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Autore: MadogV    05/07/2016    6 recensioni
Midquel della one-shot rapimento?, questa storia ci svela il dietro le quinte del "rapimento".
Genere: Comico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bonnie Hopps, Nick Wilde, Nuovo personaggio, Stu Hopps
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Questa one-shot è il midquel di “Rapimento?”, quindi se siete qui, leggetevi prima quella, altrimenti vi rovinerete la sorpresa.

Come sempre grazie di leggere, recensire e commentare.

A rileggersi.

Aveva l’anello, aveva il testimone, ma soprattutto aveva la sposa.

Sapeva però che tutto questo non era sufficiente se non avesse avuto il consenso del padre della sposa.

Avrebbe potuto anche saltare quel punto, ma la loro relazione era già particolare e precaria perché potesse permetterselo.

No, si sarebbe presentato a casa di Stu Hopps e avrebbe chiesto la mano di Judy, a costo di farsi impallinare.

E così fu.

Elegante come poteva essere solo lui, Nick Wilde si avviò alla fattoria dai suoi suoceri, ma per sfortuna il suo carisma e il suo naturale fascino non fecero presa sul suo futuro suocero.

“Vieni qui, sottospecie di rubbagalline. Fatti pescare ancora da queste parti e ti riduco a scendiletto.” Gridò Stu, brandendo, in direzione del fuggitivo, il suo grosso fucile caricato a sale.

“Mannaggia.” Pensò Nick:” E pensare che era iniziato tutto così bene.”

POCHE ORE PRIMA

La Tana dei Conigli era il classico borghetto di campagna, abitato da gente rustica, un po’ diffidente, ma poi subito pronta ad accogliere, una volta entrati in confidenza.

La prima volta che era arrivato, ai tempi in cui aveva appena iniziato la relazione con Judy, rimase stupito dal fatto che nessuno facesse caso a lui, nonostante fosse una volpe.

Fu Judy a spiegargli che d’alcuni anni molte volpi avevano avviato un profondo programma di integrazione, anche grazie a Gideon Grey.

Ora anche lui era una volpe integrata e veniva accolto con cortesia, mentre prima veniva semplicemente ignorato.

Arrivato a casa Hopps, venne accolto con calore da tutta la nidiata, un nugolo di scatenati pargoletti, una marea di pelo multiforme, ora bruno, ora grigio, ora una via di mezzo fra i due colori.

La casa esternamente poteva risultare piuttosto piccola per contenere tutti quei cuccioli, ma alcuni accorgimenti architettonici avevano dato il giusto spazio a tutto.

La casa rispecchiava a pieno quella famiglia, semplice e solida all’esterno, ma delicata e piena di sorprese all’interno.

L’interesse per la volpe scemò rapidamente e così Nick poté accomodarsi in salone, dove lo aspettava Stu.

Il vecchio contadino fu estremamente cortese con lui, troppo cortese, ma la tensione del momento non rese Nick accorto e avveduto, quanto avrebbe dovuto essere, del pericolo.

Lo fece sedere sulla poltrona più comoda, quella in legno duro e imbottita di soffici cuscini, gli offrì una ciotola di mirtilli e una buona birra di carote.

La conversazione fra i due rimase estremamente sul vago, solite chiacchiere inutili.

Sulla vita di Judy, su come andava in città, sul raccolto e sui costi dei prodotti all’ingrosso, sul perché Bonnie non fosse a casa, e sul perché ci fosse invece una volpe.

Uno dei due stava pacatamente sbucciando il discorso per arrivare al nocciolo, e questi non era la volpe.

Da molto tempo Nick si era accorto, che benché Stu non avesse avuto un’istruzione elevata, aveva comunque un cervello fino e in grado di competere col suo, a questo si aggiunga anche l’ansia paterna nei riguardi del fidanzato della figlia e la trappola per volpi è pronta a scattare.

Infatti quando se lo era visto arrivare tutto solo, Stu aveva pensato che la volpe si fosse recata a casa loro per comunicare il fatto che avesse rotto con Judy e che quindi lo comunicava prima a loro, per una questione di rispetto.

L’accoglienza calorosa, la generosità nelle offerte, la poltrona padronale, tutto era volto a mettere a suo agio la volpe e farle dire:” Io e Judy ci stiamo lasciando” o “Io voglio lasciare Judy” o ancora:” Credo che fra me e Judy non funzioni, voglio rompere.”

Stu era pronto, con le orecchie tese, pronto ad ascoltare frasi simili, ma quello che la volpe disse lo fece infuriare.

“Signor Hopps, credo che sia inutile girarci intorno: Io sono qui per chiederle la mano di sua figlia.”

