareti era allineata un'infinità di vasi in cui crescevano rigogliose piante di ogni tipo; piccoli alberelli dai rami contorti attorno ai quali si attorcigliavano edere rampicanti, meravigliosi fiori di camelia dai petali sgargianti e altri di calicanto, più discreti ma dal profumo intensissimo...
"È il mio giardino personale; diciamo... un piccolo souvenir del mondo di fuori. Ho pensato che ti sarebbe piaciuto. Che ne dici, Mika?"
Il ragazzino era rimasto senza parole, affascinato. Riconobbe alcune piante, e pensò che doveva essere inverno. Si rese conto allora di aver perso completamente la concezione del tempo e delle stagioni; in quel mondo cupo pareva sempre inverno, tutto era grigio e freddo e c'era un sentore di morte.
"È... è meraviglioso, davvero."
Sotto le macchiettate fronde cariche di bacche rosse di un arbusto di aucuba scorse poi un'ampia teca, in cui regnava un movimento vorticoso e indistinto.
Si avvicinò per osservare meglio, e vide che erano farfalle; tante piccole farfalle dalle ali screziate di rosa e nero, che volteggiavano freneticamente in quello spazio affollato.
"Sono belle, vero? Molto fragili però. Eppure guardale: vogliono ad ogni costo uscire da lì. Non hanno idea dei pericoli che cela il mondo di fuori, non si rendono conto che esso potrebbe spazzarle via in un batter d'occhio senza neppure accorgersene."
"Però sentono la mancanza dei fiori, dei loro prati... desiderano la libertà, perché in fondo sono nate per volare..."
La voce di Mika era flebile, eppure non sembrava più titubante come al solito. Stava semplicemente fissando le bestiole con uno sguardo perso in pensieri lontani.
Ferid lo osservava di nascosto, sorridendo tra sé e sé, assaporando quel sentimento che si rifletteva negli occhi del bambino. Adorava vedere quell'espressione.
"Che ne pensi, Mika? Vorresti liberarle?"
Il ragazzino sembrò allora svegliarsi di colpo da un brutto sogno. Si rese improvvisamente conto del pericolo a cui sarebbe andato incontro se il nobile fosse venuto a conoscenza dei suoi pensieri inopportuni, e subito abbassò lo sguardo sul pavimento.
"Mi scusi, non volevo dire..."
Percepì le lunghe dita affusolate del vampiro accarezzargli il collo, e restò immobile. 
"È ora" pensò.
"Una farfalla può sognare la libertà, ma rimarrà sempre un essere estremamente delicato, con una vita breve e costantemente in bilico; così facile da spezzare, così difficile da proteggere. Eppure sono creature tanto carine e graziose, non trovi?"
Mika si sentì sciogliere la fascia nera che portava a mo' di collare, come tutti i bambini, e la vide cadere a terra ai suoi piedi.
Inclinò la testa di lato e chiuse gli occhi, in attesa.
Una voce nel suo orecchio sussurrò:
"È davvero un peccato che non sia venuto a farci compagnia anche il tuo amico Yuu; scommetto che questo posto sarebbe piaciuto anche a lui." 
Il ragazzino sentì i canini del vampiro affondare nella carne tenera del suo collo, e strinse forte i denti per non gemere. Socchiuse le palpebre, cercando di nuovo con lo sguardo il vorticare di ali variopinte. Ma ormai tutto cominciava ad appannarsi, i colori si offuscavano sempre di più, e un ronzio soffuso cresceva d'intensità nelle sue orecchie.
"Yuu-chan..." pensò, prima che la debolezza lo privasse delle facoltà mentali "noi voleremo ancora, Yuu-chan... te lo prometto..."
E poi tutto svanì nelle tenebre.
 
Furono quelle stesse tenebre che tornarono ad avvolgere il piccolo Mika disteso a terra, in una pozza del suo stesso sangue, mentre con occhi colmi di lacrime guardava Yuu volare finalmente verso quella libertà che tanto avevano desiderato entrambi, con quelle nuove ali che lui stesso gli aveva procurato.
Nonostante il dolore lancinante che gli bruciava il petto e la spalla, Mika si sentiva felice.
Non avrebbe mai rimpianto il loro tentativo disperato di fuga, né la fine atroce sua e degli altri bambini; perché almeno Yuu era riuscito a scappare, a riassaporare la libertà.
Di sicuro avrebbe dovuto combattere ancora, e stavolta lui non avrebbe potuto essere al suo fianco, ma confidava che fosse abbastanza forte. In fondo lo conosceva bene; ce l'avrebbe fatta, ne era certo. Non avrebbe mai permesso che il sacrificio suo, di Akane e degli altri fosse stato vano.
E sperava che almeno Yuu, dopo quell'inverno troppo lungo, sarebbe riuscito a vedere una nuova primavera.
 
   
 
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