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Autore: meryl watase    04/07/2016    1 recensioni
Sono passati ormai cinque anni dal giorno in cui i fratelli Kirishima, Yomo e Banjo con i suoi uomini hanno fatto irruzione nella Coclea per salvare Hinami eppure Touka aspetta ancora il momento in cui le parole da lei pronunciate: "Ci vediamo dopo, okay?" diventino realtà...
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kaneki Ken, Kirishima Tōka
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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Autore: meryl watase
Titolo: サイレント約束 Sairento yakusoku
Fandom: Tokyo Ghoul
Genere: introspettivo
Personaggi: Touka Kirishima
Rating: giallo
Avvertimenti: spoiler capitolo 82 di Tokyo ghoul :re
Note: Scrivendo da cellulare non ho potuto utilizzare le lettere lunghe quindi la o lunga è diventata ou. Il tempo era contro di me.
Introduzione: Sono passati ormai cinque anni dal giorno in cui i fratelli Kirishima, Yomo e Banjo con i suoi uomini hanno fatto irruzione nella Coclea per salvare Hinami eppure Touka aspetta ancora il momento in cui le parole da lei pronunciate: "Ci vediamo dopo, okay?" diventino realtà... Image and video hosting by TinyPic


サイレント約束 Sairento yakusoku


La bianca schiuma del mare gorgheggiava, urtando contro gli scogli bassi e scuri, mentre il vento scuoteva la leggiadra figura di una donna che guardava la desolata spiaggia dietro la vecchia e consunta palizzata di legno che si reggeva in piedi solo grazie al fil di ferro arrugginito avvolto intorno ad ogni singola tavola.
Nessuna spiaggia bianca, liscia e luminosa come quelle delle riviste, ma un terreno sabbioso scuro, di un arancione forte, tendente al rosso, e sassi disseminati ovunque al punto da impedire a chiunque di camminare scalzo, con busti di cespugli ormai secchi che si ergevano attorno alla bassa costa come anime dannate ormai rassegnate all' infausto destino.
A Touka piaceva quel paesaggio, le trasmetteva un vago senso di malinconia, di disfacimento, di solitudine, ma in fondo la sua vita era sempre stata un susseguirsi di tristezza mista a sprazzi di serenità e quei pezzi di legno consumati dal tempo e dalle intemperie le ricordavano le persone più importanti della sua vita: la tavola più dritta e alta, ingiallita dal sole, le ricordava Yomo che tanto l'aveva aiutata in quegli anni lavorando al suo fianco e sostenendola, soprattutto dopo la distruzione dell'Anteiku; quella meno corrosa, più intatta le sembrava il vecchio Yoshimura sempre così elegante, serio, incrollabile; quella più la larga e bassa somigliava alla sua amica Yoriko, la dolce umana con cui aveva stretto amicizia tanti anni addietro; quella sfrangiata sulla cima le ricordava il senpai Nishiki coi suoi capelli mossi; le più consumate, con qualche scheggia pronta a staccarsi e inclinate di lato le sembravano lei stessa e suo fratello Ayato; l'unica con ancora un po' di vernice bianca attaccata le ricordava Kaneki e il continuo mutare del colore dei suoi capelli, come se in lui la parte umana e quella ghoul fossero sempre in conflitto senza mai prevalere l'una sull'altra; mentre il filo arrugginito che le legava l'una all'altra, le sembrava un infinito nodo di kagune.
Il grigio cielo invernale si rifletteva nei suoi occhi, colmi di speranza e di aspettative, mentre con una mano accarezzava la palizzata e ripercorreva con la mente gli avvenimenti che l'avevano condotta a rifugiarsi in quel luogo desolato.
Erano passati cinque anni da quando, a Coclea, aveva strappato a Kaneki quella silente promessa: "Ci vediamo dopo, okay?"
Non aveva atteso risposta, certa che lui avrebbe capito ogni più insito significato nascosto dietro quelle parole.

Bentornato, sono felice che ti ricordi di nuovo di noi, anche se avrei preferito continuassi a vivere come Haise Sasaki, senza più nessuno a darti la caccia. Per favore, non farti uccidere, prometti che tornerai da me, smettila di fare l'eroe. Idiota!