Le parole esplosero nella testa di Stu, frammentandosi e ricomponendosi sempre e soltanto nel loro significato originario: matrimonio.

Matrimonio, si era dunque arrivati a questo punto???

Stu non ci vide più, afferrò un grosso e nodoso ciocco e lo usò a mo’ di randello contro Nick, facendolo fuggire con la coda tra le gambe.

E TORNIAMO COSÌ AL PRESENTE

Stu era ancora lì davanti alla porta, con lo schioppo in spalla, guardingo, in attesa che la volpe si mettesse sulla traiettoria di tiro.

A Nick non pareva vero di essere finito in quella situazione così tragicomica, da predatore era diventato preda di un coniglio piuttosto furibondo,

La situazione però non era effettivamente ad un punto morto, non c’era nessuno stallo; poteva anche andarsene, chiedere a Judy di sposarlo e vivere felici e contenti.

Ma sapeva che chiederlo al padre, che in quel momento era l’esatta rappresentazione di un coniglio emotivo, era parte essenziale di quel processo di essere coppia, pur particolare e precaria, che aveva voluto avviare con la sua carotina.

 Pensare alla sua carotina, lo portò a trovare la soluzione, un “pelino” drastica, ma sicuramente l’unica in grado di rompere gli indugi: avrebbe giocato la parte del poliziotto cattivo.

Si arruffo il pelo, snudo le zanne, sguaino gli artigli e tirò fuori, dal suo repertorio, lo sguardo più cattivo; così conciato uscì dal suo nascondiglio e si lanciò a perdifiato contro il coniglio, certo che vedersi una volpe selvatica lo avrebbe sicuramente terrorizzato.

Ma anche no, infatti appena la volpe uscì a perdifiato dal nascondiglio dietro l’albero, Stu esplose un colpo, prendendolo al fianco sinistro.

Nick fu sbalzato indietro dal colpo, rimanendo sorpreso dal coraggio del coniglio, ma poi si rialzò e continuò quella pantomima, sperando di non far venire un infarto al suocero.

Nel vedere la volpe rialzarsi, Stu ebbe un attimo di esitazione, ma poi si fece coraggio ed esplose il secondo colpo, però questa volta, complice la tensione, riuscì a colpire Nick solo alla spalla destra.

Il colpo alla spalla destra fece male, ma ignorò anche quel dolore, doveva arrivare a strappare quel fucile, o il terzo colpo lo avrebbe di sicuro steso, facendo precipitare malamente le cose.

Grazie anche alla tensione di Stu, che tutto tremante non riuscì a ricaricare lo schioppo, Nick gli arrivò vicino e con fare feroce glielo strappò di mano, spingendolo a terra.

Stu era a terra tutto tremante, nasino compreso, certo che quella fosse la sua fine (se l’era fatta sotto dalla paura), ma poi vide la volpe ammansirsi e riassumere un aspetto più civile e infine sedersi sul dondolo del patio.

Più che sedersi, Nick si accasciò sul dondolo, ora che l’adrenalina era scemata, avvertiva dolore alla spalla, al fianco, alle zampe: indefinitiva era tutto un dolore.

“Venga qui, signor Hoops, non le faccio niente.” Disse pacatamente, invitando il suocero a sedersi vicino a lui.

Stu rimase sorpreso e, apprezzando il coraggio della volpe, sorrise dicendogli:” Chiamami Stu.”

Poi ripresero la conversazione dal punto in cui si era fermata.

“Hai avuto un bel coraggio, Nick.” Cominciò Stu:” Avrei potuto avere il fucile caricato a pallettoni.”

“Ed io sarei morto ben volentieri, Stu.” Rispose la volpe, sorseggiando il suo succo di mirtilli.:” Meglio morire, che vivere una vita senza Judy.”

“Sapevi anche quale sarebbe stata la mia reazione alla tua richiesta, no?”

Nick sapeva ci sarebbe stata una reazione, ma non si aspettava quel tipo di reazione e quindi preferì mentire, rispondendo: “Si.”

Per poi aggiungere, con sincerità:” Ma non avrei sposato Judy senza avere il permesso vostro, signor Hoops.”

Stu rise, aveva imparato a conoscere piuttosto bene quella volpe:” Lascia perdere il “signor Hopps” volpe” Disse divertito:” non mi prendere per stupido.”

“Non lo farei mai, papà” Ribatte, con finta affettazione, Nick, che ora stava al gioco.

Il volto di Stu si allargò in un sorriso dolce e paterno:” Non avrei mai pensato che sarebbe successo, ma va bene così.” Poi si alzò e si portò le mani, a cono, davanti alla bocca per poi urlare:” TANA DEI CONIGLI, MIO GENERO È UNA VOLPE.”

Quella strana esternazione, colpì Nick al cuore: era davvero una famiglia meravigliosa quella in cui stava per entrare a far parte.

Ora restava il problema di come sbarazzarsi della sposa, almeno il tempo necessario per predisporre tutto il “romanticume” per la proposta.

Suocero e genero sapevano che il solo modo per poter distrarre Judy con successo era quello di calarla in un caso, ma che fosse davvero un caso urgente.

Ma quale?

In quel momento uscirono dalla casa le gemelle Hopps.

“Denise, Cecilia, dove andate signorinelle?” Chiese Stu, che era ritornato nella parte del genitore iperprotettivo.

“Al cinema, c’è il nuovo film Frizz Shark.”

Stu accolse la notizia con un mugugno, per poi aggiungere:” Non andate assolutamente in quel postaccio per nudisti senza pudore.”

E mentre le sorelle si avviavano verso la macchina, a Stu balenò un’idea:” E se vostra sorella vi chiama non rispondete. Chiaro?”

“Si.” Risposero in coro.

Nick non capiva il perché di quella strana richiesta, ma guardando Stu capì: diavolo di un coniglio, era astuto come e più di una volpe.

“Abbiamo il nostro caso, caro genero.” Disse il coniglio:” Ora va a predisporre il tutto.”

E mentre Nick si avviò sulla via del ritorno, Stu si preparò alla sua pantomima.

Quella sera

“Disgraziato, farabutto.” Urlò Bonnie:” Vieni qua. Mi hai fatto preoccupare, mi hai fatto mettere in ansia, per niente!”

La ragione per cui Stu aveva mantenuto il sangue freddo davanti alla volpe, e che niente poteva incutergli più timore di sua moglie, quando era infuriata.

E quella sera, sua moglie era furibonda, indignata e infastidita.

“Potevi avvertirmi. Potevi dirmi che era uno tiro mancino.” Gli urlò Bonnie, brandendo il mestolo, come se fosse un’arma primitiva.

“Ma…” Provò a ribattere tutto tremante Stu

“Ma cosa?” Gli ruggì dietro la moglie.

“Be.” Rispose Stu, con la voce ridotta a un pigolio:” è che sei troppo emotiva.”

“Io emotiva.” Disse Bonnie:” Ah è così! Bene, l’emotiva ti dice che stanotte dormi sul divano e niente dolce.”

Se l’era cercata, ma coinvolgere sua moglie nel piano come complice, e non come vittima inconsapevole, avrebbe significato inserire un elemento di fragilità.

Judy conosceva troppo bene i suoi e, grazie anche all’accademia di polizia, riusciva con facilità a capire quando mentivano.

Ecco perché lui si era defilato dal riferire la scomparsa a Judy, lasciando la patata bollente alla sua complice involontaria, la cui ansia e preoccupazione, veramente genuine, avevano ingannato la coniglietta arguta.

E quella notte sul divano, non rimpianse alcuna delle scelte fatte quel giorno.

Ma poi, verso mezzanotte, sentì lo scricchiolio delle scale: qualcuno stava scendendo.

“Stu, sei sveglio.” Chiese Bonnie, che era scesa per parlare con il marito.

Ma il coniglio fece finta di russare, salvo poi essere preso a cuscinate dalla moglie.

Quando la piccola scaramuccia coniugale finì, fu Stu a prendere la parola:” Andiamo fuori, ci sono le stelle e la notte è calda.”

Bonnie si limitò a seguirlo e, una volta fuori, si sedettero sul dondolo.

Fu la coniglietta a prendere per prima la parola:” Scusami Stu, avevi ragione tu. Avrei davvero potuto destare qualche sospetto.”

Stu rimase sorpreso:” Scusami tu, avrei dovuto coinvolgerti, sei sempre tu, quella che ragiona di più fra noi due.”

“E tu sei il solito testone testardo.” Ribatte Bonnie, colpendolo delicatamente con il suo pugno.

Stu sorrise e non disse più niente, ma semplicemente la attirò a sé e la baciò.

Poi stettero così, accollati, sotto la grande volta celeste, lasciandosi cullare dal dondolio del dondolo.

E l’ultimo pensiero di Stu, prima di addormentarsi, fu per quel dondolo; quel dondolo che lui aveva ostinatamente cercato di non far comprare e che ora si rileva l’elemento più utile per risolvere i suoi problemi.

Poi con la testa ciondolante si addormentò, lì, con sua moglie al fianco, sotto la grande volta celeste.

 

   
 
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