Grazie all'intromissione di Eto, Touka e i suoi compagni erano riusciti a fuggire da quell'orrendo luogo, ma lui non era tornato da loro.
Scoperta la commistione della CCG con l'organizzazione V e l'esistenza di incroci naturali tra umani e ghoul sfruttati fino alla morte, Kaneki aveva deciso di diventare la loro spina nel fianco, cominciando ad eliminare esponenti della famiglia Washu e ponendo fine ai terribili esperimenti del dottor Kanou.
Era stato difficile per lei accettare il fatto di non potergli essere d'aiuto, di non poterlo supportare durante questa sua guerra, non potergli essere di conforto quando aveva dovuto affrontare i suoi amati allievi e la donna che aveva imparato a considerare al pari di una madre durante il suo periodo di amnesia, ma Banjo l'aveva tenuta costantemente al corrente delle sue mosse e sapeva che alla fine molti investigatori erano passati dalla sua parte, persino Suzuya, quando Marude aveva confessato quanto scoperto sulla CCG.
La coesistenza tra umani e ghoul forse non era impossibile come aveva creduto durante il periodo più burrascoso della sua adolescenza.
Da quel lontano giorno molte cose erano cambiate per Touka, sia nella sua vita personale, con il ritorno al suo fianco del fratello Ayato e di Hinami, sia nella società di Tokyo... Ora essere un ghoul non li identificava più come reietti ed esseri mostruosi dediti alla lotta e all'omicidio di umani innocenti.
Grazie all'intervento televisivo di Eto, durante il quale aveva ammesso di essere un ghoul, era stato compiuto il primo passo per permettere al mondo di conoscerli e accettarli, ma quello definitivo era avvenuto circa un mese prima...

"Touka?"
La voce del signor Yomo, pervasa da un leggero allarme, cosa inusuale per lui, la spinse a distogliere l'attenzione dal caffè che stava preparando e a scrutare il suo volto, interrogativa.
Incrociò i suoi occhi per un attimo, poi, vedendolo indicarle col mento lo schermo della tv, osservò con apprensione la scritta Breaking news che campeggiava lì dove fino a un attimo prima andava in onda il programma musicale che aveva fatto loro compagnia per tutto il pomeriggio.
Quando era apparsa la figura scura di Kaneki il cuore le era balzato in petto, lo stomaco si era stretto, e le sue dita, strette attorno alla caraffa, avevano preso a tremare in risposta alla tensione che si era propagata nel suo corpo come un'onda della marea.
Aveva osservato ogni linea del suo volto, catalogando i cambiamenti avvenuti in lui in quei cinque anni passati lontano da lei e cercando di vedere se in lui ci fosse ancora uno sprazzo del ragazzo imbranato che maltrattava quando lavoravano fianco a fianco all'Anteiku: i capelli erano più lunghi, ma ancora scuri, i lineamenti erano diventati più spigolosi, severi, e un sottile strato di barba gli ricopriva il mento, ma quegli occhi... erano proprio come li ricordava dall'ultima volta che li aveva incrociati.
"Qualcuno di voi sicuramente mi conosce. Ero accanto a Takatsuki Sen quando ha rivelato la sua vera natura davanti a tutti voi, sono un ex-agente della CCG e sono anche per metà ghoul.
Per anni ho creduto che i ghoul fossero solo dei mostri affamati di carne umana proprio come voi, poi, a causa di un incidente mi sono stati impiantati gli organi di uno di loro e tutto è cambiato... Non solo il mio corpo, ma anche il mio modo di vivere.
Ho avuto la possibilità di vedere il mondo da entrambi i punti di vista, di conoscere sia umani che ghoul nel proprio ambiente e finalmente capire quale fosse la verità.
Loro soffrono per la perdita delle persone care, sanno amare, comprendere, fantasticare, lavorare, sognare esattamente come gli uomini normali e il fatto di poter mangiare solo carne umana causa a molti loro un perenne senso di colpa, ma la fame per un ghoul è come l'inferno in terra. Se non si nutrono rischiano di impazzire.
Vorrebbero conoscere il sapore di una torta o di un panino, passeggiare per le strade senza dover essere guardigni, sapere cosa si prova a vivere una vita serena, tranquilla, senza il timore di venire uccisi dagli investigatori anti-ghoul, coesistere con gli umani.
Non tutti i ghoul uccidono senza pietà chi si para di fronte a loro, molti mangiano persone che sono già morte, che si sono suicidate, altri non sanno nemmeno uccidere gli umani e si affidano ad altri per procurarsi il cibo.
Li sto dipingendo forse come santi?
No, non lo sono.
Anche tra loro ci sono individui folli e violenti, esattamente come esistono umani che uccidono altri umani."
A quel punto l'attenzione dell'intero :re era focalizzata sullo schermo, erano tutti tesi ad ascoltare le parole di quel ragazzo che ormai era cresciuto, diventando un uomo sicuro delle proprie idee e posizioni.
Mentre lui continuava a parlare, raccontando ogni cosa dell'organizzazione V e finendo col dire di averla eliminata del tutto, Touka non poté fare a meno di pensare che forse quel 'dopo' sarebbe arrivato presto...


Eppure altri trenta giorni erano passati senza che lui si facesse vivo e lei, esasperata, aveva preso in prestito la macchina da Yomo e si era diretta verso il mare, in cerca di un posto in cui pensare in tutta tranquillità.
Amava lavorare al bar, circondarsi di visi familiari e prendersi cura degli altri, la faceva sentire appagata, sicura di aver fatto la scelta giusta accogliendo l'eredità del signor Yoshimura in modo che il suo sogno continuasse a vivere anche senza di lui, ma in quei giorni non sentiva altro che chiacchiere su Kaneki, su come i vertici di Tokyo stessero cambiando per far posto anche alla loro comunità e sul fatto che molti scienziati stessero lavorando alacremente per creare cibo artificiale adatto a loro e davvero non ne poteva più di sentir parlare di lui e non poterlo incontrare.
Lei e gli altri ancora non erano usciti allo scoperto, nessuno sapeva che il bar :re era gestito da ghoul, perché non era ancora sicura di come sarebbero andate le cose e preferiva continuare ad offrire un rifugio ai bisognosi, almeno per il momento, anche se moriva dalla voglia di dire tutto a Yoriko. Voleva che non ci fossero più segreti tra loro, essere finalmente se stessa con lei, ma per farlo aveva bisogno del sostegno di quella persona che non aveva ancora mantenuto la promessa di tornare a casa.
I granelli di sabbia turbinavano attorno a lei, trascinati dalla brezza, e l'aria salmastra le impregnava i vestiti, mentre sostava lì in balìa delle forze della natura, chiudendo gli occhi per sentirsi ancor più parte di quel paesaggio, per fondersi con quella spiaggia, come se il suo corpo fosse stato composto di acqua e avesse potuto sciogliersi e congiungersi con il mare, colmando il vuoto che da tempo sentiva dentro di sé.
"Proprio quando pensavo di meritarmi finalmente una buona tazza di caffè, la barista migliore di Tokyo scappa lontano dalla città?" le chiese una voce familiare.

Kaneki...

Le labbra le tremarono violentemente nel tentativo di reprimere l'impulso di prenderlo a male parole, dargli un pugno e poi gettarsi tra le sue braccia.
"Il caffè migliore lo prepara il signor Yomo!" ribatté una volta ripreso il controllo di sé.
"Non sono d'accordo. Il tuo è ottimo, sembra che tu riesca ad infondervi molte emozioni positive mentre lo prepari. Chi lo sorseggia si sente rinfrancato e sereno" le rispose lui, accorciando la distanza che li separava fino a non più di mezzo metro, cercando di starle il più vicino possibile senza però metterla alle strette, reprimendo il desiderio di toccarle una spalla e farla girare verso di sé.
"Non c'è niente di così poetico in me e non cercare di ammansirmi! Sai da quanto ti aspetto?" decise di porre fine a quello stupido scambio di battute, aprendo gli occhi e girandosi ad affrontarlo.
Kaneki chiuse la mano destra in un pugno e restò in silenzio per qualche minuto, mentre il cielo in quella giornata invernale si faceva man mano più cupo.
"Scusa se ci ho messo tanto" disse alla fine.
"Sei proprio un idiota" affermò semplicemente lei, tentata di dargli un ceffone.
"Sei sempre stata brava a leggermi dentro. A Coclea sapevi bene che mi ero fatto avanti solo come pedina sacrificale, volevo andarmene all'altro mondo facendo un figurone, ma con quella specie di promessa mi hai legato le mani. Non credi di doverti prendere le tue responsabilità?" le chiese, interrogativo.
"Cosa vuoi dire?" domandò, socchiudendo gli occhi, pur sapendo dove sarebbe andato a parare.
"Voglio dire che ormai sono senza casa e senza lavoro, non è che potresti darmi una mano?" si decise a chiederle Kaneki.
"E perché dovrei?" ribatté lei.
"Il signor Yoshimura non diceva sempre che i ghoul del bar avevano l'obbligo e il dovere di aiutare i loro simili?" la mise all'angolo l'uomo, guardandola con la speranza negli occhi e un peso nel petto.

Forse non mi vuole più accanto a sé...


"Guarda che adesso non sono più una dipendente, ma la direttrice, ti farò lavorare sodo" lo avvertì lei, girandosi e avviandosi verso l'auto.
"Non ne dubitavo" le rispose l'uomo, aspirando l'aria salmastra un'ultima volta prima di accingersi a seguirla con un sorriso felice impresso sulle labbra esattamente come quello che splendeva sul volto di Touka.
Non c'erano stati abbracci, né baci, né lacrime, ma in fondo per Touka e Kaneki l'importante era essere di nuovo vicini.

ANGOLO AUTRICE

È la prima volta che scrivo in questo fandom, purtroppo ho avuto solo quattro giorni per lavorare sulla storia, spero solo non sia troppo brutta.
Grazie per essere passati a leggere XD
   
 
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